Le prime gocce di pioggia cominciarono ad attraversare il cielo grigio di fine novembre. Una pioggerellina sottile come fili argentati, insufficiente a bagnare il terreno, ma che bastava a creare una leggera nebbiolina che permeava gli alberi nel giardino della villa.
Con sguardo malinconico me ne stavo seduto alla finestra, ascoltando il ritmico e lento cadere delle gocce sul prato.
-Signorino...
La voce del mio maggiordomo mi risvegliò dai miei cupi pensieri.
-Signorino, sembrate turbato. Posso fare qualcosa per aiutarvi?
Sospirai -Quando il mondo è così grigio, sembra difficile credere nell'esistenza di altri colori. Questo cielo color della cenere... è davvero opprimente. E il fatto che oggi sia il giorno della visita settimanale alla tomba di famiglia non migliora di certo il mio umore.
Sempre sospirando, mi alzai e indossai il cappello e il cappotto che Sebastian mi porgeva. Chiudemmo la porta e ci avviammo verso il cimitero.
Il cielo cinereo, gli alberi spogli e il gracchiare dei corvi nell'aria plumbea contribuivano a rendere il mio umore ancora più accentuato.
Una volta arrivati alla lapide sotto la quale giacevano i miseri resti dei miei genitori, constatai seccato che dei fiori che avevo portato la settimana precedente non c'era traccia. La tomba era grigia e vuota,  come il paesaggio autunnale che ci volteggiava pigramente intorno.
Qualcuno doveva aver reputato bello il mazzo di crisantemi bianchi che avevo portato la domenica prima, e aveva pensato bene di rubarlo. O forse era stato spazzato via dal vento freddo che per giorni aveva soffiato impetuoso sulle campagne. Contrariato, mi appoggiai al bordo di marmo della lapide, sbuffando.
- E ora?
Sebastian sorrise. Io non me ne accorsi nemmeno, ma una frazione di secondo più tardi, un enorme mazzo di crisantemi arancioni era sistemato alla perfezione nel vaso di marmo bianco.
Guardai il mio maggiordomo, rapito.
-Ma... come diavolo...?!
Lui sorrise di nuovo -Non sarei un maggiordomo degno del Signorino, se non sapessi fare nemmeno una cosa del genere.
Guardai, conquistato, il contrasto dell'arancione dei fiori contro il grigio del marmo e, con un sorriso soddisfatto mormorai " Grazie, Sebastian".