Lei.
Fisso di nuovo Harry, Ron e Hermione. Mamma li sta
letteralmente soffocando. Harry si riaggiusta gli occhiali sul naso, mentre
Hermione in un gesto timido intreccia la sua mano con quella di mio fratello.
Sposto lo sguardo di scatto, mentre sento le lacrime premere contro gli occhi.
Mi alzo dalla poltrona su cui sono seduta e mi fiondo ad abbracciare in
successione Ron, Hermione ed Harry.
Li guardo un attimo con un po’ di amarezza. Loro
sono gli eroi di guerra. Se solo me lo avessero permesso, se solo mi avessero
dato un po’ più di fiducia, probabilmente sarei anch’io come loro. Auror.
Noto che Harry ha una nuova, lunga cicatrice sulla
guancia, che spezza un po’ quella sua perenne aria da bambino.
Il Magico Trio si siede sul divano, mentre si
sente un bussare alla porta. Mamma corre ad aprire. Io mi risiedo sulla
poltrona e fisso i tre sorridendo felice. Se Dio vuole, stasera tutta la
famiglia Weasley sarà riunita.
- Allora, che novità? – chiedo io, curiosa.
Hermione fa un mezzo sorriso. – Abbiamo una nuova
spia. Non ci credevamo neanche noi, all’inizio. – si interrompe e fissa Ron, il
quale le sorride.
- Cavoli, se me lo avessero detto durante gli anni
ad Hogswarts sarei scoppiato a ridere. – continua lui. Lo fanno apposta a
tenermi sulle spine, lo so.
- Insomma, chi è? – sbotto.
Mio fratello fa un sorriso birichino. – Malfoy, ti
ricordi? –
Il mio cuore salta un battito. E come scordarlo?
****
- Dimmi che mi ami, Weasley. – un ordine,
sussurrato sulle labbra nelle notti di tempesta, indelebile come un marchio
sulla pelle.
- Ti amo, Malfoy. –
Una nuova risposta, una nuova promessa per il cuor
di lui ferito.
- Dimmi che mi ami, Malfoy. – un altro ordine, un
altro bacio, un altro sfiorarsi di labbra e di corpi.
- Sai che non posso. –
- Però mi ami. -
- Però ti amo. -
Una nuova risposta, una nuova conferma per il cuor
di lei ferito.
Ed era passione. Come fuoco bruciante e ghiaccio
gelido li divorava da dentro, lasciandoli annientati e senza scampo.
La malattia progrediva. Era giunta ormai alla fase
acuta. Non c’era più scampo. Non c’era medicina, dottore o pozione che potesse
guarirli. C’era solo l’altro. Ed era gelosia, gioco di sguardi, possessione,
malizia, il tocco delle dita di un amante sulla pelle, baci rubati, respiri
affannosi, corse nei corridoi, notti tempestose, luce dalla finestra, ti amo…
****
Lui.
Mi inchino profondamente davanti al mio Signore,
fino a quasi toccare terra. Rialzo lentamente il viso, coperto dalla mascherina
argentea, e punto gli occhi in quelli rossi e iniettati di sangue del mio
Signore. Sono uno dei pochi che può permettersi di farlo.
Mi fa schifo. Il mio Signore mi fa schifo. Lo
odio, lo detesto, lo disprezzo. Non posso sopportarlo. Perché è tutta colpa sua
se il mio amore dalla chioma di sangue non è più con me.
- Bene, Draco. – dice, picchiettando con le lunghe
dita ossute sul bracciolo della poltrona. – Ho sentito che la tua ultima
missione è andata piuttosto bene. -
Mi inchino nuovamente. Sono contento che il mio
Signore non possa vedere la mia espressione del viso e leggere i miei pensieri
in questo momento, altrimenti penso che sarei già morto.
- Sì, mio Signore. Sono morti quattro sporchi
Babbani. – affermo, anche se in realtà non è affatto vero. L’Ordine ha
provveduto a sistemare la cosa.
- Bene, bene, bene. So che forse ora ti sembrerà
che io ti chieda troppo, ma vorrei affidarti una nuova missione. -
- Certamente, mio Signore. Sono lieto di fare
qualsiasi cosa che possa compiacervi. – Tzé. Balle.
- Devi colpire un membro dell’Ordine.
Precisamente, Ginevra Weasley. Te la ricordi, Draco? -
Il mio cuore salta un battito. E come scordarla?
****
- Non posso, Weasley. Mi dispiace. –
un’affermazione, un ordine, un gemito disperato dal tono freddo, uscito dalle
labbra tremanti di lui.
- Credevo mi amassi. – un sussurro, un nuovo
pugnale nel cuor di lui già ferito.
- Non è vero. –
- Sai benissimo che è la verità. – i suoi occhi
nocciola su di lui, la voglia di passare ancora le mani tra quei capelli
sanguigni che profumavano di fragola, il desiderio di sentire ancora il suo
nome pronunciato dalle sue labbra.
- Non posso, Weasley. Lo sai. – un passo, un
abbraccio, il so piccolo capo contro il suo petto, la notte tempestosa fuori,
come a ricordare le sere in cui si erano rubati il corpo e l’anima.
- Dimmi che non mi hai mai amato. – una domanda,
un sussurro, un ordine, un gemito disperato, uscito dalle labbra tremanti di
lei.
- Non ti ho mai amato. – un mormorio esitante, un
nuovo pugnale nel cuor di lei già ferito.
- Dimmi che è stato solo un gioco. – una lacrima
dagli occhi nocciola, una piccola mano calda sulla guancia, i suoi occhi grigi
nei suoi.
- Perché, Ginevra? -
Le sue labbra rosse sulle sue, un leggero profumo
di fragole nell’aria, una familiare stretta al petto e la sua mano fra i
capelli rossi.
- Perché così è più facile pensare che d’ora in
poi sarai il mio nemico. -
- Mi dispiace, Ginevra. -
****
Loro.
Ci fissiamo ancora un attimo. Il ghigno
strafottente non ha lasciato un secondo il mio volto. Sul suo viso compare
un’espressione di sorpresa mal celata. La osservo bene, anche se praticamente
conosco a memoria ogni suo centimetro di pelle. È ancora più bella di quanto la
ricordassi.
- Come va, Weasley? – le domando, cercando di
reprimere l’emozione che mi sta assalendo nel rivederla.
- Bene. E tu, Malfoy? – risponde, fredda. Sono un
po’ deluso, mi aspettavo una reazione diversa.
- Bene. Ci si vede, eh? -
Mi volto e prendo a salire le scale che portano al
secondo piano di Grimmauld Place, la sede centrale dell’Ordine.
- Aspetta. – è appena un mormorio, ma riesco
ugualmente ad udirlo. Mi giro lentamente a guardarla e nei suoi occhi compare
un’espressione disperata.
- Non mi lasciare di nuovo. – sussurra, con gli
occhi pieni di lacrime, mentre mi accorgo che anche i miei si sono inumiditi.
Non me lo faccio ripetere due volte e mi fondo ad abbracciarla, per poi
baciarla sulle labbra, sulle guance, sulla fronte e su ogni parte del viso. Sta
piangendo. Le asciugo le lacrime con il pollice.
- Ti amo, Weasley. – le dico sorridendo,
ricordando i vecchi tempi in cui ci amavamo nei corridoi di Hogswarts, nelle
sere di tempesta.
Mi sorride anche lei, nascondendo il viso nell’
incavo della mia spalla. – Ti amo anch’io. –
Fondo le sue labbra con le mie. Sento il suo
respiro sul mio collo. Mi sento, dopo tanti anni passati a subire senza
emozioni le cose intorno a me, di nuovo vivo. E allora capisco. Solo nel suo
respiro, io vivo. Solo nel suo respiro, io amo.
Ciao a tutti ^^!! Finalmente (e non eccessivamente
in ritardo) ecco l’ultimo capitolo. Spero vi piaccia. Mi aspetto tante
recensioni, anche solo per dire ‘non mi è piaciuto per niente’. Sinceramente
questo capitolo non mi piace come gli altri; non lo so, forse ci manca
qualcosa, forse perché è l’ultimo…
Anyway, la faccio breve. Ringrazio tutti coloro
che hanno recensito (ragazzi siete fantastici!! V.V.B.) e la mia adorata sis
Abigail, t.v.t.t.t.t.t.t.t.t.b. tesoro!!!
Bene, ci sentiamo alla prossima fic!!!
Kisses, Cleo.