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Autore: AngelSword    23/07/2011    6 recensioni
“Le loro vite sono legate ad un essere umano,” spiegò Robin.
Gli altri la guardarono di nuovo senza capire.
“Se l’umano a cui è legato l’Antico riceve un colpo, l’Antico lo riceve a sua volta, anche se ci sono migliaia di kilometri tra di loro. Se l’umano viene ferito, allora anche l’Antico viene ferito nello stesso punto e con la stessa gravità. Se l’umano muore, a meno che non si tratti di morte naturale, anche l’Antico muore. Invece se l’Antico dovesse morire l’umano sopravvivrebbe.”
Ci fu un momento di silenzio. Poi Usopp diede voce alla domanda che ronzava in testa a tutti “Se quello che dici è vero, allora lei a chi è legata?”
I Mugiwara si scambiarono uno sguardo indagatore.
Nel frattempo Chopper aveva terminato la visita. Esitò un momento prima di rigirare la ragazza, mettendola supina. 'Voglio avere la conferma...' le aprì la camicia bianca, lasciandola in top. Allentò le bende. A quello che vide trattenne il respiro. “So a chi è legata,” disse infine.

La mia prima FF in assoluto! Datemi il beneficio del dubbio almeno per i primi 5 capitoli XD Altri dettagli nella premessa.
Question Corner all'interno!! XD Fare Attenzione!
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ancient Saga'
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Premessa
 

Ok ragazzi. Questo è uno dei capitoli meglio riusciti che io abbia mai scritto, quindi voglio una valanga di commenti stavolta. Tutti i lettori, e dico tutti, mi devono far sapere cosa pensano. Altra cosa: mi sono gettata di nuovo nella poesia... ricordatevi delle license poeticheeeee!!!! XD
Disclaimer: I personaggi di One Piece non sono miei.
Reminders: Il QC chiude!!!! Se avete domande, fatele lo stesso e vedrete le risposte nel primo QC del secondo Volume ^^
Countdown: - 3 capitoli alla fine
Ringraziamenti: Alla onnipresente Trinità, a Vale2910, a tutti i lettori silenziosi e a tutti coloro che hanno messo questa storia tra le seguite/preferite ^^
Colonna Sonora Consigliata: "Another Day" - Dream Theater (Una delle mie canzoni preferite **); "Wither" - Dream Theater; "Wherever You Will Go" - The Calling oppure "L'Amour Toujours" - Sagi Rei


Capitolo 30 - Non Dire Niente

“I FALÓ SONO LA COSA MIGLIORE DEL MONDO!!!” urlò Rufy con la bocca piena di carne.

La serata era come sempre serena ed avevano deciso di allestire l’ennesima cena all’aperto. Mancavano solo due persone all’appello: Xenon ed Aqua.

"Perdonatemi ma vorrei avere la serata per me, oggi. Ho delle cose su cui riflettere," aveva detto congedandosi. Nessuno le aveva dato torto: aprirsi in quel modo a loro doveva essere stato un gran bel cambiamento per lei.

E così erano rimasti i nove Mugiwara più gli altri quattro Antichi. Non che la festa fosse meno allegra, ovvio.

“Chi l’avrebbe mai detto, Aqua ha davvero una voce meravigliosa,” disse Nami ripensandoci.

“Vero? Vero?!” esultò Ruby. “Ahhh, ho aspettato millequattrocento anni, quattro mesi, dodici giorni e sei ore per sentire di nuovo la sua voce!”

“Che precisione,” commentò Usopp impressionato mentre prendeva un altro sorso dal suo boccale.

“Cambiando argomento,” s’intromise Seph, “quando pensate di ripartire?”

“Se possibile, domani,” la navigatrice guardò Sanji che le fece l’OK con le dita per segnalarle che in quanto a rifornimenti erano a posto.

“Ed Aqua verrà con noi!!!” esclamò Rufy ricevendo l’assenso generale.

“Ne dubito...” disse il ragazzo alato ma il suo borbottio fu coperto dalla voce di Ruby.

“Allora, vogliamo prendere un piccolo aperitivo dentro? Qui ci pensiamo io e Seph.”

Gli altri non ebbero niente da ridere - erano già da sette ore che stavano festeggiando - e, ringraziandoli, si diressero verso la casa principale. Entrarono nel solito trambusto, disturbando la lettura dell’archeologa.

“Non sai che cosa ti sei persa, Robin,” disse Rufy ridendo. “È stato troppo divertente quando Usopp si è strozzato con il cibo ed è diventato di tre colori diversi!”

“Divertente un corno!! Stavo per morire soffocato!!” protestò l’altro.

La donna non reagì, ma tenne gli occhi fissi sul taccuino in cui aveva scritto il testo della canzone di Aqua.

“Ah, accidenti,” disse Zoro guardandosi il braccio sinistro. “Ho dimenticato la mia bandana sulla spiaggia. La vado a riprendere.”

“E non tornare,” lo stuzzicò Sanji mentre lo spadaccino usciva.

“C’è qualcosa che non va,” disse Robin in estrema serietà. “La traduzione di questa canzone... non può essere vero.”

***
 

“Che seccatura,” sospirò Zoro dirigendosi di nuovo verso i resti del falò.

“Che ne dici? Di Aqua, intendo,” chiese la voce di Seph.

Lo spadaccino si bloccò.

“Dico che questa giornata è passata fin troppo in fretta,” rispose Ruby.

Zoro si guardò intorno e si nascose dietro i cespugli lì vicino. Attento a non fare nessun rumore, sbirciò attraverso i rami. Il ragazzo alato stava coprendo i tizzoni ancora ardenti con la sabbia, mentre l’altro raccoglieva i ciocchi non utilizzati.

“Come pensi che stia ora?”

“Come vuoi che stia? Male!” Ruby prese un lungo pezzo di legno, lo piantò a terra e ci si appoggiò con le mani una sopra all’altra e il mento in cima.

Ma che cosa...?

“Io l’ho sempre detto: non doveva fare amicizia con quegli umani, per quanto buoni che siano.” Seph diede un calcio ad un cumolo di sabbia, evidentemente arrabbiato anche se il suo tono di voce non tradiva alcuna emozione.

“Avresti preferito che rimanesse in quella sua perenne malinconia?”

L’altro non rispose.

“Secondo me, ha passato benissimo questi suoi ultimi giorni. Ha finalmente vissuto.”

***

“Il testo?” Rufy incrociò le braccia ed inclinò le testa di lato mentre guardava la sua nakama interrogativamente.

“Sì...” Robin aveva gli occhi fissi sulla sua stessa calligrafia. “Aqua voleva dirci qualcosa.”

Gli altri rimasero in silenzio in attesa.

“Se la mia traduzione è corretta... non è possibile...” Era visibilmente scioccata anche se l’autocontrollo della donna riusciva ad attutire la reazione.

“Robin.” Il capitano aveva sul volto quell’espressione seria che tutti temevano e rispettavano. “Dicci.”

***

“Non c’è davvero niente che possiamo fare? Qualcosa per evitarlo.” Seph finalmente voltò il capo e guardò Ruby. I tratti del suo volto segnati dalla rassegnazione tradivano la speranza nella sua voce.

“No, Seph.” L’altro Antico guardò il mare blu, illuminato da una brillante luna piena, un sorriso malinconico tendeva le sue labbra perfette. “La Profezia dovrà avverarsi. Stanotte.”

Profezia???

***

“Robin-chan, questo non è uno scherzo, vero?” chiese Sanji una volta che la donna aveva terminato la sua spiegazione. “Voglio dire, è solo una canzone, no? Non è detto che sia reale.” Guardò gli altri in cerca di appoggio ma nessuno incrociò il suo sguardo.

“Mi dispiace, Sanji-kun.” La voce dell’archeologa fece voltare di nuovo il cuoco. “Questa non è una semplice canzone. È una profezia che si avvera ogni centomila anni circa. La prima volta è stato al tempo dei Primi Antichi e si ripeterà stanotte.”

“Potresti rileggere, per favore,” ordinò gentilmente Rufy.

***

“Perché proprio Aqua?” chiese Seph.

“Perché è lei la discendente di Laertecus. Lei è l’Antico dell’Acqua.”

“Perché proprio lei deve morire?” La voce del ragazzo alato si ruppe.

Il sangue nelle vene di Zoro si gelò. Aqua... morire...? No, no, doveva essersi sbagliato. Eppure... in mente gli tornarono le domande insolite della ragazza e il suo comportamento anomalo. No... Dov’era il suo cuore? Non lo sentiva più battere. Dove...? No... La gola gli si chiuse, non riusciva più a respirare. No...! Le braccia, le gambe, non le sentiva più. I suoi non si decidevano a scollarsi dalla sabbia sotto di lui. Perché... Nemmeno la sua mente riusciva a concepire un pensiero di senso compiuto, anzi, non riusciva neanche a mettere in fila le idee. Si sentiva come se fosse appena caduto nell’acqua gelida: intorpidito, freddo, stordito. Solo. D’improvviso, come se non fosse più in pieno controllo del suo corpo, si alzò e cominciò a correre. PERCHÉ NON MI HA DETTO NIENTE???!!! pensò furioso e disperato.

I due Antichi fissarono i punto da cui Zoro si era allontanato.

“Dici che abbiamo fatto bene? Non sarebbe stato più corretto lasciare che glielo dicesse Aqua?” domandò Seph, involontariamente ammirando la capacità dello spadaccino di non fare nessun rumore. Ma, purtroppo, i sensi degli Antichi non si potevano ingannare così facilmente.

“Ti pare che Aqua-chan glielo avrebbe detto?” replicò Ruby osservando il buio in cui Zoro era sparito.

***
 

Corri. Continua a correre finchè non raggiungi la nave. Doveva dirglielo, prima che tutto questo finisse. La Sunny era dritta davanti a lui. Aqua era lì, Zoro lo sapeva per certo. Dove altro sarebbe potuta andare in fin dei conti?

Ed eccola là, sul ponte principale, seduta sull’esterno di uno dei parapetti, che contemplava il mare nero. Era già notte, la pallida luna guardava sé stessa specchiata nell’acqua. Lei appariva più pallida sotto la luce spettrale, ma Zoro pensò che era sempre l’essere più bello che avesse mai visto su questa terra. Lei doveva saperlo.

Zoro camminò silenziosamente fino a quando non le fu accanto. Aqua fece finta di non notarlo finchè non fu abbastanza vicino.

***


Robin ripetè:

Da una Goccia nel Mare
la Vita deve iniziare.


Da Goccia a Fiume
da Fiume a Mare
da Mare a Oceano,
Le Vite soleano
Osservare, Pensare e Andare.


Di Luna la Falce
accompagnava le marce
di Coloro che voleano Riposare.


Di Luna il Volto Calante
trattava le Anime come mercante
di Coloro che a Osservare volessero Tornare.


La Notte che le Vite Ingannava,
Oscurò l’eterea Luce,
ed il suo Impero truce,
lentamente Cuce,
per Nascondere Ciò che più Amava.


Ma i Due Volti ben si Unirono
nella Battaglia
che già di molte Vite aveva fatto Marmaglia.


Dell’onirico Mondo Ripresero il Controllo
e Tutti gioirono,
Ma, ahimè, il Sol era già Sorto,
Portando con Sé le lucenti Stelle
e le dolci Novelle,
E dietro di Sé lasciava
solo il Cielo Morto.


Da Oceano a Mare
da Mare a Fiume...”


Sollevò gli occhi dal foglio e guardò uno per uno i suoi nakama.

***
 

Tutto ad una Goccia deve Tornare,” concluse Aqua in un sussurro guardando il mare come se fosse per l’ultima volta. “È bellissimo, non credi?” disse senza smuovere gli occhi. “Il mare. Da’ vita e speranza quando è calmo, ma...” Mosse orizzontalmente una mano e l’acqua scura seguì il suo gesto, increspandosi e spezzando il riflesso della luna. “...Toglie la vita che lui stesso ha dato quando è mosso.” Il suo volto era colmo di tristezza e malinconia, ma un mezzo sorriso senza emozione diede forma alle sue labbra.

“Perché non ci hai detto niente della profezia? Perché non l’hai detto a me?”

Aqua saltò giù dal parapetto e si parò di fronte a lui, guardandolo dritto negli occhi. “Speravo che non lo veniste mai a sapere. Ma, a quanto pare, gli altri Antichi non sanno tenere la bocca chiusa.” Sospirò e chiuse gli occhi. “Riassumendo: circa ogni centomila anni, in una notte di Luna piena, l’Antico dell’Acqua, datore della Vita, deve sconfiggere l’Antico del Caos, colui che invece la prende, ma in questo modo morirà prima del sorgere del sole.” Aprì gli occhi di nuovo. Il suo tono era piatto, come se stesse recitando qualche vecchia preghiera imparata a memoria. “Intendi questa profezia?”

Il respiro di Zoro accelerò un po.

“È la vita, lo hai anche detto tu stesso che prima o poi tutti muoiono. Una cosa deve morire per permettere la nascita di un’altra. Tuuuutta  la vita va così, continuando a ripetersi in un circolo vizioso: nascere, vivere, morire; nascere, vivere, morire; ancora, ancora e ancora, senza mai fine. Uno dopo l’altro, tutti hanno la propria occasione per morire. Sembra che stavolta sia il mio turno.” I suoi occhi erano vuoti, come quelli che avevano ucciso almeno un milione Marines senza pietà.

“In tutta sincerità, avrei voluto risparmiarvelo. Siete gli unici amici che ho avuto da quando ero una bambina. Peccato che non abbiamo avuto abbastanza tempo per conoscerci meglio...” Di nuovo quel mezzo sorriso, ma stavolta era presente una lieve traccia di rimpianto e divertimento.

Ora il respiro di Zoro si era fatto incontrollabile. Come se il pulsante del rallentatore fosse stato premuto, prese le braccia di Aqua, abbassando gentilmente una mano per circondarle la vita, mentre l’altra percorse tutta la lunghezza della sua schiena fino alla nuca. Poi l’attrasse a sé, annullando la piccola distanza che li divideva. E finalmente, quando le punte dei loro nasi si stavano sfiorando, poggiò le labbra su quelle delle ragazza, baciandola, abbracciandola come non aveva mai fatto. Questa volta non era l’istinto, la curiosità o la ragione che lo guidavano. Era semplicemente sé stesso.

Aqua rimase immobile, gli occhi spalancati per la sorpresa e lo shock.

Poi Zoro si separò da lei, tenendola però stretta contro il suo petto. “So che sto facendo la cosa sbagliata, Aqua,” le disse nascondendo il volto tra i suoi capelli biondi e prendendo un lungo respiro. Sapevano di brezza marina. “So che la tua vita è milioni di volte più lunga della mia, e so che ti farei soffrire ancora di più alla mia morte. Ma io ti a--“

“Non dire niente,” sussurrò Aqua interrompendolo. “Ti prego, non dire niente, Zoro.” Poggiò una mano sul cuore dello spadaccino. Alzò la testa e si spinse un pochino sulle punte. E lo baciò. Un bacio sincero, voluto e non obbligato. Leggero come il tocco di una farfalla.

Il cuore dello spadaccino stava battendo così velocemente che per un momento temette di avere un infarto.

“In millenovecento e passa anni... Ho creduto che non avevo la possibilità di cambiare le cose, che dovevo solo seguire il mio destino preparandomi a morire un giorno. Quindi ho passato la mia vita ad allenarmi, affogavo le mie preoccupazione nel sangue dei Marines che uccidevo. Ho resistito ad ogni tipo di tentazione... Fino ad ora. Prima di questo.” Poggiò le fronte di nuovo sul suo petto. “Per questo, non dire niente. Non facciamoci del male.”

Zoro rafforzò la presa intorno a lei. Non voleva, non poteva, perdere nemmeno un secondo di quel momento. “Non devi per forza morire,” disse prendendo di nuovo un lungo respiro tra i suoi capelli. “Puoi cambiarle le cose, se vuoi. Me l’hai detto tu: puoi fare tutto. Aqua, ti prego, ti supplico... non morire.”

“Zoro.” La sua voce, anche se ridotta ad un mormorio, era seria e decisa. “Promettimi una cosa.” Lo spadaccino rimase in silenzio in attesa. Aqua sollevò di nuovo il capo e poggiò una mano sulla guancia dell’uomo. “Sei la persona più importante per me, e non voglio perdere assolutamente niente di te. Ma mi devi promettere che quando morirò, tu non sarai triste e non mi raggiungerai mai finchè non realizzerai il tuo sogno. Non importa quanto forte sia il tuo avversario o quanto ti ferisca a morte. Scommetto che tu questo già lo sai, ma voglio che tu me lo prometta.”

Aqua, non è da te sparare certe sdolcinatezze!! Estremamente cliché! protestò Zalenia ma l’Antico la ignorò.

“Ma non ce n’è bisogno perché tu non morirai, non finchè ci sono io su questa terra.”

“Non dire questo...” Una lacrima le scese dall’angolo dell’occhio zaffiro fino al contorno del suo volto, lasciando una leggera scia lì dov’era passata.
Zoro lo notò e l’asciugò con un bacio. Era salata, come il mare. “No... non piangere... non sopporto vederti piangere.” Poggiò la sua fronte contro quella della ragazza. “Aqua, promettimi tu una cosa: tu non morirai,” sussurrò.

Le mani dell’Antico rafforzarono la loro presa sulla maglietta bianca dell’uomo e altre lacrime stavano per scenderle dagli occhi ma non li spostò da quelli di Zoro. “Ti stai facendo male da solo... Io vorrei davvero, davvero tanto promettere, non puoi nemmeno immaginare quanto vorrei... Ma non posso... N-non posso fare promesse che poi so di non poter mantenere...” Fece una pausa e le lacrime serpeggiarono giù le sue guance mentre il suo sguardo si abbassava.

Zoro delicatamente le strofinò via con i pollici e tenne il volto di Aqua tra le mani, quasi obbligandola a guardarlo negli occhi. Sembrava così fragile, tanto che anche il più leggero dei venti avrebbe potuto spezzarla in mille pezzi. “Aqua, ascoltami. Non sei da sola, ci sono io, ci sono tutti gli altri. Io non ho nessuna intenzione di lasciarti perché ti---“ Fu un’altra volta interrotto dalla ragazza, stavolta dal suo indice poggiato sulle labbra ancora tese per la “i”.

“Ti supplico non dirlo. Non posso permettermi di legarmi fino a quel punto con una persona: devo prepararmi a morire dopotutto. Ma facciamo così.” Le punte delle sua dita scivolarono via dalla bocca dello spadaccino per posarsi lungo il contorno della mascella. La sua mano era leggera e fresca, come la spuma delle onde. “Se sopravvivo, me lo dirai ed io sono disposta ad andare contro la più importante delle Leggi Antiche per starti accanto finchè vorrai. Ma se invece morirò--“

“Io ti riporterò indietro.” Era il turno di Zoro ad interrompere. Le strinse la mano poggiata sulla sua guancia e le diede un bacio sul palmo.

“-- andrai avanti e realizzerai il tuo sogno. Solo dopo che lo avrai realizzato mi potrai riportare indietro,” concluse l’Antico ignorando quello che l’altro aveva detto.

Io credo che sto per vomitare....commentò Zalenia con la sua solita grazia.

Aqua sollevò l’altra mano, il mignolo alzato. “Promessa?”

Zoro fissò il pugno chiuso tranne che per quell’unico dito. Poi intrecciò il suo mignolo con quello della ragazza. “Promessa.”

L’Antico sorrise e gli diede un leggero bacio sulle labbra, seguito subito dopo da un altro dello spadaccino che semplicemente non poteva farne a meno. E lo assaporò come se fosse il bicchiere di Porto più buono del mondo.

Poi la ragazza guardò la luna. Si separò da lui e disse “Devo andare ora.” Fece per voltarsi ed andare via ma Zoro la trattenne per un polso. Lei si voltò, sorpresa.

Dobbiamo andare. Non ti lascio da sola, te l’ho già detto un trilione di volte.”

Aqua sorrise. “Hai detto che non sono più sola, non che non mi lascerai mai più da sola.”

Lo spadaccino scrollò le spalle. “Come si chiama? Licenza poetica o retorica?” disse con un mezzo sorriso.

“Si chiama ‘Stupido idiota di un marimo che non sei altro’.” 

  
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