Whill era seduto su uno dei cannoni
che erano presenti sul
ponte e mentre aspettava che Debora tornasse con il piatto che spettava
a loro due,
si mise a fissare il mare.
Quella era stata una delle sue
giornate peggiori, forse
quella più brutta:
aveva perso la madre, abbondonato la
sua migliore amica, l’unica
che lo capisse davvero ed era stato rapito dai pirati.
Ma non riusciva a darsi pace. Aveva
detto alla madre che la
odiava, ma se avesse saputo che l’avrebbe persa, di sicuro
non lo avrebbe fatto,
perché non era così.
L’unico che odiava
veramente era il Sig. Gremond. Sarebbe
dovuto morire lui. Era già la seconda volta che moriva
qualcuno al posto di
quel bastardo. “E’ la seconda volta che mi porta
via qualcuno della mia
famiglia. Me la pagherà” pensò
Whilliam.
Una silenziosa lacrima
rigò il suo viso, rosso per la
rabbia.
Stava per asciugarla, ma una mano
calda e delicata lo
precedette.
-Non è così
male la vita in mare aperto.- disse una voce.
Whilliam non alzò il viso.
Era sicuro che fosse Debora.
-Grazie Deb, ma non sto piangendo per
quello- rispose il
ragazzo.
-E allora per cosa stai piangendo?-
continuò la voce.
-Sto piangendo per la rabbia. Non
perdonerò mai il tuo
Capitano per non aver aiutato mia madre…. E poi ho altre
cose che mi frullano
per la testa… Diciamo che mi sto sfogando- ammise Whill.
Questa volta non ebbe risposta.
Alzò lo sguardo e si ritrovo
davanti il Capitano.
-Tu … - riuscì
a borbottare Whilliam. Ripensò al tocco delicato
di quella mano. Arrossì violentemente.
-Tranquillo, non sono gay- fece il
Capitano. –E’ solo che
odio vedere piangere le persone…- finì con una
nota di malinconia nella voce.
Whilliam lo guardò con
occhi interrogativi. Il Capitano gli
regalò uno splendido sorriso e poi aggiunse:
-Non sono cose che ti riguardano-
-Whill! Oh….- li
interruppe Debora. Il Capitano guardò i due
piatti con le porzioni di cibo che Debora teneva in mano. Lei se ne
accorse e
cercò di spiegare :
-Capitano, mi ha aiutata e mi
sembrava scortese non dare anche
a lui qualcosa da mangiare…. Chiedo scusa..-
-Perché ti scusi?-chiese
il Capitano.
Debora lo guardò con uno
sguardo sorpreso
-Ma come….-
riuscì a balbettare lei.
Il Capitano sorrise: - Vado a
prendervi da bere
-Forza Whill! O arriverai in
ritardo!- urlò una voce. Era
Debora.
-Co…? Ma è
prestissimo…- disse con voce addormentata il
ragazzo.
-Coraggio uomini! Ammainate le vele!
Dobbiamo arrivare al
prossimo porto entro sera, altrimenti ci ritroveremo senza niente da
mettere
sotto i denti!- urlò qualcuno dal ponte.
-Ma che..? – fece Whill
-Muoviti! O Dimitri ti
farà saltare la testa!- urlò di nuovo
Debora, questa volta trascinandolo già dall’amaca,
dove stava dormendo.
Si preparò in fretta e
furia e poco prima di uscire sul
ponte chiese alla ragazza:
-Chi è questo Dimitri?-
Lei la guardò con occhi
meravigliati – Il Capitano, no?-
-Ma il Capitano… non
è una donna?- chiese con timore lui.
-Stai di nuovo mettendo in
discussione il mio sesso,
bastardo di un mozzo?-
Rabbrividì. Dimitri era
proprio dietro di lui. A Whill venne
spontaneo coprirsi la faccia, ma Dimitri lo colpì
violentemente allo stomaco
facendo piegare su se stesso.
-Cavoli…-
imprecò il ragazzo.
-Muoviti, mozzo. Debora per favore,
cerca di mettere un po’
d’ordine sottocoperta. Mi fa schifo tutto questo casino.-
concluse il Capitano.
Whilliam si trascinò fino
all’ultimo scalino che lo portava
sul ponte: la giornata stava cominciando.
Erano le sei ed erano passate
solamente due ore da quando si
era svegliato.
Aveva capito che durante il giorno
avrebbe dovuto sgobbare
molto più di quello che si era immaginato.
Dopo aver lavato il ponte tre volte,
spostato un miriade di casse
e aver aiutato un pirata a non finire fuoribordo, si prese una pausa
“in
segreto”: si nascose dietro ai barili di polvere da sparo.
Da dov’era poteva vedere
Dimitri. Vicino a lui, come una
sposina, c’era Debora. Si scambiavano sguardi ammiccanti,
complici, come quelli
di due persone che si conosco da una vita.
Whilliam trovò
interessante quel lato del Capitano. Con lui
aveva sempre un comportamento rude, scontroso, freddo. Solo la sera
prima si
era rivelato “umano”.
Guardò di nuovo quella
coppia così perfetta, così irraggiungibile.
Si perse nei suoi pensieri. Gli
tornarono in mente suo padre
e sua madre: così felici quando erano insieme, bisognosi
l’uno dell’altra.
Poi gli tornò in mente la
madre, che dopo la morte di suo
marito aveva uno sguardo vuoto, come chi si è perso per
sempre…
Il Sole che splendeva fino a poco
prima venne coperto da un’ombra.
Un brivido percorse la schiena di
Whilliam: aveva il brutto
presentimento di cosa, o meglio chi, potesse essere e non sbagliava:
Dimitri l’aveva
trovato.
-Allooora. Che stai facendo?-
ringhiò il Capitano.
Whill deglutì. –
Ecco io, stavo cercando … una cosa…-
improvvisò
-Dietro ai barile della polvere da
sparo?- chiese maligno il
ragazzo.
Whilliam rimase senza parole. Era
finito.
Il Capitano, fece due passi indietro
e prese un respiro
profondo. Poi …
-TI DECIDI A LAVORARE, BASTARDO DI UN
MOZZO!?!? O VUOI CHE TI
DIA IN PASTO AGLI SQUALI!?!?-
Urlò tutto d’un
fiato.
Arrivò Debora, che prese
per un braccio Dimitri e gli disse:
-Avanti calmati! Non ha fatto nulla
di male. Deve abituarsi
lui..-
-Non m’importa! Deve darsi
una mossa!- la interruppe il
Capitano.
-Hai capito, mozzo? Altrimenti ti
faccio fare la fine di tua
madre!- urlò in direzione del ragazzo.
A quelle parole Whill non
capì più nulla. Si alzò di scatto
e tirò ceffone sulla guancia del Capitano.
Tutti i presenti avevano gli sguardi
puntati su di loro.
Il Capitano immobile, con i muscoli
tesi. Whilliam ansimante
per l’adrenalina che gli scorreva in corpo.
Debora ferma vicino al Capitano, con
le mani a coprire la
bocca.
Per un breve periodo di tempo,
lunghissimo per Whilliam,
rimasero in quella posizione.
Dimitri prese l’iniziativa
-Ebbene, questa è la tua
“risposta”. Mi fai schifo- concluse
e prima che il ragazzo potesse ribattere, gli tirò un
manrovescio che lo fece
finire a terra.
-Dimitri!- disse Debora con una voce
preoccupata.
-Non azzardarti a toccarlo.- le
ordinò il Capitano.
-Ma cosa stai dicendo? Ti ha dato di
volta il cervello!?-
disse di rimando la ragazza e disubbidendo all’ordine
andò a soccorrere Whill.
-Bene- fece Dimitri. Whill e Debora
lo guardarono, chi con
occhi pieni d’odio, chi con occhi spaesati.
-Hai scelto da che parte stare. Sig. Brown, li porti in
cella- fece una
pausa. Si girò verso la sua ciurma
Chiunque di voi si
azzarderà a dar loro qualcosa da mangiare
o a farli uscire, verrà gettato fuoribordo.-
Concluse il Capitano.
Brown seguito da altri due pirati,
legarono le mani ai due
ragazzi e poi li scortarono nelle prigioni.
-Maledetto bastardo- disse Dimitri,
pulendosi un rivolo di
sangue che gli scendeva dalle labbra.
-Me la pagherai- .