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Autore: bells swan    23/07/2011    13 recensioni
Dal primo capitolo:
- Gli porgo la mano. “Io sono Bella”.
Sorride. “È bello vedere che almeno una donna su cinque ha un’alta considerazione di se stessa”. Ritorna serio e riabbassa la testa sul libro. “Sì, sei molto carina” si limita a dire.
Alzo gli occhi al cielo. “Bella è il mio nome” specifico.
“Come vuoi” borbotta senza neanche guardarmi.
Mi appoggio alla sedia, osservandomi intorno e cercando altre scuse. Non ne trovo. Passo al sodo. “Ho bisogno del tuo aiuto” mormoro, diventando improvvisamente seria.
Annuisce con gioia, alzando finalmente la testa. “Certo. A circa sei isolati da qui c’è un centro specializzato per malati mentali come te. Se vuoi ti do un passaggio”.
Gli lancio un’occhiataccia. “Non sono pazza”. Scrollo le spalle. “Ho solo bisogno del tuo aiuto”.
Riabbassa la testa. “E di cosa avresti bisogno?” chiede con indifferenza.
“Vuoi essere il mio fidanzato?” domando, gli occhi che brillano. -
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'amor non si comanda... o sì?'
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“Dunque, inizia a spiegarmi perché vuoi il mio aiuto.” Edward mormora solo questo prima di iniziare a fissarmi, le braccia incrociate sul petto.
Prendo un profondo respiro, cercando di spiegargli il tutto brevemente. “Mia zia Victoria, nel week-end, farà quindici anni di matrimonio. È una persona estremamente gentile e simpatica ma ha solo un difetto: l’aver concepito e fatto nascere mia cugina Tanya. Lei è tutto il contrario della madre ma è quella tra noi due ad aver avuto più successo tra i ragazzi.” Vorrei andare avanti arrivata a questo punto ma Edward, che fino a quel momento è rimasto muto come un pesce, fa la sua prima domanda.
“In che senso?”
Ti pareva. 

“Nel senso che lei la dava a tutti mentre io ancora non ho baciato nessuno. Contento?” chiedo acida.
Si stringe nelle spalle, come se la cosa non gli importasse.
Meglio così.
Riprendo il discorso. “Siccome l’anno scorso si è fidanzata con un ragazzo benestante e affabile, so per certo che non mi darà tregua, evidenziando tutti i pregi del suo rapporto con Garrett, il suo adorabile fidanzato. Non lo fa per cattiveria, ma sentir emulare a ‘uomo perfetto’ qualcuno che non lo sarà per me, è seccante.”
Mi interrompe. “E dato che a te la cosa non va giù vuoi il mio aiuto per potervi scontrare ad armi pari.”
Sorrido, un sorriso a trentadue denti. “Esattamente. Allora, mi aiuterai?”
“E io che ci guadagno?” chiede bevendo un sorso del suo caffè ormai freddo. O tiepido, non lo so.
“Ehm… non lo so” sussurro. “Tu cosa vorresti ricevere in cambio?”
Sorride allegro, come un bambino. È ancora più carino. “Non lo so. Mi farò vivo io, se accetterò la tua proposta.”
Assumo l’espressione più disperata che riesco a fare – gli allenamenti con papà nel farmi dare soldi nonostante la paghetta saltata per le mie punizioni tornano sempre utili, alla fine –. “Per favore, non puoi abbandonarmi!”. E certe volte, gli occhi lucidi servono anche ad amplificare il tutto.
Dio, avrei dovuto fare l’attrice.
A comando, i miei occhi iniziano a brillare per delle lacrime finte come le tette di Lauren, la migliore amica di Tanya.
Edward sembra stupito dalle mie lacrime trattenute.
Quasi gli scoppio a ridere in faccia. Resisto.
Alza le mani in segno di resa. “ Va bene, accetto” mormora semplicemente.
Adesso, quella stupita sono io. Non posso crederci. “Ah! Grazie, grazie, grazie!”
“Sì, okay, ora basta.” Edward cerca di parlare ma senza tanto successo: presa dall’euforia, gli sono saltata addosso, abbracciandolo e stringendogli il collo in una morsa ferrea e decisa quanto innocente.
 “Oh, scusa” mormoro dispiaciuta. Stavolta sono sincera.
Beve l’acqua dal mio bicchiere, tossendo subito dopo e battendosi una mano sul petto. “Se però farai così anche nel week-end non ti sarò molto utile” mi rimprovera.
Bevo l’acqua dallo stesso bicchiere dove ha bevuto lui. Era il mio bicchiere, d’altronde. “Ti tratterò benissimo, puoi starne certo” dico sorridendo soddisfatta.
Prendo a mangiare la pizzetta ordinata. Dio, com’è buona.
“Mi stai sentendo?” chiede Edward, spazientito.
“Scusa ma quando mangio non sento più nessuno” dico semplicemente riprendendo a mangiare.
Si passa una mano sul volto, esasperato. Dai, non solo è carino, mi è anche simpatico. “Stavo dicendo: quand’è il matrimonio, sabato o domenica? E dove?”
Ops. Non gli ho detto due particolari. “Ecco… in realtà il matrimonio si svolgerà a Miami.”
Edward resta immobile. “Dove?”
“Miami” dico allegra, cercando di trasmettergli la mia allegria. “Domenica mattina si svolgerà la funzione, il pomeriggio il pranzo; ma tranquillo, partiremo sabato pomeriggio con l’aereo!”
La mia allegria è eccessiva ma spero non cambi idea.
Cerco di non far scomparire il sorriso quando vedo che è arrabbiato. Tanto arrabbiato.
“E se non te lo avessi chiesto quando me lo avresti fatto sapere?” La sua voce cerca di contenere la rabbia che prova in questo momento.
“Ma certo che te lo avrei detto!” esclamo fingendomi offesa. “Prima o poi” aggiungo subito dopo.
Se gli sguardi potessero uccidere…
“Dai Edward, per favore. Non puoi dirmi di no dopo avermi detto di sì” lo supplico. Niente occhi lucidi, capirebbe che anche poco fa gli ho mentito.
Sospira. “D’accordo.” Cerca di trattenere ancora la rabbia ma almeno non ha rifiutato.
Sorrido, finalmente tranquilla. “Non dovrai preoccuparti di nulla, al viaggio penserà la mia famiglia. Tu dovrai solamente fingere di essere innamorato di me, per il resto pensa che sarà una bella vacanza. Cioè, Miami Edward!”
“Mmh…” annuisce, facendo una smorfia pensierosa. “Viaggio pagato,estate in corso, quasi due giorni a Miami… sì, in fondo non è male.”
“Sì!” Batto le mani, contenta. Soprattutto perché finalmente posso finire la mia pizza.
“Dai finisci di mangiare che ti riaccompagno a casa.”
Lo accontento.
“Non ti è passato per la mente che io potessi essere fidanzato?” chiede curioso.
“Lo sei?” chiedo con lo stesso tono.
“Sì” dichiara subito. “Sono fidanzatissimo.”
Scrollo le spalle, per niente in colpa. “Non sono un tipo geloso e non miro alle tue bellezze. Puoi tranquillamente rassicurare la tua ragazza” e gli sorrido.
Da quando ha accettato di essere il mio finto fidanzato mi è diventato molto più simpatico di prima, che strano.
“Dovremo baciarci?” chiede, inarcando un sopracciglio.
“Dio mio, no! Senza offesa, ma io sono una ragazza molto romantica: il primo bacio lo darò alla persona che riuscirà a scalfire il mio cuore di pietra” spiego senza mezzi termini.
Mi piace mettere le cose in chiaro con la gente, sempre e comunque.
“Wau.” È  colpito.
“Già.”
Nel frattempo, dopo aver pagato ognuno il suo dato che non era un appuntamento di nessun genere, siamo giunti alla moto.
Edward mi porge il casco per poi salire e accendere la moto.
Lo metto, salendo anche io un secondo dopo.
“E comunque non sono fidanzato!” esclama per sovrastare il rumore dopo essere partito con un sonoro rombo.
“Come vuoi” dico soltanto, poggiando il mento sulla sua spalla e tenendomi ancora una volta per la sua maglietta, all’altezza dei fianchi.
 

Spazio autrice

 
(La storia è ambientata a New York, non a Forks, e secondo varie mie ricerche su google con l’aereo impiegheranno circa 3 ore a raggiungere Miami.C’è Tanya, ma io vi ho detto che la storia sarà molto leggera… quindi state tranquilli : ) )

Eccomi qui, ancora una volta.
Non ricordo se vi ho detto che i capitoli saranno una volta a settimana ma per adesso aggiornerò ogni volta che ne ho voglia: ho tanta ispirazione per questa storia, meglio approfittarne no? ^-^"
I capitoli sono corti, è vero, ma aggiornando spesso non credo sia un problema, no?
Un’ ultima cosa: ho creato una pagina facebook.Troverete i link delle storie appena aggiornate e, raramente!, vari spoilers.
http://www.facebook.com/pages/-Miss/223602271008485?sk=wall
Un bacio e fatemi sapere che ne pensate del capitolo, se vi va <3

 
 
 
 
 
   
 
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