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Autore: Jay Boulders    24/07/2011    8 recensioni
Fatti accaduti nell'intervallo di tempo che va dalla morte di Voldemort, ai famosi Diciannove anni dopo.
«Signor Paciock! Signor Paciock!» la professoressa McGranitt si destreggiava a destra e manca tentando di ristabilire l’ordine, «Riporti immediatamente la spada di Grifondoro nell’ufficio del preside! Non è un giocattolo, lei e il signor Finnigan siete pregati di smetterla di giocarci!... Oh signor Gazza la prego la smetta di spazzare a terra! Per Merlino non vede che non è una priorità al momento!» tuonò la donna mettendosi le mani tra i capelli.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Hermione aveva trascorso l’ultima mezzora a spolverare in giro. Non aveva voglia di stare con le mani in mano dopo aver dormito tanto quella mattina, e dato che era presto per iniziare a preparare la cena, aveva deciso di sistemare un po.
Facendolo, trovò un album di foto della famiglia. Ogni scompartimento era dedicato ad un figlio, la signora Weasley doveva averle raccolte ed ordinate negli anni.
Andrò diretta al punto che le interessava, sorridendo mentre vedeva delle foto di Ron che faceva i suoi primi goffi passi, o che appena nato tentava inutilmente di scacciare l’enorme peluche di un Ragno che i gemelli cercavano di mettergli nella culla.
Vedendo questa ultima foto, non riuscì a trattenere una risata.

«Puoi tenerla se vuoi, cara»

Udendo quella voce, la ragazza fece cadere a terra la foto, voltandosi repentinamente, «Signora Weasley… scusi stavo spolverando e…»

La donna si chinò a terra raccogliendo la foto e porgendogliela, «Non dire sciocchezze, prendila. Ne abbiamo così tante»

La ragazza arrossendo, riprese la foto dalle mani della donna e la riguardò sorridendo teneramente.

«Ti ringrazio, Hermione»

«Per cosa? Aiutare in casa è il minimo che possa fare per ricambiare la vostra ospitalità»

«Oh, ma non mi riferivo a quello. O meglio non solo»

La donna si andò a sedere sul divano, sembrava ancora piuttosto stanca e provata, Hermione le si avvicinò sedendole accanto dopo essere stata invitata da un cenno della mano.

«Sei sempre stata una ragazza forte, Hermione» convenne la donna, guardandola con orgoglio, «Forse è per questo che lui stravede per te»

Hermione abbassò lo sguardo imbarazzata.

«Mai come ora, Ronald ha bisogno di te» le disse, prendendole saldamente le mani.

«Signora Weasley, anche io ho bisogno di lui» si affrettò a rispondere lei, rendendosi conto solo dopo dell’ammissione che aveva fatto proprio a sua madre.

La donna sorrise teneramente, «Ne sono sicura, cara».

«Mamma sei scesa?» domandò dall’altra parte della sala, la voce del ragazzo oggetto della discussione.

«Non sono stata una mamma molto solida, non volevo farvi preoccupare» disse la donna alzandosi in piedi ed abbracciando il figlio.

Hermione notò un’espressione di sollievo negli occhi del ragazzo, gli sorrise.

La signora Weasley sciolse il figlio dall’abbraccio, «Cerco di mettermi in contatto con tuo padre, sai dov’è Errol?»

«L’ho mandato poco fa a dire il vero… ma dovrebbe tornare in serata. Puoi usare Leotordo, è in piccionaia»

La donna annuì lasciando i due soli.
Ron prese il posto della madre sedendosi accanto ad Hermione. «Cos’è quella?» chiese accigliato riferendosi alla foto che teneva ancora in mano.

«Oh, un regalo» gli sorrise infilandola nella tasca della felpa.

«Era una foto?» insistette lui, «Dai, fammela vedere»

«Non pensavo fossi così diretto, fratellino» la voce di Ginny distrasse i due.

«Non dire sciocchezze!» la ammonì Hermione imbarazzata.

«Ok, tolgo il disturbo. Hermione, mi raccomando non cedere!»

E se ne andò schivando una scarpa che il fratello le lanciò.

«Quella stupida…»

«E’ tua sorella, cosa ti aspettavi?»

«Cos’è una frecciatina questa?» domandò in tono di sfida lui.

Tutto d’un colpo Hermione tornò seria, «Andrai con Harry?»

Ron non aveva bisogno di domandare a cosa si riferisse per capirlo, «Non ho ancora deciso»

«Perché no? Non è ciò che vuoi?»

«Non so ciò che voglio Hermione, non in questo momento. O almeno…» la guardò intensamente negli occhi, «…non in quel caso»

La ragazza pur arrossendo, continuò a sostenere lo sguardo di lui.

«Mi prometti che lo dirai prima a me che ad Harry?»

«In modo che tu possa farmi cambiare idea prima che diventi definitivo?» gli sorrise lui.

«Se la tua decisione sarà tanto ferma, perché dovresti aver paura che ciò accada?»

«Perché sai manipolare le persone, sei una strega»

«Grazie, Ronald» gli sorrise lei, «E’ una promessa?»

«Cosa ne ricavo io a dirtelo prima?»

«Arriva al punto» disse lei rassegnata, «Cosa vuoi in cambio?»

«Non lo so…» disse lui imbarazzato, «Potresti…»

«Mmh…?» domandò lei con fare vago.

«La… foto. Potresti farmi vedere quella foto»

La ragazza gli donò un sorriso, «Qualcun altro al posto tuo se ne sarebbe potuto approfittare, sai?»

«Forse qualcuno più furbo di me» ammise lui ricambiando il sorriso.

«Oppure qualcuno meno dolce» disse prendendo la foto dalla tasca, e porgendogliela.

Il ragazzo la prese esitante, assumendo un’espressione da ebete appena la vide, «Perché hai…?»

«Tua mamma ha voluto regalarmela perché ha visto che la stavo guardando» ammise onestamente lei. «Eri veramente un bel bambino, Ron»

«Si, terrorizzato da tutto» disse il rosso sorridendo mentre contemplava la sua foto.
Poi alzò nuovamente gli occhi su di lei, riconsegnandogliela, «Perché la volevi?»

«Non… non l’ho chiesta io, è stata tua madre a volermela dare»

«Perché hai accettata?» insistette lui.

Hermione rimase in silenzio. Si sporse su di lui tenendogli fermo il volto con le mani, e baciandolo stavolta in una lentezza da rendere tutto insopportabilmente intenso.
Percepì Ron gemere contro le sue labbra. Un’ondata di soddisfazione la travolse, si rese conto che amava fargli provare certe cose… e amava che avvenisse anche il contrario.

Staccandosi, fu lui il primo a parlare, «Questa è una risposta?» domandò con la faccia completamente rossa.

«Qualcosa non ti è chiaro?»

«Quando mai ho avuto tutto limpido e cristallino?»

«Mi spiace, non do ripetizioni oggi» rispose lei, con un pizzico di malizia che Ron colse al volo.

«Sei sorprendente, tu»

«Sono più ordinaria di quanto credi»

«Potrai essere petulante a volte, o testarda. Ma non sei di certo ordinaria, ‘Mione»

«Era… da tanto che non mi chiamavi così» ammise lei a bassa voce.

Ron sbarrò gli occhi sorpreso, «Non pensavo di piacesse…»

«Non mi fa impazzire di certo, ma… ammetto che amo essere chiamata in quel modo solo da te»

Il ragazzo sentì una fitta al petto. «Se ti fa piacere saperlo, sei l’unica persona a cui ho mai permesso di chiamarmi col mio nome per intero, a parte mia madre»

Lei sorrise di gusto, «Questo si che mi fa sentire speciale, Ronald»

«Lo sai, vero?» domandò lui serio all’improvviso, dopo una pausa.

«Sapere cosa?»

«Quello che…»

L’arrivo di Percy e del signor Weasley spezzò l’idillio che si era creato.

Ron balzò in piedi andando incontro al padre e prendendogli la giacca, sembrava affaticato.

Un’ora dopo, erano di nuovo tutti riuniti intorno al tavolo per la cena, anche Percy si era trattenuto, tutti tranne George.

Fu il signor Weasley ad introdurre l’argomento, «Ho incontrato Kinglsey, mi ha parlato della proposta che vi ha fatto. Che ne pensate?»

«Quale proposta, Arthur?» domandò corrucciata sua moglie.

«Ci hanno proposto di entrar a far parte del corpo Auror fin d’ora, oppure se eravamo interessati di poter terminare gli studi ad Hogwarts» rispose Harry al posto suo.

«Oh… Ronald, cosa hai deciso di fare?» domandò timorosa la donna, «E tu, Harry caro?»

«Io ho gia accettato, domani in serata dovrò dare le altre risposte» disse Harry.

«Devo ancora pensarci, mamma» rispose frettolosamente Ron, continuando a mangiare.

«Io ed Hermione torneremo ad Hogwarts»

«Oh, Ginevra. Sono così felice che voi due terminiate i vostri studi… ma non avevo nessun dubbio. Ronnie tesoro, non pensi sia meglio anche per te tornare? Ed Harry caro, sei certo della tua scelta? Lì fuori sarà talmente pericoloso… mi farete morire di paura…»

«Vedrà che andrà tutto bene signora Weasley»

Ron rimase in silenzio per il resto della serata, Hermione più volte lo spiò con lo sguardo non riuscendo però mai ad incrociarlo con il suo.

Al termine della cena, Hermione si offrì volontaria per sparecchiare, permettendo alla signora Weasley, visibilmente ancora provata, di ritirarsi nella sua stanza.

Grazie al maldestro aiuto di Fleur, finì quanto prima e salendo in camera sua e trovandola vuota, si recò in quella di Ron, trovandolo in compagnia di Harry e Ginny.

«Ehi, ce l’hai fatta!» la canzonò lui.

«Se uno di voi mi avesse aiutata, avrei perso meno tempo nel cercare di fermare Fleur dal distruggere la cucina» disse sedendosi non troppo delicatamente sul letto di Harry, accanto ai tre.

Ginny si alzò in piedi, attirata da qualcosa su una mensola, afferrò l’oggetto incriminato che si rivelò essere una vecchia e impolverata macchina fotografica magica. «Facciamoci una foto» disse poggiandola sulla scrivania e tentando di inquadrare tutti.

Harry fece passare un braccio su Hermione, e uno su Ron, loro ricambiarono la stretta.
Ginny dopo aver scattato, corse velocemente sdraiandosi su di loro tentando di non rotolare giù.

«Quanto hai mangiato?!» le domandò il fratello prendendola per le gambe.

«Ti sembrano domande da fare ad una signorina?» gli pizzicò una guancia tra le risate generali.

La macchinetta emise un suono, seguito dall’uscita della foto da una fessura posta sul davanti.

Ritraeva perfettamente la rossa che si lanciava sui tre e per poco non ruzzolava a terra. «Mmh non male ma possiamo fare di meglio! Ron stavolta scattala tu» chiese prendendo il suo posto tra Harry ed Hermione.

«Perché io?»

«Perché sei il più alto»

«E questo cosa dovrebbe significare?»

«Forza! Si sta facendo giorno!» lo ammonì la sorella.

Il ragazzo sbuffando premette il bottone e tornò velocemente tra loro, accucciandosi a terra mentre Ginny ed Harry gli tiravano i capelli.

Quest’ultima si alzò andando a recuperare la foto, «Questa è gia meglio!» prese la macchinetta avvicinandosi a loro, «Fateci una foto» domandò, sedendosi sulle ginocchia di Harry e ricevendo un’occhiataccia dal fratello.

Hermione afferrò la macchinetta e li riprese mentre la rossa depositava un bacio sulla guancia del ragazzo mentre la guardava imbarazzato.

«Vedere vedere!... Perfetta! Avanti, tocca a voi»

Hermione e Ron si guardarono impacciati.

«Oh, forza! Non vi ho mica chiesto di fare chissà cosa! Ron, avvicinati ad Hermione!»

Il ragazzo a testa bassa si avvicinò a lei, in piedi come uno stoccafisso.

«Sembrate due Marines!»

«Oh, che croce sei!» sbuffò seccato il fratello abbracciando la ragazza da dietro.

Hermione non aspettandosi quel gesto, gli avvolse istintivamente le braccia che sentiva stringerla sull’addome.

Si scambiarono uno sguardo dolce ed imbarazzato. Poi, colti dal rumore dello scatto, si separarono.

Ginny guardò la foto a lungo, sorridendo gliela porse.
Hermione reggendola, permise a Ron di vederla a sua volta, si scambiarono l’ennesimo sguardo imbarazzato alla visione di quel quadretto tanto perfetto.

«Ho sonno, me ne vado a letto. Hermione tu che fai?»

«Vengo con te»

«Te ne vai gia?» chiese deluso lui, forse troppo.

«Harry…» sussurrò appena lei.

Il ragazzo voltandosi, lo video addormentato sul letto con la schiena contro il muro.

Ginny gli si avvicinò posandogli un bacio sulla guancia senza farlo svegliare, poi uscì lasciando la porta accostata.

Ron ed Hermione rimasero fermi al centro della stanza.

«Allora… vado» sussurrò lei.

«Si… buonanotte Hermione» le augurò lui imbarazzato.

«Notte» rispose lei freddamente voltandosi ed uscendo dalla stanza, lasciandolo lì imbambolato.

Senza perdere tempo, la seguì fuori dalla stanza raggiungendola a grandi falcate.

«Hermione»

«Cosa c’è?» rispose lei seccata.

«Perché sei diventata così… distaccata tutto d’un botto?»

«Distaccata?» domandò di rimando fulminandolo.

«Mi hai salutato in modo freddo…» ammise in modo infantile lui.

«Cosa volevi che facessi scusa? Che ti dessi il bacio della buonanotte?» lo attaccò lei scura in volto.

Il ragazzo aggrottò la fronte spaesato, «Cosa ho fatto? Perché sei arrabbiata?»

«Niente, Ronald. Non hai fatto proprio niente» sospirò pesantemente lei.

«Allora perché mi assali in questo modo, si può sapere?»

«Vuoi sapere perché?» domandò lei alzando troppo la voce, «Forse perché è proprio questo il problema, non fai niente. Sono sempre stata io a… a prendere l’iniziativa. Tu non fai mai nulla, aspetti sempre che faccia io il primo passo» ammise adirata lei. «Senti, lascia stare. Vado a letto sono stanca»

Ma non riuscì ad allontanarsi perché le afferrò un polso con forza tenendola accanto a se, «Dammi quella foto»

«Pre-Prego?»

«La foto che ci siamo fatti, la voglio»

Hermione guardò l’altra sua mano in cui la teneva, poi il suo sguardò tornò accigliato sul ragazzo. Gliela porse, e le lasciò andare il polso.

La ragazza se ne andò via e lui la lasciò fare.

Arrivò in camera, trovando Ginny sdraiata a sfogliare una rivista.
Si infilò immediatamente sotto le coperte.

«Cosa ha fatto stavolta?» domandò la rossa continuando a guardare le pagine.

«Cosa?»

«Ti ho sentita alzare la voce»

Hermione sospirò, «Bene, bella figura»

«Neanche fosse la prima volta che vi sentiamo litigare!»

«Scusa, non è nulla di importante, ora non ho voglia di parlarne» disse spengendo la lampada sul suo comodino, e voltandosi dall’altra parte.

«Come vuoi, ma parti sempre dal presupposto che è uno stupido. Cosi tutto sembrerà di minore importanza»

Mezzora dopo, stava ancora cercando di prendere sonno, e il fatto che l’amica dormisse beatamente, non la faceva sentire affatto meglio.
Si alzò dal letto trovando con i piedi al terzo tentativo le ciabatte, ed uscì silenziosamente dalla stanza.

Risalendo le scale, si ritrovò quasi inconsciamente davanti alla sua camera. Stette lì alcuni istanti a fissarla, per accorgersi solo dopo che la porta era accostata.
Spingendola e tentando di non farle emettere nessun cigolio. Vide Harry che dormiva della grossa, e il letto di Ron illuminato da una lampada, ma lui non c’era.
Poco prima di richiudere la porta, qualcosa attirò la sua attenzione.
Entrò in punta di piedi nella stanza, avvicinandosi al suo letto e vedendo vicino alla luce, che aveva sostituito il porta-ritratto con la foto della sua prima partita di Quidditch con… la foto che si erano fatti quella sera.
Un sorriso si dipinse sul suo volto.
Poco prima di riposare il ritratto sul comodino, vide alle sue spalle un braccio che ne posava sopra un bicchiere d’acqua. Si volto, e sentì le braccia muscolose di Ron che la avvolgevano e la sollevavano.
Venne baciata con una dolcezza estrema, sentiva le mani di lui che le accarezzavano contemporaneamente la schiena, per poi essere rimessa a terra.

Hermione aveva gli occhi lucidi, Ron accorgendosene, la guardò colpevole.

«Ho esagerato… perdonami» sussurrò lei tentando di non svegliare Harry.

Il ragazzo le sorrise con tenerezza vedendo solo in quel momento che stava ancora tenendo in mano il porta ritratto.
Glielo prese dalle mani rimettendolo al suo posto.

«Avevi ragione» bisbigliò stavolta lui, «Sono talmente abituato a trattenere certe cose che… ora che posso finalmente lasciarmi andare, riesco solo ad agire passivamente»

Si chinò nuovamente su di lei rubandole un altro bacio, stavolta superficiale ma non per questo meno dolce.

«Diciamo che eravamo in torto tutti e due?» suggerì lei sorridendogli.

«Amo quando la mia ragazza trova sempre la frase giusta»

Hermone arrossì dandogli un bacio sulla fronte, «Torno a dormire. Buonanotte Ron»

«Hermione aspetta…» la richiamò lui, prima che si voltasse per andarsene. «Perché non resti qui?» azzardò lui, tradendo un’espressione agitata.

La ragazza spalancò gli occhi, «Qui? Intendi…»

«Qui»

«Ron» gli sorrise dolcemente, «Non posso dormire qui… poi c’è Harry»

«Abbiamo dormito tutti insieme in una tenda per dei mesi. Questa mattina… non mi sono svegliato presto perché Fleur faceva casino, ho meglio si, ma ero gia sveglio. Senza nessuno qui, non sono riuscito a chiudere praticamente occhio» svelò lui.

«Ron… perché non me lo hai detto?»

«Perché anche tu avevi i tuoi grattacapo con quegli incubi… resti?»

«Dove… dove dovrei dormire?» domandò lei, gia conoscendo la risposta.

Il ragazzo guardò il proprio letto impacciato, Hermione arrossì, «Se entra qualcuno? E se Harry si sveglia?»

«Harry ci vedrà dormire, e non entrerà nessuno» tentò di rassicurarla lui.

«Harry non vi vedrà dormire» disse una voce assonnata dall’altra parte della stanza.
I due si voltarono di scatto vedendolo cercare a tentoni gli occhiali ed infilarseli, con un occhio ancora mezzo chiuso, ed alzarsi dal letto col cuscino sotto al braccio.

«Si, mi avete svegliato. E si, me ne sto andando»

Senza aggiungere altro, se ne andò davanti agli occhi esterrefatti dei due, che guardandosi appena richiuse la porta, scoppiarono a ridere.

   
 
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