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Autore: Beatrix Bonnie    25/07/2011    4 recensioni
-Seguito de La sorella perduta- Dopo aver assistito all'entusiasmante finale della Coppa del Mondo di Quidditch e dopo esser rimasti terrorizzati dalla comparsa del Marchio Nero, Mairead, Edmund e Laughlin torneranno al Trinity per affrontare il loro quarto anno, sperando, questa volta, di uscirne indenni. Ma non potranno certo immaginare che cosa è stato preparato per quell'anno! Tra altezzosi cugini purosangue, gelosie e invidie, misteriosi tornei, scuole di magia lontane e sconvolgenti novità, i tre amici metteranno a dura prova la loro amicizia...
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Trinity College per Giovani Maghi e Streghe'
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CAPITOLO 2

L'uomo in giacca






Mairead ricontrollò per la ventesima volta di aver messo in valigia tutto ciò di cui aveva bisogno. Spazzola, ciabatte, un paio di completi da babbana, la bandiera dell'Irlanda che cantava l'inno nazionale quando veniva sventolata, la felpa verde con il cappuccio decorato da trifogli e il simbolo della nazionale di Quidditch stampato sul petto, e lo strumento indispensabile di ogni vero tifoso: la trombetta che urlava a squarciagola il nome di Sean Troy.

Non riusciva ancora a credere che stava per andare a vedere la finale Coppa del Mondo di Quidditch, in cui l'Irlanda avrebbe affrontato la Bulgaria. Benedetto san Patrizio, avrebbe visto Sean Troy e gli altri giocatori dal vivo! Magari sarebbe anche riuscita strappare loro un autografo!

«Mairead, sei pronta?» la richiamò la voce di suo padre dal piano di sotto. La ragazza chiuse la valigia, controllò che la stanza fosse in ordine, accarezzò per un'ultima volta la sua Nimbus e poi si affrettò a raggiungere Reammon. Strano ma vero, lui era già pronto.

Mairead gli lanciò un'occhiata di sbieco. «Papà, la bacchetta?» gli domandò con l'aria di chi la sa lunga.

Reammon si toccò la tasca interna del mantello ed esclamò soddisfatto: «C'è!»

«E le chiavi di casa?»

«Ci sono!» rispose con maggiore soddisfazione, indicando la tasca dei pantaloni. Fece un sorriso compiaciuto alla figlia, per mostrarle che per una volta doveva essere fiera di lui, dopodiché si incamminò verso la porta e la aprì davanti a Mairead, indicandole di uscire con un inchino, come un perfetto gentiluomo.

«Papà» disse invece la ragazza in tono piatto. «La valigia».

«Oh!» esclamò Reammon, battendosi la fronte con il palmo della mano. Corse in camera sua a recuperare il bagaglio e ridiscese velocemente in ingresso con un sorriso, come se nulla fosse successo. Mairead alzò gli occhi al cielo sconsolata, poi uscì di casa con uno sbuffo.

I due Boenisolius si incamminarono in silenzio verso il metrombino, nel vicolo dietro la piazza principale di Boyle, ognuno immerso nei propri pensieri. «Fai il bravo, babbo» gli raccomandò Mairead, quando furono arrivati davanti al passaggio magico.

«Sono io che dovrei dirti di fare la brava!» protestò Reammon, fingendosi offeso.

Mairead scosse la testa. «Io sarò con il signor Maleficium, la persona più seria e responsabile sulla faccia della terra: non mi accadrà nulla. Mentre tu...» cominciò a dire, ma non concluse la frase. Suo padre odiava il Quidditch quindi, mentre lei, Edmund, Laughlin e Bearach sarebbero stati scarrozzati dal santo signor Maleficium alla Coppa del Mondo, lui ne avrebbe approfittato per andare a trovare il suo amico Septimius Saiminiu. Ma Mairead non vedeva affatto di buon occhio quell'accoppiata: era certa che sarebbero stati in grado di combinare qualche bel pasticcio, peggio di due bambini scapestrati.

Meglio non pensarci, si disse. Ora la sua testa era occupata da un solo pensiero: la finale della Coppa del Mondo di Quidditch! Ancora non riusciva a credere che il signor Maleficium fosse riuscito a trovare i biglietti per la partita e, soprattutto, che si fosse offerto di portare loro quattro disgraziati in campeggio. Lanciò un'occhiata piena di entusiasmo al padre.

«Divertiti» le rispose con un sorriso benevolo.

Ci puoi contare!” pensò e poi con un ultimo respiro si buttò nel metrombino gridando: «Cearnog na Stiuradh!»

Arrivò al metrombino della piazza centrale di Dubh Cliathan, dove avevano sede i palazzi del Parlamento e del Governo. «Oh, ecco Mairead» esclamò il signor Maleficium, seduto su una panchina poco distante, non appena la vide arrivare con la sua valigia sottobraccio. L'uomo indossava un elegante completo gessato da Babbano corredato di cravatta in tinta, panciotto e mocassini neri. L'abito aveva tutta l'aria di essere appena uscito dal negozio.

Poco lontano, due ragazzini biondi con una strana accozzaglia di abiti Babbani e da mago (felpa con cappuccio e pantaloncini irlandesi da mago) saltellavano in giro in preda all'euforia. «Laughlin!» lo chiamò Mairead divertita, nel vedere come il suo amico assomigliasse all'esuberante fratellino Bearach più di quanto volesse ammettere.

«Maireeeed!» esclamò Laughlin, con una vocetta resa stridente dall'eccitazione. Aveva un sorriso a trentadue denti stampato sulla faccia, gli occhi sgranati e le mani chiuse a pugno: sembrava che qualcuno gli avesse lanciato addosso una dose eccessiva di Incantesimi Rallegranti. Mairead gli andò incontro correndo e si ritrovò anche lei a emettere gridolini isterici talmente acuti da raggiungere gli ultrasuoni. «Andremo alla finale della Coppa del Mondo!» ripetevano tutti e tre, saltellando in giro come dei pazzi scalmanati.

«Che il cielo mi aiuti!» sospirò invece il signor Maleficium, con un sospiro sconsolato.


Come apprese Mairead, una volta calmata e represso l'entusiasmo eccessivo, l'abito Babbano che portava il signor Maleficium era quello che avrebbe indossato anche la mattina successiva, quando si sarebbero recati al campeggio per la Coppa del Mondo. «Devo testare il travestimento, sai» le rivelò in tono serio, come se la sua sopravvivenza dipendesse dalla sua capacità di mimetizzazione. A parte il codino di capelli biondi che ricadeva morbido sulla nuca, dandogli un tono un po' eccentrico, il signor Maleficium pareva un perfetto uomo d'affari Babbano.

Tutto preso dalla parte, il signor Maleficium costrinse i ragazzi a prendere i mezzi di trasporto Babbani per raggiungere l'orfanotrofio di Edmund. Era convinto che se fosse passato inosservato su un tram, avrebbe potuto sembrare un Babbano anche alla Coppa del Mondo.

Raggiunsero la loro destinazione senza intoppi, anche se la valigia di Mairead era decisamente troppo scomoda da portarsi in giro in mezzo a tutti quei Babbani, senza poterla sollevare con la magia. Il cancello dell'orfanotrofio era grigio e squallido esattamente come Mairead se lo ricordava: non invidiava affatto Edmund che doveva tornare in quel luogo triste tutte le estati. Quando il signor Maleficium suonò il campanello, venne ad accoglierli la stessa babbana acida che l'anno scorso di era presentata a lei e suo padre e si era intascata il paipear ban, il foglio bianco rilasciato dal Dipartimento dei Rapporti con i Babbani su cui potevi far credere ad un Babbano che c'era scritto tutto quello che voleva (e che, per fortuna, aveva un meccanismo di rimpicciolimento in modo da diventare delle dimensioni di un coriandolo entro un paio di giorni se restava in mano Babbana).

«Ho già detto e ripeto che Edmund non può venir portato via da chiunque quando...» cominciò a dire con la sua vocetta acuta, ma si interruppe subito alla vista del signor Maleficium. «Lei è qui per Edmund?» domandò in tono melenso.

«Sì, e ho l'autorizzazione» rispose il signor Maleficium, mettendo una mano nella tasca interna della giacca, evidentemente alla ricerca di un altro paipear ban.

L'assistente sociale pareva incantata dall'uomo elegante che si era presentato alla sua porta. «Oh, non credo che ce ne sarà bisogno» mormorò la donna, con gli occhi sognanti. «Lei è un uomo molto ligio alle regole, vero?» gli chiese, sbattendo le ciglia.

Il signor Maleficium si guardò attorno a disagio, senza capire l'improvviso tono zuccheroso dell'assistente sociale, ma per fortuna gli fu risparmiato di dover rispondere alla domanda, perché Mairead richiamò l'attenzione di tutti gridando: «Edmund!»

Un ragazzino con la divisa dell'orfanotrofio decisamente troppo corta per la sua età era appena sbucato in giardino. Mairead gli corse incontro e lo stritolò in un abbraccio. «Santo folletto, Ed... ma quanto sei cresciuto in questi due mesi?» domandò la ragazzina, constatando che l'amico si era alzato di quasi dieci centimetri dall'ultima volta che lo aveva visto. Edmund alzò le spalle in segno di innocenza, come se temesse che gli fosse imputata qualche strana colpa, ma non ebbe tempo di rispondere perché fu presto circondato dai fratelli Maleficium che saltellavano in giro esaltati.

«Ed, andiamo alla Coppa del Mondo di Quidditch!» continuavano a ripetere in coro. Laughlin non era mai assomigliato tanto a suo fratello Bearach. Edmund evitò di far notare a suoi amici che lui non era poi così eccitato dal Quidditch, perché ciò che lo incuriosiva maggiormente era tutto il resto: la prospettiva di trascorrere una settimana in campeggio, la possibilità di conoscere maghi di tutte le nazionalità e di fare tante nuove esperienze; per non parlare del fatto che avrebbe passato il resto dell'estate a villa Maleficium.

«Forza, giovanotti, muoviamoci» li richiamò il signor Maleficum, con un cenno della mano. Edmund si fece aiutare a trascinare il baule con tutte le sue cose verso l'uscita; passando davanti alla signorina Quinn, la sua assistente sociale, le rivolse un sorriso compiaciuto, per essere riuscito a spuntarla anche per quell'estate, ma lei nemmeno ci badò, intenta com'era a lanciare sguardi sognanti a Eoin Maleficium. Edmund si chiuse il cancello dell'orfanotrofio alle spalle e lanciò un ultimo sguardo al giardino che anche per quell'anno aveva finalmente abbandonato.

Il gruppetto percorse le strade della Dublino Babbana perfettamente inosservato, con sommo compiacimento del signor Maleficium, e arrivò al metrombino che si trovava in una viuzza laterale poco frequentata. Uno ad uno si buttarono dentro e raggiunsero incolumi villa Maleficium. Ad aspettarli a casa c'era la signora Maleficium, che accolse con calore i suoi due giovani ospiti. In realtà, Eoin spiegò che si sarebbero fermati lì a dormire solo per quella notte, perché il giorno successivo avrebbero dovuto recarsi al campeggio. «Ci saranno moltissimi maghi provenienti da tutte le parti del mondo e quindi gli arrivi allo stadio sono stati scaglionati» spiegò ai ragazzi, durante la cena. «Quelli che hanno un biglietto più a buon mercato, sono stati costretti a raggiungere il proprio campeggio due settimane prima».

«E noi, quanto prima andiamo?» chiese Laughlin, che sembrava decisamente preoccupato all'idea di lasciare le comodità della sua villa per scambiarle con salamine cotte sul fuoco e tende umidicce.

«Solo cinque giorni» rispose il padre. «Abbiamo i biglietti nella curva verde, proprio dietro gli anelli irlandesi».

«Ganzo!» esultò Bearach che, in prospettiva della vacanza in campeggio e della conseguente finale di Quidditch, sembrava anche più esaltato del solito.

Edmund, tuttavia, era ancora perplesso su una cosa. «Signore, ma... come raggiungiamo il campeggio? Usiamo la Metrombino?» domandò incuriosito. Immaginò che per radunare tanti maghi in un solo punto, senza farsi notare dai Babbani, doveva essere stata preparata un'organizzazione capillare e notevole.

«Oh, no, la Metrombino funziona solo all'interno del territorio irlandese. Il governo britannico si è dato un gran da fare in questi ultimi mesi: una piccola parte di maghi userà i mezzi Babbani; molti si materializzeranno, ma anche questa è un'operazione complicata perché bisogna trovare un luogo dove far materializzare la gente senza che possa essere vista dai Babbani. Per tutti gli altri sono state predisposte numerosissime Passaporte in tutto il mondo» spiegò il signor Maleficium, sempre contento di poter soddisfare la briosa curiosità del giovane Edmund.

«Che cos'è una Passaporta?» chiese ancora il ragazzino.

«È un oggetto magico che ti trasporta in un dato luogo ad una data ora. Di solito si tratta di rifiuti o cose che i Babbani non notano» rispose il signor Maleficium, anche se Edmund non era affatto convinto di aver capito.

Ma prima che potesse chiedere altri chiarimenti, Daire esclamò: «Forza, forza, tutti a nanne, che domani dovete alzarvi presto».

E così i ragazzi si ritirarono ognuno nella propria camera, eccitati alla prospettiva della loro prima vacanza insieme.



Eccoci qui! Allora, non siete eccitati all'idea di andare alla Coppa del Mondo di Quidditch? Io sì, assolutamente sì!!! ahahah! Credo di essere più emozionata di Mairead... il problema è che il 4 film (che mi fa orrore, tra parentesi) non ha affatto reso giustizia ai campioni irlandesi e la scena della finale mi ha lasciato molto delusa: ergo, vedrò di rimediare!

Quanto alla cotta della signorina Quinn per Eoin Maleficiu... che volete farci, è il fascino della giacca e cravatta! Qui il link di un'immagine appositamente confezionata per l'occasione.

Ah, nota tecnica: sabato prossimo parto per una mini vacanza-studio (nel senso che vado al lago dalla mia amica, ma dobbiamo studiare per l'esame di latino!), quindi pubblicherò il prossimo capitolo in anticipo, venerdì 29/07 invece di lunedì.

Grazie a tutti coloro che hanno già cominciato a seguire questa storia! Alla prossima,

Beatrix B.


   
 
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