Oggi
giornata di
postaggio generale
Troppo
ottimismo e
fiducia nella mia ispirazione: credevo di poter postare sabato, invece
ho
finito domenica sera questo capitolo. Quindi niente, continuate ad
avere
fiducia e aspettatemi.
Vi
lascio a un
nuovo capitolo dove troveremo altri indizi (e so che tra voi
c’è qualcuno di
paragnosta che ha già intuito tutto quanto)
Buona
lettura.
---ooOoo---
Edward
fece un giro largo e, senza farsi
sentire, ritornò all’interno della villa.
Passò furtivamente in cucina per
racimolare un paio di panini e una coca e si diresse, tramite le scale
di
servizio, verso la sua adorata stanza.
Aprì
e chiuse la porta silenziosamente e
finalmente tirò un lungo sospiro di sollievo.
Solo
lì riusciva a pensare liberamente ed essere
se stesso. Nessun peso, nessuna costrizione, solo lui e i suoi pensieri
che
diventavano realtà. In quella stanza si sentiva come il re
Mida, ogni cosa che
toccava diventava oro sotto le sue dita.
Rise
a questo paragone azzardato e si focalizzò
sul suo ultimo pensiero: Jacob Black e le Explosion industries. E
perché no?
Anche Isabella.
Ripensò
al “suo culetto da urlo” della mattina e
sorrise ripensando a quando si era accorto di averla imbarazzata. Si,
anche lui
poteva far effetto su una donna, come Rose o Jazz. Certo, lo sapeva di
essere
un ragazzo affascinante, ma mettere alla prova il suo sex appeal per
vedere se
era sempre in grado di vincere, come al college, era comunque una sfida.
Si
impose attenzione rivolta al problema principale,
aveva al massimo tre ore prima di essere nuovamente precettato per il
giro
nella tenuta e per allora doveva essere pronto.
Iniziò
subito a lavorare.
Al
piano di sotto il pranzo procedeva
tranquillamente con la conversazione sostenuta da Esme, Isabella e
Rosalie. Gli
uomini, in un modo o nell’altro, erano assenti e poco
partecipi.
Carlisle
macinava sull’assenza del figlio al
quale aveva affidato l’azienda e si chiedeva come mai non
fosse presente per
cercare di vendere i prodotti a questi nuovi possibili clienti.
Jasper
si chiedeva cosa facesse Edward in quel
momento, avendo intuito che stava per accadere qualche cosa di grosso.
Non era
proprio così ingenuo come il suo capo poteva pensare.
Jacob
non riusciva a capire tutto questo
entusiasmo che Isabella stava palesando per la tenuta dei Cullen, visto
che
stava crescendo esponenzialmente man mano che la conversazione
procedeva. Le
mire della principessa erano cambiate e lui si chiedeva se non
centrasse anche
un tizio con i capelli rossi. Geloso? Di sicuro. Non avrebbe mai ceduto
sulle
sue mire su Bella senza combattere.
Emmett
era totalmente ed irrimediabilmente
distratto dal profumo che sprigionava il corpo seduto alla sua destra.
Quella
bionda sarebbe stata la sua dannazione se non se ne fosse allontanato
subito,
il fatto è che non gli interessava proprio allontanarsi,
preferiva approfondire
la conoscenza, in ogni modo possibile.
“Isabella,
quali sono le catene di negozi delle
quali vi occupate?” chiese curiosa Esme. Pur essendo
parzialmente integrata
negli affari della famiglia, aveva pur sempre imparato qualche cosa
ascoltando
i suoi uomini.
“Principalmente
discount o negozi con prodotti
di nicchia, la grande distribuzione di marche comuni non ci
interessa” rispose
la ragazza professionale.
Alla
parola discount Jasper si irrigidì uscendo
dai suoi pensieri. “Discount?” chiese
“O
negozi con prodotti di nicchia, non voglio
denigrare nessuno ma specifichiamo che non sempre nei discount viene
venduta
dell’immondizia”
“Consentimi
di dissentire: riguardo al vino è
immondizia” rispose Jazz piccato
“Forse
vogliamo alzare il livello di qualità,
non ci condannare prima di averci ascoltato” intervenne fermo
Jake.
Jasper
alzò le mani in segno di resa ma rimase
con il cipiglio scuro di chi non si fida del cane che ha accucciato ai
propri
piedi, sempre timoroso di una azzannata traditrice.
“Ragazzi,
che ne dite di fare
onore alla torta che ha preparato questa
deliziosa donnina?” chiese sorridente Emmett mentre indicava
Rosalie che stava
entrando nella sala con la sua crostata di pesche.
Anche
in questo caso, il ragazzo fu quello che
più fece onore alle prodezze culinarie di Rose che sorrise
felice nel vedere il
suo lavoro così apprezzato.
“Quanto
tempo avete intenzione di fermarvi in
zona?” chiese Rose, dopo aver servito l’ultima
fetta di torta a un insaziabile
Emmett.
“Una
settimana, poi dovrò tornare a Boston”
rispose tranquillamente Jacob
“No
capo! Eravamo d’accordo per due settimane,
una specie di vacanza” puntualizzò Isabella
fissando Jake come a cercare di
ricordargli qualcosa
“Cos…?
Oh è vero, credevo di avere una riunione
con il consiglio di amministrazione per la questione della fabbrica di
scatolame ma evidentemente la mia efficientissima assistente
l’aveva già
spostata” rispose piccato stringendo le labbra.
A
questo punto Emmett decise di intervenire per
stemperare gli animi. Da alcuni mesi a questa parte era sempre
più spesso costretto
a fare da paciere tra i due amici.
Isabella
tendeva a fare sempre più di testa sua,
senza informare Jacob e mettendolo in difficoltà.
E’ vero che lei era il vero
capo, ma era pur vero che era stata proprio lei a volere quella
situazione e
non poteva ogni volta rigirare la frittata come le veniva bene.
Su
questo Jake e Em, si ritrovavano sempre più
spesso d’accordo, facendo sentire Isabella una vera stupida.
“Su
Jake, anche tu hai diritto a un po’ di
vacanza, gireremo per la valle e nei dintorni. Ci divertiremo
sicuramente,
vedrai” e strizzò l’occhio a Rose che
rise divertita mentre toglieva i piatti
dal tavolo.
“Questa
casa è bellissima” mormorò Isabella per
far capire a Jake le sue intenzioni
“Oh,
grazie. Era dei miei nonni. L’ha costruita
nonno, pietra per pietra. Ora è di Esme, è stato
il mio dono di nozze quando ci
siamo sposati” disse orgoglioso Carlisle continuando
“Se
vi fermerete per altre due settimane, avrete
l’opportunità di assistere alla vendemmia.
Inizieremo lunedì prossimo, tra
quattro giorni” annunciò gioviale
“Sarebbe
fantastico” gioì Isabella, così avrebbe
avuto la possibilità di studiare meglio la zona.
“Proprio
fantastico” borbottò Jacob.
Finalmente
si alzarono da tavola ed uscirono nel
giardino sul retro della casa, dove si ergeva un delizioso gazebo in
ferro
battuto.
Jacob
si posizionò accanto a Isabella mentre si
avvicinavano alla costruzione, e ponendogli un braccio attorno alla
vita la
attirò accanto a se e fingendo un’aria complice le
ringhiò nell’orecchio
“Tesoro spiegami entro tre secondi o ti faccio fare la figura
più avvilente
degli ultimi dieci anni. Il consiglio di amministrazione ti
sembrerà una
passeggiata” e le scoccò un bacio sulla guancia.
Lei,
con uno splendente sorriso falso come una
banconota da trenta dollari, rispose “Voglio la villa.
E’ stupenda”.
“Se
avessi letto attentamente le carte che ti
avevo preparato, avresti visto che l’ipoteca è
solo sull’azienda e le terre, non
sulla casa”
Per
un attimo Isabella vacillò, poi si riprese e
continuando a sorridere annuì “Lo sapevo, appunto
per questo voglio provare a
rimanere qui, potrei trovare il modo per ottenere quello che
voglio”
“Una
sfida? Non credi che sia un poco arrogante
da parte tua, giocare con la vita delle persone?” Jacob la
fissava con
rimprovero e lei si sentì come una scolaretta beccata a fare
una marachella.
Era una donna adulta, per diana! Doveva smetterla di sentirsi inferiore
a
qualcuno, perché non lo era.
“Isabella,
Jacob, venite qui, il caffè è pronto”
chiamò Esme, mentre posizionava il
servizio da caffè sul tavolino.
I
ragazzi si avvicinarono e si sedettero insieme
agli altri.
Le
chiacchiere continuarono allegre tra i
ragazzi, Jasper non riusciva ad essere di molta compagnia, ma
complessivamente
il pomeriggio stava procedendo bene.
“Dimmi
Isabella” iniziò Rosalie ammiccando “Tu
e
Jacob state insieme?”
Il
silenzio imbarazzato si solidificò e tutti
fissarono i due ragazzi.
“Il
lavoro per conquistare il suo cuore è lungo
e pieno di ostacoli, ma mi sto impegnando” rispose Jacob
stringendo una mano a
Isabella
“Siete
una splendida coppia” confermò Esme.
“Mamma,
ti ha detto che sta cercando di
conquistarla non che è la sua ragazza” alla voce
di Edward tutti si voltarono
nella sua direzione mentre lui avanzava tranquillamente coprendo la
poca
distanza che ancora lo separava dal gazebo e dagli altri.
Si
sedette e prese una tazzina in cui versò il
caffè rimasto. Un sorriso malizioso sfuggiva
dall’angolo delle labbra e i suoi
occhi luccicavano ad un’idea misteriosa.
Jasper
aveva già visto quell’espressione, quando
Edward aveva trovato brillanti quanto inaspettate soluzioni ad alcuni
problemi
e sembrava che anche questa volta qualcosa di positivo stava per
arrivare.
Isabella
era arrossita alle frasi di Rosalie ed
Esme ed ancora di più alla frase di Jacob. Lui era un caro
amico oltre al suo
assistente, ma sapeva che ad un suo cenno si sarebbe trasformato nel
più fedele
ed appassionato dei fidanzati. Solo che lei non lo voleva.
Ora
sentirsi anche difendere, senza averlo
richiesto, da quel… maniaco, si sentì in dovere
di intervenire
“E’
vero, non è il mio fidanzato ufficiale, ma
questo non vuol dire che non gli voglia bene. Magari voglio solo farmi
corteggiare, tu cosa ne sai?” chiesi con aria di sfida.
Jacob
guardava meravigliato Isabella e seccato
Edward, avendo la netta sensazione che non si parlasse di lui.
“Infatti
non lo so. Ho solo puntualizzato quello
che lui ha detto e che mia madre pareva aver frainteso”
rispose Ed facendo
spallucce.
Emmett
decise di cambiare argomento ancora una
volta, o prepararsi il terreno per altre conversazioni più
interessanti per
lui. “Rose, hai bisogno di una mano?” visto che la
ragazza aveva iniziato a
sparecchiare.
Era
un ospite e non sarebbe stato cortese farsi
aiutare, ma oggi tutti stavano facendo delle pessime figure, quindi
anche
Rosalie decise di assecondare quest’aria di vacanza del
galateo. “Certo Emmett,
seguimi.” E si fece accompagnare in cucina.
In
giardino, visto l’arrivo di Edward, Carlisle
chiese a sua moglie di riaccompagnarlo in casa dicendo che aveva
bisogno di
riposarsi.
Edward,
come se fosse appena arrivato, prese la
parola “Allora, che ne dite di fare una visita guidata nelle
terre e nelle
cantine dell’azienda Cullen? Oggi pomeriggio sono a vostra
completa
disposizione. Poi questa sera andremo tutti alla festa per la vendemmia
della
tenuta vicino al Westerbeke Ranch. Ci divertiremo vedrete!
Andiamo?” tese una
mano a Isabella mentre le regalava uno dei sorrisi splendenti per i
quali era
famoso.
Isabella
fissò dubbiosa la mano, poi guardò il
suo possessore e alle spalle di lui la villa di famiglia e gli sorrise
afferrandola.
Angolino
mio:
Edward
ha trovato
quello che cercava. Isabella ha chiarito quello che vuole. Jacob
comincia ad
avere dei dubbi. Credo che qui dentro i più tranquilli siano
Rosalie ed Emmett.
Prossimo
capitolo
con il giro della tenuta, poi serata danzante…
Aspetto
commenti
baciotti