Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: gaccia    26/07/2011    6 recensioni
Isabella, ricca e potente, proprietaria delle Industrie Explosion di Boston se la vedrà con Edward, testardo e indomabile responsabile dell'azienda vinicola di famiglia a Sonoma. Un detto latino recitava In Vino Veritas (nel vino la verità) leggete se è vero
Genere: Generale, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Oggi giornata di postaggio generale.

Troppo ottimismo e fiducia nella mia ispirazione: credevo di poter postare sabato, invece ho finito domenica sera questo capitolo. Quindi niente, continuate ad avere fiducia e aspettatemi.

Vi lascio a un nuovo capitolo dove troveremo altri indizi (e so che tra voi c’è qualcuno di paragnosta che ha già intuito tutto quanto).

Buona lettura.

 

---ooOoo---

 

Edward fece un giro largo e, senza farsi sentire, ritornò all’interno della villa. Passò furtivamente in cucina per racimolare un paio di panini e una coca e si diresse, tramite le scale di servizio, verso la sua adorata stanza.

Aprì e chiuse la porta silenziosamente e finalmente tirò un lungo sospiro di sollievo.

Solo lì riusciva a pensare liberamente ed essere se stesso. Nessun peso, nessuna costrizione, solo lui e i suoi pensieri che diventavano realtà. In quella stanza si sentiva come il re Mida, ogni cosa che toccava diventava oro sotto le sue dita.

Rise a questo paragone azzardato e si focalizzò sul suo ultimo pensiero: Jacob Black e le Explosion industries. E perché no? Anche Isabella.

Ripensò al “suo culetto da urlo” della mattina e sorrise ripensando a quando si era accorto di averla imbarazzata. Si, anche lui poteva far effetto su una donna, come Rose o Jazz. Certo, lo sapeva di essere un ragazzo affascinante, ma mettere alla prova il suo sex appeal per vedere se era sempre in grado di vincere, come al college, era comunque una sfida.

Si impose attenzione rivolta al problema principale, aveva al massimo tre ore prima di essere nuovamente precettato per il giro nella tenuta e per allora doveva essere pronto.

Iniziò subito a lavorare.

 

Al piano di sotto il pranzo procedeva tranquillamente con la conversazione sostenuta da Esme, Isabella e Rosalie. Gli uomini, in un modo o nell’altro, erano assenti e poco partecipi.

Carlisle macinava sull’assenza del figlio al quale aveva affidato l’azienda e si chiedeva come mai non fosse presente per cercare di vendere i prodotti a questi nuovi possibili clienti.

Jasper si chiedeva cosa facesse Edward in quel momento, avendo intuito che stava per accadere qualche cosa di grosso. Non era proprio così ingenuo come il suo capo poteva pensare.

Jacob non riusciva a capire tutto questo entusiasmo che Isabella stava palesando per la tenuta dei Cullen, visto che stava crescendo esponenzialmente man mano che la conversazione procedeva. Le mire della principessa erano cambiate e lui si chiedeva se non centrasse anche un tizio con i capelli rossi. Geloso? Di sicuro. Non avrebbe mai ceduto sulle sue mire su Bella senza combattere.

Emmett era totalmente ed irrimediabilmente distratto dal profumo che sprigionava il corpo seduto alla sua destra. Quella bionda sarebbe stata la sua dannazione se non se ne fosse allontanato subito, il fatto è che non gli interessava proprio allontanarsi, preferiva approfondire la conoscenza, in ogni modo possibile.

 

“Isabella, quali sono le catene di negozi delle quali vi occupate?” chiese curiosa Esme. Pur essendo parzialmente integrata negli affari della famiglia, aveva pur sempre imparato qualche cosa ascoltando i suoi uomini.

“Principalmente discount o negozi con prodotti di nicchia, la grande distribuzione di marche comuni non ci interessa” rispose la ragazza professionale.

Alla parola discount Jasper si irrigidì uscendo dai suoi pensieri. “Discount?” chiese.

“O negozi con prodotti di nicchia, non voglio denigrare nessuno ma specifichiamo che non sempre nei discount viene venduta dell’immondizia”.

“Consentimi di dissentire: riguardo al vino è immondizia” rispose Jazz piccato.

“Forse vogliamo alzare il livello di qualità, non ci condannare prima di averci ascoltato” intervenne fermo Jake.

Jasper alzò le mani in segno di resa ma rimase con il cipiglio scuro di chi non si fida del cane che ha accucciato ai propri piedi, sempre timoroso di una azzannata traditrice.

“Ragazzi, che ne dite di  fare onore alla torta che ha preparato questa deliziosa donnina?” chiese sorridente Emmett mentre indicava Rosalie che stava entrando nella sala con la sua crostata di pesche.

Anche in questo caso, il ragazzo fu quello che più fece onore alle prodezze culinarie di Rose che sorrise felice nel vedere il suo lavoro così apprezzato.

 

“Quanto tempo avete intenzione di fermarvi in zona?” chiese Rose, dopo aver servito l’ultima fetta di torta a un insaziabile Emmett.

“Una settimana, poi dovrò tornare a Boston” rispose tranquillamente Jacob.

“No capo! Eravamo d’accordo per due settimane, una specie di vacanza” puntualizzò Isabella fissando Jake come a cercare di ricordargli qualcosa.

“Cos…? Oh è vero, credevo di avere una riunione con il consiglio di amministrazione per la questione della fabbrica di scatolame ma evidentemente la mia efficientissima assistente l’aveva già spostata” rispose piccato stringendo le labbra.

A questo punto Emmett decise di intervenire per stemperare gli animi. Da alcuni mesi a questa parte era sempre più spesso costretto a fare da paciere tra i due amici.

Isabella tendeva a fare sempre più di testa sua, senza informare Jacob e mettendolo in difficoltà. E’ vero che lei era il vero capo, ma era pur vero che era stata proprio lei a volere quella situazione e non poteva ogni volta rigirare la frittata come le veniva bene.

Su questo Jake e Em, si ritrovavano sempre più spesso d’accordo, facendo sentire Isabella una vera stupida.

“Su Jake, anche tu hai diritto a un po’ di vacanza, gireremo per la valle e nei dintorni. Ci divertiremo sicuramente, vedrai” e strizzò l’occhio a Rose che rise divertita mentre toglieva i piatti dal tavolo.

 

“Questa casa è bellissima” mormorò Isabella per far capire a Jake le sue intenzioni.

“Oh, grazie. Era dei miei nonni. L’ha costruita nonno, pietra per pietra. Ora è di Esme, è stato il mio dono di nozze quando ci siamo sposati” disse orgoglioso Carlisle continuando.

 

“Se vi fermerete per altre due settimane, avrete l’opportunità di assistere alla vendemmia. Inizieremo lunedì prossimo, tra quattro giorni” annunciò gioviale.

“Sarebbe fantastico” gioì Isabella, così avrebbe avuto la possibilità di studiare meglio la zona.

“Proprio fantastico” borbottò Jacob.

Finalmente si alzarono da tavola ed uscirono nel giardino sul retro della casa, dove si ergeva un delizioso gazebo in ferro battuto.

Jacob si posizionò accanto a Isabella mentre si avvicinavano alla costruzione, e ponendogli un braccio attorno alla vita la attirò accanto a se e fingendo un’aria complice le ringhiò nell’orecchio “Tesoro spiegami entro tre secondi o ti faccio fare la figura più avvilente degli ultimi dieci anni. Il consiglio di amministrazione ti sembrerà una passeggiata” e le scoccò un bacio sulla guancia.

Lei, con uno splendente sorriso falso come una banconota da trenta dollari, rispose “Voglio la villa. E’ stupenda”.

“Se avessi letto attentamente le carte che ti avevo preparato, avresti visto che l’ipoteca è solo sull’azienda e le terre, non sulla casa”.

Per un attimo Isabella vacillò, poi si riprese e continuando a sorridere annuì “Lo sapevo, appunto per questo voglio provare a rimanere qui, potrei trovare il modo per ottenere quello che voglio”.

“Una sfida? Non credi che sia un poco arrogante da parte tua, giocare con la vita delle persone?” Jacob la fissava con rimprovero e lei si sentì come una scolaretta beccata a fare una marachella. Era una donna adulta, per diana! Doveva smetterla di sentirsi inferiore a qualcuno, perché non lo era.

 

 “Isabella, Jacob, venite qui, il caffè è pronto” chiamò Esme, mentre posizionava il servizio da caffè sul tavolino.

I ragazzi si avvicinarono e si sedettero insieme agli altri.

Le chiacchiere continuarono allegre tra i ragazzi, Jasper non riusciva ad essere di molta compagnia, ma complessivamente il pomeriggio stava procedendo bene.

“Dimmi Isabella” iniziò Rosalie ammiccando “Tu e Jacob state insieme?”.

Il silenzio imbarazzato si solidificò e tutti fissarono i due ragazzi.

“Il lavoro per conquistare il suo cuore è lungo e pieno di ostacoli, ma mi sto impegnando” rispose Jacob stringendo una mano a Isabella.

“Siete una splendida coppia” confermò Esme.

“Mamma, ti ha detto che sta cercando di conquistarla non che è la sua ragazza” alla voce di Edward tutti si voltarono nella sua direzione mentre lui avanzava tranquillamente coprendo la poca distanza che ancora lo separava dal gazebo e dagli altri.

 

Si sedette e prese una tazzina in cui versò il caffè rimasto. Un sorriso malizioso sfuggiva dall’angolo delle labbra e i suoi occhi luccicavano ad un’idea misteriosa.

Jasper aveva già visto quell’espressione, quando Edward aveva trovato brillanti quanto inaspettate soluzioni ad alcuni problemi e sembrava che anche questa volta qualcosa di positivo stava per arrivare.

Isabella era arrossita alle frasi di Rosalie ed Esme ed ancora di più alla frase di Jacob. Lui era un caro amico oltre al suo assistente, ma sapeva che ad un suo cenno si sarebbe trasformato nel più fedele ed appassionato dei fidanzati. Solo che lei non lo voleva.

Ora sentirsi anche difendere, senza averlo richiesto, da quel… maniaco, si sentì in dovere di intervenire

“E’ vero, non è il mio fidanzato ufficiale, ma questo non vuol dire che non gli voglia bene. Magari voglio solo farmi corteggiare, tu cosa ne sai?” chiesi con aria di sfida.

Jacob guardava meravigliato Isabella e seccato Edward, avendo la netta sensazione che non si parlasse di lui.

“Infatti non lo so. Ho solo puntualizzato quello che lui ha detto e che mia madre pareva aver frainteso” rispose Ed facendo spallucce.

 

Emmett decise di cambiare argomento ancora una volta, o prepararsi il terreno per altre conversazioni più interessanti per lui. “Rose, hai bisogno di una mano?” visto che la ragazza aveva iniziato a sparecchiare.

Era un ospite e non sarebbe stato cortese farsi aiutare, ma oggi tutti stavano facendo delle pessime figure, quindi anche Rosalie decise di assecondare quest’aria di vacanza del galateo. “Certo Emmett, seguimi.” E si fece accompagnare in cucina.

 

In giardino, visto l’arrivo di Edward, Carlisle chiese a sua moglie di riaccompagnarlo in casa dicendo che aveva bisogno di riposarsi.

Edward, come se fosse appena arrivato, prese la parola “Allora, che ne dite di fare una visita guidata nelle terre e nelle cantine dell’azienda Cullen? Oggi pomeriggio sono a vostra completa disposizione. Poi questa sera andremo tutti alla festa per la vendemmia della tenuta vicino al Westerbeke Ranch. Ci divertiremo vedrete! Andiamo?” tese una mano a Isabella mentre le regalava uno dei sorrisi splendenti per i quali era famoso.

Isabella fissò dubbiosa la mano, poi guardò il suo possessore e alle spalle di lui la villa di famiglia e gli sorrise afferrandola.

 

---ooOoo---

 

Angolino mio:

Edward ha trovato quello che cercava. Isabella ha chiarito quello che vuole. Jacob comincia ad avere dei dubbi. Credo che qui dentro i più tranquilli siano Rosalie ed Emmett.

Prossimo capitolo con il giro della tenuta, poi serata danzante…

Aspetto commenti

baciotti

 

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: gaccia