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Autore: essie    26/07/2011    16 recensioni
Bella Swan, giovane ragazza come tante, viene mandata dal padre Charlie a trascorrere le vacanze estive dalla madre, Renèe, in una città molto diversa dalla piccola, fredda Forks. Lì la attendono nuove avventure, nuove amicizie, e una persona speciale che forse si trasformerà in qualcosa di più...
-Ehi, tranquilla: non mordo-
Rise, mentre io avvampavo per l'ennesima volta.
-E se anche dovessi mordere, prometto che ti piacerà- proseguì non senza una certa malizia, lo sguardo ammiccante.
Inarcai le sopracciglia. -Stai per caso cercando di sedurmi?-
Edward sorrise. -Forse. Ci sto riuscendo?-.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Sì, sono veramente io. Non state sognando xD

Vi ringrazio per i commenti, sono davvero felice che la storia continui a piacervi ;)

Questo capitolo non mi piace. Devo ringraziare vanderbit (come al solito xD), che mi ha suggerito il menù della serata, facendomi venire fame e obbligandomi a mangiare un intero sacchetto di patatine alle undici di sera.

Detto questo, buona lettura ;) Spero che almeno a voi il capitolo piaccia ;)

 

5. Towels, kitchen and... oh God!

 

 

Alle cinque ci separammo per tornare a casa per sistemarci, poi ci saremmo ritrovati alla villa di Edward ed Emmett.

Phil e Renée non c’erano, segno che erano di nuovo fuori e che io ero sola. La solitudine non mi pesava, quando vivevo con Charlie capitava spesso e utilizzavo quei momenti per dedicarmi completamente a me stessa. O per scorazzare in giro con Kate.

Andai in bagno e mi feci una doccia, poi ritornai in camera per vestirmi, un asciugamano bianco a coprirmi. Spalancai le finestre del balcone nel tentativo di far entrare un po’ d’aria nella stanza, ma subito mi bloccai, gli occhi sgranati.

Edward.

Anche le finestre della camera appartenente alla villa dei vicini, esattamente davanti alla mia, erano aperte. A quanto pare era di Edward.

Dentro c’era lui.

Era appena uscito dalla doccia, come me, ma, a differenza mia, aveva solo un asciugamano attorno ai fianchi.

Ancora per poco.

Oh, cazzo.

Arretrai di un passo, il cuore a mille, e spalancai la bocca quando Edward fece scivolare l’asciugamano ai suoi piedi.

-Oh Dio… aiutami tu- mormorai bloccando il respiro.

Edward era… bellissimo, per quanto riuscivo a vedere. Lo era il suo viso, ma anche il suo corpo, dalle larghe spalle alle braccia forti, fino al petto non troppo muscoloso e poi più giù, al ventre piatto e segnato dalle linee leggere dei muscoli. Era perfetto anche . Arrossii.

Lo vidi guardarsi attorno, passarsi una mano tra i capelli e afferrare un paio di boxer, che infilò dandomi le spalle, come a volermi mostrare anche la schiena liscia, muscolosa anch’essa, e il didietro perfetto.

Feci un salto di due metri quando qualcuno bussò alla porta della mia stanza. Rapida, chiusi le finestre e mi voltai, il viso in fiamme e le gambe traballanti.

Oh, cazzo.

Andai ad aprire, l’espressione del viso certamente vuota.

-Signorina Isabella, stasera resterà a casa per cena?- chiese una cameriera che non avevo mai visto.

-No, stasera sarò fuori- dissi, e le sorrisi con gentilezza.

Lei chinò il capo e sparì. Dovevo ancora abituarmi, era strano avere delle cameriere. Più ripetevo che dovevano almeno darmi del tu e chiamarmi ‘Bella’, più loro insistevano con le formalità, quindi alla fine avevo desistito.

Ancora scombussolata, con l’eccitazione alle stelle, aprii l’armadio e ne tirai fuori una minigonna nera e una canotta leggermente scollata.

Asciugai i capelli, che ricaddero stranamente morbidi e lisci sulla mia schiena, infilai le scarpe e fui pronta.  

Nel silenzio della casa, scesi nell’ingresso e chiusi la porta alle mie spalle. L’aria era calda e profumata, il cielo ancora chiaro, ma una parte della luna era già visibile insieme a qualche stella.

A passo lento mi diressi davanti a casa Cullen; non ci fu bisogno di suonare, il cancello si aprì subito, come la porta d’ingresso.

-Ehi, passerotto- mi salutò Edward con un gran sorriso -sei bellissima-.

Appena lo vidi avvampai, ricordando ciò che era successo neanche mezzora prima.

-Ciao- dissi solamente.

-Prego, entra-. Mi fece segno di precederlo.

Casa Cullen era magnifica. Nella sala d’ingresso c’era una grande scala di marmo che portava al piano superiore, sulla destra si apriva un soggiorno spaziosissimo e sulla sinistra c’erano due doppie porte scorrevoli che celavano quasi sicuramente la cucina.

-Emmett si sta preparando- mi informò Edward.

-Hai una casa stupenda- dissi sincera.

Fece un sorriso luminoso, che si ampliò quando Jasper, Alice e Rosalie entrarono dalla porta che aveva lasciato socchiusa.

-Bella!-. Alice e Rose si buttarono su di me, stritolandomi in un abbraccio.

-Ehi, calme!- le ammonì Edward ridendo.

-Ciao, Bella- sussurrò Jasper, abbracciandomi senza quasi toccarmi, con lentezza esasperante. -Così va bene, Ed?- disse, sempre a bassa voce, trattenendo le risate.

-Ecco, così va benissimo- annuì lui con un’occhiata d’approvazione.

Mentre ridevamo, anche Emmett fece la sua comparsa, e ci spostammo nell’immensa cucina a sinistra.

-A sapere cucinare, potremmo preparare di salutare e normale, anziché chiamare per il cinese o per la pizza- sbuffò Rosalie, prendendo il telefono.

Alzai gli occhi, sbalordita. -Non… non sapete cucinare?- domandai senza riuscire a trattenermi.

-No, purtroppo- rispose Alice, poi si illiminò -tu sì?-.

-Ma certo!-. Charlie sarebbe già morto da un pezzo, se no.

Alice, Rosalie ed Emmett lanciarono un piccolo strillo di entusiasmo. -Ci insegni, Bella? Per favore?-.

-Ma certo!- ripetei sorridendo. -Vi va la cucina italiana?-.

-Oh, finalmente! Qui continuo a ripetere che dovremmo mangiare italiano, prima o poi, ma quella pazza è fissata col cinese!- sospirò Edward, scuotendo la testa e indicando la cugina.

-Non sono fissata!- replicò Alice, e Jasper ed Emmett risero sotto i baffi.

-Cosa ci fai preparare, Bella?- chiese Rose, impaziente.

Ci sedemmo attorno all’isola della cucina, poi iniziai a spiegare.

-Vi ho proposto la cucina italiana perché mia nonna è vissuta lì per molti anni e mi ha insegnato un sacco di cose. Allora, come primo piatto direi spaghetti al pesto. Di secondo carne ai ferri, magari con un contorno di patatine fritte… e di dolce un tiramisù- suggerii. Annuirono entusiasti.

-Potremmo dividerci in coppie, in modo da evitare troppo disordine- propose Edward.

Fummo d’accordo, e Jasper mi affiancò con una rapida mossa. -Io sto con Bella! Alice, io ti amo ma… morire per intossicazione non è nei miei piani!-.

Alice si finse offesa. -Bene! C’è chi farebbe a gara per stare in coppia con me, vero?-.

Gli altri tre si guardarono terrorizzati.

-Rose sta con me!- gridò Edward quando il fratello aprì la bocca, probabilmente per dire la stessa cosa.

-Ehi, non vale!- si lamentò Emmett, ma si mise accanto ad Alice con uno sbuffo.

-Bene- sorrisi divertita -adesso io e Jasper prepareremo il primo, Alice ed Emmett il secondo, Edward e Rosalie il dolce-.

-Ci aiuterai, vero?- chiese Emmett, scoccando un’occhiata terrorizzata ad Alice di nascosto.

-Certo- gli assicurai.

Edward si passò una mano tra i capelli, e quel gesto portò a galla ricordi di lui, in camera sua… avvampai, tremendamente imbarazzata.

-Passerotto, posso parlarti un minuto?-

Mi riscossi. -P-perché?-.

Oh, cazzo.

Mi tese la mano, gli altri ci guardavano curiosi, ed io la presi confusa.

Edward mi condusse tra gli innumerevoli corridoi della villa, fino ad aprire una porta, invitandomi ad entrare. Appena misi piede nella stanza, mi bloccai: era la sua camera da letto.

Subito lo sentii dietro di me, il viso immerso nei miei capelli. -Qualcosa non va, passerotto?- mormorò. Il suo respiro mi accarezzò il collo, facendomi rabbrividire. -Hai un profumo buonissimo-.

 -Perché siamo qui?- sussurrai, ignorando il suo ultimo commento.

-Non riconosci la stanza?-

Sospirai, gli occhi serrati. -Mi hai visto-. Non era una domanda.

Edward rise gentilmente, non sembrava arrabbiato. -Bella, era impossibile non vederti. Mi sono accorto di te quando sei rientrata in camera-.

-Non volevo spiarti, mi dispiace…-

-Lo so- disse in un soffio. Mi fece sedere sul suo letto e si mise accanto a me, tenendomi la mano. -Ti ho vista molto a disagio, e non voglio che quello che è successo si metta tra noi e ci allontani- spiegò dolcemente.

Ero… felice. Sorpresa. Non sapevo cosa dire, così lo guardai indecisa.

-Ehi, tranquilla: non mordo-

Rise, mentre io avvampavo per l'ennesima volta.

-E se anche dovessi mordere, prometto che ti piacerà, passerotto-

Inarcai le sopracciglia. -Stai per caso cercando di sedurmi?-

 Edward sorrise. -Forse. Ci sto riuscendo?-.

 

 

 

Non chiedetemi come mai il capitolo è tutto attaccato o.O Di 'ste cose non ci capisco niente o.O

Detto questo, vorrei suggerirvi, anche se non lo faccio spesso, una mia fanfic che ho concluso da poco, Invisibile. Se vi va, fateci un salto :)

 

A presto :****

S.

   
 
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