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Autore: _Ehm_    26/07/2011    2 recensioni
Dopo la visita a Xenophilius Lovegood e le rivelazioni sui Doni Hermione è sconvolta. Riuscirà Ron a confortarla e, magari, farsi perdonare per averli lasciati? Missing Moment dal capitolo "I doni della morte"
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Hermione lasciò in fretta la tenda, sperando che l'aria fredda della sera le desse un po' di sollievo e la aiutasse a rimettere in ordine i pensieri. La proposta di Harry di cercare i Doni l'aveva completamente sconvolta e nemmeno riusciva a comprendere il motivo. Forse tutto quel parlare di morti, forse il pensiero dell'ennesima cosa da cercare... Eppure sapeva che non era tutto lì. Era attanagliata da un sentimento che non riusciva a spiegarsi, un misto di rabbia e panico che non capiva da dove venisse.

Ad un tratto sentì che qualcuno stava uscendo dalla tenda per avvicinarsi a lei. Nemmeno alzò la testa per vedere chi fosse, incerta su quale dei suoi amici avesse meno voglia di vedere in quel momento. Doveva pensare a come spiegare ad Harry perché era tanto sicura che cercare i Doni sarebbe stato un errore e in quanto a Ron...non voleva pensare a nulla che riguardasse Ron.  Ancora non capiva se in lei prevalesse la voglia di prenderlo a pugni perché era partito, o quella di abbracciarlo perché era tornato.

-Aggiungilo ala lista delle cose che stasera non capisci.

Quell'ultimo pensiero bastò a farla optare per l'indisposizione.

" Che vuoi?"

"Solo sapere come stai" Rispose  Ron. " Sei uscita come una furia" aggiunse storcendo la bocca e grattandosi dietro l'orecchio, come faceva ogni volta che sapeva di poterla irritare.

-Sempre che se ne accorga...

" Cioè...è che di solito non sei così...nel senso...non che non ti arrabbi o altro..." Gli risultava così difficile parlarle. Da quando era tornato le loro comunicazioni erano ridotte al minimo, ma l'aveva vista così sconvolta dalle parole di Harry che aveva sentito il bisogno di starle vicino. Forse lo avrebbe accettato di nuovo al suo fianco, se si fosse dimostrato disponibile e comprensivo.

Quando i suoi pensieri vennero interrotti da un brusco:  "Questo discorso ha un senso? Perché di idiozie per stasera ne ho sentite già abbastanza" capì che forse era ancora un po' presto per lei.

"No, Hermione, non ne ha. Scusa, pensavo solo volessi parlare un po' "

"E di cosa dovrei voler parlare, sentiamo. Del fatto che il mio miglior amico sia un pazzo con istinti suicidi che non vede l'ora di imbarcarsi in un'altra storia assurda e altamente pericolosa, perché è stato affascinato da un favoletta per bambini e da un pazzoide complottista che ci ha lasciato da fare nemmeno noi sappiamo cosa?"

"Pazzoide complottista..." ghignò il ragazzo in risposta. " Sei divertente quando sei arrabbiata. Be', quando non sei arrabbiata con me, per lo meno."

"Il che succede di rado" sbottò con tutta l'acidità di cui era capace, guardando fisso le fiamme magiche davanti a lei. Sentiva il bisogno che lui la lasciasse sola, non sapeva controllarsi in quel momento e non voleva dire nulla di cui si sarebbe pentita.

Ma Ron non si fece scoraggiare da così poco e le si sedette accanto: "Appunto, non ci sono abituato a vederti così furiosa con Harry. Che c'è? A cosa stai pensando?"

Per un attimo Hermione pensò di non rispondergli, poi vide le il profilo delle loro gambe di nuovo vicino dopo tanto tempo e si lasciò andare: "Non lo so neppure io, Ron. Sento solo che è così sbagliato. Voglio dire... Cercare i Doni... Se anche avesse ragione Harry, se anche tutto questo fosse vero e se Silente ci avesse lasciato la Pietra, ammesso che tutto questo abbia un senso, sarebbe così pericoloso. Ed inutile. Se V... Tu-Sai-Chi stesse davvero cercando la bacchetta, non sarebbe come andargli incontro? Ed Harry non è ancora pronto, mentre V... uff... Tu-Sai-Chi ha ancora i suoi Horcrux e non può essere sconfitto finché li ha. L'ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte io credo che voglia dire questo. La Morte è l'ultima cosa di cui ci dobbiamo preoccupare, prima dobbiamo pensare a lui. Insomma, possiamo scegliere: cercare gli Horcrux, indebolirlo e poi affrontarlo o ritrovarcelo fra i piedi nel pieno della sua potenza, con delle ancore a incatenare la sua anima a questo mondo. Delle ancore che Harry non ha. Nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive non importa in che forma, non deve esserci nessun filo ad unire Tu-Sai-Chi alla vita, o per Harry non ci sarà speranza e invece lui non lo capisce. Forse Silente voleva indicarci un'altra via, sì, ma forse voleva solo che ne fossimo a conoscenza per impedire il peggio. O sperava che lo avremmo scoperto dopo aver distrutto gli Horcrux. Forse è quello che servirà ad Harry per sconfiggerlo quando sarà il momento, ma sento che ora è troppo presto. E invece Harry si è messo in testa di cercarli e sai come è fatto. Non c'è niente che possa fargli cambiare idea. E ha così bisogno di pensare che Silente gli abbia lasciato una strada, delle armi per combattere, delle tracce da seguire che preferirà attaccarsi a quelle che non a quello che gli ha detto davvero di fare. Ma non possiamo permetterlo. Non possiamo. Qualunque cosa Harry decida di fare qualcuno dovrà pensare agli Horcrux, o sarà tutto inutile. E io non posso permettermi di perderlo. Harry è come un fratello per me.  Tu e lui siete l'unica famiglia che mi resta, io..."

La voce di della ragazza si ruppe e Ron sentì il bisogno di abbracciarla e non lasciarla andare mai più.

"Non ti lasceremmo mai, Hermione, lo sai."

"Lo so?! Non sarebbe certo la prima volta. Voi mi lasciate sempre indietro e a me tocca sempre seguirvi e l'ho sempre fatto, ma questa volta..." Lacrime calde cominciarono a segnarle il volto. "Devi andare tu." Aggiunse lei di colpo.

"Dove?"

"Con Harry" Hermione tirò su i naso, asciugò le lacrime e cercò di riprendere il tono asciutto di poco prima. " Se continuerà con questa storia dei Doni dovrai andare con lui. Non può farcela da solo, non può, e se...non voglio nemmeno pensare che lo incontriate." Non riuscì a trattenersi oltre. La frustrazione che aveva soffocato nelle ultime ore, negli ultimi mesi probabilmente, uscirono tutti insieme lasciandola preda dei singhiozzi. Ron la strinse forte a sé e aspettò che lei si fosse calmata un poco. 

Aveva sempre il potere di incantarlo, la sua Hermione.  Quando l'aveva vista perdere la pazienza con Harry, aveva capito che doveva esserci qualcosa a cui le era arrivata prima di loro. Sentirla ragionare così lucidamente, nonostante la stanchezza e il timore che le leggeva negli occhi, gli avevano ricordato le tante situazioni in cui proprio la sua mente brillante li aveva tratti d'impaccio in situazioni più grandi di loro. Hermione era una ragazza forte e fragile allo stesso tempo e non c'era niente di lei che lui non adorasse, che non gli fosse mancato in quelle settimane di lontananza. Il bisogno di poterla confortare di nuovo, di tornare a com'erano prima che lui la lasciasse avevano preso il sopravvento su tutto, ma poi realizzò quello che aveva detto e temette di aver capito dove voleva andare a parare.

"Incontriate? Hermione, tu verrai con noi."

"Non posso, non capisci?! Non posso. Qualcuno deve occuparsi degli Horcrux"

"Verrò con te!"

"Ed Harry? Lui è più importante di tutti noi, Ron, lo sai."

"Ma non puoi farlo da sola!"

"Cercherò qualcuno, allora. Silente non voleva che ne parlassimo, è vero, ma eravamo in quattro a conoscere il segreto. Ora che lui non c'è più c'è un posto libero, per così dire" Provò a scherzare lei. Non funzionò molto.

" E a chi chiederai, si può sapere? E poi non se ne parla che ti lascio andare a sola. Ti ho già lasciata una volta e non intendo farlo mai più, chiaro?"

Hermione si ritrovò a sorridere sulla sua spalla. Poteva vedere le orecchie di Ron diventare pian piano sempre più rosse e sentì che anche volendo, non avrebbe mai potuto allontanarsi da lui. Chi se ne importava della fine che avrebbe fatto il mondo, quando lui la abbracciava così. "Ron, ma..." Provò ad aggiungere per il senso di colpa ad un simile pensiero, allontanandosi un pochino.

"Niente ma, non ci separiamo. Cercheremo gli Horcrux e poi penseremo alla bacchetta di Sambuco. Harry si metterà il cuore in pace e se non lo farà gli farai questo bel discorsetto, e al pensiero di lasciarti andare da sola la smetterà anche lui." 

-Infondo è così che si comporta un fratello- Pensò gongolando al ricordo dei suoi migliori amici che ammettevano di non provare altro l'uno per l'altra. -E poi a te non ha dato del fratello. Sei la sua famiglia, ma non si suo fratello!- "Chiaro?"

"Sì, chiaro" Affermò lei, prima di stringerlo di nuovo. "Grazie, Ron!"

"E di cosa?" Rispose lui imbarazzato. A quanto ne sapeva non c'era nessun motivo per il quale lei dovesse ringraziare lui. Semmai era il contrario.

"Prima che tu uscissi non sapevo nemmeno quello che provavo. Ma quando sono con te capisco meglio persino me stessa. Non c'è nessuno che mi faccia sentire come te."

"Posso ritenermi perdonato, allora?" Provò a spiare lui.

"Per quello c'è ancora un sacco di strada da fare" Lo schernì lei, con un tono che di acido in realtà aveva molto poco.

"Be', ci dovevo provare, no?" Si ritrassero entrambi rossi in viso. " Vai a dormire, ora, faccio io questo turno, ti vengo a chiamare tra un po' " Si offrì gentilmente.

"Sì, be', grazie, allora io...vado. Sì" Rispose quindi lei sciogliendo definitivamente il loro abbraccio. "Buona notte, Ron!" Fece per andarsene, aprì lo spiraglio ella tenda, ma poi si blocco sulla soglia. "Ah, Ron" lo richiamò "ti ho perdonato nel momento stesso in cui ti ho rivisto. Scusa se ci ho messo tanto a capirlo. Solo, non lasciarci più, ok? Per me e Harry senza di te...Era ancora peggio senza di te." E senza attendere una risposta entrò.

"Certo che non ti lascio più sola" Sussurrò lui alla notte " Non c'è niente di peggio che stare senza di te."

Quella notte Ron affrontò il turno di guardia con una rinnovata allegria, pensando a quanto fosse bello, per una volta, che Hermione condividesse con Harry sentimenti che mai avrebbe provato per lui. -Non c'è nessuno che mi faccia sentire come te.

  
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