Credits: L’incantesimo usato da Voldemort su Harry è ispirato alla Tecnica dell’Immortalità
di Orochimaru. Quindi liberamente tratto da un opera
di Kishimoto.
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Capitolo 104
“A hero falls”
Non poteva essere vero. Non poteva. Il suo
cervello semplicemente rifiutava di crederlo. Seduto sotto quel corpicino immobile, Lorien
sentiva che sarebbe impazzito. Che quell’ultimo barlume di sanità mentale che
ancora gli rimaneva in corpo sarebbe sparito per sempre. Non era riuscito a
fare nulla. Tutta la sua vita si era rivelato un completo fallimento. Sua madre
era morta per colpa sua, nonostante avesse cercato in tutti i modi di impedire
una cosa del genere, Luna si era data alla causa di Voldemort
per rimanere accanto al loro figlioletto rapito dai servi dell’Oscuro Signore e
ora questo. Daneel, la sua piccoletta che si
sacrificava per lui.
Non era riuscito a fare niente. L’aveva vista correre verso di lui e un secondo
dopo l’aveva fra le braccia. Morta, priva di quel calore che aveva imparato a
conoscere. La scosse, la tirò indietro la testa e i capelli dal viso, sollevò
gli occhi verso Luna che lo osservava senza dire una parola. Aveva voglia di
piangere, di sbattere la testa al muro, di gridare… Di alzarsi e metterle le
mani attorno al collo. Ma non riusciva a fare altro che sperare di svegliarsi
nel suo letto, con Luna vicino e magari, Zack nella
culla.-Che cosa hai fatto?-
-Nulla di meno, di ciò che ha fatto tua madre per te.-
bisbigliò Luna osservando il capo reclinato all’indietro di Daneel.
Come previsto, era bastato minacciare Lorien e la
ragazzina era scattata in sua protezione. L’aveva salvato frapponendosi fra lui
e l’Anatema che Uccide, senza mostrare la minima esitazione. Si volse a
guardare verso il fondo del corridoio e un sospiro le alzò e le abbassò il
petto - E anche la vita di un legimante è stata
sacrificata.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Harry era steso a terra, intrappolato da una spossatezza innaturale che gli
impediva di sollevare il capo dal pavimento e di tendersi verso Voldemort.
Ora che tutto era finito, aveva capito cosa era successo. Cosa per anni era
stata la vita di tutti. Un disperato tentativo di impedire che questo si
compisse, che l’Oscuro Signore risorgesse a nuova vita - Non hai mai voluto Zack.- disse osservandolo dal basso, intanto che si
sistemava il colletto della giacca - Volevi che fossimo tutti qui, oggi.- prese
fiato intanto che Voldemort si chinava su di lui
sedendosi sui calcagni - Volevi me…- O meglio… Il suo corpo. Lo stava fissando, dal pavimento, intrappolato in una
sorta di limbo per anime, la stessa dimensione visitata da Daneel
quando aveva scoperto dove si trovavano Luna e Zack.
Gli occhi, verdi di Voldemort mandarono un bagliore
color vinaccia. Da quando Silente l’aveva rinchiuso in quella tomba, da quando
era stato trovato e mantenuto in vita con sangue di unicorno e dei bambini che
non era stato in grado di superare gli
addestramenti era stato questo il suo unico desiderio. Impossessarsi
del corpo del Bambino che Sopravvisse. Si sollevò, infilando le mani nelle
tasche dei pantaloni e , con un vago sorriso sulle labbra, ripeté ad Harry le
stesse parole che aveva detto a James quella
sera a Godric’s Hollow,
quando aveva deciso di risparmiargli la vita.
-Vivi Potter.
Vivi. E guarda il mondo cadere nelle mie mani.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
James
Potter scosse il capo ancora un paio di
volte, poi sollevò gli occhi verso gli amici che lo fissavano confusi. Il dolore
che lo aveva piegato in due era sparito, lasciando solo una vaga sensazione di
malessere. Niente di troppo ingestibile. Fece spallucce e gli altri due
sbuffarono. A quanto pareva quella era una delle tante domande che non avrebbero
avuto risposta tanto facilmente. Sirius strinse la
presa attorno al braccio dell’amico, quando queste fece per ritirarsi, e
affrettò il passo. Non potevano certo permettergli che si accucciasse ancora in
preda al dolore, no?
Frank si guardò alle spalle, socchiudendo gli occhi - Quello non è Harry?-
chiese e gli altri due si girarono assieme.
Harry, si era lui, ma da quando vestiva con palandrane nere tipo Severus? James socchiuse le labbra in un espressione
perplessa. Quello sguardo, lo conosceva.
lo conosceva tremendamente bene.
“Vivi
Potter. Vivi. E guarda il mondo cadere nelle mie mani”
Quella voce
lontana, distorta dal ricordo, lo colse con la potenza di un treno in corsa. Sgranò
gli occhi e intanto che gli altri due Malandrini osservavano perplessi Harry
ghignare e sollevare la bacchetta verso di loro, prese fiato -QUELLO E’
VOLDEMORT!- spinse Sirius con il suo corpo e Frank
con una manata alla spalla -Giù!-
I tre maghi atterrarono sul pavimento assieme, James e Sirius,
uno sopra l’altro, Frank dopo una sonora testata al muro contro cui James l’aveva
spinto. Si volse, per mettersi a sedere e proprio in quel momento, un bagliore
verde smeraldo filò sopra la sua testa. si girò a guardare Harry -Voldemort?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Alla vista di Daneel, morta fra le braccia di Lorien,
Remus non aveva fatto altro che coprirsi la bocca con
una mano. Non servivano parole, fare domande. Quello che era successo, era fin
troppo chiaro visti i borbottì che il Cacciatore si
lasciava sfuggire. Aveva il capo appoggiato sul petto della ragazza, non
piangeva ( o almeno a Remus non pareva che lo stesse facendo) ma mormorava -Perché
l’hai fatto, stupida! Perché!?- e poi anche - …Io non me lo merito…- Stringendola
a sé con più forza.
Si avvicinò, e piegando le ginocchia, si accucciò accanto al ragazzo che
sollevò gli occhi nocciola verso di lui. Ogni giorno che passava, assomigliava
a James. Non sapeva come diavolo fosse possibili, ma se Harry aveva ereditato
tutte le espressioni facciali di Lily. Dall’aggrottare la fronte quando leggeva
qualcosa di estremamente complicato, a
sporgere leggermente il labbro inferiore quando era in dubbio - Lorien.-
-E’ stata Luna. Voleva. Voleva…- abbassò gli occhi verso il visino della
ragazza appoggiato a lui -… Si è buttata su di me…-Passò una mano sul capo di Daneel, stringendole i capelli sulla nuca intanto che le
appoggia le labbra sui capelli
- Brutta scema.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Non c’era stato
bisogno di parlare. era bastato guardare Hestia per
capire che sapeva cos’era successo. La donna era seduta al tavolino della
cucina nella casa di Spinner’s End che divideva con Severus , circondata da piatti e bicchieri rotti. Lorien si guardò attorno intanto che Remus
avanzava nella cucina, verso di lei. stringeva forte fra le mani una bottiglia
di Fire Whiskey smezzata. -Io lo sapevo.- disse senza
sollevare il capo - Lo sapevo che le sarebbe costato la vita…- sollevò gli
occhi blu verso Lorien che teneva in braccio la
piccola priva di vita -…Che l’amore che ti portava le avrebbe causato solo che
dolore…-
Lorien chiuse gli
occhi.
-E’ morta…- sussurrò spostando lo
sguardo chiaro da Lorien, a Remus
che la fissava al colmo della pietà - La mia bambina è morta…- Tutti i mobili
della cucina presero a tremare, le schegge di vetro e porcellana sul pavimento.
I due maghi si scambiarono uno sguardo intanto che Hestia, batte i pugni sul tavolo.
-Che sta facendo?- chiese Lorien, arretrando.
-Il dolore…- spiegò Remus, anche lui intento ad
allontanarsi camminando all’indietro. -I forti sentimenti influiscono sui
poteri di un mago.- La donna cacciò un lamento di
gola, senza sollevare il capo -… Via,
prima che ci attacchi!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Che
diavolo sta succedendo?- gridò Frank coprendosi la testa con le mani, intanto
che il soffitto sopra di lui lasciava cadere una fine pioggerellina di polvere.
Sirius e James, nascosti dall’altro lato del corridoio
si accucciarono. James con una mano dell’amico sul capo, per costringerlo a
rimanere giù, intanto che lui si alzava per andare ad affacciarsi oltre il muro
che faceva angolo nel corridoio.
-Non lo so!- rispose all’amico, intanto che James si liberava dalla presa alla
sua testa e guardava ancora verso il “figlio.” Gli occhi erano cambiati, erano
diventati da verde scuro, come quelli di Lily, a un rosso cupo, impossibili da
confondere per chi almeno una volta aveva visto l’Oscuro Signore da abbastanza
vicino. -Quello è Voldemort, vi dico!- disse
guardando prima Frank, dall’altra parte del corridoio, poi Sirius
vicino a lui - Deve essere successo qualcosa di terribile!-
“…Il dolore che ho sentito prima.”
-E adesso che
diavolo facciamo?!- chiese Frank, intanto che il muro dietro di lui iniziava a
vibrare furiosamente - Dobbiamo andarcene!- gridò agli altri due - O la casa ci
crollerà addosso.- Sirius annuì e afferrò James per
un braccio, ma questo si divincolò dalla sua presa con una gomitata -JAMES.-
-Prongs, lo so come ti senti.- cercò Sirius di blandirlo - Ma
qua abbiamo bisogno di un piano. Abbiamo bisogno di capire che è
successo, chiedere a qualcuno che ne sappia più di noi…- gli passò le braccia
attorno al torace e lo tirò a sé,
nonostante le resistenze dell’altro - Farci ammazzare, non ci aiuterà a
recuperare Harry!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Lorien depositò Daneel sul piccolo divano che
Silente aveva fatto apparire e si allontanò per permettere a Charlie di
avvicinarsi alla sorella. A differenza di Hestia, sia
lui che Piton sembravano abbastanza in sé, e il
ragazzo si accucciò sulle ginocchia e passato un braccio sotto il capo della
sorellina, se la tirò al petto abbracciandola forte. -Dani.-
bisbigliò prima di appoggiare il viso nell’incavo della sua spalla e i ragazzi,
che avevano assistito alla scena, reagirono tutti quasi in sincrono.
Ted passò un braccio attorno alle spalle di Emmie,
che aveva nascosto il viso contro il suo petto e James Remus
ricambiò lo sguardo costernato di Joel con un mesto scrollio
del capo intanto che gli occhi gli si ingrandivano e arrossavano. John
abbracciò Jolie vicino a lui e la ragazza, ancora debole per quello che aveva
passato, si girò verso di lui, coprendosi anche le orecchie con le mani. Solo Abrham sembrava avere la forza di assistere. Tirò su col
naso e si passò il dorso della mano sugli occhi.
Quel silenzio, scosso solo dai singhiozzi soffocati di Charlie, venne
interrotto dal grido di Piton -E’ COLPA TUA!- Lorien si volse e il
pugno di Severus impattò contro il suo mento Cadde
all’indietro, contro la libreria dietro di lui , senza reagire e il professore
gli si avventò addosso afferrandolo per la camicia - E’ colpa tua! E’ colpa
tua!!!- Lo scosse, fino a che, non si
decise di guardarlo in viso.
-Lorien…-
Il Cacciatore stava piangendo a testa bassa. Piton
gli si allontanò lasciando cadere le
braccia. Lo guardò sedersi a terra con la testa fra le mani e scrollando il
capo lo lasciò solo, voltandosi per tornare verso il divano e Charlie che si
era girato a guardarlo. - E’ colpa tua. Lily e Daneel
sono morte per causa tua.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Ginny premette le
mani sulle orecchi. No, non poteva essere vero! Spostò gli occhi da James a
Frank e Sirius, per poi tornare al suocero. -Dimmi
che stai scherzando…- mormorò con un filo di voce -Dimmi che non è vero, ti
prego!-
Aggirò il tavolo che li separava e andò a stringergli i lembi della giacca,
strattonandolo per costringerlo a risponderle - James, ti prego! Dimmi che non
è vero.- gli si appoggiò addosso, piangendo senza ritegno. L’uomo la strinse a
te e scosse il capo -Vorrei tanto che lo
fosse.-
-Voldemort ha preso Harry.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Il piano portato
avanti per anni finalmente si era compiuto. Tutti gli ingredienti per la
resurrezione dell’anima di Voldemort erano stati
raccolti e l’Oscuro Signore ora sedeva sul suo trono, nel corpo del suo nemico.
Sorrise, osservando i suoi servitori riuniti ai suoi piedi. Presto, avrebbe
recuperato anche Bella e Cygnus sarebbero stati
liberi. -Ora niente potrà fermarmi…- disse spostando gli occhi sui volti dei
presenti, soffermandosi sulla donna dai capelli rossi, che a differenza degli
altri lo fissava con odio…
-Il mio tempo ha inizio.-
Fine…
…Per adesso.
I lost my home è nata come Saga
divisa in tre parti. In questa fiction ne ho unite due, ora però mi vedo costretta
a chiudere qui il racconto e a riprendere presto nel continuo che spero avrete
voglia di seguire. … Ringrazio tutti coloro che hanno letto, recensito, e messo
questa mia fra i preferiti, le seguite e le ricordate.
Siete meravigliosi.
Manola/Ino chan.