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Autore: bice_94    26/07/2011    9 recensioni
Uscirono dall’ufficio e si diressero verso le rispettive scrivanie con uno sguardo torvo, mentre Castle li seguiva eccitato come non mai. C: felice di andare alla Hawaii Kate?
La donna lo guardò male, suscitando la risata cristallina dello scrittore.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un viaggio decisamente rilassante.
Probabilmente  anche per l’eccitazione della prima volta in prima classe, ma si erano goduti ogni singolo servizio.
Un pasto favoloso, ogni tipo di comodità.
Eppure 12 ore erano lunghe. Dannatamente lunghe.
Esposito vicino a Ryan e Castle vicino a Beckett.
Avevano riso, chiacchierato, ma anche loro terminarono le idee e si decise per il più rilassante dei passatempi: dormire.
Bè , forse decidere non era il verbo giusto da usare.
Meglio dire che si trovarono a dormire.
I tre uomini erano praticamente crollati, mentre Beckett si permise di godere un po’ di quella salutare solitudine.
Il suo posto era accanto al finestrino e di notte lo spettacolo era veramente mozzafiato.
Sospirò profondamente e si voltò.
Vedere i suoi colleghi cullati dalle braccia di Morfeo era eccezionale.
Soprattutto per le pose scomposte che avevano assunto.
Esposito praticamente sdraiato sul povero Ryan, che aveva assunto un’espressione quasi sofferente.
Beckett sorrise dolcemente, ma la sua attenzione venne richiamata da qualcun altro.
Dal passeggero accanto a lei.
Castle dormiva beatamente.
I suoi lineamenti erano completamente rilassati, i capelli scompigliati e il respiro calmo.
Avrebbe avuto voglia di accarezzarlo e tenerlo accanto a sé, ma capì quanto quell’idea fosse folle.
Scosse la testa tra sé e si limitò ad avvicinarsi al volto dello scrittore e spostare con una delicatezza quasi innaturale un ribelle ciuffo di capelli.
B: buonanotte Rick.
E coccolata dal profumo penetrante dell’uomo si addormentò.
 
L’arrivo fu piuttosto turbolento, ma niente che i nostri coraggiosi poliziotti o presunti tali non potessero sopportare.
C: ehy, ma è normale che sia un caldo terribile anche a quest’ora? No, perché sembra di essere appena scesi dall’Artico al Sahara.
Beckett lo fissò in malo modo.
B: poi non ho ragione. Sei veramente un lamentone.
C:  ho solo detto la verità. Con questo sbalzo di temperatura ci verrà una broncopolmonite.
Beckett rise di gusto.
C: che c’è da ridere? E se venisse a te?
B: impossibile. Sono tre anni che non ho avuto più niente, figurati se posso prendere l’influenza alle Hawaii.
Ryan tossicchiò, richiamando l’attenzione su di sé.
R: ehy ragazzi, avete finito di flirtare?
Ryan ricevette occhiate eloquenti da entrambi.
R: ok, ok.. stavo scherzando. Comunque andiamo, ci hanno mandato una  macchina per raggiungere il campo!
 
A mezzanotte e mezza precisa arrivarono a destinazione.
Il campo aveva qualcosa di estremamente suggestivo.
Castle si guardò attorno estasiato.
La bellezza di quelle spiagge era evidente anche di notte.
Il rumore del mare faceva da sottofondo e il penetrante odore di salsedine aveva invaso le narici dello scrittore, trasportandolo in un mondo tutto suo.
Beckett lo osservò per un momento, perso nei suoi pensieri.
B: Castle.
Niente.
La detective lo sfiorò delicatamente su un braccio, facendolo risvegliare.
B: Castle, ci stanno aspettando. Dobbiamo andare.
C: arrivo subito.
Il gruppo si allontanò leggermente e Castle si decise a raggiungerli solo dopo aver dato un’altra occhiata estasiata a quel mare notturno.
Fecero pochi metri a piedi, fino a trovarsi di fronte ad un casotto, tutto in legno, illuminato da un faro, posto sul lato della costruzione.
Proprio davanti alla porta una donna e un uomo li attendevano.
Castle si avvicinò alla detective e parlò quasi sussurrando.
C: secondo te ci uccideranno?
La donna roteò gli occhi e rispose allo scrittore, assumendo lo stesso tono di voce.
B: e sentiamo perché dovrebbero ucciderci?
C: stavo pensando che se io fossi un criminale, attirerei tutti i migliori detective di New York qui e li ucciderei con una bomba, eliminando anche i futuri poliziotti. Sarebbe un piano ingegnoso. Pulizia per tanto, tantissimo tempo.
La detective si fermò e lo guardò seriamente.
B: sai, potresti avere ragione. Come ho fatto a non capirlo?
L’espressione della donna era più seria che mai.
Castle la guardò confuso.
C: ma ch-..
B: secondo te, dovremmo dirlo agli altri?
Castle era a dir poco sconvolto e un’agitazione tremenda lo avvolse.
L’espressione di Beckett era dannatamente seria, non vide ombra di scherzo.
C: Beckett, smettila. Lo sai che sono un fifone.
B: Castle, parlo seriamente. Come facciamo?
C: io, io non lo so.. io stavo solo scherz-..
Lo scrittore si bloccò improvvisamente, vedendo nascere sul volto della donna un grosso sorriso che si trasformò presto in una fragorosa risata.
C: mi stavi prendendo in giro?
B: oh Castle. Avresti dovuto vedere la tua faccia.
L’uomo incrociò le braccia e fece un’espressione offesa.
C: ah-ah.. come siamo simpatiche.
B: e dai, ora non fare l’offeso. Era un’occasione d’oro.
C: tranquilla. Avrò tempo per vendicarmi, detective.
L’uomo si riavvicinò al resto del gruppo, lasciando la detective a ridere.
 
Cap: salve, sono veramente felice di conoscervi. Io sono il capitano Jasmitt. Mi occupo della gestione del campo.
R: il piacere è nostro.
Cap: spero abbiate fatto un buon viaggio.
E: oh, si, veramente ottimo.
Cap: bene, ne sono felice. Immagino sarete stanchi, quindi sarò breve. Sono tre anni che organizzo questo campo ed è la prima volta che mi trovo con così tanti e ottimi detective tutti insieme. Allora, se siete d’accordo, vi occuperete di 20 ragazzi, in coppia. Siete libere di decidere come volete. Sarete voi a gestirli. Potrete scegliere qualunque tipo di addestramento, l’importante è che tiriate fuori da quei ragazzi dei veri poliziotti, che conoscano cosa significa mettersi a disposizione della città.
B: va bene.
Quell’uomo sembrava una gran brava persona.
Uno di quegli uomini che avevano dedicato la loro vita al loro lavoro e alla loro città.
B: mi scusi, ma immagino lei sappia del sig. Castle.
A questo seguì un’occhiata di disapprovazione da parte di Kate allo scrittore.
Cap: si sono stato informato. Ed è un piacere conoscerla sig. Castle.
C: piacere mio.
B: quindi immagino sappia che sarà impossibile formare una coppia con lui.
Cap: si, ma ho già provveduto. Vi presento il detective Smith. Attualmente in servizio a Manahttan.
Era un uomo sui 35 anni.
Capelli scuri, occhi verdi e profondi, voce calda, da possibile doppiatore, e sorriso ipnotico.
S: salve, molto piacere.
Lo sguardo della detective analizzò quell’uomo in tutti i suoi dettagli, rimanendone in parte affascinata, ma la voce di Castle la riportò alla realtà.
C: piacere.
Il suo saluto però fu piuttosto distaccato, cosa che Beckett notò immediatamente, pur sfuggendogli il motivo.
S: allora sembra che lei sia la mia partner per queste due settimane.
B: già, così sembra.
La detective sorrise, provando un’inspiegabile simpatia per quel giovane.
Cap: bene, a questo punto immagino vorrete riposarvi. Vi faccio vedere le vostre sistemazioni. 

   
 
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