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Autore: Aleena    26/07/2011    2 recensioni
Due fazioni, diverse tra loro come il Giorno e la Notte, un'antica tregua infranta.
Due eroi.
Due mondi divisi dalla luce.
Benvenuti nelle Terre Rare.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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GIORNO

Aleeah

 

 
 
 
La prima volta che Aleeah aveva visto l’Accademia aveva scordato di respirare.
Era un edificio maestoso situato nella via principale della città, interamente costruito in marmi bianchi e rosa; era rimasta affascinata a guardarlo, i grandi occhi da bambina colmi di rispetto e soggezione.
Ricordava –come fosse successo il giorno prima- l’odore della stanza, un misto di spezie e menta, e la donna che l’aveva fatta sedere chiedendole cosa volesse; Aleeah non lo sapeva, ma loro l’avevano esaminata ed infine spedita lì, dai Bianchi. Positiva.
Aveva cinque anni allora, un cucciolo di Aquila* bruna piena di promesse; dieci anni dopo, quando le era stato imposto di scegliere la via che avrebbe desiderato seguire, era una ragazza piena di curiosità ed estremamente vivace, vestita di una tonaca bianca larga e seduta fuori dall’ufficio di Dionio, il centauro albino che dirigeva l’Accademia Bianca.
«Credi che sarà difficile? Insomma… uno stregone deve avere la magia innata, cioè... voglio dire, se ce l’ho –i poteri, intendo- dovrei essere ammesso d’ufficio, no?» l’ansioso mezz’elfo che le sedeva accanto non la finiva più di tormentare la lunga treccia color blu cobalto; era estremamente nervoso, ed ogni tanto s’interrompeva, per tirare lunghe boccate d’aria «per gli Dei, quanto ci mette Dea?»
«Credo che ormai avrà finito gli argomenti. È logorroica, tutte le ninfe lo sono e tu lo sai bene. Sarà stata accettata nella cerchia dei Druidi, così come tu verrai accettato negli Stregoni»  
«Non dirlo! Porta male!» il ragazzo allungò le mani davanti a sé, incrociando le dita in un gesto scaramantico; aveva sedici anni ed i lineamenti elfici –orecchie a punta, tratti delicati e quasi femminei, lunghi capelli di un colore improponibile- ma la mascella forte e lo sviluppo veloce facevano pensare che in lui ci fosse molto più della donna che l’aveva generato che non del padre elfo.
«Dave, sei un mezzo-qualcosa di scienza! Cos’è tutta questa superstizione?» rise la ragazzina, dando un colpetto alle dita dell’amico, cercando di fargliele abbassare.
«Aleeah, giuro che ti ammazzo con queste mie mani se non divento stregone»
«Hai mani troppo curate, figurati se riesci ad uccidermi con quelle!» Battibecchi da bambini; non c’era nessuno nel lungo corridoio, tutti gli altri erano entrati vestiti di bianco, per uscire con la sovra tunica del loro Ordine.
«Invece posso eccome. E comunque…» il tono di Dave mutò dall’irato al cospiratorio, abbassandosi fino a divenire un sussurro «cosa hai scelto?»
«Niente. Non lo so, intendo. Penso…» la giovane Aquila sospirò, chinando il capo «mi piacerebbe…» fece, ma si interruppe quando una mano le calò sulla spalla; alzando gli occhi, un sorriso le si dipinse in volto: Deahanne’ls. Dave e Aleeah avevano rinunciato sin dal principio a pronunciare il suo nome, affibbiandole quel soprannome: Dea –e simile ad una dea era davvero: snella anche se ancora priva di forme, lunghi capelli ed occhi nocciola, una voce melodiosa ed un carattere meraviglioso, entro qualche anno sarebbe tornata nel bosco della sua famiglia, all’albero da cui era nata, per diventare un’Alseide** completamente sviluppata, destinata ad avere orde di maschi ai suoi piedi. Ora, indossava una sorta di corto grembiule verde oliva sopra la tunica bianca.
«Lo sapevo» sorrise Aleeah, ma qualsiasi domanda venne interrotta dalla voce autoritaria di Dionio, che intimò a Dea di recarsi dalla sua Arte e a Dave di seguirlo.
«In bocca al Lupo» sussurrò la giovane Aquila all’amico, prima di disporsi all’attesa.
 
Dave era uscito vestito di sovra tunica viola, il che tranquillizzò Aleeah: lui non l’avrebbe uccisa. Se Dionio sarebbe stato altrettanto magnanimo, però, la ragazza non sapeva.
«Sei l’ultima, Aquila?» l’accolse il direttore con voce stentorea. Aleeah annuì, incapace di parlare: il centauro la metteva in estrema soggezione «Bene. Concludiamola velocemente. A cosa aspiri?»
«Veramente…» attaccò Aleeah, guardando fisso un mucchio di carte impilate sulla scrivania di mogano del Maestro «… ecco, credevo doveste essere voi a dirci…»
«Hai avuto, quanti? Dieci anni almeno, per scegliere la tua Via. Ti è stata fornita un’infarinatura di ognuna Arte e su queste sei stata valutata. Alcune ti sono precluse, altre aperte, ma DEVI esserti fatta un’idea, una preferenza. Sapevi che avresti dovuto scegliere, terminata la prima fase degli studi» il centauro albino aveva inasprito la voce, accigliandosi.
«Io…»
«La farò breve. Sei stata bocciata in Stregoneria: non hai in te abbastanza capacità magiche per poter sfruttare l’Arte senza Catalizzatori. Questo ti preclude l’arte Druidica, i cerimoniali degli Elementali e la Stregoneria classica. Mi hai seguito fin qui?»
Aleeah annuì, evitando lo sguardo severo di Dionio.
«Bene. La Stregoneria Magica e quella Pozionistica sono due scelte ugualmente valide» riprese il centauro, sfogliando un documento «le tue prestazioni in Distilleria sono state discrete. Ritengo non saresti una Pozionista eccellente, ma puoi sceglierla. Per quanto riguarda la Magia classica… » e qui il Maestro fece una lunga pausa, leggendo con cura il foglio prima di riprendere «hai scelto come catalizzatore il Quarzo. Inusuale per un’Aquila. La magia ti riesce in maniera sufficientemente buona da indurmi a consigliarti di intraprendere questo percorso. Ma…» si interruppe ancora, soppesando Aleeah, che ora fissava ostinatamente un nodo nel legno della scrivania che li divideva « …guardami, ragazzina! Sarò franco, un’Aquila non vive abbastanza a lungo da avere il tempo di raggiungere vertici elevati. Occorrono almeno sessant’anni per divenire mago, e tu vivrai al massimo centocinquant’anni. Puoi tentare, ma se sogni di divenire grande, dovrai lavorare o rinunciare alle tue aspettative. Ma c’è una nota positiva: sei una Sensitiva discreta. Illusionista o Veggente, questo è il mio consiglio» concluse il centauro, così repentinamente che Aleeah ci mise un paio di secondi a metabolizzare il tutto.
«Il… illusionista? Io? Ma… occorre la magia innata per…»
«Occorre controllo sulla mente. Occorre saper castare incantesimi. Sai fare entrambe»
Aleeah annuì, senza sapere realmente bene cosa  stava facendo. Voleva davvero essere una Distillatrice mediocre? Se fosse riuscita a superare i corsi, la Gilda dei Medici non le avrebbe accettato il praticantato, ne era certa: il suo ultimo distillato di salute era coagulato in un veleno, e Dea aveva rimediato in fretta e furia, strappando la sufficienza ad entrambe. D’altro canto, la Magia in sé non le piaceva, nonostante le riuscisse; amava la PsicoArte –per qualche tempo aveva pensato di divenire una Sensitiva o un’Astrologa- ma tendeva troppo a distrarsi. L’Illusionismo, però… giudici, magistrati e Grandi erano Illusionisti. Gente di potere.
«La Casta degli Illusionisti è chiusa. Come faccio ad entrarci?» domandò Aleeah, titubante.
Dionio le sorrise compiaciuto.
«la sovra tunica bianca o la grigia. Illusionismo o PsicoArte. Decidi, giovane Aquila.»
 
Aveva scelto la veste grigia, indossandola senza pentimenti per i seguenti otto anni. Senza difficoltà Aleeah era divenuta una Veggente fra le migliori che l’Accademia Bianca avesse istruito fino a quel momento, ma non aveva avuto modo di mettersi realmente alla prova all’esterno delle mura di marmo.
Fino ad ora.
Ventitré anni, una veste grigia bordata di argento indosso, Aleeah attendeva nell’ampio ingresso l’arrivo della delegazione Nera.
 

 


Piccolo spazio-me:
Comincio a presentarvi un po’ di personaggi, giusto per farvi capire di chi parleremo :) non preoccupatevi, un po’ di punti oscuri ve li chiarisco nel prossimo capitolo! Lo so che è corto, ma vedrò di aggiornare presto! 
Commentate U_U
 
 
*: un’Aquila è a metà tra un angelo ed un’arpia; non è un’ibrido di queste due razze, ma una razza a sè. Ha forma umanoide, ma lo scheletro è cavo (come quello degli uccelli) cosa che la rende fragilissima ma adatta al volo. Ha grandi ali retrattili, solitamente del colore dei capelli e degli occhi, piccole piume alla base della schiena. Come altre razze-animali, non è molto portata per la magia.
 
**= Ninfa dei Boschi
  
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