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Autore: misspepper    26/07/2011    2 recensioni
Un viaggio tra alcuni ricordi perduti e mai raccontati di Severus Piton, il coraggioso Serpeverde che morì da Grifondoro.
Mentre la morte lo sta per reclamare, Piton rivive alcuni momenti della sua vita che preferirà tenere per sè e non rivelare mai a Harry. Tra i quali la prima volta che vide Lily, la lettera di risposta da Silente che Petunia ricevette, alcune giornate passate ad Hogwarts e la richiesta all'Oscuro Signore di risparmiare la vita della sua amata.
1. La prima volta che Severus vide Lily
2. Perchè Severus odia così tanto i Babbani
3. La lettera di Albus Silente a Petunia Evans
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Lily/Severus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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« Mi parli ancora di Hogwarts? »
« Hogwarts? » ripetè Piton sbuffando « Te ne ho già parlato mille volte! »
Lily lo guardò dritto negli occhi, spalancando i suoi e gonfiando le guance.
« Eddai, Sev » disse affettuosamente « Adoro quando mi parli della magia! »
Il volto di Piton s’illuminò di luce nuova: Lily gli aveva appena dato un soprannome e aveva detto che adorava sentirlo parlare del mondo magico. Non se l’era mai sentito dire da nessuno, soprattutto in famiglia.
« Uff, va bene! » cedette infine, sistemandosi a gambe incrociate sul prato.
Lily battè le mani con entusiasmo e si mise di fronte a lui.
« Hogwarts è una scuola di magia. Addestra i giovani maghi e li fa diventare – beh – grandi. » iniziò Severus per l’ennesima volta « Ci sono quattro case ed ognuna corrisponde ad alcuni tratti della personalità dello studente. »
« Posso scegliere io la mia casa? » chiese Lily piena di curiosità.
« No, no » disse Piton con la faccia di chi aveva già risposto alla domanda innumerevoli volte « sceglie il Cappello Parlante. Ti siedi su questo sgabello in mezzo alla Sala Grande  » continuò muovendo le mani come se lo avesse di fronte agli occhi « e ti mettono il cappello in testa. Si chiama Smistamento. Ti ricordi che case ci sono? »
Lily aggrottò la fronte nel tentativo di ricordare.
« Serpeverde » mormorò strizzando gli occhi « Grifondoro, Tassorosso e... Corvonero! » aggiunse guardando Piton di sottecchi.
Il bambino le mostrò un largo sorriso e battè le mani in segno di approvazione.
« Brava! Sei molto più sveglia di mio padre, sicuramente. »
« Che si dice a casa tua? » domandò Lily sdraiandosi a pancia in giù sul prato.
Severus cambiò espressione: rimase a bocca aperta, cercando di trovare una risposta che non fosse troppo dolorosa per lui, con lo sguardo vacuo rivolto per terra.
Gli occhi di Lily si fecero improvvisamente tristi.
« Scusa » disse guardandosi le mani « non volevo essere un’impicciona!  »
« No, no! » esclamò Piton « Non lo sei. È che » fece una pausa per trovare le parole giuste « i miei genitori litigano spesso. Mio padre è un Babbano - »
« Cos’è un Babbano? » chiese Lily incuriosita dal termine.
Il suo nuovo amico non lo aveva ancora mai utilizzato.
« Sono persone senza poteri magici. Persone non speciali come noi. »
« Questo non è vero! » sbottò la bambina « Mamma e papà sono - Babbani, così come Tunia, e sono persone veramente speciali per me! »
Piton rise a quell’affermazione.
« Mio padre è un Babbano ed è una persona insulsa. » constatò abbassando lo sguardo.
« Questo non è carino da dire. »
« Beh, mio padre non dice mai cose carine! » ribattè Severus con irritazione « Mia madre, invece, preferisce non dire quasi niente il più delle volte. »
In quel momento, era evidente come l’atteggiamento così maturo ed insolito per un bambino di Piton si scontrasse completamente con quello fanciullesco e a tratti infantile di Lily.
« Severus »
Lily si alzò in piedi e si voltò, scuotendo la folta chioma rosso scuro.
Per un breve, terribile momento Piton ebbe paura di averla offesa in qualche modo; ma la bambina si avvicinò ad una margherita appassita che si trovava in terra, a qualche passo da loro. Avvolse le dita delicate intorno allo stello e chiuse gli occhi per qualche secondo: il fiore aprì i suoi petali bianchi e rifiorì, rinvigorendo magicamente.
« Non essere triste » aggiunse Lily donando il fiorellino al suo amico « da oggi siamo migliori amici! E insieme non saremo mai tristi! »
Severus la osservò sbalordito, deliziandosi della candidezza con cui aveva detto quelle poche, per lui importantissime parole. Lo stava forse prendendo in giro?
Eppure l’animo buono di Lily sembrava non conoscere la menzogna e i suoi occhi verdi sembravano così sinceri, così innocentemente sinceri...
Alla fine, Piton decise di crederle e prese la margherita tra le sue mani, sorridendo come non mai e balbettando parole di ringraziamento e gioia.
« Adesso mi puoi parlare del teletrasporto magico? »
« Si chiama Materializzazione, Lily! E non si può fare fino ai diciassette anni! »
La bambina sbuffò ed incrociò le braccia sul petto.
Severus pensò che per vedere il mondo intero gli sarebbe bastato guardare per sempre dentro i suoi occhi, che racchiudevano giorno e notte, tramonto e aurora...
 
*
 
Come tutte le sere, da casa Piton si levavano urla e schiamazzi.
Chi fosse passato di lì, avrebbe potuto pensare che non ci sarebbe voluto tanto tempo prima che uno dei coniugi ammazzasse l’altro. Ma gli abitanti di Spinner’s End conoscevano bene quella famiglia di matti!
Severus, ancora estremamente felice per la giornata passata con Lily, stringeva forte il fiore che la sua nuova migliore amica gli aveva donato. Nemmeno le grida dei suoi genitori avrebbero potuto demoralizzarlo. O almeno così pensava.
« Dove sei stato tutto il giorno? » urlò il padre voltandosi verso Piton – che aveva cercato di sgaiattolare verso la sua stanza senza fare troppo rumore.
« In giro » rispose Severus cercando di non tradire la paura nelle sue parole.
« Con chi? » domandò Eileen incuriosita.
« Ma con chi vuoi che vada in giro? » disse Tobias « Non parla mai con nessuno! »
« Ero in giro con una mia amica » sbottò il bambino « Lily Evans! »
Il padre lo guardò dritto negli occhi, come per voler vedere se dicesse la verità.
L’espressione dura di Severus resse allo sguardo inquisitorio di Tobias, che alla fine si lasciò cadere sul vecchio divanetto del soggiorno, afferrando il giornale.
« Lasciatemi in pace, adesso. »
Piton rimase ferito dalla sua indifferenza.
Strizzò gli occhi con rabbia e, come per magia, il quotidiano che stava leggendo il padre prese fuoco. Tobias urlò come un matto e si alzò di scatto dal divano, cercando di spegnere il piccolo incendio che suo figlio aveva provocato, quando Eileen alzò la bacchetta verso le fiamme.
« Aguamenti! » esclamò ed un forte getto d’acqua ne eruppe dalla punta.
Severus era sconvolto per quello che aveva fatto, ma mai quanto il padre.
Il volto di Tobias era contratto in un’espressione di profonda paura e rabbia, con le mani strette a pugni che tremavano: sembrava sul punto di esplodere.
Ma non lo fece.
Si diresse verso la porta di casa ancora tremante – Severus non sapeva se di terrore o di rancore – e uscì sbattendosela dietro le spalle.
Eileen lanciò a suo figlio un’occhiata carica di risentimento: aveva un viso pallido e allungato, di molto simile a quello del piccolo Piton, e degli occhietti neri e profondi.
« Non puoi trattare così tuo padre, Severus! »
« Lui non mi vuole bene » ribattè il bambino trattenendo le lacrime « e nemmeno tu! »
« Non essere sciocco! Se non ti volessimo bene, perché saresti qui? »
Severus la guardò pieno di rabbia.
« Non lo so, ma lui » borbottò « è solo uno stupido Babbano. »
Qualcosa lo colpì forte su una guancia non appena ebbe finito di dire quelle cose: sua madre lo aveva schiaffeggiato in pieno volto e adesso lo stava osservando con il braccio ancora alzato e l’aria confusa di chi si sente in colpa.
«Severus, scusa » mormorò allungandosi verso il figlio, ma questi indietreggiò con gli occhi spalancati dalla paura e dallo stupore.
«Severus! » continuò a supplicarlo Eileen, ma il bambino alzò le braccia verso di lei.
« Stai lontana! » urlò piangendo « Sei come lui! Siete uguali! Non siete speciali. »
Poi scappò verso la sua stanza, gettandosi su quella brandina malconcia che era il suo letto. Anche sua madre sarebbe potuta essere una stupida Babbana per come si comportava. Non era speciale come lui e Lily.
Severus strinse il fiorellino al petto e lanciò un’occhiata alla porta, nella speranza di vedere sua madre, di sentirsi abbracciare e rassicurare.
Ma Eileen non arrivò mai.

 

  
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