new arrivals ;
guida pratica alla sana rivalità tra osti
Increscioso. Penoso.
Assolutamente inconcepibile.
Non è che la Testa di Porco avesse mai avuto questo
fior di clientela, intendiamoci. La gente veniva, grugniva – se di buon
umore – un buongiorno, chiedeva un Whisky Incendiario e il più
delle volte se ne stava per i fatti suoi. Aberforth
era sempre stato piuttosto fiero di una tale peculiarità del proprio
locale: sapeva bene quanto, a volte, uno avesse bisogno di stare da solo in un
posto con la faccia nascosta da un cappuccio e un boccale di liquore abbastanza
forte da bruciargli le budella.
Ma, rifletteva oggi con rabbia, strofinando il bancone con
uno straccio annerito, forse non si era mai reso conto di quanto a volte uno
avesse anche bisogno di un paio di belle lunghe gambe che spuntassero da sotto
un’uniforme colorata e venissero a portargli quel boccale di liquore
direttamente in mano. Altrimenti, come si spiegava l’improvvisa
evaporazione dei suoi già pochi avventori, tutti fiondatisi
all’apertura inaugurale di questo fantomatico Tre Manici di Scopa?
Aberforth sbuffò
sprezzante, scompigliandosi la barba aggrovigliata, prima di rinunciare
definitivamente a ripulire il banco dalla bruciatura – colpa sua: quando
aveva visto persino quel depravato di Mundungus
Fletcher partire alla volta del nuovo pub giù al villaggio, aveva accidentalmente dato fuoco a parte del
locale. Poteva essere pure una Veela, questa Rosmerta; per lui
restava soltanto una megera che minacciava di rubargli il mestiere da un giorno
all’altro.
Era ancora immerso in
queste cupe considerazioni quando un cigolio annunciò lo schiudersi
della porta, inducendolo ad alzare gli occhi con una pallida speranza.
Sulla soglia
c’era una donna. Era giovane, non poteva avere più della
metà dei suoi anni; il suo corpo generoso era slanciato da un paio di
tacchi altissimi e scintillanti e, su tutto, un paio di occhi liquidi lo
fissavano incuriositi. E bisognava riconoscere che la sua uniforme non era
molto più colorata dei cenci di Aberforth.
La donna
abbassò lo sguardo sul bancone che li divideva, sorrise e tese una
bacchetta.
« Tergeo. »
Frastornato, lui ci
mise un po’ ad accorgersi che la bruciatura era scomparsa. Si
grattò la barba, cercando di scuotersi; avrebbe dovuto pensarci prima.
« Lei è
il signor Aberforth, vero? Sono Madama Rosmerta, dei Tre
Manici di Scopa. » La donna si avvicinò con la mano tesa,
abbagliandolo con un sorriso. « Ero molto curiosa di conoscerla. »
Aberforth ricambiò la
stretta d’istinto, senza neppure rendersene conto. Quando poté
scrutarla da vicino, credette di intuire perché quel depravato di Mundungus Fletcher avesse preferito
l’ospitalità di Madama Rosmerta alla
sua.
« Spero che tra
noi non debba mai esserci rivalità » proseguì quella,
languida come la cioccolata della Piediburro.
Burbero, avvertendo
il calore concentrarglisi in una zona estesa dal
collo agli occhi, Aberforth ritrasse la mano e le
voltò le spalle con un ringhio.
« Non ci conti
troppo, signorina. »
Per qualche arcana
ragione, il silenzio in cui Rosmerta rimase quando
lui si lasciò sfuggire di mano un paio di boccali – che
s’infransero più rumorosi delle sue imprecazioni – gli
suggerì che invece, oh, eccome
se ci avrebbe contato.
[ 500 parole ]
Spazio
dell’autrice
Io non dovrei farla,
questa cosa. Fermatemi finché siete in tempo xD
Beh, vi spiego. Considerate
il fatto che ho sempre scritto molto poco su Harry Potter per la paura di dissacrare un capolavoro. Considerate anche
che la fine dell’era, segnata dal 13 luglio 2011, mi ha fatto
riconsiderare tutto il mio amore per questa saga e anche il fatto che,
dannazione!, se si scrive su di essa in fondo è per osannarla.
Considerate che sono pazza, insensata e pericolosa. Mescolate gli ingredienti e
giungerete alla soluzione: ebbene sì, ho deciso di iniziare una raccolta
su tutti i pairing rowlingani
cui abbia mai dedicato un pensierino, anche minimo. Il che coinvolge anche cose
improbabili-assurde-ridicole come appunto l’Aberforth Silente/Madama Rosmerta.
Capite adesso perché vi chiedo di fermarmi finché siete in tempo?!
o__ò
Cosa posso dire su
questo episodio? Ho pensato a un’eventuale apertura dei Tre Manici di Scopa... Ho pensato che Aberforth ne fosse un po’ seccato, poiché la Testa di Porco non sarebbe più
stato l’unico pub di Hogsmeade, salvo poi
ricredersi di fronte all’avvenenza e alla gentilezza di Rosmerta. Ehi, dopotutto è un uomo anche lui!
Il titolo della
raccolta è tratto da Spell di Marie Digby e sta a
significare che ogni storiella – almeno ci spero – dovrebbe avere a
che fare con un qualche incantesimo (qui è Tergeo. Beh, credo che gli
incantesimi di pulizia siano una delle specialità degli osti). L’altra
cosa curiosa – ma anche no: punti di vista – è che ho deciso
di scrivere seguendo un ordine alfabetico relativo ai pairing;
per primo dunque l’Aberforth/Rosmerta, e subito dopo l’A... Oh, ma no, non ve lo
dico, tanto non è affatto detto che porti avanti questo piano di distruzione
di massa. Certo non meritate una cosa simile, né la meritano i
personaggi di mamma Jo. *fa ammenda*
Mmm... È tutto,
credo. Sono pronta ad accogliere i pomodori *si calca
un elmetto in testa*
Ah, e ai temerari
che sono venuti a leggere l’esordio dell’apocalisse: grazie. Siete dei masochisti, ma
grazie comunque. ♥
Aya ~