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Autore: Kimly    27/07/2011    5 recensioni
Gli anni di scuola di Teddy e Victoire.
Le amicizie, le prime cotte, i problemi e gli equivoci che hanno influenzato la loro vita - e le vite di quelli che stavano loro intorno - prima di diventare una coppia.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Teddy/Victorie
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Teddy & Victoire'
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Capitolo 11

INIZIO FLASHBACK

-Isobel, non ti sto mentendo. Mio padre è davvero fuori per lavoro. La prossima volta te lo farò conoscere, te lo prometto.- disse Alex, prendendola per mano per rassicurarla.
-Sei un bugiardo, ma non ho voglia di litigare.-
-Allora non insistere, per favore. Vieni, la cena sarà pronta a momenti.-
Alex la condusse nell'enorme salotto della casa, facendola accomodare su una delle comodissime poltrone a sua disposizione.
-Vado un attimo in bagno.- Isie si scusò, lasciando il ragazzo solo e sperando di non perdersi in quell'enorme villa.
Era lì da tre giorni, ma era convinta di non averla vista ancora tutta.
Salì una delle scalinate laterali e s'imbatté in Emilio, l'elfo domestico.
-Signorina, ha bisogno d'aiuto?-
-Ehm, sì. Il bagno, per favore.-
L'elfo domestico le indicò il corridoio est e sorrise.
-La terza porta, miss.-
Dopo averlo ringraziato, Isie s'incamminò verso la sua meta, sperando di non incontrare un bivio od uno ostacolo.
Stava per aprire la terza porta, ma sentì un rumore e si bloccò come paralizzata.
Si voltò di scatto, ma non vide niente. O meglio nessuno, dato che la quarta porta, poco più avanti, si era improvvisamente chiusa di colpo.
Sobbalzò spaventata, ma decise di non indagare. Dopotutto non era casa sua.
Scese pochi minuti dopo, Alex e sua madre l'aspettavano impazienti.
-Ah, sei qui. Stavo iniziando a preoccuparmi.- sospirò il ragazzo, alzatosi non appena l'aveva vista.
-Scusa, mi ero persa. Ehm, ma c'è qualcun altro in casa?- chiese Isie, non riuscendo a trattenersi.
-C'è Emilio.- disse Alex.
-No, intendevo oltre a noi quattro.- chiarì lei.
Alex lanciò un'occhiata alla madre, che rispose in fretta.
-Non abbiamo solo un elfo domestico, cara.-
-Oh. Capisco.-
La cena venne consumata velocemente ed Isie sapeva bene che presto le sarebbe mancato stare lì con Alex e sua madre.
Era bellissimo poter trascorrere un po' del tempo con lui. Aveva ancora tante cose che voleva conoscere circa la sua vita!
-Padrone, bentornato.-
A quelle parole la signora Flitt aveva sbarrato gli occhi ed Alex aveva rischiato di strozzarsi con l'acqua.
-Tuo padre è tornato?!- chiese Isie, tanto contenta da non rimproverarlo nemmeno per la sua bugia.
-Suppongo di sì.-
Non dovettero attendere molto prima che Marcus Flitt fece il suo ingresso.
-Bene, bene, bene. Moglie e figlio. Non si dovrebbe aspettare il padrone di casa prima di cenare?- chiese con tono mellifluo.
-Pensavamo dovessi lavorare.- chiarì la signora in un bisbiglio.
-Pensavate male. Eppure ho mandato un gufo ieri sera, non ditemi che non l'avete ricevuto.-
-Veramente, papà, è così. Non è arrivato...-
-Ho forse chiesto la tua opinione?- tuonò l'uomo, continuando a lanciare occhiate di fuoco alla moglie.
Alex si ammutolì ed Isie lo guardò, delusa dal suo comportamento.
-Uh, abbiamo ospiti. Tu, laggiù, chi sei?- chiese Flitt, per la prima volta spostando lo sguardo dalla moglie per guardare Isie.
-Isobel Leigh, signore. Sono...-
-La ragazza di mio figlio, sì. Damian mi ha parlato di te. Mezzosangue, giusto?- l'uomo storse il naso, ma continuò -Sei perfetta per Alexander, in effetti.- Lanciò un'occhiata al figlio e riprese -Ho sempre saputo che saresti stato solo una delusione per me, secondo. Dopotutto ti ha cresciuto tua madre.-
Isie scosse la testa, tanti pensieri e dubbi le vorticavano nella testa.
-Alex, chi è Damian?-
Il ragazzo non ebbe il tempo di rispondere.
-Come, come? Non le hai parlato di tuo fratello? Alexander, non dirmi che ti vergogni di lui?! Dovrebbe essere il contrario. Dovresti prenderlo come esempio, anziché disprezzarlo.-
-Io non lo disprezzo.- sottilineò Alex, pacato.
-L'invidia non è un sentimento puro, mammina, non gliel'hai insegnato?- domandò Marcus alla moglie, scimmiottandola.
La madre non rispose.
-Hai mangiato abbastanza, vero?-
La signora annuì, si scusò e lasciò la stanza.
-Lei è una persona spregevole.- commentò Isie, non riuscendo più a contenersi.
-E tu sei una pessima ospite. Osi insultarmi in casa mia?-
-E' una Mezzosangue, padre, cosa ti aspettavi? Un degno ospite di persone degne come quei due.-
Un ragazzo entrò nella sala, cogliendo Isie di sorpresa.
Ora sapeva chi l'aveva seguita fino al bagno.
Era più grande di Alex, alto e muscoloso. Era un bel ragazzo, come il fratello, ma il volto era deformato da un ghigno malvagio che fece arrabbiare la ragazza.
-Damian. L'unico degno del mio nome.- disse l'uomo, dandogli una pacca sulla schiena.
-Fai accomodare quella sudicia figlia di Babbani fuori da casa mia e tu, Alexander, fila in camera tua. Subito!-
Alex si alzò con una strana espressione e obbedì, senza voltarsi verso Isie che rimase da sola con Damian.
-Vieni. Ti faccio vedere dov'è il camino.-
-So dov'è.- disse Isie a denti stretti, alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso la cucina.
-Mi spiace che la visita non sia stata di tuo gusto. Anzi, in verità no, ne sono felice.-
Isie si girò verso il ragazzo che ghignava divertito.
-Sei come tuo padre.-
-Per me è un complimento.-
-Per me no.-
-E questo perché dovrebbe darmi fastidio?-
Isie continuò ad avanzare verso la cucina, ancora scossa per quello che era successo.
-Ammiri un uomo che tratta così la propria moglie?-
-Sì, se è una moglie indegna.-
-E' tua madre!-
-Rimane indegna comunque.-
Isie era allibita, ma non riusciva a trattenersi.
-Alex è costretto a vivere tutti i giorni quest'inferno?-
-No, oggi è stata una serata mediamente tranquilla.- replicò Damian, come deluso da quel fatto.
-E' orribile. Questa casa è orribile, parte della famiglia è orribile.-
-Una cervellona come te non dovrebbe conoscere più parole? Sai comunque cosa ti consiglio? Lascia perdere quel perdente di mio fratello. L'hai visto tu stessa, non ha palle; ma se invece preferisci restare con lui, non ti intromettere nella nostra vita. Non riuscirai a cambiarla.-


Mancavano poche settimane al Natale ed Isie non vedeva l'ora di trascorrere qualche ora in più con le sue amiche ed Alex.
Voleva solo un po' di tranquillità, tutto qui.
Non vedeva Damian e Nick da Halloween e forse era meglio così.
Nick avrebbe trovato altre giustificazioni al comportamento dell'amico e lei, magari, ci avrebbe anche creduto.
Perché lei continuava a pensare che Damian non fosse poi così malvagio?
Aveva salvato quelle ragazze ad Hogsmeade, le aveva difese.
Eppure... eppure poi si era comportamento come un pazzo.
-Lasciami solo, Nick.-
-Damian, sei sicuro di star...?-
-Ti ho detto di lasciarmi solo!-
Isie udì bene quelle parole e, dopo aver atteso l'uscita di scena di Nick, decise di sbirciare l'altro ragazzo.
Teneva in mano una lettera, che leggeva con evidente fastidio. Isie capì che doveva averla letta già parecchie volte. Era consumata e logora.
Damian si voltò in quel momento, beccandola in flagrante.
-Scusami, non intendevo...-
Le si avvicinò con ampie falcate, prendendola per un braccio.
-Devi smetterla di seguirmi, di perseguitarmi e di provare a capirmi. Pensa al tuo Alex e addio.- concluse, voltandole le spalle.
-Aspetta, Damian. Io penso ad Alex, ma non posso fare a meno di pensare anche te. Cioè... Non in quel senso, ovviamente, ma sono sicura che tu abbia un problema. Nick mi ha detto che con lui non ti confidi e non credo tu lo faccia con Alex, e tuo padre... forse non sa neanche che hai un problema, per cui...-
-Ti senti così particolarmente magnanima ed hai deciso di aiutarmi?-
-Oramai ho capito come sei fatto, puoi anche smetterla di fingere.-
Damian non rispose, ma prese la lettera e la stracciò.
-Te lo dirò solo una volta, quindi cerca di ascoltare bene. La mia famiglia fa schifo.-
-Tutto qui?-
Damian le lanciò un'occhiataccia arrabbiata.
-Tutto qui?! Tu sei figlia unica, vero?-
Isie annuì.
-Quindi non sai cosa significa avere un fratello.-
-Il problema è Alex?-
-In parte, ma fammi finire altrimenti non parlò più.-
Isie alzò gli occhi al cielo, ma fece finta di chiudersi la bocca, pronta ad ascoltare.
-Nick mi ha detto che gli hai chiesto di noi. Sai, allora, che io sono stato cresciuto da mio padre. Ero il primogenito ed ero un maschio, elemento importante nella mia famiglia, quindi sono stato trattato come un re...-
-Diciamo che sei stato viziato.- disse Isie, ma ad un'occhiata di Damian si zittì subito.
-Mio padre non è una persona facile, ma rimane pur sempre mio padre. Forse ha esagerato nei modi, ma la sua educazione è stata perfetta per me, seppur severa. Insomma, io non sono così per colpa di mio padre. Questo è il mio carettere e sarebbe stato lo stesso anche senza il suo aiuto.-
La ragazza aveva una serie di dubbi, ma preferì tenerseli per sé.
-Quando nacque Alex, mia madre decise che con lui sarebbe stato diverso. Sarebbe stata lei a crescerlo e ad educarlo, per non farlo diventare uguale... a me.-
-E' stato tuo padre a dirtelo?-
-No, l'ho sentito con le mie orecchie.- disse Damian, irritato.
-D'accordo, ma sei comunque suo figlio, non può odiarti.- chiarì Isie, sicura di quel fatto.
-Invece mi odia. Mi odia per colpa di mio padre, ma non ha ancora capito che lui non c'entra niente. Comunque non dispiacerti per me, io provo lo stesso. La odio.-
-Non sei serio.-
-Sì, Leigh, sono serio. Non siamo tutti come te, io provo sentimenti anche spiacevoli. E la odio ancora di più quando mi invia delle lettere, scrivendomi come se fra noi ci fosse un bellissimo rapporto e fossi io il cattivo.-
-Alex le sa queste cose?-
-Oh, il tuo Alex le sa bene. Hai visto com'è fatto, non riesce a reagire e si fa sopraffare da chi è più forte di lui. Quando mio padre gli ordinò di starmi lontano, lui lo assecondò ed è così che si è creata quella frattura che hai visto quest'estate.-
Isie non sapeva cosa dire. Damian sembrava troppo sincero e il fatto che si fosse confidato con lei, sebbene obbligato, le fece capire che non stava mentendo.
Se, però, la storia raccontata dal ragazzo corrispondeva a realtà, cambiava tutto.
Si rese conto di conoscere poco o nulla di Alex e di non aver capito niente di Damian.
-Ora sei soddisfatta? Mi lascerai stare?- chiese lui, non guardandola in volto.
Isie, la razionale e fredda Isie, si mosse all'improvviso, spinta dalla voglia di abbracciarlo.
Damian si irrigidì, ma non la allontanò.
-Non devi sentirti solo. Tuo padre ti vuole bene, Nick ed Alex ti vogliono bene ed io... io sto iniziando a volerti bene.-

 

Era in ritardo, lo sapeva bene. Teddy aveva detto alle otto e dovevano essere almeno le nove.
Il tempo con Alex volava e, benché questa fosse un'ottima giustificazione, sapeva che quella volta Victoire non l'avrebbe perdonata. Con il suo ragazzo le cose procedevano bene, ma per il momento Isie non aveva fatto parola di quello che era successo con Damian.
Credeva al ragazzo, ma lei stava con Alex e probabilmente la storia, raccontata da lui, sarebbe stata diversa.
Scese l'ultima rampa di scale che l'avrebbero condotta alla Sala Grande, ma proprio in quel momento le scale si mossero.
-Dannazione!-
Una volta che si furono fermate, Isie le risalì, trovandosi faccia a faccia con Damian.
-Oddio, non farlo mai più!- sbuffò Isie, con una mano posta sul cuore.
-Devo parlarti.-
-Non ora. Sono in ritardissimo.- chiarì la ragazza, facendo per superarlo.
-Ho detto che devo parlarti.- ringhiò lui, prendendola per un braccio e trascinandola via.
-Odio questo tuo comportamento. Le cose si chiedono gentilmente.-
-Te l'ho chiesto gentilmente. E poi non disprezzavi l'odio?-
-Sbrigati.- disse Isie, sapendo di essere stata appena spiazzata.
-Aspetta. Nick, ci sei?-
Nick uscì da dietro un angolo.
-Eccomi. Ciao, Isie.-
-C... Ciao. Ora sono confusa.-
-Farò in fretta così non lo sarai più. Tenete.- Damian allungò due oggetti verso i ragazzi.
Nick ricevette un nuovo manico di scopa, Isie una collana con una piccola fragola.
-Wow, grazie, amico.- saltò su Nick, entusiasto.
-Ehm... Ci hai fatto dei regali di Natale?- chiese Isie, stupita e dubbiosa.
-Non sono regali. Mi avanzavano e così... Non volevo buttarli.-
-Ti avanzava un manico di scopa?- esclamò Nick, convinto delle parole del ragazzo.
Isie, invece, gli sorrideva.
-Smettila di fare quella faccia. Non sono regali. Vedi? Non sono incartati.- continuò il ragazzo, quasi in imbarazzo.
-Amico, io un regalo te l'ho fatto. E' in Sala Comune.- disse Nick, continuando ad ispezionare l'oggetto che aveva fra le mani.
-Io te lo farò.- promise Isie.
-Non ce n'è bisogno.- chiarì Damian, fiero.
-Però te lo farò. Dimmi cosa vuoi.-
-Questo basterà.- disse Damian, tornato quello di sempre, allungandosi e rubandole un bacio a tradimento.
Nick fece cadere il manico di scopa, Isie non ebbe il tempo di dargli un pugno.
-Andiamo, Nick.-
-D-D'accordo.- mormorò il ragazzo, riprendendo il manico e raggiungendo l'amico, continuando però a lanciare occhiate oblique ad Isie che gli grugnì in risposta e, ricordandosi di essere in ritardo, partì nuovamente in direzione della Sala Grande.


FINE FLASHBACK

 

 

Spiegazioni, varie ed eventuali:
E con questo capitolo si svelano alcuni segreti di Damian e di Isie che deve ancora chiarire con Alex tutta la situazione della sua famiglia.
Spero siano chiari i flashback. Il primo risale a prima dell'inizio della scuola, quando Isie ha trascorso l'estate dai Flitt.
Il secondo è dopo Hogsmeade e l'ultimo durante la serata di Natale organizzata da Teddy, quando Isie non si era fatta vedere.
Se avete fatto attenzione ci sono ancora dei buchi mancanti... Dov'è andata, dopo quel bacio, Isie? Lisa non l'ha vista fino al mattino dopo e non era con Alex.
Isie è quella che ha sempre più misteri, ma presto tutto sarà svelato xD
Grazie a tutti coloro che seguono la storia *-*
Un bacione enorme <3

   
 
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