Erano
le cinque di mattina quando
davanti la villa Uchiha un gruppo di ragazzi parlava sotto voce per non
svegliare gli abitanti del quartiere.
-Avete
capito cosa dovete fare?-,
domandò Sasuke guardando i suoi complici.
-Abbiamo
capito cosa, ma non il
perché-, disse un ragazzo dai capelli bianchi con le punte
tinte di celeste.
-Non
ti deve interessare il motivo
Suigetsu, fai quello che ti dico e basta come Juugo-, concluse il moro
per poi
rientrare in casa.
-Perché
ci facciamo comandare così da
lui?-, sospirò Suigetsu prendendo una grande busta poggiata
a terra.
-Ah,
non lo so nemmeno io-, rispose
Juugo prendendo l’altra busta.
Sasuke
dalla finestra della sua camera
sorrideva immaginando la faccia di Naruto a quel suo
“regalo”.
“Crack,
crack, crack”
Naruto
fece cadere a terra la sveglia
ranocchia che Sasuke gli aveva regalato l’anno prima e si
tirò su quando questa
anche mezza rotta continuò a gracidare.
-Che
palle-, sbuffò.
Non
aveva voglia di andare a scuola,
non dopo quello che era successo quel fine settimana.
Il
telefono cominciò a squillare, ma
visto che al biondo piaceva la sua suoneria aspettò un
po’ prima di rispondere.
“Sweet
home Alabama”, mosse le labbra
sul ritornello per poi pigiare sul tasto verde.
-Ma
quanto ci metti a rispondere-,
lo sgridò Shikamaru.
-Uhm,
dormivo, ho sonno, buona notte-
-Non
farmi venire lì a buttarti giù dal letto, o vuoi
che chiami l’Uchiha?-,
domandò non
sapendo minimamente quanto questo avrebbe spaventato il biondo.
-Neanche
morto, ecco, ecco, mi sto
alzando-, disse attaccando il telefono in faccia all’amico.
Si
alzò e andò ad accendere lo stereo
facendo partire il cd che vi era all’interno.
“Welcome to the jungle”
E
saltellando da una parte all’altra
prese i vestiti e si diresse in bagno, a tempo di musica si
lavò e si vestì.
Davanti
lo specchio guardò il
risultato e poi cominciò a suonare una chitarra immaginaria.
-Welcome
to the jungle-, urlò per poi
ridere di se stesso.
“Patience”
Finì
di fare colazione fischiettando.
Quella mattina si sentiva particolarmente rilassato, questo
perché ancora non
aveva pensato all’Uchiha, anche dopo l’insinuazione
di Shikamaru.
Ma,
come si dice, parli del diavolo e
spuntano le corna?
Il
telefono squillò di nuovo e il
biondo corse a prenderlo.
-Ehi-,
riuscì a dire in imbarazzo.
-Sbrigati
tonto, o vuoi fare tardi?-,
lo ammonì il moro dall’altra parte della
cornetta.
-Eccomi,
sto uscendo-, gli rispose.
Ora
che aveva sentito la sua voce si
sentiva strano e quello che la musica gli aveva fatto dimenticare gli
tornò
prepotente in mente.
Con
mani tremanti infilò il cellulare
in tasca e prese lo zaino da terra, proprio dove lo aveva gettato il
sabato
mattina, dopo quello che era successo a scuola, prima di quella sera
dove dopo
aver bevuto aveva fatto “quello” a Sasuke.
“Oddio,
non lo voglio vedere, ho paura cazzo!”
Uscì
di malavoglia dal suo
appartamento dopo un’altra telefonata di Shikamaru che lo
minacciava di non
aiutarlo nel prossimo compito di matematica e rimase sorpreso.
Un
filo rosso partiva dalla sua porta
e proseguiva giù oltre le scale.
Un
biglietto era attaccato all’inizio
del filo.
“Vuoi”, recitava
e nient’altro.
Il
biondo si abbassò e prese il filo
cominciando ad arrotolarlo e seguendolo; ben presto si accorse che
stava
andando a scuola e stava facendo il suo solito tragitto.
Il
filo era stato più volte unito con
dell’altro cambiando sfumatura di rosso e grandezza del
tessuto.
Naruto
si domandava come era possibile
che il filo non fosse stato preso da nessuno.
“Magari
è solo nella mia testa e magari mi condurrà dalla
mia anima gemella, chissà”,
si disse
continuando a seguirlo.
-Tutto
procede come volevi-, chiarì
Suigetsu al telefono.
-Sono
contento, ma non cantar vittoria troppo presto e continua a tenere
d’occhio il
mio biondino-,
disse Sasuke.
-Agli
ordini signore- e attaccò.
Digitò
velocemente un altro numero.
-Juugo,
come vanno lì le cose? Il
signore supremo del mondo è impaziente-, domandò
beffardo.
-Non
posso mica dirgli di andare più veloce, comunque
è quasi arrivato-,
rispose il
castano.
-Bene,
a risentirci aquila pazza, qui
acqua bestiale, passo e chiudo-
-Smettila
con questo nomi in codice idiota, nessuno spia la nostra
conversazione-, si
arrabbiò Juugo.
-Non
uccidermi!-, rise attaccando al
telefono.
-Che
noia-, si lamentò appoggiandosi
al muro d’entrata di scuola tenendo il filo in un mano.
“Gli
altri studenti di questa scuola mi guardano in modo strano,
sarà perché
frequento un’altra scuola, oppure perché sono
affasciante, oppure…”
Suigetsu
era perso nei suoi monologhi
quando un ragazzo dalla testa bionda gli toccò una spalla.
Sobbalzò
per poi riprendersi quasi
subito quando si accorse chi era stato a toccarlo.
-Il
filo...-
-Cosa?-,
chiese guardando negli occhi
azzurri il biondo.
-Perché
tieni questo filo in mano?-,
domandò impaziente Naruto.
-Oh,
questo?-, disse alzando la mano e
porgendogli un foglietto,- io sono un emissario della grande anatra
nera-, rise
andandosene infilando le mani in tasta e fischiettando.
“Capisco
la povera testa di anatra, quel biondo è molto
bello”,
pensò
allontanandosi.
-Sta
arrivando-, disse semplicemente e
come risposta dall’altra parte della linea telefonica
ricevette una risata, la
prima che sentiva uscire dalla sua bocca.
“stare”
“Vuoi
e stare”,pensò
il biondo.
“Che
vorranno significare?”
Continuò
a seguire il filo all’interno
del cancello, la campanella era già suonata quindi il
cortile era vuoto.
Arrivò
davanti il magazzino degli
attrezzi sportivi e si abbasso a prendere un altro di quei biglietti.
“con
me”
-Vuoi.stare.con
me-, riunì le parole
per formare una frase e poi arrossì.
Poteva
essere solo una persona, e
quella persona l’aspettava dietro quella porta.
“Entro
o non entro?”,
si domandò torturandosi le mani.
Buttò
a terra tutto il filo raccolto
fino ad allora che risultò essere tantissimo, un lago di
rosso ai suoi piedi.
“Se
entro è perché lo amo. Ma io lo amo? Questo
battere forte nel petto, questa
sensazione come di un mare di farfalle nello stomaco, questa rossore
che mi
ricopre le guancie, tutto questo vuol dire amore?”
Spinse
la porta che cigolando piano si
aprì per mostrare altro rosso.
Rosso
e nero.
Nel
rosso vide la testa scura di
Sasuke.
Era
seduto a terra e il filo girando a
spirale finiva dritto nelle mani di Sasuke che appena vide Naruto se lo
porto
alla bocca.
Il
biondo continuò a seguire il filo,
girando attorno al corpo dell’altro e poi lo raggiunse, si
abbassò alla sua
altezza e prese il filo dalla sua mano allontanandolo dalla bocca
sottile.
-Vuoi
stare con me?-, domandò il
Naruto.
-La
domanda te lo posta prima io-,
ghignò l’altro alzando il viso e facendo
così toccare i loro nasi.
Il
ragazzo abbronzato posò una mano
tremante sulla guancia pallida del moro e lo baciò.
-Lo
prendo per un si, questo fa di te
il mio fidanzato e quindi posso farti quello che voglio-,
dichiarò Sasuke.
-Con
“quello che voglio” cosa vorresti
dire?-, provò a chiedere il biondo.
-Te
lo mostro subito-
Il
moro si alzò buttando indietro
Naruto e con foga si precipitò sulle labbra carnose.
-Ti
voglio-
-Da
quanto? Da quanto mi desideri?-,
domandò il biondo tra un bacio e l’altro.
-Da
quando mi sono reso conto di non
poter vivere senza di te-, gli rispose aprendo la camicia strappando
via i
bottoni.
Naruto
prese il volto di Sasuke
interrompendo così la scia di baci.
-Quando
dormivi con me ti stringevo
per avvolgermi nel tuo odore, quando facevamo il bagno insieme con la
scusa che
eravamo due maschi ti guardavo e desideravo di essere le gocce di acqua
che ti
ricoprivano, quando uscivamo avevo voglia di stringerti la mano-, disse
senza
prendere fiato il moro.
Il
biondo arrossì, ma guardando il
volto serio dell’amico capì i suoi sentimenti, lo
avvicinò di nuovo a se e lo
baciò.
Capovolse
le posizioni ritrovandosi
così sopra al ragazzo dalla pelle chiara.
-Tengo
una tua foto a casa, dentro il
cassetto del comodino, accanto c’è un braccialetto
che mi regalasti un giorno e
c’è anche il biglietto del cinema; ricordi quella
volta al cinema quando mi
spaventai del film e ti presi per mano?-, domandò il biondo
sorridendo onesto
all’altro.
-Si,
ricordo…-, rispose il moro
appoggiando le mani sull’addome abbronzato.
-Non
ero realmente spaventato, io
volevo solo tenerti per mano-, sorrise imbarazzato abbassandosi sul
petto
dell’altro.
-Naruto…-
-Uhm-,
disse quest’ultimo alzando il
volto.
-Io
ti amo-, e Naruto vide la sua
faccia sorpresa negli occhi scuri dell’altro e poi arrossi
abbassando di nuovo
il volto.
-Anche
io…-, e si accoccolò tra le
braccia calde di Sasuke che possessivo lo stringeva, il filo rosso
attorcigliato intorno al loro corpo e un filo ancora più
spesso attorcigliato
intorno al loro cuore.
-Siamo
due idioti-, disse
improvvisamente Sasuke svegliando un Naruto rilassato che si stava per
lasciare
andare al torpore.
-Perché?-,
domandò mettendo il labbro
infuori.
-Perché
non ci siamo mai confessati-,
disse ridendo il moro dando un colpetto sulla testa del suo amato.
Rise
anche Naruto e ricominciarono a rotolarsi
nel capanno tra il filo rosso.
-Fa
male, idiota-, gridò Naruto.
-Sei
non stai fermo… e poi l’idiota
sei tu-, gli rispose per le rime Sasuke.
-Perché
diamine dobbiamo litigare in
una situazione simile?-, sospirò il biondo.
-Infatti,
lasciami fare o preferisci
continuare a litigare?-, chiese il moro.
-Uhm…
muoviti…idiota-, gemette l’atro.
-Rilassati,
ok?-, disse più a se
stesso che al biondo che finalmente era riuscito a penetrarlo
completamente.
Naruto
artigliò le lenzuola sopra la
sua testa e fissò l’azzurro dei suoi occhi nel
nero dell’altro annuendo.
Sasuke
incominciò a muoversi
aggrappandosi alle natiche abbronzate.
-Uhm,
fa male-, disse il biondo
serrando gli occhi.
-Vuoi
che smetta?-, chiese il moro
anche se non sapeva se si sarebbe potuto trattenere, il suo biondino
era così
bello, così tremendamente sexy, soprattutto visto
dall’alto, il suo membro
risucchiato all’interno stretto di Naruto.
Quest’ultimo
scosse la testa in segno
di diniego e afferrò le spalle del moro.
-Baciami-,
e Sasuke lo baciò,
muovendosi più veloce, nascondendo il dolore per la
penetrazione prendendosi
cura del membro del biondo.
-Mi
fa male il sedere-, brontolò il
biondo.
Il
moro rise divertito e si abbasso a
baciare la schiena abbronzata.
-Che
ridi, non riuscirò a sedermi per
una settimana come minimo-, si lagnò Naruto.
-Esagerato-,
gli rise sulla pelle
arrossata.
-La
prossima volta farò io l’attivo e
tu sarai il passivo, dopotutto ti chiami Sasuke-, decise il biondo.
-E
che c’entra il mio nome-, domandò
il moro abbracciando l’altro.
-Sas’Uke…
Uke è nel tuo nome-, rise
allora Naruto.
-Cosaa?-,
rise Sasuke, - se sarò uke
questo è tutto da vedere-, lo sfidò il moro.
-Si,
staremo a vedere- e si baciarono
a lungo immersi per sempre in quel filo rosso che Naruto custodisce
tutto
arrotolato dentro l’armadio.
-Note
Ehhhh
FINITO!
Scusate
eventuali errori e soprattutto scusate se non vi piace il finale, ma io
li ho
visti così questi due amanti/amici.
Se
avevate
in mente un finale diverso vi prego di scriverlo nella recensione,
potrei
sempre fare degli extra con finali alternativi, qualcuno ne ho
già in mentre,
sarebbe carino no?
Scusate
il ritardo nel postare, ma le mie amiche
hanno deciso di nascere tutte in questo periodo quindi sono stata
precchio
impegnata, sorry.
La
storia da
rossa come l’avevo immaginata si è trasformata in
una arancione, e alla fine è
anche un po’ comica (almeno io ho riso nello scrivere alcune
cose, ecco).
Giuro
che
ora mi impegno per scrivere un “Gatto per soldi”
più lungo, eh? Contente?
(lo
so che
non ve ne frega niente, eheh)
Uhm
,alla
prossima storia quindi
Midori_chan.
Post
scriptum Che
ne pensate di una MadaraxItachi, magari per iniziare una shot e se poi
vi piace
la trasformo in una long?
Post
post
scriptum Alla
SasoDei ci ho
rinunciato, per il momento, quindi non ve l’aspettate a breve.
Questa
volta ciao, per davvero eh…
Grazie alle 11 persone che hanno recensito,
alle 7 persone l’anno messa trai preferiti,
alla persona che l’ha messa tra le ricordate,
alle 32 che l’hanno messa tra le seguite.
Ancora grazie :D