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Autore: Daisy Potter    28/03/2006    17 recensioni
Sana, Akito e i loro amici partono per una gita di una settimana. Cosa succederà?! Leggete e recensite ^_^
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8

Capitolo 8.

 

“Pronto?”

“Ciao, Cindy!”

“Ah, ciao, Marika! Come va?”

La ragazza bionda è seduta al tavolo di un locale e sta sorseggiando un alcolico mentre parla al cellulare con la sua migliore amica.

“Benissimo! Non sai cos’è successo …!”

“Riguarda quel tipo carino che mi avevi detto di aver conosciuto ieri? Quel … come si chiamava? … Akito?” chiede la voce dall’altra parte del telefono.

“Già, proprio lui” conferma Marika.

“Racconta, forza!” la incita l’amica, poi tace in trepidante attesa.

“Allora, tieniti forte … ci siamo baciati!!!”

Dall’altro capo della cornetta c’è un attimo di silenzio attonito prima dell’urlo:
“CHE COSA?!! Davvero??”

“Giuro”

“Caspita, che fortuna! E com’è stato? Ma state insieme, ora?! Dimmi, dimmi, dai! Non fare la misteriosa!” Cindy è ansiosa di sapere tutto.

“Be’ … siamo stati interrotti dalla sua ragazza, però …”

“CHE COSA?!” grida l’amica per la seconda volta. “La sua ragazza? È fidanzato, e vi siete baciati?? Ma sei impazzita?!”

“Mica è colpa mia! Io che ne sapevo?!” si giustifica Marika.

“Ma non ti ha respinta?” chiede Cindy, ancora incredula.

“Ehm … era ubriaco …”
“Ma allora sei impazzita sul serio!!!” esclama l’amica di Marika. “Insomma, baci un ragazzo già impegnato e per di più approfittando del fatto che è ubriaco?”

“E dai, che vuoi che sia?” cerca di calmarla la bionda, ma poco dopo è costretta ad allontanare il cellulare dall’orecchio per non venire assordata da una nuova raffica di parole:

“Che vuoi che sia?! Ma non ti rendi conto di quello che hai fatto?? Lo ripeto: sei completamente impazzita! E la ragazza come l’ha presa?”

“È scappata in lacrime dal locale” risponde Marika semplicemente.

“Non voglio crederci …” commenta l’amica, questa volta sottovoce. “Ditemi che non è stata la mia migliore amica a fare una cosa del genere …”

“Ma quanto la fai tragica!” esclama la bionda. “E comunque oggi ci rivediamo!”

“Chi?!” chiede Cindy, sperando in un miracolo che però non avviene.

“Io e Akito, ovviamente!”

“E si può sapere perché mai? Non avrà lasciato la sua ragazza per un bacio che ti ha dato da ubriaco??!” Cindy spera con tutta se stessa che non sia così, e questa volta viene accontentata.

“Purtroppo no, devo solo restituirgli il cellulare che la sua ragazza aveva lasciato al locale …” risponde Marika, e l’amica trae un sospiro. “Ma scommetto che entro stasera la mollerà!” aggiunge.

“EH????!!” esclama Cindy.

“Hai capito benissimo! Io dico che tra poco cambierà idea e vorrà mettersi con me!”

“NO! Marika … No … non fare cretinate! Per favore! Ti conosco, non …” Cindy cerca di farla rinsavire, ma viene interrotta dalla bionda, che ha appena visto una figura familiare fuori dal locale attraverso la finestra.

“Devo andare. Ti richiamo stasera per raccontarti il mio successo. Ciao!”

“Asp …!” prova a bloccarla l’amica, ma Marika ha già chiuso la comunicazione e si è già alzata, diretta verso la porta del locale.

 

Durante la telefonata, Akito si stava dirigendo verso il pub. Camminava con le mani nelle tasche dei jeans, prendendo a calci ogni pietruzza che si trovava sulla sua strada.

Ma perché ho fatto una cretinata simile? Perché l’ho baciata?! Sarò anche stato ubriaco fradicio, ma non è una scusa sufficiente! pensa ancora, tirando un calcio potente ad un altro sassolino e mandandolo a cozzare contro un’auto parcheggiata. Non dovevo farlo! Sono uno stupido! Ora mi riprendo quel cellulare e le dico chiaro e tondo di non rompermi più!

Si ferma di colpo davanti al locale, irritato. Dove diavolo si è cacciata quella Marika?! Sono già passate da qualche minuto le tre, eppure lei non c’è.

All’improvviso, la porta del locale si apre e ne esce la ragazza. Si dirige verso Akito con un sorriso sul viso e gli si avvicina con passo seducente.

“Ciao” gli sussurra, poi si avvicina alla sua bocca, ma Akito si scansa velocemente.

“Muoviti! Dammi il telefono e sparisci!” le intima molto sgarbatamente.

“Mmmh, siamo aggressivi, oggi?” constata lei. “Mi piace …”

“Ti ho detto di muoverti a darmi il cellulare della mia ragazza! Dov’è?!”

“Dritto al sodo, eh? Ok …” dice Marika, poi estrae il cellulare di Sana dalla borsetta e se lo porta al seno, nascondendolo nella scollatura della maglietta.

“Dammelo!” ruggisce Akito, furioso.

“È tutto tuo!” mormora lei, poi gli si avvicina, provocante. “Prendilo …”

Akito la squadra con rabbia e indignazione.

“Guarda che non è un problema! Tanto non me ne importa nulla di te, chiaro?!”

“Bene, allora prendi il telefonino.” gli sussurra ancora lei. Il ragazzo, deciso a porre termine il prima possibile a quell’incontro, si rassegna e alza la mano, pronto a prendere il cellulare …

 

“Uff, ma è così lontano il locale?!” sbuffa Sana camminando in testa al gruppo delle sue amiche.

“Manca poco, è dietro a quell’angolo” le risponde Fuka, indicandole un incrocio qualche metro più avanti, e la precede.

“Oh, finalmente! Non vedo l’ora di chiamare Akito, anche se … ho paura che prenda male la cosa …”

“Ma no, dai!” la rassicura Aya “Vedrai che ti starà accanto. Ti ama davvero!”

“Hai ragione!” esclama Sana risoluta, prima di andare a sbattere contro Fuka. “Chissà poi dove diavolo si è cacciato Aky! Ehi, perché ti sei bloccata di colpo?! Che c’è?”

La sua amica, non appena ha girato l’angolo, si è fermata improvvisamente, fissando un punto davanti a sé.

“Eh? … n - niente” esclama con agitazione. “È solo che … ehm … mi sa che abbiamo sbagliato strada! E già! Il locale è di là, vieni!” e afferra Sana per un polso, cercando di farla tornare indietro sui loro passi, ma lei punta i piedi a terra e si libera.

“Ma che dici?! Il pub è qui, dietro l’angolo! Guarda …” e prima che Fuka riesca a fermarla, si volta, pronta ad indicarle l’ingresso del locale.

In un attimo, però, il suo cuore si raggela. La mano che aveva puntato verso il pub si abbandona lungo il fianco pesantemente, mentre i suoi occhi fissano una scena alla quale non avrebbero mai voluto assistere.

A pochi metri da lei, Akito sta portando una mano al petto di una ragazza bionda, che lo sta guardando negli occhi con uno sguardo celeste seducente, mentre le labbra sono tese in un sorriso. Quando Sana vede la mano del suo ragazzo infilarsi nella maglietta di Marika, qualcosa dentro di lei si spezza. E per la seconda volta, mentre le lacrime di rabbia e di delusione le offuscano la vista, non riesce a fare altro che fuggire via.

Accade tutto in pochi secondi. Akito recupera con rabbia il cellulare di Sana, ma un attimo dopo sente una voce inorridita esclamare: “Che diavolo stai facendo, Hayama??!!”. Si volta, e vede Hisae fissarlo con gli occhi sgranati, mentre alle sue spalle una figura dai capelli rossicci sta correndo via, sorda al suo nome pronunciato da Aya e Fuka. Realizzando quanto è successo, prima di correre all’inseguimento della sua ragazza … SCIAFF! Lo schiaffo ha colpito in pieno viso Marika, che si porta tremante una mano alla guancia sinistra. Quando torna a guardare Akito, viene spaventata dal suo sguardo gelido, minaccioso e carico d’odio, tagliente.

“Non cercarmi mai più, hai capito! Sei solo una stronza!!(scusate, ma ci voleva proprio!NdDaisy)

Poi si volta e corre nella direzione in cui ha visto sparire Sana.

Intanto, Fuka guarda incredula la figura di Marika, che si sta massaggiando la guancia trattenendo a stento  lacrime di frustrazione. Le si avvicina con passo deciso e …

SCIAFF! Colpisce con violenza la guancia destra della bionda.

“TU …” esclama con voce tremante di rabbia. “Mi fai schifo! Ti avevo detto di lasciare in pace Akito!”

Per fortuna, le sue amiche arrivano in tempo a trattenerla, prima che possa scagliarsi di nuovo sulla ragazza, che impaurita se ne va.

“Ecco, brava, sparisci! E stai alla larga da Sana e Akito, chiaro?!” le urla dietro Fuka, furiosa.

 

Sana continua a correre, senza sapere dove sia diretta, volendo solamente fuggire. E mentre corre, piccole gocce scendono dal cielo, unendosi alle sue lacrime, come se volessero lavare via il dolore che prova in quel momento, ma senza riuscirci … Come ha potuto Akito farle di nuovo questo? Perché è tornato da quella Marika dopo averle assicurato che non contava niente per lui?! L’ha ferita ancora più profondamente, un taglio che le sembra insanabile …

 

Pioggia di settembre cade giù

Cambia dimensione alla città

Nuove sensazioni e nuove

Riflessioni nella mente …

 

Akito vola sulla strada, cercando Sana ovunque, guardando in ogni direzione nella speranza di scorgere tra la grigia pioggia il rosso dei suoi capelli. Continua a correre nella sua scia, cercando di raggiungerla. E intanto si pente di ciò che ha fatto, di averla fatta soffrire una seconda volta. Poi finalmente la vede, e accelera, tendendo una mano avanti alla ricerca di quella di lei …

 

La storia si ripete, sì lo so

E la mia mano sfiora quella tua

Trovo convinzioni nuove perché adesso so …

 

Le sue dita si stringono attorno al polso di Sana. Lei sa che è Akito a trattenerla, lo sente, quasi riconoscesse la sua pelle. Una parte di lei le dice di continuare a correre, di sfuggirgli e allontanarsi da lui, ma il suo cuore la ferma …

 

Sei nella mia vita più che mai

Un colore nuovo nei giorni miei

In ogni adesso e in ogni corri via

Dalla noia e dalla malinconia …

 

“Piccola, guardami …”

Solo due parole, pronunciate con dolcezza e tristezza, con supplica e desiderio; due sole parole che la convincono a voltarsi. E tra il velo di lacrime e le gocce di pioggia distingue chiaramente i suoi occhi … gli occhi di Akito … quegli occhi profondi e scuri … quell’abisso infinito … lo specchio della sua anima. Dentro di essi legge il suo amore, la sua richiesta di perdono, la sua colpevolezza. Attraverso quei diamanti d’ambra vede la sua sincerità e il suo pentimento, la sua frustrazione e la sua supplica silenziosa di una difficile comprensione. Uno sguardo che vale più di mille, inutili parole, e che riesce a rallentare il flusso di lacrime di Sana, anche se non ad arrestarle del tutto.

 

Come un treno in corsa verso me

Tra le mie emozioni e i mille se

Il tuo sguardo è una carezza in più

Sai portare pace ai giorni miei …

 

Rimangono immobili, soltanto a guardarsi, le emozioni sciolte dalla pioggia che incessante scende su di loro. Lentamente, la mano che stringeva il polso di Sana lascia la presa, ricadendo lungo il fianco del ragazzo. Akito abbassa la testa, nascondendo dietro al ciuffo biondo e bagnato dei suoi capelli uno sguardo che in quel momento non riesce a sostenere quello offuscato di lacrime di Sana. Cosciente della sua colpa, cerca le parole giuste … ma non le trova. E allora infila semplicemente una mano nella tasca dei jeans e ne estrae un cellulare, porgendolo a Sana. Lei lo guarda … il suo cellulare … non capisce. La rabbia continua a ribollire dentro di lei, e ormai accecata non riesce più a trattenersi, vuole sfogare il suo dolore contro il ragazzo. E così con uno scatto d’ira dà un colpo violento alla mano che tiene il cellulare, facendolo cadere lontano, e si lancia contro Akito, picchiando i pugni sul suo petto, gridandogli tutta la sua sofferenza.

“Perché l’hai fatto? Perché?! Mi avevi detto che non c’era niente tra voi, che il bacio era stato un errore!! Sei solo un bugiardo! Uno stupido! Pensavo di aver fatto la cosa giusta dichiarandoti i miei sentimenti dopo tanti anni, ma mi sbagliavo! Mi sono sempre sbagliata! Non dovevo innamorarmi di te! Ti odio!!!”

Continua a picchiarlo, e lui la lascia sfogare, finché non la circonda con le braccia stringendola in un forte abbraccio, cercando di calmare la sua furia. Lei cerca di divincolarsi, si dibatte, ma i muscoli del ragazzo non cedono ed è costretta ad abbandonarsi all’abbraccio. Ricambia con forza la stretta di Akito, che la tiene contro di sé in un gesto di protezione, mentre sembra che il mondo sia scomparso, lasciando spazio solo a loro due.

 

Tutto va veloce intorno  a noi

Ora mi appartieni ed io lo so

Prima avevo il cuore spento

Per amare veramente …

 

Spostare lattenzione su di te

Al bene elementare che mi dai

Sposo le tue mani e i tuoi perché

Che sia per sempre …

 

E ancora a lungo rimangono in silenzio,i loro corpi sembrano essere uno solo. La pioggia li avvolge, leviga le loro emozioni.

 

Sei nella mia vita più che mai

Oltre il muro dei silenzi miei

Un respiro di serenità

Lalba di una nuova libertà …

 

“Non ti ho mai tradita, Sana” le sussurra infine Akito dolcemente, con voce ferma e calda. “Ero andato solo a riprendermi il tuo cellulare, credimi.”

Lei alza gli occhi gonfi dalla sua maglietta, sulla quale le lacrime si erano unite alle gocce di pioggia, e li fissa nei suoi. Legge la sincerità in quegli occhi, ma c’è qualcosa che vuole impedirle di credergli.

“Non stavi solo recuperando il mio cellulare!!” singhiozza, ricordando l’episodio a cui ha assistito.

“Non l’ho voluto io, Sana!” e cerca di spiegarle ciò che è successo veramente. “Per me quella ragazza non conta nulla, sei tu quella che amo!!!” conclude.

I suoi occhi sono determinati, la catturano come hanno sempre fatto in passato …

 

Quello che non ho capito mai

Ora è così chiaro agli occhi miei

Guardami per sempre come sai

Giura che rimani come sei …

Se poi ti perdi negli occhi grandi di un bambino

Non è impossibile sai amare veramente …

Veramente …

 

E Sana si lascia annegare in quell’oceano di sentimenti che sono gli occhi di Akito, riuscendo finalmente a capire e perdonare di nuovo, a credere alla sua verità. Un bacio, salato dalle lacrime e bagnato dalla pioggia, conferma la loro riunione.

 

Quello che non ho capito mai

Ora è così chiaro agli occhi miei

Sai amore veramente sai

Arrivare dove nessun altro è stato mai …

Mai.

 

“Perdonami, piccola”

Sana scuote leggermente la testa con un sorriso.

“Dimentichiamo! Ora è tutto come prima. Ti amo.”

“Anch’io”

Un altro bacio. Quasi non si accorgono che la pioggia è cessata e tra le nuvole sta facendo capolino un timido sole. La tempesta è passata … nel loro cuore, e attorno a loro. Si prendono per mano e si avviano verso l’albergo.

Ad un tratto Sana si ferma.

“Aky … devo dirti una cosa …”

È seria, e la sua espressione spaventa il ragazzo.

“È molto importante e … ho paura …”
“Di cosa? Dimmelo, puoi contare su di me, di qualsiasi cosa si tratti!”

Sana lo guarda negli occhi, felice per quella rassicurazione. Lo abbraccia, lasciandolo leggermente sorpreso, e quando si stacca, gli dice solo:

“Vieni con me” e prendendolo di nuovo per mano lo conduce davanti ad una farmacia a pochi passi da loro.

“Cos’hai? Non stai bene?” chiede lui apprensivo, ansioso di sapere quale sia il problema. Sana cerca la forza di rivelargli ciò che pensa, e tratto un respiro profondo mormora:

“Non proprio … io … potrei essere incinta!”

Akito continua a guardarla negli occhi. Sembra non avere alcuna reazione, anche se si sta trattenendo a stento dall’urlare: “CHE COSA??!”. Alla fine, dopo aver aperto e richiuso la bocca un paio di volte, dice solo:
“Tu …? tu …?!”

“E che sei, un telefono occupato?!” esclama Sana cercando di sdrammatizzare, ma Akito rimane mortalmente serio.

“Ma ne sei sicura?”

Sana abbassa lo sguardo.

“No … per questo ti ho portato qui.” e indica la farmacia. Akito guarda il negozio, poi si volta di nuovo verso la sua ragazza … e si accorge che sta tremando. Improvvisamente risoluto la prende per mano, stringendogliela, e dice con voce calda e sicura:
“Non preoccuparti, ci sono io. E ci sarò sempre, comunque sia, d’accordo?” le alza il mento dolcemente con la mano libera. Sana risponde al sorriso che le regala lui, poi si fa portare dentro la farmacia, felice di averlo accanto.

 

Un’ora dopo sono all’albergo, nella camera delle ragazze. Aya, Hisae, Fuka, Tsuyoshi e Gomi sono tutti seduti sui letti in attesa, mentre Akito è appoggiato al muro di fronte alla porta chiusa del bagno. Su un tavolino in un angolo della stanza c’è la scatola aperta di un test di gravidanza …

Improvvisamente la porta del bagno si apre lentamente, e spunta la figura di Sana, con in mano un oggetto bianco, lungo e stretto. Akito si scosta subito dal muro, guardandola con intensità, come se volesse catturare una risposta alla sua silenziosa domanda dai suoi occhi, pendendo, come gli altri, dalle sue labbra. Sana prende fiato e con voce bassa, ma chiara, finalmente rivela:

“È negativo.”

Akito l’abbraccia, mentre i loro amici traggono sospiri di sollievo.

“Be’, alla fine tutto si è sistemato!” constata Fuka.

“Già” confermano Sana e Akito abbracciandosi di nuovo.

“Ora possiamo preparare i bagagli … domani si torna a casa.” ricorda Aya.

“È vero … uffi!” esclama Sana, sentendo già il peso dei giorni di scuola sulle spalle.

“Non vorrai rimanere qui, spero?! Con Marika che si aggira nei dintorni!” sgrana gli occhi Akito.

“Hai ragione … però questa gita non è stata un totale fallimento, no?” gli dice Sana. Lui la guarda scettico.

“Forse non staremmo insieme, se non fossimo venuti qui!”gli spiega.

“Allora possiamo dire che è stata una … gita galeotta!” dice lui, tra le risate allegre degli altri.

 

THE END - Daisy

 

Raga, è finita la ff! Ringrazio tutti quelli che hanno recensito, xkè  l’ottantina di commenti ricevuti finora mi ha dato l’energia per continuare qst storia fino a questo ottavo, ultimo capitolo!! Siete stati grandi! E grazie anche a chi ha solo letto, mi fa molto piacere! Spero ci rivedremo presto con un’altra ff, perché mi diverto moltissimo a scrivere e mi fa piacere conoscere tutti i vostri pareri, sia sulle mie idee, sia sul mio stile di scrittura! Aiutatemi a migliorare, mi raccomando! Be’, ora vi saluto veramente … vvukdb!!!!!!!!!!! Daisy JJJJJ

Ps. La canzone che ho inserito in qst capitolo, quando Akito rincorre Sana, è di Laura Pausini (nn so il titolo, ma dovrebbe essere la nona del cd Resta in ascolto, per chi volesse saperlo!J)

 

  
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