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Autore: LanaPotter    28/07/2011    0 recensioni
Eccomi giunta a scrivere il quinto capitolo della saga dell'insolita Grifondoro. Jane è arrivata a New York per un lavoro come capo della sicurezza a una sfilata di moda, ma in aeroporto verrà rapita da un killer. Harry e Tom appena scoperto il fatto, correranno negli USA per salvarla e saranno costretti a chiedere aiuto all'ultima persona a cui Harry vorrebbe chiedere aiuto. Riusciranno i nostri eroi a salvare la bella Jane?
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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5. Ricordi perduti

Jane era seduta su una poltrona comoda e confortevole, aveva la testa fasciata e si guardava intorno incuriosita, con in mano una tazza fumante di tè. La stanza era arredata con gusto, come il resto del lussuoso appartamento, ma a lei dava comunque una sensazione di vuoto e si sentiva fortemente a disagio.

“Puoi spiegarmi di nuovo perché non ci sono foto né di noi né di nessun altro in questo posto?” aveva chiesto all’uomo che le dava le spalle, chino sul tavolo, intento a pulire un fucile di precisione.

“Tesoro, con il mestiere che facciamo non possiamo permetterci di lasciarci dietro prove forti come possono esserlo delle foto. Questa è una delle nostre ‘case sicure’ più belle, non voglio rischiare di doverla abbandonare.” Aveva risposto lui in maniera dolce e comprensiva.

“Ho capito, solo che ancora non posso credere che siamo una coppia di killer su commissione, insomma, non so se sarei capace di uccidere qualcuno.”

“Di solito sono io che uccido, tu sei solo… come dire… un diversivo. Ho scoperto comunque che una donna bella come te può essere più letale di una qualsiasi arma.”

“Quindi io non ho mai ucciso nessuno? Scusa se ti chiedo sempre le stesse cose, ma è che non ricordo assolutamente nulla dopo l’incidente.”

“Non preoccuparti, chiedimi pure tutto quello che vuoi. Sono solo contento che tu sia ancora viva. Ti amo troppo, non sopporterei di perderti.” Aveva detto lui avvicinandosi e accarezzandole il viso. Jane aveva sorriso a quell’uomo così gentile. “Mi ripeteresti cosa è successo, per favore?”

“Certo. Eravamo andati all’aeroporto JFK per far fuori un boss giapponese e dopo aver portato a termine il lavoro ci siamo dati alla fuga, come sempre, solo che questa volta c’è stato un problema alla macchina e siamo finiti fuori strada. L’impatto è stato violento e tu hai sbattuto la testa contro il parabrezza. Eri svenuta e io ti ho portata immediatamente qui. Sei stata priva di sensi per un giorno intero  e quando ti sei risvegliata non mi hai riconosciuto e non ricordavi nemmeno il tuo nome.”

“Oh mio Dio, è terribile! Io, non so cosa fare. Mi sento persa, senza nemmeno un ricordo, senza un’identità…” aveva detto Jane iniziando a piangere.

“C’è l’hai un’identità, sei Christine Jones, e io sono Paul, tuo marito.” L’aveva rassicurata lui abbracciandola.

“Da quanto tempo siamo sposati?”

“Sono già cinque anni.”

“E da quanto facciamo questo lavoro?”

“Io lo faccio da molto prima che ci conoscessimo, poi quando ci siamo messi insieme e ti ho raccontato cosa facevo per vivere, e tu mi hai voluto affiancare.”

“Non posso credere di essermi innamorata di un killer. Cioè, voglio dire, tu non sembri troppo pericoloso a vederti, però dopo che mi hai detto la verità io non ti ho mollato?”

“No, eri in un certo senso entusiasta, e non dimenticare che eri innamorata.”

“Prima di incontrarti che cosa facevo?”

“Eri arrivata da poco a New York.”

“Davvero? Di dove sono?”

“Sei…di un paesino del Tennessee. Confondo sempre il nome. Comunque qualcosa che ha a che fare con il grano.”

“Non ho un documento?”

“No, per noi sarebbe praticamente un suicidio avere documenti. A parte quelli falsi ovviamente.”

“Quindi, ero appena arrivata a New York…”

“Sì, mi hai detto che il tuo sogno era di diventare modella.”

“Modella?!”

“Bhè mia cara, ti sei vista? Saresti stata una modella perfetta!”

“E ho preferito far fuori gente con te, invece che realizzare il mio sogno?”

“E’ stato amore a prima vista il nostro.”

“Dove ci siamo conosciuti?”

“Ad un party. Era uno di quei parti raffinati organizzati dalle riviste di moda. Eri riuscita a farti invitare per entrare un po’ in quel mondo. Io invece…”

“Eri lì per un lavoro, vero?”

“In effetti sì.”

“L’hai portato a termine?”

“No, e ci ho quasi rimesso la pelle per questo. Quando ti ho vista però non ho capito più niente. Tutta la mia freddezza se n’è andata a farsi fottere e mi sono avvicinato a te. Dio, se stavi bene! Avevi uno splendido vestito lungo, rosso e dei sandali dorati. Sembravi una dea.”

“Diavolo, tu sì che hai buona memoria… Che invidia!” aveva detto Jane sorridendo un po’.

“Mi dispiace, tesoro, vedrai che riuscirai a ricordare tutto di me, di noi, della nostra storia e del nostro amore.”

“Io adesso non riesco a sentire niente per te. Lo so che non è una bella cosa da dire, ma è così…”

“Dai tempo ai ricordi di riaffiorare e vedrai che tornerà tutto come prima. So che la mia Chris è nascosta dentro di te da qualche parte e col mio aiuto verrà fuori di nuovo.”

“Sei davvero dolce per essere uno spietato assassino, forse è questo che mi ha fatto perdere la testa per te.” Aveva detto Jane sorridendo leggermente.

“Può darsi.” aveva risposto Paul sorridendo a sua volta. “Adesso che ne dici di andare a letto? Devi riposare.”

“Credo sia un’ottima idea. Inizia a farmi male la testa. Tu però non te ne andare, resta vicino a me.”

“Non ti lascerei per niente al mondo.”

 

Harry guardava nel vuoto. Si trovava sul grande balcone della sua camera d’albergo insieme a Tom, che sembrava fin troppo tranquillo per i suoi gusti, e questo gli dava tremendamente sui nervi.

“Dio santo, come fai a stare così, con le mani in mano? Io sto per scoppiare! Non posso pensare che me ne sto qui con te, mentre mia moglie è tra le grinfie di quel mostro!” aveva inveito Harry contro suo cognato.

“Non è facile neanche per me, ma dobbiamo avere pazienza, il capitano Blake dovrebbe chiamare a momenti e Clark sarà di ritorno tra poco. Quindi, Harry, chiudi il becco e stà seduto! Di idioti ce ne sono già abbastanza in questa storia, non ti ci mettere anche tu.” Aveva detto Tom quasi gridando.

“Sì, magari hai anche ragione, ma ti ricordo che Jane è mia moglie!”

“E’ anche mia sorella se è per questo! E io invece ti ricordo che hai chiesto il divorzio, quindi in teoria non è nemmeno tua moglie!”

“Vaffanculo, Tom! Vaffanculo!” aveva urlato Harry voltandogli le spalle e rientrando furiosamente in camera. Tom stava per reagire, quando gli era squillato il cellulare.

“Salvato dal telefono, Harry! Ricordati chi ti ha fatto quella cicatrice sulla fronte! Meno male, è il capitano Blake.”  Aveva avvicinato il telefono all’orecchio e aveva parlato per qualche minuto con il poliziotto americano. Quando aveva chiuso la comunicazione Tom sembrava ancora più nervoso di prima.

“Che ha detto?” aveva chiesto Harry, speranzoso.

“Hanno scoperto perché il giapponese morto era in America. Era implicato nel traffico d’armi. Doveva incontrare un grosso fornitore qui a New York, ma non sanno ancora chi.”

“E’ già qualcosa, no?”

“Non direi. I trafficanti d’armi non hanno mica un numero verde sull’elenco telefonico. E a livelli così alti riescono a mantenere segreta la loro identità.”

“Però almeno sappiamo che chi ha mandato il killer è in concorrenza col fornitore che doveva incontrare il giapponese.”

Tom aveva annuito. “Speriamo che Clark abbia scoperto qualcosa di più.”

Mentre continuavano a ragionare su come procedere, Harry e Tom erano stati distratti da qualcuno che bussava alla porta. Era proprio Clark che sorridendo era entrato nella lussuosa stanza d’albergo.

“Cos’ hai da sorridere, Kent! La situazione è grave!” aveva ringhiato Harry al nuovo arrivato.

“Sorrido perché ho buone notizie, Quattrocchi!”

“Davvero? Dicci tutto.” Era intervenuto Tom. “Sappiamo già del traffico di armi.”

“Bè, ho trovato l’uomo che doveva incontrare il boss Mishima. Un certo Alan Knight. A quanto ho sentito, doveva consegnargli 10 milioni di dollari in armi pesanti e armamentari da guerra.”

“Vogliono far scoppiare una guerra?! Forse allora non hanno sbagliato a fare fuori il giapponese.” Aveva commentato Tom.

“Potrai chiederlo a Knight direttamente.”

“Hai scoperto dove abita?”

“E’ in Weaverly Place. Dobbiamo muoverci in fretta, prima che si sposti…o che facciano fuori anche lui!”

“E’ possibile?”

“Tutto è possibile, Tom.”

“Come hai fatto a scoprire così tante cose in così poco tempo?” aveva chiesto Harry.

“Ho i miei metodi! E per trovare Jane farei qualunque cosa.”

“Va bene, forza, andiamo.”

   
 
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