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Autore: JessyBree    28/07/2011    3 recensioni
E se una nuova generazione di Malandrini arrivasse ad Hogwarts? E se James Sirius Potter ereditasse dall’amatissimo nonno la capacità di innamorarsi di una sola ed unica ragazza e di renderle la vita un casino totale? E se un nuovo trio di amici inseparabili camminasse per i corridoi della scuola? E se la dolce Rose Weasley cominciasse a provare qualcosa per il suo affascinante migliore amico, nient'altro che Scorpius Malfoy? E se Lily Potter cominci a provare lo stesso sentimento della cugina per lo stesso ragazzo? E se il giovane Albus si trovasse in una situazione da mediatore, mentre tutto ciò che vorrebbe in realtà è un po’ di pace nell’ora di Pozioni e sognare ad occhi aperti la Cercatrice di Corvonero, per cui ha una cotta tremenda? E se le graziose Lucy e Molly diventassero l’orgoglio di George Weasley, e l’allampanato Hugo Weasley la disperazione di Ron Weasley e la gioia di suo fratello Percy? E se Dominique Weasley non fosse esattamente la ragazza che tutti si aspettano?
Beh…io mi sono fatta tutte queste domande…ora non resta che leggere per sapere la risposta! ;) Quasi un secolo di generazione si mischia l’una con l’altra, vecchi e nuovi protagonisti e un sacco di guai!"
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hugo Weasley, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Lily Luna Potter arrivò tutta trafelata al campo di Quidditch.
Si immobilizzò nell’atto in cui aprì la porta, quando si ritrovò cinque paia di occhi a fissarla.
Il suo sguardo saettò nella stanza e tirò un sospiro di sollievo.

“Fiuu…l’ho scampata bella!” esclamò tutta contenta nel constatare che il suo caro fratello capitano non era ancora arrivato agli spogliatoi “Non oso nemmeno immaginare cosa direbbe James se fosse qui!”

“Ti direbbe… DOVE DIAVOLO SEI FINITA LILY LUNA POTTER? L’allenamento è iniziato un quarto d’ora fa!” rispose una voce furente dietro di lei.
Lily si voltò, con l’aria inconfondibile da colpevole.

“Scusami Jamie…mi ero dimenticata! Ero con Lucy e Molly e il tempo è passato e…” la voce di Lily divenne un flebile sussurro, mentre la ragazza strisciava nervosamente il piede per terra con lo sguardo basso, in attesa della sfuriata.

“Accidenti Lily! Sai che voglio che siate tutti puntuali! Non hai rispetto per i tuoi compagni di squadra! Loro sono arrivati tutti puntuali!” puntualizzò James, guardando la sorellina dall’alto al basso.

Era assurdo.
James era sempre perennemente sulle nuvole da non accorgersi nemmeno di quello che gli succedeva intorno, ma quando si trattava di Quidditch si trasformava in un leone pronto a sbranare chiunque gli andasse a tiro. Persino la sua adorabile sorellina, pensò Lily, guardando James e sfoderando l’espressione da cucciolo bastonato che le garantiva ogni cosa, quando era a casa. Ma James non era suo padre e non era particolarmente incline al perdono.

“Per punizione alla fine dell’allenamento rimarrai qui a sistemare lo spogliatoio, senza magia! E stai pur certa che lo vengo a sapere, se sgattaioli via prima! E adesso forza, indossa la divisa così forse riusciamo a iniziare questo benedetto allenamento!

Lily annuì mogiamente: ci avrebbe messo un secolo a ripulire tutto quel casino.
“Non te la prendere Lilis, capita a tutti prima o poi!” esclamò Arielle Monè, la cacciatrice dei Grifondoro del sesto anno.

“Si…sappiamo tutti cos’è capace di fare James se fai tardi agli allenamenti!” aggiunse sua cugina Roxenne, battendole affettuosamente la spalla con la mazza, con una forza tale quasi da scaraventarla a terra.

Finalmente, non si sa per quale miracolo, cominciarono gli allenamenti.
James giocava da Cercatore, come suo padre e suo nonno prima di lui; Arielle, Lily e Eric Thomas, uno del quinto anno, erano i Cacciatori; Roxenne Weasley e Michael Perks erano i due imbattibili battitori, entrambi al sesto anno, e poi c’era Jack Baston, al settimo anno come James, che giocava da battitore.

A metà allenamento, giusto quando Lily stava per segnare un fantastico goal ad effetto, il suo sguardo si spostò sugli spalli, dove erano seduti una ventina di spettatori, tra i quali i Malandrini, la Canon e le sue amiche, le gemelle Weasley e l’inseparabile trio: suo fratello, sua cugina e Scorpius Malfoy.

Nell’istante in cui gli occhi di Lily incrociarono quelli grigi del biondo – anche a quella distanza riusciva a distinguerne l’incredibile colore, successe una cosa alquanto strana: il cuore fece un battito più veloce del dovuto, la palla le cadde dalle mani e per poco non scivolò dalla scopa, dato che aveva preso la spinta giusta per tirare una pluffa ad effetto.
Il fischio di James arrivò dopo pochi secondi.

“Lily, che diamine stai facendo?”
Suo fratello le arrivò ad un centimetro dal naso.

“Scusa Jamie…non so cosa mi è successo. Non accadrà più!” balbettò Lily, arrabbiata per aver commesso quell’erroraccio proprio davanti a tutti.

Il viso di James si addolcì.
“Va tutto bene, Lily? Mi sembri alquanto strana oggi!”esclamò subito, preoccupato. Quidditch e sfuriate a parte, James era il fratello a cui Lily era legata di più. Anche se adorava Albus, lei si vedeva molto più simile al fratello maggiore. Era lui che le baciava il ginocchio quando se lo sbucciava cadendo; era lui che rimaneva alzato per ore a leggerle libri sul Quidditch prima che lei si addormentasse. Ed era da lui che andava, quando aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno…

“Va tutto bene, Jamie. Mi sono solo distratta un secondo, tutto qui!”
James la guardò preoccupato per un altro secondo. Poi si voltò verso gli altri e fischiò, pronto a riprendere l’allenamento.

Questa volta non poteva proprio dirlo a James. Questa volta no.

Perché si vergognava persino lei di quello che provava.

Per suo fratello era già abbastanza difficile accettarlo in quanto amico di Albus…figurarsi come l’avrebbe guardata, se solo Lily avesse confessato di avere una terribile cotta per Scorpius Malfoy, da tre anni a quella parte…..
 
*
 
“Ehi, cosa prende a Lily?” esclamò Molly, lanciando un’occhiata preoccupata alla sua amica, che nel frattempo aveva ripreso a giocare.

Scorpius alzò lo sguardo verso di lei, quando sentii le due gemelle fare il nome di Lily.

Anche Albus alzò lo sguardo, ma non fece in tempo a proferire parola che si ritrovò la punta del manico di James ad un centimetro dagli occhi.

“Ehi Albus! Un conto essere solidali con voi serpi, ma mi sembra troppo permettere che due membri della squadra dei Serpeverde spiino i nostri allenamenti!” esclamò con voce dura James Potter, lanciando sguardi pericolosi da lui a Scorpius.

“Ma dai James! Secondo te siamo qui per spiare le vostre tattiche di gioco? Riuscissimo a capirci qualcosa poi…vi fermate ogni tre secondi!” ribattè Albus, mentre anche Rose alzava lo sguardo dal libro di trasfigurazione che aveva tra le mani.

“Come ci alleniamo non è affar tuo, fratello traditore!” esclamò James “Quindi sciò…andate a strisciare da qualche altra parte!”

“Piantala James!” intervenne Rose “Siamo qui solo perché è ancora troppo presto per andare a trovare Hagrid. Ci aspetta a mezzogiorno!”

“Io non riesco proprio a capire come faccia quel grand uomo di Hagrid ad accettare tre piccole serpi nella sua casa!” ribattè James, ma ora rideva.

Tutti sapevano che in quanto degno Grifondoro, James più di tutti aveva ereditato l’orgoglio patriottico della sua Casa. Ma sapeva anche che oramai la casa Serpeverde non era più considerata la casa dei malvagi…anche se un bel pugno sul naso lo avrebbe assestato a Mister Affascino L’Universo Malfoy….

Ma l’affetto che provava per Albus e per sua cugina era troppo forte per cedere a così spartane tentazioni….
Si sarebbe accontentato di battere Malfoy sul campo da gioco.

Il suo sguardo intercettò per un secondo quello giovale e leggermente annoiato dei malandrini, che aspettavano tutti con ansia la fine dell’allenamento.
Nessuno di loro era fissato con il Quidditch come James.

Per Fred, la cosa più importante era divertirsi insieme agli altri dopo le avvincenti bravate commesse;
Frank si era parecchio rammollito quando si era messo insieme alla Gheller, tanto che da quando erano arrivati sugli spalti non avevano fatto altro che pucchicchiare amorosamente.
Lorcan era il cronista ufficiale delle partite e si era già bello che stufato di vederne pure gli allenamenti.

Lo sguardo di James si spostò invece sul gruppetto di ragazze appostate un po’ più lontano da loro.
Subito i suoi occhi intercettarono quelli della Canon, intenta a ridere per una battuta di Elana Finnigan. Rimase a guardare per un secondo come il sole baluginasse nei riccioli biondi della Canon e subito la sua mano andò a scompigliarsi i capelli.

“Ehi Canon, sei venuta a vedere quanto sono bello quando gioco?” non potè fare a meno di urlarle, un secondo prima di tornare dagli altri. Lo sguardo di Maya Canon saettò prima su di lui e poi verso il cielo.

“No Potter, sono venuta a fare il tifo per la mia amica. Se non l’avessi notato – preso come sei a guardarti allo specchio ogni secondo – anche lei fa parte della squadra!” rispose Maya, inacidita come sempre quando parlava con James.

“Canon esci con me, sabato prossimo?” tentò ancora James mentre si allontanava.

“No, Potter!” fu la laconica risposta di lei.
 
*
 
“Ho detto minimo dieci volte che non si corre e non si grida a squarciagola per i corridoi!” esclamò Hugo Weasley, rivolto ad un paio di minuscoli ragazzini del primo anno “Dieci punti in meno per Tassorosso!”

I bambini si allontanarono in silenzio, lanciando a Hugo occhiate malsane.
“Santo cielo Hugo, tranquillizzati un po’!” esclamò la voce di Dominique Weasley, arrivata in quel momento in prossimità della sala comune dei Corvonero.

Hugo alzò lo sguardo occhialuto verso la cugina, buttando il petto in fuori con aria pomposa.
“I bambini devono capire fin da subito che bisogna rispettare le regole! Lo dico sempre che la McGranitt è troppo buona nel permettere a queste piccole canaglie di strillare come forsennati!”

Dominique ridacchiò, divertita.
Di tutti i cugini Weasley, quello che meno si aspettava diventasse Prefetto era proprio Hugo, il figlio di Ron ed Hermione.

Già quando era piccolo, Hugo era propenso al rispetto delle regole – forse anche troppo – ma Ron si rassicurava del fatto che sarebbe cambiato una volta cresciuto.
E invece, con grande orrore di suo padre e suo zio Harry, e con grande gioia di sua madre e di zio Percy, Hugo era diventanto un Percy Weasley in miniatura. Ligio alle regole e brillante studente, Hugo non aveva preso assolutamente niente dal padre, a parte i capelli rossi, il naso pronunciato e l’altezza.

Il povero Ron Weasley non solo aveva dovuto accettare di avere una figlia Serpeverde e migliore amica di Scorpius Malfoy, ma persino un figlio Corvonero borioso e tremendamente uguale a suo fratello.
Era con una certa disperazione che guardava il suo piccolo Hugo parlare di scuola e di lavoro con zio Percy, che lo trovava il eccellente successore.
Nonostante fosse così pomposo e così studioso, Hugo era di gran lunga il cugino preferito di Dominique.

Troppo piccola per essere accolta nella cerchia di James ed Albus, e troppo diversa dalle sue vivaci cugina Lily, Molly e Lucy, e sempre nell’ombra della magnificenza di sua sorella Victorire, Dominique si era accontentata di essere una Corvonero come le altre. I suoi geni veela si fermavano al colore degli occhi e dei capelli, punto. Lei era tutt’altro che magnifica, perfetta, bella ed elegante come sua madre e sua sorella. No, lei era semplice.

La Weasley non Weasley ma neanche Delacour.

Era cosi solito chiamarla James, quando per caso si trovava a rivolgerle la parola.
E lei aveva imparato a considerarsi tale; troppo normale e troppo poco appariscente per trovare un posto nella cerchia dei ragazzi più ambiti di Hogwarts.

Cosi Dominique aveva trovato conforto in suo cugino Hugo, suo coetaneo, e seppure un po’ strano gli voleva un bene del mondo.

Ed era proprio Hugo, l’unico al mondo ad essere a conoscenza del suo segreto. L’unico del quale si poteva fidare. L’unico che, nonostante non approvasse, sapeva del tormento interiore di Dominique.

Prima che potessero raggiungere la loro Sala Comune, un coro di voci fin troppo famigliari irruppe nel corridoio.
“Hugo!” urlò James Potter, aprendosi nel suo solito sorriso sghembo “Piccolo Prefetto perfetto, com’è che non sei chino sui libri o ad annoiare qualcuno con i tuoi soliti discorsi pomposi?”

James, insieme a Fred, Lorcan e Frank si avvicinarono a loro, e il primo un braccio sulla spalla di Hugo.
“Già, oggi non ci hai ancora tolto punti, Mister Perfezione, a cosa dobbiamo tutta questa bontà!” diede man forte Fred, acchiappando il povero Hugo e strizzandogli il collo nella sua presa di ferro.

“Coff coff…non respiro, stupido idiota, vuoi lasciarmi!” borbottò Hugo, cercando di districarsi dall’ammasso di braccia che lo tenevano stretto e che gli fecero cadere gli occhiali per terra.

“Dai, lasciatelo stare, non vedete che è così sfortunato il poverino?” aggiunse Lorcan, squadrando Hugo con i suoi occhi di ghiaccio.

“Già…deve essere dura essere il migliore amico di te stesso, vero Huguccio?”

“Chissà di che argomento parlate tu e il tuo io interiore?”

“Probabilmente nessuno dei due ha mai sentito la parola ragazza e divertimento nel suo vocabolario!”

Hugo divenne rosso come un peperone nella zona orecchie.
“E dai ragazzi, piantatela di dire queste scemate!” provò a ribellarsi, sempre tenuto a stretto contatto dai suoi cugini.

“Oh ma piccolo prefettino, noi abbiamo appena iniziato!” esclamò James, con un bagliore divertito negli occhi.

“Ehi Hugo, perché stasera non vieni in camera nostra…facciamo una capatina nel dormitorio delle ragazze, magari capisci anche che forma hanno!” esclamò Fred, con un ghigno malefico sul viso.

“Si…sappiamo tutti della tua cotta per la Monè! Stasera ti mostriamo come si fa per conquistarla, che ne dici?” aggiunse Lorcan, dando man forte.

Il povero Frank scuoteva la testa, sconsolato.

“Ehi, magari riesce a conquistare la Monè ancora prima che tu possa avvicinarti alla Canon!” ridacchiò Fred, guadagnandosi un calcio negli stinchi da parte di James.

“Non cantar vittoria troppo presto, cugino. La Canon sarà mia!” ribattè James, un po’ seccato che Fred avesse accennato all’argomento.

“Ahahaha nei tuoi sogni, vecchio mio!”

“Oh, li c’è già…e devi vedere che sogni che faccio su di lei!”

I tre ragazzi si sganasciarono dalle risate. Frank alzò gli occhi al cielo.

Lo sguardo di James si posò improvvisamente su Dominique, che era rimasta attaccata alla parete come se ne fosse parte integrante.
“Ehi, no W no D! non ti avevo nemmeno notata, sei qui per aiutare Hugo a capire che cos’è una sco…”

“James!” lo fermò Frank, dandogli uno scappellotto dietro la testa “Non diventare volgare!”

Ma James fece il suo sorriso sghembo, che di solito faceva svenire le ragazze al primo sguardo.

“Scommetto che nemmeno la piccola Dom sa molte cose della vita, giusto Dom?”
Dominique non rispose, ma si limitò a fissare gli occhi del cugino più grande con il suo solito sguardo imperscrutabile.

Forse quello sguardo bastò a far capire James che stava esagerando, perché tolse lo sguardo dalla cugina e lasciò andare Hugo.

“Sarà meglio che lasciamo questi due ai loro libri!” esclamò poi Fred, dando ancora un altro scappellotto ad Hugo “Ti vogliamo bene, cugino! Non prendertela, ma tu sei la nostra vittima preferita!”

“Dopo Gazza, ovviamente!” aggiunse Lorcan, mettendosi le mani dietro la nuca e avviandosi giù per il corridoio.

“E dopo Snaick!” aggiunse James, rabbuiandosi “Non mi piace come quel viscido Serpeverde giri intorno alla mia Canon!”

“La Canon non è tua, James!” gli ricordò Fred, mentre i Malandrini si allontanavano da loro.

“Ma lo sarà!” fu l’ultimo commento che riuscirono a sentire di James.

Dominique fece un grosso respiro e raccolse da terra gli occhiali di Hugo.
Questi, di pessimo umore, si affrettò a tornare nella Sala Comune, seguito dalla cugina, e per sfogarsi della rabbia tolse cinque punti a due ragazzi del terzo anno che avevano commesso il terribile errore di guardarlo.

“Non so proprio come tu faccia, Dominique. Spero che quello che tu abbia visto ti faccia rinsavire!” esclamò Hugo, un secondo prima di salire le scale che portavano al dormitorio maschile.

Dominique rimase da sola a fissare fuori dalla finestra.
Già…quanto le sarebbe piaciuto riprendersi davvero .…..
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