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Autore: Kurtofsky    28/07/2011    1 recensioni
David però era ignaro che presto la sua vita sarebbe cambiata e che, come in una favola, avrebbe preso una svolta del tutto inaspettata.
Gli sarebbe bastato seguire per una volta l'istinto, ignorando tutto quello che lo circondava come le amicizie e la maschera di prepotenza che indossava non appena abbandonava la sua camera.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Dave Karofsky, Kurt Hummel, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: For who could ever learn to love a Beast?
Titolo del Capitolo: Like Brothers
Fandom: Glee
Personaggi: Kurt Hummel, Dave Karofsky, Burt Hummel
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: What if? (E se…), Slash
Conteggio Parole: 2150 (FiumiDiParole)
Note: 1. Questa fic è stata elaborata circa tre mesi fa ma solo la puntata 2x16 “Original Song” ha preso una vera e propria forma. Causa tempo e voglia non sono riuscita a postarla prima e, anche se ho visto le puntate successive e letto gli spoiler, ho deciso di non cambiare niente di quello che avevo abbozzato. Questione di principio. Tengo tanto a questa fic e ci ho lavorato parecchio<3 spero vi piaccia<3
2. Come si è capito, già da tempo volevo scrivere una fic sul mio cartone/musical preferito “ La Bella e la Bestia”, e mentre lo riguardavo per l’ennesima volta ho avuto la giusta ispirazione per creare questa longfic.
3. Dedicata all’altra metà dell’account che altri non è che la mia dolce metà<3 Ti amo e scrivo tutto questo solo ed esclusivamente per te<3
4. Una piccola dedica anche ai pirati<3 perché siete diventate la mia famiglia e vi voglio bene<3
5. La fiera dell’OOC çAç ma ci tengo a far presente che non sono adulti ma sono degli adolescenti che si ribellano alla scrittrice e fanno quel che vogliono è_é/
6. Non è ancora stata betata XD


{ For who could ever learn to love a Beast? ~
- 15. Like Brothers -



Erano passati alcuni giorni dalla chiacchierata mattutina in auditorium e Dave, nonostante la sua scelta - il farsi da parte pur di preservare la felicità di Kurt -, aveva per la testa pensieri tutt'altro che tristi.
Si accontentava di poco alla fin fine, perché per lui tutto quello che riguardava Kurt era bellissimo.
C'era stata la serata che avevano passato con la sua famiglia e poi quella a casa Hummel. Il momento nel quale era riuscito in parte a svelare al padre di Kurt la verità, i loro sms e quei caldi croissant fatti in casa.
C'erano i sorrisi di Kurt, i suoi occhi chiari e le sue parole, il fatto che avesse tenuto la loro amicizia nascosta al sto ragazzo e tante altre piccole cose che gli facevano battere forte il cuore.
Quelle erano la sua fonte di felicità, ciò che lo invogliava ad andare avanti.
Cercava semplicemente di aggrapparsi a quei pensieri mentre i giorni scorrevano ed il ballo si faceva sempre più vicino... e doveva dire che ci stava riuscendo abbastanza bene.
Ad esempio se si ritrovava a pensare a Kurt e al fatto che avrebbe sicuramente ballato tutta la sera con Blaine - senza degnarlo di uno sguardo -, subito cercava di sostituire quel pensiero con il ricordo di quando il ragazzo l'aveva baciato sulla guancia.
Dimenticava puntualmente la negatività e, sorridendo, andava avanti per la strada che aveva ormai scelto di percorrere... anche se era certo che quel suo metodo si sarebbe rivelato vano davanti alla scena reale di un ballo tra i due.
Ma per Kurt avrebbe resistito. Doveva farlo e basta perché se aveva accettato di partecipare a quella serata, era solo per vegliare sul più piccolo e sulla sua felicità...
Blaine doveva dimostrare davanti agli occhi di David essere perfetto per Kurt, e questo doveva far capire all'amico che stava andando tutto bene per riuscire a tranquillizzarlo.
Kurt ovviamente non lo sapeva, sarebbe stato Dave a rendersene conto da solo e quello, per quanto rassicurante, gli avrebbe anche spezzato il cuore.
Sospirando, cercò di scacciare quei pensieri e di concentrarsi sui lacci delle scarpe che utilizzava per fare allenamento con i pesi - aveva bisogno di tenere la mente occupata su qualcosa che non fosse Kurt -, e perso com'era nelle sue elucubrazioni, non si rese neanche conto dell'ingresso di un altro studente del McKinley.
Solo quando alzò lo sguardo, incrociando le iridi di Azimio, si accorse di non essere più solo.
Era la prima volta, dopo quella loro discussione, che si trovavano faccia a faccia ed entrambi sapevano che, giunti a quel punto, non potevano più evitarsi e rimandare un ovvio chiarimento che doveva arrivare da entrambe le parti.
David aveva spesso pensato ad Azimio in quei giorni.
Gli mancava la sua presenza, gli scherzi e le battute.
Gli mancava il suo migliore amico, e per quanto Kurt fosse stato indispensabile in quel periodo, neanche il ragazzo poteva sostituire Azimio.
Per quel motivo David accantonò per qualche istante i suoi problemi sentimentali, facendo tornare a galla una domanda che non aveva ancora tutto risposta.
Voleva semplicemente sapere perché il suo ex migliore amico non aveva detto niente a scuola.
Si aspettava che la sua sessualità diventasse di dominio pubblico nel giro di una mattina, ma invece non era accaduto…
Perché aveva mantenuto il segreto?
Doveva scoprirlo e, qualunque fosse stata la risposta, David si sentiva in debito con lui. Si fronteggiarono quindi in silenzio, studiandosi senza muoversi né fiatare.
Azimio lo fissava serio e Dave, facendo fondo a tutto il suo coraggio, ricambiò lo sguardo con fierezza.
Non doveva scappare.
Non doveva più nascondersi e anzi, doveva dimostrare al suo ex migliore amico che lui era sempre lo stesso David Karofsky che aveva conosciuto.
Grazie a Kurt aveva capito che la sua omosessualità non lo rendeva davvero diverso, non si sarebbe vestito da 'femminuccia' né avrebbe iniziato a comportarsi in modo 'strano'.
Era sempre 'lui' e Azimio doveva solo capirlo e accettarlo... questo nella migliore delle ipotesi e, sinceramente, Dave non voleva neanche considerare la peggiore. Almeno non in quel momento.
" Penso che sia giunto il momento di chiarire alcune cose.", esordì David, cercando di mantenere un tono fermo e deciso.
" Lo penso anch'io.", concesse il ragazzo di colore. " Casa mia?"
" Casa tua.", e con un cenno del capo Azimio uscì dagli spogliatoi senza aspettare l'altro - Dave però sapeva che si sarebbe fermato nei parcheggi.
Il giovane ripensò brevemente a quel breve scambio di battute. Era stato freddo e teso ma il fatto che entrambi fossero pronti ad affrontare quella situazione aveva spronato David ad alzarsi e a seguire l'amico.
Doveva però ammettere che la proposta di Azimio di invitarlo a casa sua l'aveva un po' spiazzato. Sarebbe stata una cosa normale qualche mese prima ma in quel momento gli sembrava una cosa... strana.
Il suo vecchio compagno era sempre stato poco tollerante nei confronti degli omosessuali - era sempre stata quella l'impressione che aveva avuto - e ne stava invitando uno a casa. Uno che per anni aveva considerato suo fratello e che, nonostante quella rivelazione, aveva coperto mantenendo il silenzio... tutta quella situazione era davvero strana e fuori dall'ordinario.
Dovevano davvero chiarirla.



La casa di Azimio quel pomeriggio si poteva dire deserta se si escludeva la presenza della nonna del ragazzo che passava più tempo a dormire in poltrona che a controllare il nipote. I signori Adams erano dei medici, e spesso capitava ad entrambi di condividere lo stesso turno di lavoro e di lasciare solo il figlio in compagnia della parente più anziana - chi dovesse controllare chi era ancora un mistero per Dave.
Ad Azimio quella situazione non era mai dispiaciuta del tutto, e questo David lo sapeva benissimo. Forse l'aveva sentita pesante solo quando era più piccolo, e si sentiva abbandonato dai suoi genitori, ma crescendo aveva superato quella sensazione - grazie anche alle frequenti chiamate che riceveva ogni giorno dalla madre.
Alla fin fine aveva capito che era comodo avere la casa vuota, e quello l'aveva sempre resa agli occhi dei due ragazzi il posto migliore per poter parlare senza interruzioni - tanto la nonna era pure mezza sorda, non li avrebbe mai sentiti.
Quindi, dopo essersi fermati brevemente al Take Away della McDonald, si erano comodamente seduti per terra nella stanza del ragazzo. Il loro era stato un vano tentativo di rendere quella situazione meno impersonale - erano soliti fermarsi alla McDonald dopo scuola -, ma entrambi sapevano che non avrebbero toccato cibo almeno fino a quando non sarebbero riusciti a chiarire... nel bene o nel male.
Stupidamente però la spavalderia di entrambi sembrava essersi dileguata e nessuno dei due voleva iniziare a parlare.
Fu la prima chiamata della madre di Azimio a rompere il silenzio e a far iniziare una prima conversazione.
" No. Non sono solo con la nonna. C'è David. Sì... lo so. Lo farò.", il tono del ragazzo era quasi esasperato. " D'accordo. Saluta papà. Sì, lo saluto da parte tua. A dopo."
Dave lo osservò appoggiare il cellulare per terra, accanto alle sue gambe, poi risollevando lo sguardo attese che fosse Azimio a parlare.
" Mia madre.", esordì. " Ti saluta e si raccomanda di fare la pace con te.", borbottò aggiungendo poi un: " Neanche fossimo dei bambini."
" Già.", assentì Dave.
" Quindi basta girarci attorno.", sbottò Azimio, evitando però di guardare l'altro negli occhi. " Sei... ancora gay?"
" Credo di... esserlo sempre stato.", rispose piano David, strappando un sospiro all'altro. " Ma ci tengo a dirti che sono sempre io. Non sono cambiato.", continuò cercando lo sguardo dell'amico per intuire le sue reazioni.
" Lo so, cazzo! È per questo che non ti ho sputtanato davanti a tutta la scuola!", esclamò il ragazzo di colore. " Eravamo fratelli."
" Non lo siamo più?"
" Dipende da come finisce la discussione."
David assentì sospirando.
In quel momento sapeva il perché Azimio aveva tenuto per sé il suo segreto ma non era tranquillo. Si sentiva vicino alla fine, come se stesse per perdere del tutto il suo migliore amico.
" Mia madre mi ha detto che sono stato uno stronzo per come mi sono comportato.", continuò il ragazzo di colore.
Dave lo fissò e subito sorse spontanea una domanda: " Lei quindi... lo sa?"
" Cazzo sì! Che dovevo fare? Ero abbastanza sconvolto, amico!"
" Come l'ha presa?", sentì improvvisamente la gola secca ma capì ben presto che l'unica cosa che gli importava era sapere riguardava il pensiero della donna nei suoi confronti.
Perché in fondo Susan Adams era come una seconda madre per lui. Dave ed Azimio avevano passato le elementari frequentando uno la casa dell'altro un giorno sì e l'altro pure.
Era... importante per David. Era come se in parte anche i suoi genitori lo sapessero... ma, in fondo, era una cosa decisamente diversa.
" Ha insultato me. Te l'ho detto! Mi ha dato dello stronzo!"
" La conosco, Z.", ribatté David.
" Ok. Ha usato altri termini, ma il succo era quello. Mi ha detto che dovevo capirti. Starti vicino. Bla bla bla. E altre cazzate varie."
Da una parte Dave avvertì il sollievo per la reazione della madre del ragazzo, ma dall'altra temeva che Azimio non condividesse affatto le idee della donna.
" Quindi non sei d'accordo con lei."
" Lo sono invece! Oltre che gay sei diventato pure scemo? Ti ho parato il culo per tutto questo tempo. L'avrei fatto se non fossi d'accordo?"
" Tua madre ha ragione. Sei uno stronzo!", esclamò David, sentendosi finalmente sollevato.
Azimio era stato abbastanza chiaro da fargli capire che era dalla sua parte e... forse poteva riavere la sua amicizia.
" La cosa che mi secca è che abbiamo fatto il bagno nudi a Capodanno... Dio santo...", esalò Azimio come se quella fosse la sua unica preoccupazione, riuscendo però a rubare un sorriso all'altro.
" Spiacente di sminuire il tuo fascino. Ma non sei il mio tipo.", ghignò Dave, afferrando il suo hamburger sentendo improvvisamente crescere l'appetito.
" Lo so che a te piacciono le femminucce, D."
Cercò di ignorare quella battuta - sapeva benissimo che cosa nascondeva dietro quelle parole.
" In ogni caso... è stato più semplice del previsto."
" Cosa?", domandò Azimio, comprendendo la necessità dell'altro di cambiare discorso ed afferrando a sua volta il suo hamburger.
" Tornare qui. Come ai vecchi tempi."
" Ammetto che mi era mancato.", concesse il ragazzo.
" Credo di dover ringraziare tua madre."
" Eh? Cosa?"
" Per come mi ha accettato."
" Ti ho accettato anch'io se è per quello.", ribatté Azimio.
" Ma tu sei un coglione e mi hai dato un pugno."
" Ne vuoi un altro? Perché mi sta giusto prudendo la mano."
" Devi solo provarci, e questa volta risponderò."
" Tsk. Beviamoci su!", esclamò Azimio prendendo il suo bicchiere di Coca Cola, imitato da David.
" Ehi Az."
" Mh?", il ragazzo di colore lo guardò da sopra il bicchiere.
" Grazie."
Azimio ghignò.
" A questo servono gli amici no?"
Dave sorrise di rimando ed annuì.
Era davvero felice che tutto si fosse risolto per il meglio.




" Ho chiarito con Azimio."

Aveva scritto semplicemente quello a Kurt una volta in macchina, poco prima di partire per tornare a casa.
Gli era sembrato assolutamente normale il voler condividere con il più piccolo quell'avvenimento, e restò spiazzato quando il suo cellulare iniziò a squillare segnando una chiamata al posto del solito sms di Kurt.
Accostò ad un isolato da casa e, un po' teso - era la prima volta che sentiva il ragazzo al telefono -, rispose alla chiamata.
" Pronto?"
" Dove sei?", esordì diretto Kurt, lasciando Dave inizialmente confuso - un po' per la sua voce, stupenda anche al telefono, ed un po' per la strana domanda dell'altro.
" In macchina... perché?"
" Sono le sette… mmm…", commentò il più piccolo. " Devi andare a casa?"
" Dovrei... perché?", ripeté David.
" E se ti invitassi a casa mia per un pigiama party?"
" Un cosa?!"
Certo, sapeva cos'era un pigiama party ma... che diavolo aveva in mente Kurt?
" No. Niente. È stupido. Hai ragione... sembrerebbe un ‘gay pigiama party’. Ma vieni almeno a cena da me? Papà e Carole non ci sono. Siamo solo io e Finn."
Mi hai chiamato?!”, la voce del fratellastro di Kurt raggiunse anche le orecchie di Dave.
No Finn. Sono al telefono.
" Kurt... seriamente.”, esordì poco dopo l’atleta, quando capì di avere ancora su di sé l’attenzione dell’altro. “ Non capisco un accidenti di quello che ti sta passando per la testa."
" Hai chiarito con Azimio e vorrei avere un racconto possibilmente dettagliato davanti ad una tazza di latte caldo. Chiedo troppo?", ridacchiò il cantante, spedendo la mente di David lontana per qualche istante – la sua risata era un qualcosa di stupendo.
" Mh...", mugugno poco dopo il più grande.
" Dai. Se vuoi li chiamo io i tuoi. So essere molto convincente."
" N-no. No!”, esclamò subito Dave riscuotendosi.
Con chi parli Kurt?!”, Finn tornò ancora a disturbare la conversazione.
Con David. Lo sto invitando a cena!”, rispose il più piccolo.
Ohhh… viene?”, domandò Hudson.
Allora Dave? Vieni?”, chiese il cantante direttamente all’altro.
“ D’accordo…", rispose Dave piano.
" Perfetto! La cena è alle otto! Ti aspetto! Non vedo l'ora di sentire che è successo! Non me lo aspettavo proprio!"
" Neanch'io...", rispose piano l'atleta, anche se non sapeva se era riferito alla chiacchierata con Azimio o alle proposte di Kurt. " A dopo."
" A dopo!"





Piccola Anticipazione
Dave sentì le guance ardere e, volgendo il viso altrove, cercò di nascondere il suo imbarazzo.
“ Mh…”, mugugnò.
“ La tua reazione è chiara!”
Sospirò e guardò l’altro ragazzo. Non si aspettava di apparire così ‘limpido’ agli occhi di quelle persone che si sforzavano di conoscerlo meglio.
“ Si vede così tanto?”
“ Parecchio.”




Spam
Da tanto non spammavo ù_ù
Unitevi al Max Adler Italia =3
Più siete più farete felice Kurt (la sottoscritta in quest'accountXD)! =3
Vi aspetto!


   
 
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