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Autore: Shizue Asahi    28/07/2011    3 recensioni
Intrecciò la sua mano con quella di lei, stringendola con un po’ troppa forza, perso nei suoi pensieri. E lei, infatti, gli pizzicò il braccio facendolo sobbalzare e costringendolo ad allentare la presa.
-Ahi!- protesto risentito, massaggiandosi con la mano libera la parte lesa.
La ragazza si limitò a sorridergli colpevole, facendo ondeggiare la lunga chiama rossa.
-Ci uccideranno, lo sai?- le chiese dopo qualche minuto di silenzio, osservandola di sottocchio nel tentativo di cogliere qualche cambiamento nel suo volto.
Il sorriso le si allargò –Sono una Grifondoro, non ho paura di niente.- disse continuando a giocherellare col prezioso anello che portava all’anulare.
-E i vermicoli?- soffiò scherzoso il ragazzo sulle sue labbra.
-Okey, quasi di niente.- ammise baciandolo.

{Questa fan fiction avrebbe dovuto partecipare al contest “Mamma, papà, vi presento Scorpius” di lilylunapotter per cui ho consegnato solo io e che, quindi, si è dovuto annullare! D:}
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Autore: Shizue Asahi
Titolo: Panna e Fragole
Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius H. Malfoy, Famiglia Potter
Genere: Commedia, Comico, Romantico
Avvertimenti: One-short, What if

NdA: Certe volte i padri sono davvero ciechi …

 

 

 

Panna e fragole

 

 

 

Intrecciò la sua mano  con quella di lei, stringendola con un po’ troppa forza, perso nei suoi pensieri. E lei, infatti, gli pizzicò il braccio facendolo sobbalzare e costringendolo ad allentare la presa.

-Ahi!- protesto risentito, massaggiandosi con la mano libera la parte lesa.

La ragazza si limitò a sorridergli colpevole, facendo ondeggiare la lunga chiama rossa.

-Ci uccideranno, lo sai?- le chiese dopo qualche minuto di silenzio, osservandola di sottocchio nel tentativo di cogliere qualche cambiamento nel suo volto.

Il sorriso le si allargò –Sono una Grifondoro, non ho paura di niente.- disse continuando a giocherellare col prezioso anello che portava all’anulare.

-E i vermicoli?- soffiò scherzoso il ragazzo sulle sue labbra.

-Okey, quasi di niente.- ammise baciandolo.

 

 

Quando Ginny entrò nel salotto Harry era seduto sulla sua poltrona e sfogliava pigramente la Gazzetta del Profeta, Albus armeggiava con un I-pod, l’ultimo regalo babbano di Nonno Arthur,  e James, seduto al fianco del fratello, sul divano, si girava i pollici.

-Finalmente.- disse il primogenito, fissando desideroso il vassoio che la donna portava con sé.

Da perfetto gentiluomo la aiutò a riporlo sul tavolino posizionato tra le due poltrone e il divano.

Harry ripiegò con poca attenzione il giornale e lo lasciò cadere ai piedi della poltrona. Diede anche lui una rapida occhiata al vassoio e si passò la lingua sulle labbra, poi fissò gli occhi verdi in quelli della moglie, che si era andata a sedere sull’altra poltrona.-

-Ti amo.- disse mieloso, sfoggiando il migliore dei suoi sorrisi.

- Lo so, ma non per questo avrai la fetta più grossa!- cinguettò Ginny sporgendosi in avanti e dandogli un casto bacio a fior di labbra.

- Per favore!- esclamò James coprendosi gli occhi con le mani.

I due coniugi si staccarono leggermente imbarazzati.

-Come se tu non facessi di peggio.- disse sarcastico Albus servendosi una fatta della torta alla panna e fragole, che li fissava dal vassoio.

Il ticchettio lento e ritmato della pioggia sulle finestre del soggiorno accompagnò la loro merenda, mentre James raccontava dei risvolti poco rassicuranti dei suoi allenamenti di Quidditch e Albus della nuova e alquanto bizzarra pozione, che aveva realizzato qualche giorno prima.

-Dov’è Lily?- chiese a un tratto Harry, come improvvisamente folgorato.

Ginny lo fissò preoccupata, mentre Albus e James si lanciavano un’occhiata d’intesa.

-Aveva da fare a scuola.- mentì Albus, sorvolando del tutto sul fatto che sua sorella avesse terminato gli studi da più di due anni e che da quel momento non avesse più rimesso piede a Hogwarts.

Il discorso cadde lì e James si esibì in una serie di orazioni per la torta, infilandosela in bocca con grandi forchettate e causando il riso della madre, che lo rivide bambino, mentre correva per casa alla disperata ricerca di zucchero.

-Ahi!- si lamentò d’un tratto Albus, ritirando velocemente la mano, che aveva appena allungato.

Si esaminò contrariato il dorso della mano, sul quale si vedevano i segni dei denti della forchetta del fratello.

-E’ mia!- disse James alludendo all’ultima fetta di torta.

Ginny portò gli occhi al soffitto, dicendosi che sì, era ancora un bambino capriccioso.

Harry lo sgridò, non abbastanza convinto, adocchiando la fragola rossa che sbucava dal ripieno della torta.

-No, è mia!- aggiunse un’altra voce, e prima che i quattro Potter si rendessero conto i quello che era successo, Lily si infilò in bocca la fetta di torta e la fece sparire in un paio di morsi. Tutta suo zio! Pensò Ginny sconcertata.

Lily si era materializzata tra i due fratelli, con un piccolo “plop” e, come al solito, aveva approfittato della loro distrazione per fargliela sotto al naso.

Tra i due litiganti il terzo gode, dice un detto babbano.

-Tu!- aveva gridato minaccioso James portandole un braccio attorno al collo e iniziando ad arruffarle i capelli rossi. Per tutta risposta la sorella gli pizzicò la pancia, finché non si vide costretto ad allentare la presa.

Quando finalmente James si fu calmato –Ginny gli aveva promesso che avrebbe fatto preparare da nonna Molly una torta solo per lui- Lily puntò gli occhi nocciola in quelli verdi del padre e, con voce calma e pacata, ma al contempo seria, che tradiva una nota di urgenza, disse: -Dobbiamo parlare.-

Harry la guardò sorpreso, poi osservò il cambiamento dei volti dei suoi figli, l’espressione contrariata e preoccupata di James e la vacuità dello sguardo di Albus, come se fosse assorto in un importante ragionamento. Iniziò a sentirsi inquieto, anche un tantino infastidito, loro sapevano qualcosa!

Ma il colpo di grazia glielo diede sua moglie. Ginny non lo stava guardando e non pareva per niente perplessa o preoccupata. Il viso tondo era rilassato in un placido sorriso di comprensione e Harry ricordò perché l’avesse sposata.

Seguì la traiettoria che disegnavano gli occhi nocciola di Ginny e si ritrovò ad osservare le mani minute e bianche della figlia. Contrariato costatò che, ignorando ancora le sue ammonizioni, Lily aveva uno smalto scuro sulle unghie e si rigirava nervosa un anellino tra le dita della mano destra.

Harry assottigliò gli occhi e strinse le palpebre, mettendo meglio a fuoco l’oggetto in questione.

Impallidì e quando la figlia prese a parlare già sapeva che cosa stesse per dirgli.

Recepì solo un’accozzaglia confusa di parole, delle quali capiva fin troppo bene il significato.

-… e così, sì, insomma, abbiamo deciso, pensavamo di fissare la data tra qualche mese, presto, non troppo, giusto il tempo di fare i preparativi e di dirlo ai suoi genitori.- terminò Lily, tutta d’un fiato, non distogliendo gli occhi da quelli del padre, col tono di voce di chi sta ripetendo un discorso imparato a memoria.

-E’ fantastico, tesoro!-  esclamò emozionata Ginevra, sistemando una piega della gonna azzurra, che indossava.

-La mia bambina.-  sussurrò Harry indeciso sul da farsi, rivedendo il faccino paffuto e roseo di Lily, quando ancora se ne andava zampettando per casa, inseguendo Albus e dando il tormento a James.

-E chi è il fortunato?- chiese cauto Albus, quasi temesse di sentire una risposta che già sapeva.

Lily giocherellò un altro po’ con l’anello e poi se lo rimise al dito, laddove, si sperava, sarebbe rimasto per un bel po’.

-Ah, non ve l’ho detto? Che stupida, Scorpius, Scorpius Malfoy, ovviamente!- cinguettò, mentre le orecchie le diventavano un tutt’uno con la chioma, come, quando da bambina, lei e Hugo venivano beccati, alla Tana, con le mani nella confezione semi vuota di biscotti.

-Malfoy!- Harry emise un suono strozzato e si tirò su, rimanendo in piedi in mezzo al soggiorno. Poi si accorse del sorriso della figlia, del luccichio degli occhi, del rossore sulle gote e si disse che non era più una bambina. Era cresciuta, ma  un Malfoy!  

Le lanciò un’altra occhiata e poi si diede per sconfitto.

-Malfoy.-  ripeté afflosciandosi nuovamente sulla poltrona e facendo un segno di assenso, col capo, alla figlia.

Lily sorrise soddisfatta e si smaterializzò con un piccolo plop, così come era venuta.

-Malfoy.- disse Harry per la terza volta – Avrei dovuto castrarlo quando eravamo ancora a scuola!- sentenziò rimproverandosi e causando il riso dei familiari.

 

 

Con poca grazia si lasciò cadere sul letto, facendo sobbalzare l’altro occupante.

-Lily!- esclamò Scorpius – Non potresti usare la porta come le persone normali?!-

La ragazza si passò una mano tra i capelli, sistemandosi alcune ciocche che le erano finite sul viso.

-No.- rispose pratica –Smaterializzarsi è più veloce e divertente.-

Scorpius sbuffò, lanciandole un’occhiata obliqua, ma non si arrischiò in una discussione che, sapeva, avrebbe portato solo a un inutile battibecco dal quale sarebbe uscito sconfitto.

-Gliel’hai detto?- chiese deviando il discorse e girando una delle pagine grigie della Gazzetta del Profeta, lo stesso numero che stava sfogliando Harry quasi un’ora prima.

-Sì.- disse cauta Lily, arricciandosi una ciocca ramata tra le dita e sistemandosi più comodamente al fianco di lui, con la schiena contro la testiera del letto.

-E allora?- la incitò, dato che non sembrava essere intenzionata a continuare. Le piaceva tenerlo sulle spine.

-Ha detto di sì, alla fine, avevi qualche dubbio?- cinguettò sorridendogli e posandogli un casto bacio sul collo nudo. –Insomma, ha fatto qualche storia, ma lo sai come sono i padri, qualche moina e si sciolgono.-

-La cosa più grande che tu possa imparare, è amare e lasciarti amare.- sussurrò Scorpius, leggendo a mezza voce una riga vergata in una scrittura piccola ed elegante sulle pagine ingiallite del libro che aveva preso dal comodino, sostituendo il giornale e stupendosi di quanto fosse azzeccata al momento. Aveva costatato durante gli anni quanto Harry J. Potter fosse legato a sua figlia e quanto la cosa fosse reciproca, anche se Lily si ostinava a non ammetterlo, troppo cocciuta. Cocciuta come solo un Grifondoro potrebbe essere.

-Che cosa hai detto?- chiese Lily spostando la testa sulla spalla di lui e solleticandogli il mento con i capelli.

-Mpf, niente. I babbani sanno essere interessantemente perspicaci, certe volte.- la ragazza si tirò su di scatto, puntando i suoi occhi in quelli di Scorpius.

-Che cosa hai detto?- ripeté allarmata, alzando il tono della voce.

Il biondo lasciò che il libro gli scivolasse dalle mani e cadesse a terra, mentre allungava un braccio e la attirava a sé per baciarla.

-Ho detto niente.- soffiò lui sulle sue labbra prima di far sfiorare i loro nasi.

Lily rimase perplessa, ma lasciò correre. Certe volte era stranamente bizzarro, anche per essere un Serpeverde.

-Che hanno detto i tuoi genitori?- chiese allora, dopo che si furono staccati ed ebbe ripreso fiato.

-L’hanno presa bene. Sì, incredibilmente bene!- mentì spingendola con la schiena contro il materasso, deciso a dedicarsi ad attività più piacevoli e Lily lo lasciò fare, tanto lo avrebbe scoperto comunque.

 

 

E intanto al maniero dei Malfoy un alquanto allucinato Draco misurava a grandi passi il perimetro del soggiorno farneticava di un’orda di poppanti  lentigginosa e dai capelli rossi, mentre Astoria lo guardava compassionevole, avendo rinunciato già da un po’ a tentar di farlo ragionare.

 

 

 

 

***

 

Questa fan fiction avrebbe dovuto partecipare al contest “Mamma, papà, vi presento Scorpius” di lilylunapotter per cui ho consegnato solo io e che, quindi, si è dovuto annullare! D:

 

 

 

 

 

   
 
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