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Autore: BlueMoon1996    29/07/2011    3 recensioni
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Questa storia parla della nuova generazione, dopo la seconda guerra magica. Ci saranno amori, amicizie e talvolta anche avventure per i nostri giovani protagonisti.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Buongiorno! devo dare un avvertimento: questa è un'avventura, ma è un pò impicciato come discorso. se vi interessa sapere qualcosa riguardo questo capitolo, potete chiedere a me, o con una recensione, o con un messaggio.

 

Il quadro del quinto piano

Erano ormai passati due mesi ad Hogwarts, e la situazione era rimasta più o meno invariata: James e Evelyne erano sempre più stucchevoli; Dominique e Alex sembravano usciti da una rivista sugli addobbi per San Valentino; Rose e Scorpius erano più uniti che mai; mentre Albus si rifiutava categoricamente di parlare con Alice in quanto era troppo timido. Si lo so a cosa state pensando: “ ma quando si da una mossa?” ecco. Me lo sto chiedendo anch'io, magari Halloween, che si sarebbe tenuto di lì a poche ore, avrebbe cercato di dargli la giusta carica, anche se dubito che scheletri e fantasmi possano essere d'aiuto in una dichiarazione d'amore! Comunque, a giudicare della placida e insolita calma che regnava a Hogwarts, tutto era normale, per ora. Ok, so che mi odiate perchè dico sempre per ora, ma d'altronde non posso fare a meno di dire che questa non è una scuola normale ragazzi! Quindi è impossibile che accadano cosa vagamente simili al normale no?

 

§

 

James, Evelyne, Rose, Scorpius (con sommo dispiacere di James), Albus, Alice e Fred, avevano deciso di avviarsi al banchetto di Halloween, dato che quell'anno non si sarebbe tenuta la festa, ma solo una cena, contornata comunque, da deliziose decorazioni e gustose leccornie.

Fu ad un certo punto che Rose si accorse, mentre passavano per il quinto piano, di un quadro che non aveva mai visto, così si avvicinò e lo osservò bene: era un villaggio in fiamme, e la gente strillava come non mai, con le lacrime agli occhi, mentre dietro alle capanne incendiate, si ergeva una montagna, ed una cupa e fitta foresta.

< ehi Rose? Che guardi? > disse James mentre si avvicinava alla cugina.

< non ti pare strano Jamie? Non vedi come se... fossero vive le persone all'interno del quadro? >

lui lo osservò con più attenzione ed infatti la cugina aveva ragione: il quadro non era animato come gli altri, ma c'era qualcosa di strano... come se fosse vivo, come se i colori emanassero una luce tale ed un'intensità così forte da sembrare reali, e prima che potessero dire qualcos'altro i sette, scomparvero, in un buio vortice, senza neanche sapere il motivo né il luogo dove stavano andando.

 

§

 

James tastò il suolo sotto di lui: esisteva, come esisteva anche lui e le persone che gli erano affianco. Ma dove si trovavano? Al limitare della foresta proibita a Hogwarts?

Lentamente si guardò intorno: c'era una foresta dietro di loro, ma sembrava addirittura più cupa e triste di quella del parco della scuola. Inoltre dietro si stagliavano montagne troppo grandi per appartenere al paesaggio che Hogwarts riservava, ed inoltre, non c'era traccia del castello. Poi lo vide: un villaggio in fiamme e la popolazione che urlava e strepitava. Erano finiti nel quadro. Ma come? Cosa era successo? Con uno scatto si girò per vedere se anche gli altri stessero bene. Pareva di si.

< dove siamo? > mormorò Fred, abbastanza intimorito.

< nel quadro > disse Rose.

< n-nel quadro? Sei s-sicura Rosie? Voglio dire, è tecnicamente impossibile essere in un quadro, a meno che qualcuno non ci abbia dipinti, e non credo che nessuno l'abbia fatto >.

< non so Fred, sinceramente non so come siamo finiti qui > affermò lei, con aria un po' afflitta.

< io proporrei di andare al villaggio, magari lì ci danno una spiegazione > tutti annuirono e si precipitarono all'ormai distrutto villaggio.

Spensero le ultime fiamme rimaste e si guardarono intorno, in cerca di qualcuno. Ma stranamente tutti sembravano essersi dileguati. Ad un certo punto, scorsero molte figure incappucciate che venivano verso di loro, e si nascosero tutti dietro una capanna distrutta.

< sembra si siano nascosti, possiamo tornare. Sono stati sciocchi a mettersi contro di lui > aveva affermato uno degli uomini incappucciati, prima di fare segno ai suoi compagni di seguirlo, e quelli avevano obbedito, lasciando ormai soli i ragazzi.

< chi erano quelli? > chiese Albus.

< non so, ma dai racconti di mio padre assomigliavano terribilmente a mangiamorte! > rispose Scorpius, che cingeva Rose con un braccio, intimorito sia per lui che per lei a causa di quella storia.

< ma come è possibile testa bionda? > aveva esordito James, che anche in casi di estremo pericolo non avrebbe rinunciato a chiamare Malfoy con l'appellativo che aveva inventato quell'estate.

< i mangiamorte non esistono più > aveva concluso.

< no, qui c'è qualcosa di strano. Guardate i villaggi, devono appartenere almeno a sessanta anni fa, lo si capisce dalle strutture ancora poco chiare > aveva detto Rose.

< quindi, coincide col periodo della prima ascesa di Voldemort giusto? > aveva chiesto James mentre la sua saccente cugina annuiva.

< e come facciamo a saperne di più? Dico... in qualche modo bisogna raccogliere informazioni per tornare indietro non credete? > chiese Fred.

< non lo so >. ammise Rose con tono sconsolato.

I ragazzi rimasero così per un po', quando udirono delle voci provenire da poco lontano e fu allora che scoprirono dove tutti si fossero rifugiati: c'era un piccolo pub nascosto completamente nel verde, che sarebbe stato impossibile da individuare se la gente che vi era dentro stava in silenzio. Così aprirono la porta e subito le persone al loro interno si irrigidirono, ma con loro sorpresa si rilassarono subito e li fecero accomodare con aria soddisfatta.

Uno di loro, un uomo dall'apparenza burbero, con una folta barba e gli occhi vispi, diede loro una strana bevanda, che i ragazzi furono troppo cortesi per rifiutare, ma che non bevvero, osservandola con l'aria disgustata. L'uomo si sedette davanti a loro e si presentò.

< sono Brutus Gereman > disse e la sua voce era come un grugnito, molto profonda e dura.

< oh > disse Rose prendendo coraggio < salve signor Gereman, noi siamo Rose, Scorpius, James, Albus, Evelyne, Alice e Fred > e così dicendo indicò uno per uno i suoi compagni.

< vi stavamo aspettando > disse l'uomo, lasciando, se possibile, i ragazzi ancora più perplessi di prima.

< scusi, con “ vi stavamo aspettando” cosa intende dire? Siete stati voi a farci venire qui? > chiese Rose, che ormai aveva preso coraggio. L'uomo non rispose ma si limitò ad annuire.

< e.. > continuò un po' incerta. < potrei.... insomma.... potrei sapere come? > concluse.

Il signor Gereman li squadrò uno ad uno, poi sbuffò e cominciò a parlare.

< è una cosa complicata ragazzi! Non so se riuscirete a capirla, ma ve la spiego comunque.

Circa un anno fa, lui, salì al potere. Fu terribile. Non c'era più libertà, né per maghi, né per babbani, così, noi della popolazione magica fummo costretti a ritirarci in piccoli villaggi... > ma Rose lo interruppe. < mi scusi > disse un po' intimidita, temendo che interrompendolo avesse fatto un madornale errore < quando intende lui, a chi si riferisce? >. L'uomo la scrutò per un po', poi spiegò. < un pazzo, un folle. Con la mania del sangue puro. Tutte balle! Vorrei sapere quanto sangue puro ha in quelle vene! È terribile come riesca ad uccidere a sangue freddo, per non parlare dei suoi seguaci. Siamo rimasti in pochi ormai ad opporre resistenza piccola, sono tutti passati dalla sua parte > Rose sgranò gli occhi e chiese < questo... questo mago, per caso corrisponde al nome di Voldemort? > concluse.

< sei perspicace eh? > osservò Gereman, ma vedendo che non giungeva risposta continuò < si, proprio lui. Ora torniamo a voi. È successo, come dicevo prima, tutto un anno fa, o meglio per voi circa sessant'anni fa. > e qui fece una pausa per assicurarsi che tutti avessero capito, poi riprese.

< il nostro, come dire... pezzo di terra ecco. Non so come spiegarlo. Diciamo che è come se una parte dell'Inghilterra, e si dia il caso che sia proprio questa, fosse rimasta bloccata nel tempo, riuscite a capirmi? > Rose annuì ma gli altri no. Così il signor Gereman si spiegò meglio. < sono sicuro che ora, nel vostro universo, voi-sapete-chi è morto giusto? > i ragazzi annuirono.

< ecco qui no > e tutti quanti rabbrividirono, e spalancarono gli occhi.

< si ragazzi. Voi-sapete-chi, aveva sparpagliato troppa magia. Mi spiego meglio. Tutte le morti, gli incantesimi, e le catastrofi che aveva provocato qui, erano state innumerevoli, molto di più che in altri luoghi. Non so perchè si fosse accanito con noi, fatto sta che tutta quella magia, aveva... come dire... in qualche modo interferito col tempo, ecco. Non chiedetemi com'è stato possibile > aggiunse, in risposta alla tacita domanda dei ragazzi. < so solo che successe una cosa strana, ma al tempo stesso terribile. Le nostre terre si staccarono dall'ordine logico-cronologico del resto del mondo. Se voi cercate le nostre terre nel vostro mondo, non le troverete, ma al loro posto ci sarà qualcos'altro, non so cosa, ma di sicuro non questo. Con questo terribile avvenimento, fummo estraniati dal resto del mondo. E da allora si ripete sempre lo stesso ciclo. Ogni volta che moriamo, rinasciamo, e la storia ricomincia di nuovo. Io credo di essere morto circa sei volte, vuol dire che il ciclo si è ripetuto sei volte. Qui, non c'è futuro, né passato, né presente, c'è solo un segmento di tempo che si ripete continuamente. > il signor Gereman concluse e calò il silenzio. Sicuramente tutti stavano riflettendo su quanto appena aveva detto, ma Rose spezzò il silenzio quasi subito.

< signor Gereman > chiese con un filo di voce. < e noi che c'entriamo? Voglio dire... cosa e come vi ha fatto arrivare a noi? > lui sorrise forzatamente e riprese a raccontare.

< mia figlia, studia a Hogwarts nel mio tempo, e ripete continuamente il quarto anno. Fu quando lei venne a casa per le vacanze che ebbi l'idea. Feci posizionare a Marina (così si chiama mia figlia) il quadro del villaggio in fiamme che mia madre aveva fatto quando ero bambino. Era una veggente lei, aveva predetto sarebbe successo qualcosa del genere. Fatto sta che mia madre prese questo quadro e lo impregnò di una potente magia, dicendomi che poteva viaggiare nel tempo. Quindi Marina mise il quadro al quinto piano e.... > < e poi ci siamo capitati noi > concluse Fred funereo.

< esattamente ragazzo > annuì Gereman.

< possibile che capitano sempre a noi? > chiese Fred, terreo in volto.

< forse abbiamo ereditato il talento dei nostri genitori per metterci nei guai > disse Rose.

< signor Gereman? > chiese timidamente James.

< si? >

< beh volevo chiedere... se lei ci ha fatti venire qui, significa che possiamo fare qualcosa per voi no? Qualcosa che vi possa aiutare a uscire da questa situazione no? >

Gereman bevve un sorso della strana sostanza e sospirò amaramente, mentre tutti lì lo guardavano impietriti.

< in realtà un modo ci sarebbe > disse infine, battendo il pugno sul tavolo di legno.

< ma è complicato > concluse. Sembrava un abitudine lì dire che le cose erano complicate, anche se effettivamente lo erano.

< provi a spiegarci > disse timidamente Alice.

< e va bene. Diciamo che... beh se voi uccideste quel sadico tutto tornerebbe alla normalità, perchè la fonte della magia che aveva staccato le nostre terre dal tempo, non esisterebbe e noi verremmo catapultati nel nostro mondo, e potremmo scoprire se nel frattempo siamo morti o no! >

< in che senso scoprire? > chiese Rose < beh, se tutto tornerà alla normalità, ci sarà uno spazio anche per noi no? E solo dopo potremmo scoprire quello che ne sarà di noi. L'unica cosa triste è non poter fare delle scelte > concluse Gereman < quindi, voi è come se... come se qualcuno scrivesse per voi? > l'uomo annuì < e per fare questo bisogna ammazzare Voldemort > concluse Rose.

< già. Come se fosse facile. Quello è un pazzo sadico! Già mi faceva paura crederlo morto, figuriamoci vivo! >

< andiamo James, tuo padre è colui che lo ha sconfitto in futuro no? > cercò di confortarlo Rose.

< e che c'entra? Quando sono nato il maniaco era già morto! >

< un momento > li interruppe Gereman, mentre il volto gli si illuminava < tu sei figlio di quello che l'ha ammazzato nel futuro? > James annuì e indicò Albus. < siete i due figli di quello che l'ha ammazzato nel futuro. Quindi c'è una speranza! > concluse, ma loro, conoscendo James, sapevano che non si poteva contare su di lui quando si trattava di Voldemort, dato il fatto che era semplicemente terrorizzato.

Dopo due ore di piani e ingegni (gestiti per lo più da Rose e dal signor Gereman), arrivarono alla conclusione di dover andare a spiare i mangiamorte. Così, dopo aver saputo dov'era il loro ritrovo si accucciarono dietro la vecchia baracca che usavano per non destare sospetti. Appena gli fu possibile lo videro, e il sangue gli si gelò nelle vene: Tom Riddle era ancora umano, anche se i suoi lineamenti si stavano allungando, per raggiungere la forma da serpente, gli occhi rossi.

Con un sussurro Albus chiese < ma se loro sono intrappolati qui, come mai voi-sapete-chi non lo è rimasto anche lui ? >

< hai presente gli Horcrux? Probabilmente i pezzi della sua anima lo hanno tirato fuori da lì, ma comunque una parte di lui rimaneva, ma era come una comparsa, una specie di attore del proprio corpo, che ripete sempre le stesse cose > spiegò Rose, Albus annuì e i ragazzi si accostarono di più alla finestra per sentire meglio.

< così sono scappati > stava dicendo Voldemort con una voce un po' da serpente ma non completamente ultimata. < bene > continuò. < tanto non sapranno dove andare con il villaggio in fiamme > e così rise, freddamente, mentre i suoi seguaci ridevano con lui. Poi accadde tutto in fretta: Evelyne pesto un piede a Fred, il quale strillò < Ahia! > i mangiamorte più Voldemort uscirono e li trovarono lì; la battaglia cominciò.

Fred schiantò due mangiamorte molto alti, ma anche stupidi; Rose ne pietrificò uno basso, ma abile, Albus e Alice atterrarono una ragazza che doveva avere la loro stessa età; Evelyne e Scorpius fecero annegare un mangiamorte enorme mentre James resisteva a stento dagli attacchi di Voldemort. Poi di nuovo successe tutto in fretta, in quel lasso di tempo non aveva Horcrux, era mortale, perchè quelli erano andati distrutti nell'altro mondo, e un mangiamorte, riemerso dall'acqua, lanciò una maledizione che James schivò, ma che prese in pieno petto Voldemort.

Poi di nuovo il buio e un senso di vuoto.

Erano di nuovo nel corridoio del quinto piano, ma il quadro non c'era. Al suo posto, c'era un biglietto :

 

vi ringraziamo di tutto, viviamo una vita felice ora.

Abbiamo scoperto che dopo la guerra ci siamo trasferiti

in Italia ed ora stiamo bene. Gli altri mangiamorte

sono rimasti uccisi non so dove. La nostra

gratitudine è profonda.

Con affetto. Il signor Gereman e Marina

 

I ragazzi sorrisero, e si guardarono perplessi, pensando che magari erano spariti per ore, ma la risposta arrivò subito. Una trafelata Dominique Weasley arrivava brandendo in mano una forchetta.

< eccovi! Il banchetto sta per iniziare! > esclamò. Loro si misero a ridere sotto gli occhi sconcertati di Dominique. Era davvero strano, a volte, il tempo!

 

§

 

Bene lettori, spero di avervi almeno un po' appassionato con questo capitolo. Sinceramente il ragionamento è un po' contorto ma nel complesso credo sia abbastanza chiaro no? Avrei voluto farlo più lungo ma poi la storia sarebbe stata messa come in pausa a causa di questa avventura, e le loro non sono avventure a lungo termine però...

Sapete, ho intenzione di scrivere qualcosa ispirato a questo capitolo, però che non riguardi Harry Potter, chissà che non mi venga un lampo di genio!

Vi congedo dicendovi che vi ho già fatto il discorso sul tempo e non credo vogliate risentirlo, e ora mentre guardo le foto delle persone a me più care che mi evocano i più cari ricordi, non posso fare altro che dirvi di ricordare il tempo, perchè non fa mai male sentirselo dire! Una cosa così complicata come il tempo, sarà sempre qualcosa di ignoto all'animo umano.

  
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