Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-gi-oh
Segui la storia  |       
Autore: Tsukisama    29/07/2011    0 recensioni
Rolice Ninfadora, sedicenne, decide di andare a lavorare alla Kaiba Corporation per raggiungere il suo scopo... ignara di quello che l'aspetta!
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, Mokuba Kaiba, Nuovo personaggio, Seto Kaiba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

AVVERTENZA: La storia è completamente frutto della mia fantasia, molte cose potrebbero non corrispondere a ciò che è realmente possibile. Buona Lettura.

 

[Tutto esiste solo nella mente, anche la paura.]

Mi sono presentata abbastanza.

No, attendete, che sciocca che sono, mi sono scordata di dirvi il mio nome, il maledetto. Avevo sempre odiato il mio appellativo, e non ero mai stata capace di convincere i miei genitori a farmelo cambiare. Gli altri lo trovavano un nome splendido, ma non ero mai stata d'accordo con loro. Così, il primo giorno che trascorsi in Giappone, o meglio la prima sera, la passai lì con il mio nome e non con un altro come avrei voluto. Meglio non perdermi in chiacchiere; io mi chiamavo, mi chiamo e mi chiamerò Rolice Ninfadora. Adesso ditemi se non fa schifo, come nominativo.

Quando arrivai in aereoporto era tardo pomeriggio, secondo il fuso orario locale. Ero stanca morta, poiché non ero riuscita a dormire, in aereo. Dopo aver ritirato le valige, io e mio fratello ci avviammo alla fermata dei taxi. Non passò un secondo che uno di questi mezzi ci giunse di fronte e il pilota, dopo aver ricevuto le nostre indicazioni, ci portò in città. I miei genitori ci avevano acquistato un appartamento nel centro di Sapporo, molto vicino al mio luogo di lavoro. Finché non avrei raggiunto la maggiore età Max - mio fratello - avrebbe abitato con me, mentre frequentava dei corsi di specializzazione per divenire un giorno disegnatore di Manga. Max andò a dormire presto, io invece rimasi sveglia per la troppa agitazione. Presi sonno soltanto verso le quattro del mattino, svegliandomi un'ora e mezza dopo.

Avrei dovuto presentarmi a lavoro all'inizio del turno mattutino, ovvero alle otto in punto. Non avevo la benché minima intenzione di sfigurare arrivando in ritardo il mio primo giorno, quindi mi preparai alla svelta ed uscii nel caos cittadino. Passai in banca, a cambiare i miei Euro in Yen, e di seguito cercai un bar, con l'aiuto di una guida turistica consunta che tenevo sempre con me. Per fortuna ce ne era uno prossimamente a casa mia; presi un cornetto al cioccolato e mi rimisi in cammino all'esterno. Camminavo con calma, e rimiravo il paesaggio circorstante.

Giunsi di fronte alla sede della Kaiba Corporation con quaranta minuti di anticipo. Rimasi così spiazzata dalla vista di quel palazzo gigantesco, che per guardarlo meglio mi sedetti su di una panchina esattamente dall'altro capo della strada. Dietro di me vi era un parco, e sentivo gli uccellini cinguettare; era davvero piacevole star lì seduta.

Fissavo l'enorme edificio che mi sovrastava: era più alto degli altri grattacieli che gli stavano attorno, e aveva pianta quadrata. La parte superiore del palazzo, almeno dal lato dal quale la vedevo io, era quasi del tutto occupata da un'immensa finestra. Scendendo con lo sguardo, vidi solo altre finestre, finché arrivai a guardare il grosso portone in vetro oscurato, ai cui lati stavano in piedi, muovendo solo il capo di tanto in tanto, due membri di quello che doveva essere il corpo di guardia: erano vestite di nero e portavano degli occhiali scuri; incutevano un certo timore, anche per la loro corporatura massiccia. Sulla cima dell'edificio troneggiavano, fissate bene al tetto, due gigantesche lettere, una Ked una C, rispettivamente in giallo e in blu.

Rivolsi un'occhiata inceneritrice al finestrone in alto, intuendo che fosse lì l'ufficio del presidente; facendolo, mi tornò il malumore. Per evitare di innervosirmi ancora, nonostante mancasse ancora mezz'ora all'inizio del turno, mi alzai, attraversai la strada trafficata e mi diressi con disinvoltura verso l'entrata.

Arrivatavi, mi resi conto che le due guardie appostate lì erano ancora più grosse di come apparivano da lontano. Con un gesto fulmineo, entrambi gli uomini tesero le braccia muscolose di fronte alla porta per impedirmi il passaggio. Uno dei due, vedendomi alquanto interdetta, con una voce tanto bassa tanto terrorizzante, parlando in inglese, disse: -Visitatore o dipendente ? Se dipendente, tessera-. L'altro mi squadrava di sottecchi. Una volta capito cosa quegli uomini volessero da parte mia, feci loro un sorriso in segno di scuse; dopo di che tirai fuori il tesserino che mi era stato inviato insieme alla lettera di convocazione per quel giorno, in risposta al mio curriculum. La guardia che non aveva ancora parlato, poco meno spaventosa di quella che mi aveva chiesto la tessera, lo afferrò dalle mie mani; poi tirò fuori dalla giacca un oggetto molto simile ai lettori di codice a barre dei supermercati, ma che così, a prima vista, pareva molto più sofisticato. In seguito, lo passò sul mio tesserino e, dopo averlo fissato per un secondo, me lo riconsegnò. Disse: -Ecco a lei, prego-. Mentre mi accingevo ad entrare, mi venne augurato, da entrambi, di trascorrere una bella giornata.


Davanti a me si presentò il più bell'atrio che avessi mai visto. C'era una grande sala d'aspetto, che bensì fosse quasi completamente vuota, dava un'atmosfera calda e accogliente; sedie, tavolini in vetro e piante ornamentali la occupavano, e tutto era nel più rigoroso degli ordini. Ovunque, su praticamente qualsiasi oggetto, si leggeva KC. Avrei dovuto abituarmici, altrimenti mi sarebbe cominciata a girare la testa ben presto.

Non ebbi il tempo di soffermarmi sui particolari che una voce bassa e roca, parlando giapponese, mi disse: - E lei è...? Non l'ho mai vista qui -. Mi voltai verso sinistra al suono di quelle parole, chiedendomi chi fosse stato a parlare visto che l'atrio sembrava completamente vuoto. A quanto mi parse non avevo guardato bene; in fondo alla stanza, accanto ad una porta che recava il cartello "privato", c'era una scrivania, come i tavolini anch'essa in vetro, alla quale sedeva un uomo di mezza età, coi capelli castani, nonostante la stempiatura, e con la fronte aggrottata. Mi avvicinai a quell'estraneo, mentre cominciavo a spiegare: - Il mio nome è Rolice Ninfadora, sono stata assunta qui ed oggi sarebbe il mio primo giorno di lavoro. Potrebbe dirmi dove... - anche se non riuscii a finire, mi congratulai con me stessa per il bel periodo che ero riuscita a creare in giapponese. Ringraziai mentalmente i corsi intensivi che avevo fatto negli ultimi quattro anni.

L'uomo, che prima mi era sembrato tanto distaccato e antipatico, mi fece un largo sorriso, e i suoi occhi neri s'accesero. Peccato che quel sorriso gli scomparve in fretta. - La aspettavo da quando è arrivata la sua richiesta di ammissione, sa ? E' da tanto tempo che qui non si presentano dei novellini, e sono rimasto tanto stupefatto quanto affascinato quando ho letto della sua giovane età. Prego, si sieda - disse l'uomo, indicandomi una delle due sedie girevoli presenti di fronte alla sua scrivania. Un po' a scoppio ritardato, a causa del comunque difficoltoso impatto con la lingua, ma mi sedetti ringraziando.

- E' stato strabiliante perché lei rispondeva a tutte le richieste della KaibaCorp., e tenendo conto che non è accettato nessuno sgarro nei test di ammissione, potrei dire che è stato tanto insolito quanto perfetto, l'arrivo del suo curriculum qui. Lei ha infatti ottenuto il massimo dei voti in ognuna delle nostre prove; matematica, informatica, inglese e Duel Monsters. Davvero sorprendente, mi congratulo con lei, la nostra società non poteva rifiutare la sua domanda -. Annuii, seriamente, senza lasciar trapelare troppa contentezza.

-Bene. Il mio nome è Satoshi Haruka, e si può dire che nel mio ruolo di guardia sto sempre qui all'ingresso. - sorrise - Ma mi occupo anche di effettuare un ultimo breve controllo sui nuovi dipendenti -. Alla vista della mia espressione interrogativa, riprese: - Diciamo che se vuole lavorare qui con una reputazione salda, deve prima battermi in un duello di Duel Monsters -. Rimasi molto sorpresa da quell'affermazione, non avevo letto da nessuna parte di questa prova pratica in un duello. Ma, di certo, non avevo intenzione di tirarmi indietro arrivata fino a quel punto. - Ne sarei lieta - risposi quindi, cauta.

L'uomo mi guardo con una evidente aria di sfida e con un gesto fulmineo estrasse da un cassetto della sua scrivania un vecchio deck (mazzo di carte) di Duel Monsters. Senza mostrami intimorita, tolsi il mio dalla borsa; al contrario del suo, il mio deck era stato costruito solo da qualche anno, e dato il poco utilizzo era come nuovo. Lo posai sul tavolo imitando Satoshi. - Spacchi - dissi. L'uomo obbedì dividendo il mio mazzo in due parti quasi uguali. Io, invece, non volli cambiare la posizione delle sue carte; gli feci un cenno per fargli capire che poteva tenere il suo deck così com'era.

- E' coraggiosa. - affermò - Spero che sia altrettanto fortunata, signorina Ninfadora. - sbottò poi. Non feci notare la mia irritazione a quelle parole; anzi, sorrisi a Satoshi Haruka. - Non penso avrò bisogno della fortuna, sempre se esiste davvero. - controbattei - Comincio io, se non le dispiace -.


Entrambi avevamo in mano cinque carte, e dopo il segno di assenso di un serissimo Satoshi Haruka ne pescai una sesta dal mazzo. Conoscevo il mio deck - tipo drago - alla perfezione, per questo motivo non avevo paura di perdere; tutte le combinazioni di carte possibili con quelle che possedevo erano in mia conoscenza. Quel duello, che avrei sicuramente vinto, mi avrebbe consentito di cominciare bene la mia carriera.

- Comincio evocando Signore dei Draghi in posizione di attacco - dissi, posando la carta sulla mia parte del campo. Avevo pescato le carte giuste, avrei potuto sbaragliare Satoshi in un paio di turni. L'uomo parve preoccupato. Feci un sorrisino: cosa si aspettava, che possedessi un deck da principianti ? Che ingenuo.

Proseguo attivando la carta magia Flauto Evoca Draghi, e la equipaggio al mio Signore dei Draghi - e misi anche quella scoperta. Io ero tranquillissima, ma Satoshi no, per nulla. Anzi, ebbe un leggero sussulto; la mia tattica stava andando alla grande, e pensare che il bello doveva ancora venire.

- Questa carta mi permette, se equipaggiata a Signore dei Draghi, di evocare fino a due dei mostri di tipo drago che ho in mano -. A quanto sembrava, Satoshi conosceva bene l'effetto del Flauto, perché era nervoso. - Ed io sposto dalla mia mano al terreno Drago Komori e Drago Nero Occhi Rossi -. Al che l'uomo mi fissava stupefatto, senza poter dire una parola; era davvero una bella mossa d'apertura, dovevo ammetterlo. Mi congratulai con me stessa.

- Per finire, visto che non posso attaccare - ripresi - posiziono una carta coperta e finisco il... - mi bloccai improvvisamente, vedendo che Satoshi aveva coperto il suo deck con la mano. Si arrendeva? ...Di già?
Da un lato a vederlo così mi dispiaceva, dall'altro ero felice, perché stava a significare che avevo vinto.

- Lei gioca davvero bene, signorina Ninfadora. Non avevo alcuna carta utile per contrastare la sua mossa, ed avrebbe certamente spazzato via tutti i miei quattromila Life Points al suo prossimo turno. Ottimo, davvero sorprendente; ma in fondo me l'aspettavo da una come lei. Ho confermato che la KaibaCorp. ha fatto davvero un bell'acquisto, con lei - si complimentò Satoshi alzandosi in piedi.

- Ne dubito, ma grazie - fu tutto ciò che dissi, fingendomi modesta. Guardai l'orologio, mancavano dieci minuti alle otto.

- Adesso vorrei cominciare a lavorare, sperando solo che duellare con lei sia stato compreso nel mio turno - dissi, e mi alzai anche io. Satoshi rise di gusto; io lo guardai, senza aggregarmi.

- Certo, certo che lo è stato. Anche la visita guidata lo sarebbe, in realtà. - visita ? - Ma non mi va di andare a disturbare Roland adesso, rischio che si arrabbi ancora di più con me, quindi me ne occuperò io. Per lei va bene ? - chiese, avvicinandosi a me. Non faceva differenza, per me, dato che non avevo idea di chi fosse Roland. Quindi annuii, e sorrisi. Satoshi parve contento.

- Allora, lì può vedere l'ascensore, spero che non abbia paura di entrarvici, perché qui di scale non ce ne sono, a parte quelle antincendio fuori - disse lui, ed io annuii educatamente, come per dire: Nessun problema.

Da quella parte c'è il ripostiglio - proseguì voltandosi, verso la porta con su scritto "privato" - ma non credo sia importante, e lì un altro ascensore. Lei lavorerà fra gli sviluppatori, ma credo che lo sappia già. Sono quelli di mezzo fra i tester e gli inventori. Poi, va be, ci sono i gradi di amministrazione e, caso a parte, le guardie. Al primo piano, ci sono i depositi delle attrezzature e le stanze riservate al personale. Al secondo, ovvero dove lavorerà lei, c'è l'operativo. La avviso, per essere ammessa tra gli inventori dovrà impegnarsi non poco - spiegò. Io ascoltavo, interessata, facendo segni di assenso. Pensavo che già aver superato da subito il primo livello fosse un buon risultato; tutto era partito con il piede giusto. Satoshi continuava a parlare, imperterrito.

- Ecco... io le consiglierei di non fare giretti ai piani superiori al secondo, senza una particolare convocazione o con l'autorizzazione d Ro... Roland !!! - esclamò l'uomo, interrompendosi e girandosi. Sorpresa, seguii il suo sguardo. Dall'ascensore sulla destra era appena uscita un'altra guardia, dall'aria serissima e sospettosa.

To-be-continued.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-gi-oh / Vai alla pagina dell'autore: Tsukisama