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Autore: Sacu    29/07/2011    2 recensioni
"Si tratta di una chiave per aprire un Portale per il luogo da cui vengo."
"Se i Drow avessero la chiave non esisterebbero un attimo ad inviare il loro esercito per tentare di conquistarlo."
“Se la tua amica dovesse fallire, presto il nord entrerebbe in guerra."
Ispirato a D&D.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era tutto buio e maledettamente caldo, sembrava di essere in un forno. Non sapeva da quanto era lì, sentiva solo che era al limite. L'avevano lasciata sola in mezzo a quella cella, con una corda che pendeva dal soffitto a serrarle i polsi sopra la testa e le caviglie unite. Le avevano legato le gambe perché scalciava; le avevano proibito anche quell'unica reazione. Solo gridare le era concesso. Urlare e piangere. Ma non aveva più una goccia d'acqua in corpo e non avrebbe potuto versare neanche una lacrima. Neppure volendo.
Poi la porta si aprì, lentamente, come per permetterle di imprimersi bene chi aveva di fronte. Ma dalla porta entrava troppa luce e lei, dopo tutta quell'oscurità, non vide altro che una sagoma nera.
Con calma, un passo dopo l'altro, la figura si avvicinò. Non riusciva a vederne il volto e gli occhi le bruciavano per la luce, ma l'aria intrisa di trionfo non le lasciarono dubbi sulla sua identità. Poteva sentire il suo ghigno soddisfatto e avrebbe tanto voluto mostrarsi orgogliosa, ma in quel momento il suo corpo aveva bisogno d'acqua e nella sua mente non c'era spazio per altri pensieri.
Come un serpente che si avvinghia sulla sua preda, la sagoma nera le girò intorno fino a tornare davanti a lei, felice di poter vedere la sofferenza sul suo volto. Da una tasca della tunica entrasse una fiala con del liquido trasparente, la stappò e la avvicinò a lei.
Ti ho portato dell'acqua. E poi non dire che non sono magnanimo.” Disse lui.
La ragazza ne percepì l'odore dolce e fresco e non riuscì a trattenere un “ti prego” sussurrato.
La figura rise e l'eco della sua voce rimbombò nella piccola cella penetrando come un martello nella mente della ragazza.
Dopo tutto questo tempo non hai ancora imparato a supplicare? Io sono paziente, ma il tuo inutile orgoglio potrebbe anche stancarmi un giorno, sai?”
Ti supplico...” ripeté la ragazza a voce un po' più alta e abbassando gli occhi per la vergogna. Ma lui le sollevò il mento, voleva guardarla negli occhi mentre si umiliava.
Ci sei andata vicino. Completa la frase o questa fiala finirà per terra.”
Dopo qualche istante di lotta interiore si rassegnò. “Ti supplico mio Padrone.”
Un'altra risata echeggiò nella cella e la ragazza distolse lo sguardo ancora. Poi d'un tratto la figura si zittì e alzò la mano sinistra per accarezzare la guancia della ragazza, ma come lei sentì il contatto si scansò disgustata; l'ira lo assalì e scaraventò la fiala contro la parete.
Come osi! Come osi sottrarti al mio tocco! Come osi allontanarti quando persino le Sacerdotesse di Lolth litigano tra loro pur di avermi nel loro letto!? Come osi disprezzare l'onore che ti concedo di essere mia!”
La reazione di lui ebbe l'effetto di risvegliarle l'orgoglio duramente scalfito.
Sono felice che ti diverti ad essere usato alla stregua di un giocattolo da quelle Drow, ma per quanto mi riguarda le mie aspirazioni sono ben più in alto delle tue!” riuscì a dire. Percepiva la rabbia del suo padrone e si aspettava una reazione, ma questa non venne.
Dopo qualche breve istante durante il quale la ragazza si maledisse mentalmente per il suo orgoglio e per non essere riuscita ad ottenere l'acqua, ecco che lui tirò fuori un'altra fiala.
Sappiamo entrambi che se non bevi questa entro pochi minuti morirai. Dimmi Jelia, quali sono le tue aspirazioni adesso?” disse calcando la parola.
Adesso gli occhi si erano abituati alla luce e lei riuscì a guardarlo negli occhi, cercando di capire se bluffava.
Perché tutto questo, Narak?” chiese come fosse una preghiera. “Ti diverti così tanto?”
Te l'ho già detto. Voglio un figlio da te. Voglio un erede, un maschio che abbia i tuoi poteri e che sappia usare la mia magia. Immaginati il potenziale, potrebbe conquistare il mondo! Potrebbe...”
Non permetterei mai a mio figlio di seguire i tuoi pazzi piani!”
Ah, e come pensi di impedirmelo?”
Uccidendoti!”
La terza risata non tardò ad arrivare, ma stavolta sembrava meno sicura.
Sciocca creatura! Pensi di sfuggirmi, vero? Ma non te lo permetterò. Tu diventerai mia moglie e mi darai un legittimo erede!” E senza darle tempo di rispondere la baciò con prepotenza. A niente valsero le blande resistenze di Jelia, non poteva sottrarvisi, ma appena ne ebbe l'occasione gli morse la lingua.
Stupida!” Gridò il Drow staccandosi. “Adesso basta giocare! Rispondi: vuoi sposarmi? Vuoi diventare mia moglie?”
Se la ragazza avesse avuto un briciolo di saliva gli avrebbe sputato addosso.
Te lo scordi!”
Molto bene.” Stappò la seconda fiala e le versò il contenuto sopra i capelli mente la guardava buttare indietro la testa e cercare di recuperare con la lingua le gocce che le scendevano lungo il viso come fossero lacrime.
Poi con voce fredda si congedò. “Questo basterà a mantenerti in vita per un'altra mezz'ora. Spero che per allora avrai cambiato idea o passerò a metodi più persuasivi!”

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Una voce la svegliò di soprassalto e si alzò di scatto.
...maledetto mago da quattro soldi! Lui e le sue idee geniali! Giuro che questa me la paga! Sì! Mi vendicherò! Oh, sì che lo farò! La vendetta è un piatto che va servito freddo, ma troverò il modo per fargliela pagare! E allora sarò io a ridere...”
Isilrill si guardò intorno cercando di capire dove fosse. Il pavimento ondeggiava... certo, era su una barca; più precisamente sulla We're Here, la nave di cui si vantava Aleslosh; in effetti c'era di cui andar fiero, con i suoi ventun metri e un equipaggio di una ventina di marinai.
Si rassicurò e fece un bel respiro capendo di aver solo sognato. Erano anni che aveva smesso di fare quel tipo di incubi sul periodo passato in prigionia a Menzoberranzan ed ecco che adesso tornavano a inquietarla. Si guardò intorno quasi sperando che Ketojan fosse vicino per consolarla come era solito fare, ma ovviamente non era lì. C'era solo Ziwa accucciata accanto al letto e non aveva voglia di svegliarla, poverina, non si sentiva a suo agio sulla barca ed era difficile che si addormentasse.
Probabilmente il sole stava per sorgere, anche se con tutta quella nebbia non si poteva dire, e la voce che l'aveva destata non smetteva di minacciare un certo mago, così si affacciò alla finestra. Non fosse stato che anche lei era arrabbiata si sarebbe messa a ridere vedendo il nobile Rigel, della grande casata dei Deneb, valente guerriero, ramazzare il ponte con un mocio come il più umile dei mozzi.
Decisamente lui non aveva preso bene l'idea di Brendon; non che Keid o Isilrill ne fossero felici, anzi, ma almeno riuscivano a tenere la bocca chiusa, cosa impossibile per Rigel. Lui e il barbaro erano stati costretti ad imbarcarsi come marinai per saldare il debito nei confronti di Isilrill, mentre quest'ultima e il mago li seguivano per assicurarsi di avere indietro i soldi. L'Elfa sarebbe anche stata d'accordo se non fosse per il fatto che Aleslosh, sapendo della sua relazione con Brendon, non avesse riservato loro l'unica cabina presente sulla nave (esclusa quella del capitano s'intende). In pratica dovevano dormire insieme.
La stanza era piccola, senza mobilio e con solo un letto occupato dal ragazzo. Brendon si era offerto cortesemente di lasciarlo a lei e aveva anche scherzato sul fatto che avrebbero potuto dormire insieme, ma Isilrill da brava druida aveva rifiutato sistemandosi alla bell'e meglio con un paio di coperte per terra.
Dopo la sua discussione con il mago usciva raramente dalla cabina e Rigel e Keid avevano preso ad andarla a trovare lì quando finivano il loro turno. Le portavano da mangiare e passavano un po' di tempo insieme a giocare a carte o a dadi. Non fosse stato per Brendon avrebbe detto che il viaggio era piacevole.
Cercando di non svegliare il mago e Ziwa uscì dalla cabina. Era troppo tempo che si era rinchiusa lì dentro e si sentiva in gabbia, aveva bisogno di muoversi e soprattutto non voleva restare sola dopo quel sogno. Fu così che si avvicinò al suo compagno.
...maledetto...se gli metto le mani addosso...”
Ma Rigel già imprechi di mattina presto? Hai tanto fiato da far invidia a un bardo!”
Il ragazzo si fermò un momento per concedersi un sorrisetto e poi riprese il suo lavoro.
E' una dote naturale. Tu piuttosto, che ci fai qui fuori? Ti sei forse decisa a perdonare il Traditore?”
Isilrill si concesse una risata, quel ragazzo riusciva a metterla di buon umore. Lo stava rivalutando e cominciava a capire come mai Brendon e Keid lo tenessero con loro; vero che era chiacchierone fino all'inverosimile e che non sapeva mai stare zitto, ma in fondo un po' di allegria di tanto in tanto non guasta. Nonostante le apparenze da sbruffone era una brava persona.
Sbaglio o era il tuo migliore amico? Quand'è che è diventato il Traditore?”
Da quando mi fa dormire su un'amaca insieme agli altri marinai e mi fa lavare il ponte, ecco da quando! Almeno te hai una camera privata!”
Sì, da dividere con lui! Non sai che voglia ho la notte di strozzarlo...”
Se vuoi mentre te lo strozzi io soffoco le sue grida con un cuscino, che te ne pare?”
Risero insieme serenamente, era tanto che non lo facevano; il mago li aveva fatti infuriare per bene.
Credo che prenderò in considerazione la tua offerta, potrebbe tornare comoda. Comunque sì, l'ho perdonato per come ci ha procurato il passaggio e no, non l'ho ancora perdonato per avermi toccata e non credo che gli rivolgerò la parola tanto presto.”

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Erano in viaggio da poche ore e Brendon, offertosi volontario dopo una minaccia per niente velata dei compagni, aveva appena finito di stipare i bagagli di tutti dentro la piccola cabina. Non essendo abituato ai lavori fisici uscì in coperta tutto sudato e si avvicinò a Isilrill che ammirava il mare appoggiata al bordo sui gomiti, con Ziwa poco lontana; in quella posizione sembrava meno eterea rispetto al primo viaggio in mare, ma la trovava estremamente seducente e moriva dalla voglia di toccarla. Dopo il primo attimo di smarrimento, consapevole dei pensieri poco puri che gli erano passati per la mente, chiuse gli occhi e scosse la testa per non pensarci; senza però ricordarsi che era una pessima mossa da fare su una barca.
Isilrill si voltò sentendo un tonfo dietro di lei e si mise a ridere alla vista di Brendon con le gambe all'aria; per fortuna delle corde avevano attutito la caduta e non si era fatto male, ma era rimasto incastrato e non riusciva ad alzarsi, così gli porse un mano per aiutarlo.
Grazie...” Le rispose diventando tutto rosso per la pessima figura.
Che dici? Grazie a te! Dopo questa scena buffa potrei quasi perdonarti per come ci hai procurato il passaggio. Quasi ho detto!” Sottolineò sorridendo.
Brendon non seppe che rispondere e la osservò tornare nella posizione di prima. Cosa non avrebbe dato per poterla toccare! Si guardò intorno alla ricerca dei compagni per scacciare quei pensieri. Keid era a prua a controllare delle corde con altri marinai, mentre Rigel era dall'altra parte del ponte e gettava il contenuto di paio di secchi in mare, probabilmente bucce di patate. Guardò senza troppo interesse i suoi compagni per qualche secondo, poi alzò lo sguardo verso il timone e vide Aleslosh fargli un cenno di saluto con la mano. Ed ebbe un'idea.
Isilrill sentì Brendon venirle vicino da dietro per sussurrarle qualcosa nell'orecchio.
Aleslosh ci sta guardando, quindi per favore collabora e non spostarti.”
Lei stava per chiedere spiegazioni, quando sentì la mano dell'incantatore accarezzarle il fondo schiena. Si irrigidì per qualche istante, poi senza degnarlo di uno sguardo spostò la sua attenzione sullo Gnomo molto compiaciuto. Gli sorrise col suo miglior sorriso finto e senza neanche guardare Brendon lo prese per mano e se lo portò in cabina sotto l'approvazione di Aleslosh che sorrideva soddisfatto della scena. Quando un'ora più tardi il mago uscì dalla cabina pieno di lividi e col fiato corto suscitando l'ammirazione di tutti, nessuno (tranne Rigel e Keid) pensò che fosse dovuto ad una lotta.

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Suvvia, in fondo poteva fare di peggio, pensa se ti baciava!” scherzò Rigel senza notare un rapido lampo di preoccupazione nello sguardo di Isilrill, preso com'era dal suo lavoro.
Oh, se ci avesse provato a quest'ora il suo cadavere sarebbe nella pancia degli squali!” rispose prontamente lei.
Non che tu lo abbia lasciato in condizioni tanto migliori quando l'hai fatto uscire dalla cabina. Ti giuro, se non fosse stata una scena così comica mi sarei preoccupato delle sue condizioni!”
Comica dici? Lui mi mette le mani a dosso e tu dici comica? Ah, cosa parlo a fare con te... Piuttosto, ti sei informato col Capitano su quanto manca? Questa nebbia mi infastidisce, sembra di essere intrappolati.”
Lo Gnomo dice che manca poco. Vedi, in linea d'aria l'Isola di Nimbral non è lontana dalla Costa, ma con la barca bisogna seguire delle correnti precise che fanno un giro ampio; per questo ci vuole tempo. E la nebbia è causata dalla magia, serve per nascondere l'Isola dagli avventurieri.
Senti io qui ho finito.” Disse gettando il secchio d'acqua sporca in mare. “Facciamo colazione insieme?”
Con piacere!” Gli rispose con un ampio sorriso.
Presi com'erano dalle chiacchiere nessuno dei due si accorse di due paia d'occhi che li osservavano attentamente.

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Brendon era stato svegliato dalle risate di Isilrill e l'aveva osservata parlare amichevolmente con Rigel. Troppo amichevolmente, pensò. Dalla finestra della cabina non riusciva a capire tutto, ma le loro espressioni complici erano fin troppo eloquenti per i suoi gusti. Sentì un nodo allo stomaco che non riuscì a spiegarsi fin quando non li vide andare via insieme verso la cambusa. Gelosia.
Scacciò quel pensiero immediatamente. Era riuscito ad ammettere l'attrazione fisica, infondo la ragazza era oggettivamente bella, ma la cosa si fermava lì: essere geloso portava ad un altro livello e lui questo non lo accettava. Aveva riflettuto in quei giorni e aveva capito che provava qualcosa per lei, probabilmente dovuto al suo incantesimo e di certo lui non si sarebbe piegato a quella magia. No, poteva accettare l'impulso di averla ma non di provare un sentimento per lei oltre l'amicizia.
Mentre rimuginava rimpiangendo di non essere rimasto a letto invece di alzarsi e spiare dalla finestra, Aleslosh bussò alla porta con in mano la colazione salvandolo dai suoi pensieri.

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Aveva origliato rassicurato per aver visto Isilrill sorridere felice. Da quando era arrivato a Candlekeep non l'aveva persa di vista e nonostante avesse appurato che stesse bene e che fosse in buone mani era preoccupato per la tristezza nascosta nei suoi occhi. Finalmente si poteva dare pace.
Però da quando quel mago aveva osato toccarla lei non era più uscita dalla cabina per evitare che ci riprovasse e questo rendeva più difficile tenerla d'occhio; si consolava pensando che i lividi che Isilrill gli aveva lasciato erano niente in confronto a quello che avrebbe subito dal suo Capo una volta che avesse riferito tutto.
Spero che ne usciamo vivi per poter assistere alla scena!”




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Chiesdo scusa per aver lasciato passare tutto questo tempo senza aggiornare, ma tra gli esami e il resto non sono riuscita a scrivere.
E vorrei ringraziare Cabol per tutte le recensioni che mi ha lasciato e per incoraggiarmi ogni volta. E grazie anche a tutti quelli che leggono questa storia!


Allora, come avete notato ho cambiato il titolo della storia. Questo è provvisorio, quindi: chi è gentile e mi aiuta a trovare un nuovo titolo?
   
 
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