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Autore: ImMissBrightside    30/07/2011    1 recensioni
Quale amante e conoscitore della saga non hai fantasticato sull'essere uno studente di Hogwarts? Di andare in giro per Hogsmeade? O anche attraversare il muro tra i binari nove e dieci? Beh, la protagonista di questa fanfiction ha realizzato il suo sogno: dopo aver letto avidamente tutti e sette i libri sulla storia di un certo Harry Potter, ecco che si ritrova catapultata nel mondo magico senza accorgersene. Con l'aiuto del trio protagonista e due guide d'eccezione, Bec, ragazza timida, insicura, tutta casa e scuola, si ritroverà ad affrontare una situazione più grande di lei con il ritorno del Signore Oscuro che incombe pericolosamente come un'orribile minaccia per il mondo intero. Saranno utili le sue informazioni riguardo il futuro? Basta leggere ...
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George, e, Fred, Weasley, Il, trio, protagonista, Nuovo, personaggio | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Sono riuscita a postare il quarto capitolo ... non l'avrei mai creduto possibile. Colgo l'occasione per ringraziare i nuovi e i vecchi recensori (fa tanto primo discorso di Silente!!). 
Questo capitolo è un po' più lungo degli altri quindi è meglio iniziare in fretta. Mi levo dai piedi. 

CAPITOLO 4
Quel primo settembre fu la giornata più faticosa della sua vita; non ricordava di essere mai crollata in quel modo, una volta sotto le coperte. Aveva ancora qualche parte del corpo dolorante e indolenzita per la mezz'ora rannicchiata nel baule di George, quindi quando fu distesa sul materasso morbido, con un venticello fresco proveniente da una finestra semiaperta che le solleticava il volto, aveva raggiunto la pace dei sensi, e anche il presagio di fallimento che le aveva fatto compagnia dalle prime luci del mattino, e si era acuito alla vista di Gazza, era scomparsi del tutto per fare posto a una piacevole sensazione ottimistica. Ma, per sua sfortuna, la pace durò troppo poco. Le sembrava di aver serrato le palpebre per qualche minuto, prima di riaprirle lievemente al suono di una voce femminile che la chiamava e le diceva di alzarsi. Dapprima il tono era tranquillo, dolce quasi materno tanto da far credere a Bec che fosse la madre a svegliarla dal suo sonno rigenerante. Quando le disse, tra uno sbadiglio e l'altro con gli occhi nuovamente chiusi nascosti dal cuscino sulla faccia, che quella mattina non se la sentiva di andare a scuola, la voce perse tutta la sua pacatezza e divenne più scorbutica e frettolosa. - Bec, alzati adesso! - 
La ragazza ci mise un po' a fare il punto della situazione e poi, quando ricordò di essere a Howarts nel dormitorio maschile, con orrore capì a chi apparteneva quella voce. Pallida come un cencio, buttò un'occhiata al di sopra del cuscino e vide una Hermione dall'aria non troppo paziente. Chiedendosi cosa ci facesse accanto al suo letto, si mise a sedere facendo da parte il cuscino. Su due letti diversi, di fronte quelli di Bec, c'erano anche Harry e Ron ancora troppo assonnati per prendere parte alla conversazione cui di lì a poco la loro amica avrebbe dato inizio. Hermione si sedette ai piedi del letto. Prima che Bec potesse chiederle come aveva scoperto che era lì, la strega rispose alla domanda come se l'avesse letta nella mente della ragazza. - Fred e George ci hanno raccontato tutto -. Bec non capì a cosa si riferisse con quel "tutto", ma non glielo chiese. Dall'espressione severa sul viso e dal tono decisamente intransigente, Bec non ebbe problemi a intuire che non approvava ciò che aveva fatto e probabilmente la riteneva un'irresponsabile per essersi fatta dei complici come Fred e George. Non osò immaginare la reazione di Hermione quando i gemelli le avevano riferito che erano stati loro ad aiutare Bec con la fuga dal numero 12; probabilmente li aveva minacciati di raccontare tutto alla McGranitt, o peggio alla madre. Harry e Ron, al contrario, non sembravano molto sorpresi o interessati, forse per il sonno. - Dovresti ritornare ... da Sirius - aggiunse, abbassando la voce verso la fine. 
Bec scosse la testa e allontanò quel pensiero nel momento stesso in cui l'aveva udito. Non aveva intenzione di ritornare in quella casa, non dopo tutte le ore passate a pianificare ogni cosa insieme a Fred e George; ora che era quasi giunta alla meta non avrebbe fatto dietro-front. Bec espose tutte le sue ragione, ritornando e aggiungendo molta enfasi al discorso del tenerla chiusa in casa e ricordò a Hermione che era stata proprio lei a dirle che era " una cosa terribile e senza senso ". - Allora le cose erano diverse - sbottò la ragazza incrociando le braccia sul petto. - E non immaginavo certo che saresti fuggita -. Dal punto di vista di Hermione, Bec era diventata una ricercata esattamente come Sirius, con la differenza che lei aveva molte meno persone che volevano trovarla e, ovviamente, il motivo di tale ricerca. Bec non capì come potesse paragonare le due situazioni, ma lasciò perdere. Dopo una piccola pausa silenziosa, rotta soltanto dai rumori provocati da Ron (si era alzato improvvisamente per frugare fra le cose dei fratelli), Hermione riattaccò la predica e le ricordò più volte, molte volte, che aiutandola sarebbe andata contro tutti i buoni propositi che aveva stabilito di raggiungere quell'anno da prefetto dei Grifondoro e che l'avrebbe fatto soltanto se Bec prometteva di non stare a sentire mai più i gemelli. 
Un sorriso raggiante si fece largo sulle labbra di Bec. - Quindi mi date una mano! -. Suonò più come una domanda che come un'esclamazione, ma non riusciva a credere che anche quella era fatta. Altre due tappe e tutto sarebbe finito. 
- Anche se Ron ed io non dovremmo - ribadì ancora Hermione con un mezzo sorriso, mentre lanciava occhiate torve nella direzione di Ron, di  cui si riusciva a vedere tutto li corpo steso sul pavimento, eccetto la testa infilata sotto un letto. Bec non si curò di chiedergli cosa stesse facendo lì per terra, troppo impegnata a pensare con cura le parole che avrebbero usato con Silente, sperando di risultare convincenti quanto più era possibile. - A dire il vero, penso che sia meglio andare prima dalla McGranitt - la interruppe Hermione quando Bec le chiese se Silente avrebbe accettato di vederli quel giorno stesso. - Se riusciamo a convincere lei sarà più facile con un membro dell' ... lo sai ... dalla nostra parte -. Il piano non faceva una piega a parole, ma metterlo in pratica si sarebbe rivelato più difficile di una dedoxizzazione con al comando la signora Weasley. 
Ron soltanto espresse a parole ciò che gli altri avevano solo pensato. - Non ci riusciremo mai, lo sapete, vero? -. Si era appena seduto accanto a Hermione ai piedi del letto di Bec con l'aria rassegnata. Anche lei, Bec, si era spenta di colpo e il sorriso radioso a trentadue denti di prima era scomparso per fare posto a un'espressione imbronciata. Se la McGranitt scopriva che era nel castello, avrebbe fatto in modo di riportarla lei stessa a Grimmauld Place. 
- Ciò non vuol dire che non possiamo provarci - disse Harry, che probabilmente si era svegliato del tutto soltanto in quel momento visto che fino ad allora non aveva aperto bocca. - Le diremo dove ti nascondi a patto che ci aiuti con Silente - aggiunse poco dopo, quando tre paia di occhi erano fussi su di lui. - Harry ha ragione - approvò Hermione con determinazione nella voce. 
In meno di dieci avevano già deciso con quali parole iniziare il discorso che avrebbero fatto alla professoressa McGranitt e quali tesi sostenere nel caso lei opponesse una strenue resistenza. Bec apprezzava davvero ciò che il trio stava facendo per lei; il loro contributo, come le avevano spiegato i gemelli, era estremamente necessario e utile dal momento che negli anni precedenti i tre avevano fatto cose che pochi si sarebbero sognati di fare e i professori ne andavano fieri, in più Hermione era considerata una studentessa modello, responsabile e giudiziosa, il che aiutava di certo. Fu deciso che avrebbero parlato con la McGranitt quel pomeriggio alla fine delle lezioni. Bec avrebbe tanto voluto che Harry, Ron e Hermione avessero avuto Trasfigurazione quella mattina, magari alla prima ora, ma ricordava benissimo che non era in orario il primo giorno di lezione. Ricordava anche che i Lunedì erano parecchio noiosi e decisamente impegnativi con due ore di Pozioni con Piton, per non parlare della prima lezione di Difesa contro le Arti Oscure con la Umbridge. Oggi Harry si beccherà la punizione e verrà spedito proprio dalla McGranitt a fine giornata, pensò Bec. Non si prospettava positivo per ciò che dovevano fare. - E' meglio andare prima dalla McGranitt - disse all'improvviso Bec. 
- Perché? - chiesero i tre in coro. 
Come gliel'avrebbe spiegato il motivo senza dire troppo? - Diciamo che la McGranitt non sarà incline ad ascoltare proposte azzardate -. La professoressa non era particolarmente arrabbiata alla notizia della punizione di Harry, ma Bec era sicura che non avrebbe giovato alla sua situazione andare subito dopo l'incontro con il mago. 
- Va bene, vuol dire che Harry, Ron ed io ci andremo prima di pranzo -. Quelle parole furono un vero schiaffo in faccia per Bec. Hermione era convinta che lei non sarebbe andata con loro. 
- Voglio esserci quando le parlerete - Da quell'incontro dipendeva il suo futuro imminente e non voleva starsene con le mani in mano mentre qualcun'altro faceva ciò che avrebbe dovuto fare lei fin dall'inizio. Apprezzava l'aiuto dei tre e avrebbe lasciato tutto nelle loro mani se la McGranitt era ben disposta, ma in caso contrario avrebbe detto la sua. 
Hermione scuoteva la testa. - Non se ne parla - disse autoritaria. Ciò infastidì Bec; Hermione non poteva dirle cosa poteva o non poteva fare. - Ti porterà da Silente e ... - 
- Non mi farò vedere - si apprestò a suggerire Bec. 
- E come? - squittì Hermione, segno che stava iniziano a perdere la calma e cercava di controllarsi senza riuscirci come vorrebbe. 
A quello Bec non aveva pensato, ma per sua fortuna giunse Ron in suo soccorso. - Potrebbe usare il mantello di Harry -. Geniale!
- Ronald! - sbottò Hermione, scattando in piedi. Aveva usato il nome per intero di Ron, quindi non le era piaciuto cosa aveva detto. 
L'espressione confusa abbandonò in fretta il volto di Ron. - Cosa? E' normale che voglia esserci - disse. 
Bec non poté fare a meno di sorridere a quella reazione. Non sapeva se Hermione era più incavolata per il fatto che era stata sopraffatta o perché Ron le era andato contro in una maniera così plateale. Era strano vedere quei due comportarsi come nei libri. Secondo Bec, era evidente fin dal secondo libro che Ron provasse un certo senso di protezione nei confronti della ragazza, che si era lasciata andare soltanto nel quarto ed era esplosa nel sesto con la storia di Lavanda Brown. Si vedeva lontano un miglio che erano fatti per stare insieme e se non avesse dovuto tenersi a bada con la storia dell'alterare il futuro, ci avrebbe messo lo zampino. 
Bec si premunì di cancellare il sorrisetto dalla faccia per evitare che Hermione si arrabbiasse ancora di più, ma fu felice di sentirle dire che sarebbero andati tutti e quattro. 
- Dove? - chiesero Fred e George all'unisono entrando, facendo sobbalzare i quattro ragazzi nel dormitorio. 
- Dalla McGranitt - li informò Harry, in piedi anche lui ora. 
Entrambi annuirono, ma non fecero domande. George si avvicinò al letto di Bec. - Ti abbiamo portato la colazione - disse porgendole qualcosa dall'aria non squisita, come la colazione che le preparava la signora Weasley. Ma con la fame che aveva avrebbe mangiato di tutto. Solo in quel momento sembrò notare che non toccava cibo da quasi un giorno intero, così come il suo stomaco che prese a reclamare, brontolando. 
Fino all'ora di pranzo Bec non sapeva quante ore erano passate perché a lei era sembrata una vita. Aveva pensato di andare nella Sala Comune, ma lì non avrebbe avuto certo più cose da fare. Si lavò e si vestì con tutta la calma possibile pensando e ripensando a quello che sarebbe successo di lì a qualche ora, mentre si pettinava con calma i lunghi capelli neri. Insieme a Hermione, Ron e Harry avevano stabilito che, se fosse riuscita ad avere il permesso dall'Ordine, la scusa che le permetteva di stare lì sarebbe stato uno scambio culturale con la scuola di Magia irlandese. Doveva soltanto assistere a qualche lezione di tanto in tanto senza dover prova delle doti magiche che di certo non aveva. L'unica che avrebbe potuto essere un ostacolo era la Umbridge, ma con la nuova politica di istruzione approvata dal Ministero e che appoggiava soltanto lei, Bec non avrebbe dovuto preoccuparsi di nulla, se non di far finta di leggere i capitoli che assegnava in classe. 
Finalmente quando Harry e Ron arrivarono con il mantello, Bec poté fare un giro della scuola (i corridoi per andare all'aula di Trasfigurazione) mentre si avviavano dalla professoressa McGranitt. Hermione era già lì e quando vide i suoi amici arrivare, entrò subito nell'aula. Bec si mise nell'angolo più lontano dalla scrivania della professoressa per timore che potesse accorgersi in qualche modo della sua presenza. - Cosa volete voi tre? -. A giusta ragione la professoressa sembrava leggermente sospettosa. Nei libri quando loro tre dovevano parlarle non era mai per qualcosa che loro dovessero sapere. 
Hermione prese un bel respiro profondo. - Avrà saputo che Bec non è più a ... - si interruppe, ma era evidente che stava per dire Grimmauld Place. La McGranitt annuì ancora più sospettosa, le labbra ridotte a una linea sottile bianca e gli occhi simili a quelli di un gatto pronto a balzare. - Bene, noi sappiamo dov'è -. 
Le labbra della professoressa si allargarono in un sorriso a cui i ragazzi non erano abituati perché si scambiarono una lunga occhiata, probabilmente per decidere hi avrebbe avuto il dispiacere di darle una delusione. Poi ripresero a guardare la donna, che fece per dire qualcosa senza riuscirci quando Ron la interruppe dopo aver mandato giù l'eccesso di saliva. - Le diremo dove si trova ad una sola condizione -. Come avevano immaginato l'espressione sollevata scomparve dal viso della donna, con un sopracciglio alzato che stava per "sarebbe a dire?". Ron, che ritenendo di aver già fatto il suo dovere, rimase in silenzio questa volta. - Verrà a stare qui a Hogwarts - disse Hermione. 
Il cuore di Bec prese a sbatacchiare nel petto e un nodo le attorcigliò le viscere, quando la McGranitt rimase in silenzio forse per valutare la proposta. Senza accorgersene Bec si era avvicinata tanto da poter vedere la professoressa osservare prima il pavimento, per poi ritornare sui tre ragazzi davanti alla propria scrivania. - Assolutamente no - disse semplicemente. - Il professor Silente è stato molto chiaro sull'argomento -. Con loro forse, ma a Bec nessuno si era preso la briga di spiegare nulla, eccetto Sirius e Lupin che avevano cercato di farle capire che quella era una decisione necessaria e ovviamente presa per il suo bene. 
- Ma non potete confinarla in una casa - sbottò Ron con le orecchie che diventano rosse. 
- Potrebbe rimanerci per mesi, addirittura anni, per quello che ne sappiamo - rincarò la dose Harry. Bec ebbe la sensazione che si riferisse anche Sirius. 
Gli attacchi di Harry e Ron non sembrarono sortire alcun effetto sulla McGranitt, che si limitava ad ascoltarlo imperturbabile, spostando lo sguardo dall'uno all'altro senza mostrare alcun segno di consenso o di dissenso. Bec era accanto alla cattedra. 
- Sa troppo - spiegò la professoressa, parlando sottovoce, nonostante non ci fosse nessuno. Sospirò prima di continuare. - Nelle mani sbagliate provocherebbe ... -. Lasciò la frase a mezz'aria per non dover esprimere a parole ciò che aveva immaginato sarebbe successo se le informazioni di Bec fossero giunte alle orecchie di Voldemort. Bec non riuscì a trovare senso nelle parole della donna, forse perché ancora non le sembrava possibile che dovesse preoccuparsi del peggior mago oscuro. Forse perché sapeva che non avrebbe mai potuto rivelargli qualcosa per avvantaggiarlo oppure perché non immaginava di incontrarlo sul serio. 
- Non cadrebbe nelle mani di nessuno se potesse stare qui -. Bec ebbe la sensazione che la discussione vertesse più su una palla che su di lei, ma capì il tentavo da parte di Hermione per cercare di far ragionare la McGranitt. - Qui c'è buona parte dell'Ordine (la professoressa la zittì, ma la strega continuò imperterrita come se non avesse parlato). Sarebbe al sicuro sotto la vostra supervisione - 
Bec vide la professoressa prendere ancora un sospiro, stringendo sempre di più le labbra che ormai non si vedevano. - Non so come voi tre abbiate fatto a portarla via -. Li guardava in una maniera che non lasciava presagire niente di buono. Bec si sentì in colpa per averli messi in quella situazione, quindi era giunto il momento di dare loro una mano e tirarli fuori dai guai. Fece per sfilarsi il mantello, ma la McGranitt riprese a parlare, scuotendo la testa. - Ne parlerò con Silente e vedremo cosa dirà -. 
Un grosso macigno sul cuore si dissolse nel petto di Bec e il cuore aveva mancato un battito. Avrebbe voluto andare ad abbracciare Harry, Ron e Hermione e anche la McGranitt. Sapeva benissimo che non era un " si, può stare qui ", ma non era nemmeno un " no ". E nonostante nulla lasciasse intendere che la Mcgranitt avrebbe messo una buona parola con Silente, Bec era contenta perché era un passo grandissimo verso l'ammissione.  
Sentì i tre ragazzi ringraziare la professoressa, contenti, mentre quella li cacciava mandandoli nella Sala Grande per il pranzo. Fecero per andarsene, con Bec alle loro spalle, attenta a non urtare nulla per l'eccitazione. - Signorina Hart -. Bec si voltò alle sue spalle. La professoressa stava facendo levitare delle pergamene dalla cattedra senza guardarle. - Dove ha alloggiato questa notte? -. 
Mi ha vista, disse Bec fra sé e sé. 
*
- Soltanto perché mi stavo togliendo il mantello - ribadì Bec per l'ennesima volta a Hermione; la ragazza proprio non riusciva a lasciar correre su quel dettaglio, mentre raccontavano a Fred e George come era andata la "chiacchierata" con la professoressa di Trasfigurazione. 
- Primo errore - disse alzando un dito Hermione. - Adesso stai compiendo il secondo - spuntò un'altro dito - Silente potrebbe scoprire che sei qui, vero? -. Si voltò a guardare Harry e Ron in cerca di appoggio. Ron non disse nulla troppo impegnato a mangiare per parlare, beccandosi occhiatacce torve da parte della ragazza. Harry invece disse che non contava nulla perché ormai tutto l'Ordine sapeva che Bec era a Hogwarts, nonostante fossero passati pochi minuti. 
- E poi non avrebbe senso rinchiuderla nel dormitorio - disse Fred, mentre si serviva con dell'altro pollo. 
Bec vide Hermione alzare gli occhi al cielo verso il soffitto incantato senza però aggiungere nulla. Bec pensò che non avrebbe aperto più bocca fino alla fine del pranzo, quando le avrebbe ordinato di filare nella Sala Comune al settimo piano. Così accadde. Nella discussione che seguì non aprì bocca, se non per mandare giù qualcosa spazientita. Il Quidditch non le interessava minimamente e Bec sapeva che presto il proprio interesse per quello sport sarebbe svanito con la stessa rapidità con cui i membri dell'Ordine erano venuti a conoscenza della sua presenza all'interno della scuola. Nel suo mondo non era mai stata un'accanita di sport, eccetto il nuoto. L'eccitazione che la spinse a chiedere a Harry, George e Fred di farle vedere qualcosa nel prossimo allenamento era dovuto soltanto al fatto che per lei era ancora una novità. In breve tempo il Quidditch avrebbe perso qualsiasi attrattiva. 
Una volta finito il pranzo (Bec non aveva toccato niente per non far insospettire qualcuno alla vista di cibo volante) tutti e sei si avviarono verso la Sala Comune. Hermione era ancora sotto silenzio stampa, che interruppe per qualche istante soltanto per far allontanare dei ragazzini del primo anno da Mrs Purr, la gatta di Gazza. Harry e Ron erano particolarmente impegnati a lamentarsi dell'orario di quell'anno e delle due ore di Pozioni con Piton subito prima di pranzare. - Mimbulus Mimbletonia - disse Ron alla Signora Grassa e attraversarono il buco del ritratto. Harry, Ron e Hermione si precipitarono a prendere i libri, visto che mancavano soltanto un paio di minuti all'inizio della prima lezione. Bec invece seguì Fred e George nel loro dormitorio. - Avete il turno di guardia insieme oggi? - disse loro mentre salivano la scala a chiocciola. 
I gemelli non notarono il tono duro che aveva usato. - Abbiamo un'ora libera - le spiegò Fred, il primo della fila. - Ci sono dei problemi con le Merendine Marinare - aggiunse George sconfortato. 
Bec ricordava esattamente cosa mancava tra gli ingredienti che avevano usato, ma si limitò soltanto a prenderli in giro canticchiando - So cosa vi serve, so cosa vi serve - mentre si gettava sul letto. Lee Jordan era già lì ad aspettare i suoi amici, ignorando Bec che faceva su e giù sul letto. I gemelli cercarono di corromperla per ottenere quell'informazione, ma, sussurrando, Bec disse loro che non poteva dirgli niente. I gemelli abbandonarono così i tentativi e si misero a lavoro. Bec, che non aveva niente da fare, li osservava senza davvero capire quello che stavano facendo, mentre giocherellava con la bacchetta di uno dei tre. Non aveva nulla da fare e avrebbe pagato oro per poter avere qualcosa in cui impegnarsi (fece rotolare la bacchetta sul letto). Era strano per lei dover stare sdraiata sul letto a rigirarsi i pollici dopo aver passato la prima parte dell'estate con il naso incollato ai libri per l'esame di maturità (aveva impugnato la bacchetta). E pensare che a breve avrebbe dovuto cominciare l'università, ma probabilmente non ci sarebbe mai andata (la bacchetta era puntata contro il suo cuscino). Non subito, almeno. Per il momento voleva godersi la presunta permanenza a Hogwarts, e poi doveva sistemare prima le cose con i suoi genitori, che non si ricordavano di lei. 
Nella frazione di un secondo tre cose accaddero contemporaneamente: una nuova ondata di senso di colpa le fece contorcere le viscere; qualcosa colpì la finestra; un lampo di luce rossa era partito dalla bacchetta e aveva ridotto il cuscino in un ammasso di piume svolazzanti. Bec, di tutti e tre, aveva dedicato particolare attenzione soltanto alla terza. Doveva avere gli occhi spalancati, grandi quanto un boccino da Quidditch. Non riusciva a credere a quello che era successo perché lei non poteva essere in grado di farlo: aveva appena fatto esplodere un cuscino con una bacchetta. Guardò la bacchetta stretta tra le mani con errore e poi la lanciò via, come se avesse preso la scossa. 
Si voltò verso Lee e i gemelli. Questi ultimi la guardavano sconcertati. - Come hai ...? - Bec scosse la testa. Poi la sorpresa sui loro volti scomparve e si formò un ghigno che non prometteva nulla di buono. Bec avrebbe tanto voluto chiedergli cosa avevano da sorridere, ma prima che potesse farlo, Fred le aveva lanciato il mantello dell'Invisibilità e le disse di seguire lui e il fratello. Senza chiedere spiegazioni, che comunque davanti a Lee non sarebbero state esaustive, fece come le aveva detto il ragazzo. Appena fuori dalla Sala Comune, George disse a Fred di andare a chiamare Piton, mentre lui e Bec andavano alla McGranitt. Bec non riusciva a capire nulla di quello che stava succedendo sia perché era ancora sconvolta per come aveva ridotto il cuscino, sia perché i gemelli non si prendevano la briga di spiegarle cosa stavano architettando. 
I tre si divisero. Bec e George iniziarono a correre, richiamati dai personaggi dei quadri che alludevano soltanto a George dal momento che Bec era nascosta sotto il mantello. Si fermarono davanti all'aula di Trasfigurazione in cerca della professoressa, o di un gatto, ma non la videro finché non spuntò dal nulla davanti ai loro occhi. Poi i ragazzini del primo anno, che si erano voltati alle loro spalle, presero a urlare. 
- Le gambe, signorina Hart! - disse professoressa con un tono che rasentava il disperato. Non doveva essere molto felice di rivederla, o avvertirla. 
Bec si affrettò ad aggiustare il mantello in modo che coprisse le gambe interamente. Non poté fare a meno di pensare con piacere al fatto che la professoressa McGranitt l'aveva chiamata per cognome e le fece uno strano effetto. Certo, per anni i professori l'avevano chiamata solo con il cognome, ma sentirlo da lei le diede una sorta di speranza in più. Era una cosa stupida, ma la fece sorridere. 
La professoressa mise tutti a tacere e prima di uscire ordinò ai ragazzini di iniziare a leggere il primo capitolo dell'enorme libro che avevano sul banco e poi di farne il riassunto. - Severus. Hanno chiamato anche te? -. 
In quel preciso istante Bec e George videro il professor Piton avvicinarsi seguito da Fred. - Sarà meglio per voi che ne valga davvero la pena - disse a denti stretti con la solita espressione indifferente. Chissà come aveva fatto Fred a convincerlo a farsi seguire. 
Con l'arrivo di Piton, Bec ci capì anche meno di quello che avevano in mente i gemelli. Di sicuro era per riferire loro quello che era appena successo nel dormitorio, ma non ne intuiva il motivo. Con un gran sorriso stampato in faccia, Fred e George, alternandosi nel racconto (ciò infastidì Piton), spiegarono ai due professori per filo e per segno cosa era successo. Piton non si scompose di una virgola con la sola differenza che non sembrava credere a una sola parola di quello che aveva ascoltato; la McGranitt spalancò gli occhi esterrefatta, sconvolti esattamente come i gemelli prima. Poi: - Seguiteci, voi tre - 
Non fu difficile indovinare dove li stessero conducendo. Al suono di "ape frizzola" gli scalini che conducevano all'ufficio di Silente si alzarono verso l'alto. Piton e McGranitt lasciarono andare prima i ragazzi e dopo, quando Bec riferì loro che era appena passata, loro li seguirono. A quel punto si sfilò il mantello di dosso e si aggiustò i capelli arruffati. La professoressa bussò alla porta e poi la spalancò senza aspettare una risposta. Il professor Silente era chino ad osservare Fanny la fenice. - Minerva, Severus, cosa succede? -. Ero lo stesso tono pacato che aveva usato con Bec quando le aveva detto che sarebbe rimasta a Grimmauld Place per un po', ma ora sembrava un po' più allarmato. Gli occhi dietro agli occhiali a mezzaluna si posarono su Bec. Non sembrava sorpreso di vederla lì. 
La McGranitt si avvicinò al preside a passi incerti. - Beh - cominciò lievemente imbarazzata, nonostante non ce ne fosse alcun motivo. - la signorina Hart ha appena scoperto di avere doti magiche -.
Se prima Silente non era sorprese, ora lo era. L'ultima volta che aveva visto Bec, la ragazza non era in grado di distinguere una bacchetta dal piede di un tavolo e ora se la ritrovava strega. Chiunque sarebbe rimasto in silenzio con l'espressione confusa. A quel pensiero Bec perse la cognizione del tempo e dello spazio. Rimase per chissà quanto tempo a pensare, con un vociare di sottofondo, che era una strega esattamente come Hermione, Ginny, la professoressa McGranitt, la signora Weasley. 
Si era persa gran parte del discorso, ma poi riprese ad ascoltare le voci attorno a sé. - Il professor Silente non vorrà certo lasciare una strega in giro, senza una buona educazione magica -. Fred stava parlando con la professoressa McGranitt, ma Bec era certa che stesse riferendosi in realtà a Silente. Ecco dove volevano arrivare. - E con le sue doti - aggiunse George. Bec ebbe la sensazione che non si riferisse a quelle magiche che aveva appena scoperto di avere. Le diede fastidio. 
La McGranitt fece per parlare, ma Silente la precedette. - Certo che no! -. Bec lo osservò stranita, così come i due professori. Come lei, Fred e George non pensavano che sarebbe stato tanto facile convincere il preside e Piton e McGranitt lo stavano guardando come se al posto della lunga barba argentea ci fosse Mrs Purr. - Ha pienamente ragione, signor Weasley. Ma la signorina Hart non rientra nel limite d'età e se la mettessimo al primo anno qualcuno potrebbe insospettirsi e non vogliamo che si indaghi su di lei. Tuttavia, la signorina non sa nulla di arti magiche -. Nei giorni passati a Grimmauld Place Bec aveva giustificato il fatto di non conoscere nulla della magia eccetto i nomi di alcuni incantesimi o pozioni grazie all'amicizia con la strega che l'avrebbe rispedita nel passato. - Quindi ho bisogno dell'approvazione di tutti i professori, ma nel suo caso mi accontenterò della professoressa McGranitt e del professor Piton -. Silente concluse il lungo discorso con un gran sorriso tra la barba argentea. Bec non riuscì a capire cosa ci trovasse di divertente in quello che aveva appena detto. Come poteva credere che i due professori le avrebbero permesso di restare sapendo che non sapeva nulla delle loro materie e non solo? Certo, era una fortuna che non avesse richiesto il giudizio di tutti, ma proprio i più severi della scuola doveva prendere? E proprio loro dovevano essere membri dell'Ordine? 
Silente si voltò a guardare i due professori accanto alla sua scrivania. La McGranitt non aveva mai smesso di fissarlo stupita nel tentativo di capire cosa gli passasse per la testa; Piton invece era impassibile come al solito, ma fu il primo dei due a esporre il proprio parere. Bec iniziò a temere di dover andarsene, mentre rivolgeva gli occhi al pavimento, rassegnata. Anche se non si era voltata a guardare i gemelli, aveva il presentimento che anche loro non fossero al settimo cielo. - Proporrei il quinto anno. Nella mia classe ci sono il signor Potter e il signor Weasley, non vedo il motivo per cui non dovrei accettare anche lei -. Bec non fece caso al tono mellifluo che il professore di Pozioni aveva usato, troppo su di giri per la risposta che aveva appena udito. Si diede un pizzico sulla mano per non iniziare a saltellare sul posto. Fred e George le avevano dato una pacca sulla spalla ciascuno, ignorando il commento sarcastico del professore su suo fratello. Certo, forse Harry e Ron non erano delle cime nella sua materie, ma Bec non era nemmeno lontanamente al loro livello. Anche Silente accennò a un sorriso; era sicuramente al corrente dei voti pessimi che i due Grifondoro avevano accumulato durante gli anni e che, solo Bec sapeva, si sarebbero ripetuti anche quell'anno. 
- Minerva? - la incitò il preside. 
Bec e i gemelli si voltarono a guardare la donna, speranzosi. Dopo qualche momento di esitazione anche lei disse cosa ne pensava. - Il quinto è l'anno dei G.U.F.O. - disse come se volesse ricordarlo al collega. Rivolse a un'ultima occhiata penetrante a Silente e poi riprese, quando vide che il preside non voleva aggiungere nulla al suo commento. - Solo se la signorina Granger le darà ripetizioni e ... - aggiunse quando Bec aveva sfoggiato l'ennesimo sorriso raggiante della giornata e stava per abbracciare Fred e George - dovrà sostenere degli esami mensili per controllare a che punto sono i suoi studi -. Anche dopo quella notizia il sorriso di Bec non scomparve, ma divenne più luminoso se era possibile. Ce l'aveva fatta! Neanche un'altro pizzico sulla mano riuscì a trattenerla dal fare un saltello questa volta. Non riusciva a crederci. 
Silente, sorridente, giunse le mani davanti alla lunga barba. - Bene, a quanto pare Grifondoro ha un nuovo acquisto -. 
Al meglio non c'era mai fine. Senza neanche essere sottoposta allo Smistamento col Cappello Parlante, Bec era finita tra i Grifondoro. Non la sorprese più di tanto: quella era la casa che Silente, nascondendolo a volte in modo maldestro, prediligeva; la casa della professoressa McGranitt; la casa di Harry Potter, il che avrebbe messa nel mirino anche del professor Piton. - Al più presto provvederemo al materiale per la scuola - riprese Silente, decisamente più serio. - Se non le dispiace, vorrei scambiare due parole con lei, signorina Hart. In privato -.

A\N: pessimo???
  
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