COSA COMBINI; ELLE?
POV
NEAR
Mi
dimetteranno tra qualche
giorno, quindi mi toccherà stare chiuso tra queste quattro
mura senza avere
contatti con l’esterno ancora per un po’.
Ho
fatto amicizia con
un’infermiera di nome Takada e durante i suoi turni ho il
permesso di stare vestito
e di girare per i corridoi: non mi piace l’idea di stare 24
ore su 24 chiuso in
una stanza bianca, a guardare la tv e con la tunica delle suore
addosso. Non
che il colore mi dispiaccia, ma Mello dice che sembro un fantasma
così, quindi
evito…
Di
buon mattino è arrivato Mello,
sorprendentemente in compagnia!
-Beh,
non eri tu che volevi sapere
che fine avesse fatto?- chiede indicando Matt, poi mi bacia piano
–Buongiorno
amore-.
Sento
Matt irrigidirsi a pochi
passi da me, sebbene si sforzi di non darlo a vedere, limitandosi a
chiedermi
formalmente se va tutto bene.
Rispondo
di si, abbastanza
perplesso dagli sguardi di Mello e Matt, ma scelgo di ignorarli. Stare
troppo
da solo mi sta rendendo geloso?
-Allora,
Matt, che novità ci sono
a scuola? Mello non mi racconta nulla…-
A
rispondermi è un Mello
estremamente su di giri.
-Sai
che è successa una cosa
davvero simpatica?- naturalmente percepisco ironia nel suo tono di voce
-Sono
venuto qui di nascosto in questi giorni, per evitare che mi beccasse
Light…ed oggi,
pensa un po’, ci ha accompagnati! Chissà
perché…- ammicca, rivolto a Matt.
Inevitabilmente
mi sfugge un
sorrisino.
-Già-
asserisce il rosso –quello
che non mi spiego è la condizione da lui posta…-
Mi
spiegano che Light li ha
voluti accompagnare, costringendoli ad un orario disumano.
Noto
soltanto adesso che sono
appena le 7 e mezza, ragione per la quale si sono beccati un rimprovero
da
Takada
-Uno
di questi giorni mi farete
licenziare!- imita Mello, mettendo il busto in avanti per mimare il suo
bel balconcino.
Sorrido,
rendendomi conto solo
ora che...
-Ma
adesso dov’è Light?-
Matt
fa spallucce, limitandosi a
dire che ha preferito restare in macchina.
-Dai
Near, non ci pensiamo…-
-Già,
approfittiamo ed andiamo a
fare un giro!-
POV
LIGHT
Fisso
distrattamente le persone
che entrano ed escono dall’ospedale. In realtà non
so neppure io che cosa
aspettarmi e mi sento un po’ridicolo anche solo a pensare che
Elle potrebbe
venire qui per Near. Se così fosse, almeno avrei la certezza
di non essere
impazzito e di saper ancora riconoscere gli atteggiamenti del mio
ragazzo.
Ma
con tutto il cuore spero di
non vederlo arrivare.
Sfoglio
distrattamente i
documenti dell’auto. A pensarci avrei dovuto portare qualcosa
per ingannare il
tempo.
E
mi sta per scadere l’assicurazione!
Sto
per accendere lo stereo,
quando una figura sospettosamente familiare entra nel mio campo visivo.
Lo
sapevo. Io ne ero certo!
Impreco
mentalmente contro me
stesso, contro Elle e contro chiunque altro ed esco dalla macchina,
ricordando
per miracolo di inserire l’antifurto.
Sto
per raggiungerlo e fargli una
bella ramanzina, quando un’altra persona va nella sua
direzione.
-Finalmente
Elle! Iniziavo a
preoccuparmi-
È
la ragazza bionda dell’altra
volta ed indossa un camice bianco. Che non sia stato Near a portarlo
qui?
Il
mio ragazzo si schernisce, passando
una mano tra i capelli –Mi sono svegliato tardi, scusa-
Si
danno del tu? Che confidenza…
Scelgo
di restare in disparte, un
po’ perché non ho la rapidità di
muovermi dietro di loro e un po’ perché una
scenata di gelosia mi sembra poco opportuna.
A
tempo debito…
La
ragazza stringe un braccio
dietro la schiena magra di Elle, attirandolo a sé e
portandolo dentro.
Li
seguo con lo sguardo,
percorrendo il loro stesso tragitto ad una distanza tale da non poter
essere
scoperto e camminando con una certa disinvoltura in modo da non destare
sospetti. Mi sembra di essere un ladro…
Arriviamo
in fondo all’ennesimo
corridoio e li vedo sparire dietro una porta chiusa.
Batto
un pugno contro il muro
accanto a me; ormai è certo: perché mai
dovrebbero chiudersi dentro, solo loro
due?
Non
faccio neppure caso al
reparto dell’ospedale in cui mi trovo e decido di andarmene,
affrettando il
passo, prima di iniziare a piangere.
POV
MELLO
-Già,
approfittiamo ed andiamo a
fare un giro!-
-Mel,
tu dovresti fare compagnia
a me, non annoiarti al posto mio- mi risponde, prima di scendere con un
piccolo
salto dal letto ed avviarsi alla porta.
-Tutto
bene, vero?- chiedo, preoccupato
dal fatto che cammini ancora un po’come uno zombie.
Si
limita ad annuire e seguirmi
in un interessante tour dell’ospedale.
Camminiamo
per più di venti
minuti, girando un po’ tutti i reparti, come se si trattasse
di qualcosa di
interessante: camminare ci serve per rompere l’imbarazzo che
c’è tra di noi e
far risultare questa conversazione un qualcosa di meno forzato, come
dovrebbe
essere tra tre buoni amici.
-Beh,
lo sai che Mello fa sempre storie
e… ma quello è…?-
Le
parole di Matt, in realtà poco
convincenti nel tono, restano sospese nel vuoto, poiché, con
una mano a
mezz’aria indica l’interno della stanza di fronte a
noi.
POV
NEAR
-Guarda,
è Elle- ripete convinto,
schiacciandosi contro il muro per non farsi vedere ma poter sbirciare
come si
deve.
-Cosa
vuoi che ci faccia qui
Elle, durante le sue ore di lezione?- lo rimprovero, prima ancora di
girarmi.
Mello
invece mi sembra alquanto
interessato da questo scoop ed imita i movimenti furtivi del rosso.
-Mello,
mi sembra poco educato
sbriciare, dai, andiamo…- lo prego, tirandogli la manica
della felpa, ma lui si
rifiuta di andar via ormai convinto che sia qualcosa sotto. Ma sotto
cosa??? È
impossibile questo ragazzo!
Alla
fine mi convinco a guardare
anche io, pregandoli almeno di essere discreto.
Il
ragazzo nella stanza è di
spalle, quindi non vedo come possano averlo riconosciuto!
-Ti
dico che è Elle…-
Accanto
a lui c’è una dottoressa
bionda, per la verità piuttosto giovane ed anche carina; mi
sembra abbastanza
in confidenza con il ragazzo sofferente.
-Near,
davvero, lo ho visto in
faccia, ti dico che è Elle… cosa ci fa qui?
Perché sta male?- piuttosto che
essere preoccupati, questi due mi sembrano giornalisti che vogliono
informazioni per l’articolo.
-Near,
non dovresti essere qui!-
mi riprende la voce di Takada –e per la verità
neanche voi!-
-Scusa,
mi sai dire chi è il
ragazzo in quella stanza?- chiede Mello, senza alcun ritegno. Il mio
sguardo
rassegnato gli lascia intendere che non era il caso di porre la
domanda; in
ogni caso Takada spiega che non è un suo paziente, ma anche
se lo fosse, non
potrebbe dire nulla per privacy.
Il
ragazzo nella stanza intanto è inginocchiato a terra e
sembra stia vomitando
anche l’anima.
POV
ELLE
Appena
mi è possibile, raggiungo
scuola, preparandomi psicologicamente ad affrontare le torture di
Light.
Direttamente vado nell’ufficio del vicepreside, meditando la
scusa adatta, che
possa reggere non solo con il mio superiore, ma soprattutto con il mio
ragazzo.
-Light,
posso entrare?- chiedo
stranamente timido.
Non
aspetto risposta ed entro,
trovandolo come suo solito assorto dalle scartoffie. Possibile che non
abbia
mai qualcosa di interessante da fare?
-Per
oggi puoi tornare a casa. Ho
provveduto a sistemare le tue classi- mi dice freddo, senza neppure
alzare lo
sguardo verso di me.
-Andiamo
Light, non fare il
bambino, lo sai che non è per questo che sono qui-
Mi
siedo sul divanetto di fronte
a lui, cercando di stare il più composto possibile e
continuando a riflettere
su cosa sia il caso di dirgli. Che sia giusto continuare a mentire?
-Elle,
quando il tuo ragazzo ti
ha chiesto di essere sincero, tu hai voluto parlare soltanto al tuo
capo. In
questo momento il tuo ragazzo potrebbe fare azioni di cui poi si
pentirebbe. È
per questo che ti chiedo di tornare a casa e di farti rivedere soltanto
quando
avrò abbastanza autocontrollo-.
Mi
limito a guardarlo senza
sapere cosa dire.
-Vai
via Elle, per cortesia-
Sento
la testa scoppiare e sono
costretto a chiudere gli occhi, mentre Light continua a farmi cenno di
uscire.
Sarà
che deve essersi accorto che
non sono completamente lucido, sarà che gli manco davvero,
sarà che sta
impazzendo per il mio comportamento, ma di fronte alla mia ennesima
protesta,
addolcisce i toni e viene a sedersi accanto a me.
-Che
ti sta succedendo? Tu non
sei il ragazzo che ho conosciuto…- mi dice abbracciandomi.
-Tu
sei diventato paranoico-
Sento
le sue mani accarezzare la
mia pelle e tremo al suo contatto. Possibile che il vizio non lo perda
proprio
mai? Mi morde il labbro inferiore, quasi fino a farlo sanguinare, ma
nonostante
tutto, è dolce nei suoi modi. Istintivamente ricambio con un
bacio timido, come
un adolescente che per la prima volta scopre cosa sia l’amore.
-Light…-
-Mi
sei mancato, Elle- mi dice,
sbottonando i miei jeans ed infilando una mano al di sotto dei boxer;
intanto
con l’altra accarezza i miei capelli, cercando di spostarmeli
dal viso.
Mi viene da ridere se penso a quanto sia buffa e assurda questa situazione...
Eccomi!!!!
Chiedo scusa per il ritardo, ma sono stata a Ischia qualche giorno in vacanza, quindi...
Comunque, ringrazio naturalmente tutti per le recensioni, siete adorabili, dico sul serio e prometto che dal prossimo capitolo mi impegnerò a rispondere a tutti!
Beh, dunque, ormai i più audaci avranno capito cosa succede a Elle, ma visto che a me piace tirarla per lunghe, il nostro caro Light ha i prosciutti davanti agli occhi e non capisce.
Quanto a Nearino, lui si che è arguto! E da un'occhiata ha capito tutto, ma non temete, non ci sarà nulla di scontato.
Un bacio, al prossimo capitolo
ChibyLilla