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Autore: Fuffy91    31/07/2011    2 recensioni
“ Gli Stuart?”
Chiesi ad Edward, mentre spegnevo l’autoradio.
Erano ormai da poche ore che avevamo lasciato l’hotel Butterfly. La Mercedes di Carlisle era davanti alla nostra auto , seguita dal sub di Emmett. Alice ci aveva scherzosamente superati, a cavallo della moto argentata di Edward, guidata perfettamente da Jasper.
Era già da cinque giorni che avevamo lasciato Forks per dirigerci a Londra. Nel mese di settembre era una città particolarmente piovosa e le nuvole gonfie di pioggia nascondevano perfettamente i deboli raggi del sole di fine estate. Un clima perfetto per ospitare una piccola famiglia di vampiri.
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Capitolo 4

Bella.

 

Scesi giù le scale insieme ad Edward, giusto il tempo per vedere i ragazzi rientrare in casa.

Heather era aggrappata alla schiena di Chris, tutto ricoperto di polvere e con macchie di fango sulle ginocchia, ma il sorriso, che gli solcava le labbra, era sereno e gli occhi, prima rossi e luminosi, erano cangianti, brillanti di un nero appena punteggiato d’oro.

Si lasciarono cadere entrambi sul divano e solo allora Heather lasciò la presa delle sue gambe intorno alla sua vita, stringendosi ancora, però, con le braccia al suo collo. Sorrisi a quella tenera scena. Sembravano davvero due fratellini dispettosi. Fra Heather e Chris, infatti, si era già istaurata una splendida intesa, fatta di giochi, di risa e di sorrisi. Osservando Heather, con quei boccoli biondi e quel visino ridente da cherubino, non stentai a credere che Chris si fosse facilmente affezionato a lei. Con quell’aria così tenera, era impossibile non volerle bene. Lo stesso sentimento che suscitava Alice, che entrò in casa danzando come un cigno sull’acqua, rifugiandosi immediatamente sotto il mio braccio. Guardò compiaciuta Chris ed Heather, con aggiunta di Kayle al quadretto, che si appoggiò allo schienale del divanetto, il mento affondato nell’incavo del braccio sinistro ripiegato, giocherellando distratto con i capelli di Heather, immersa in una conversazione con Chris.

“ Non sono adorabili? Chris sembra essersi integrato molto bene nella famiglia Stuart.”

Annuii soltanto alle parole di Alice, condividendole senza ulteriori aggiunte.

“ E’ un vero peccato che tu ed Edward non siate venuti con noi a caccia per i boschi.”

Una pausa, in cui scoppiò a ridere.

“ Vi siete persi la prima battuta di caccia di Chris, che si è divertito a far innervosire un orso, costretto ad uscire con la forza dal letargo. Emmett non la smetteva di fare battutine che distraevano Chris. Per poco l’orso non gli è caduto addosso, perché Chris si è sbilanciato per un eccesso di risa.”

Alice rise ancora ed Edward sghignazzò, evidentemente leggendo nella sua mente il suo ricordo, smorzando la risata sulla mia spalla, che dopo baciò leggero.

“ Ci rifaremo, la prossima volta.”

Vidi Emmett entrare, mano nella mano con Rosalie, impeccabile come al solito.

“ Sei sempre il solito. Ho saputo cosa hai combinato a Chris...”

Lo rimbeccai, sporgendomi per arruffargli i ricci scuri.

“ Vergognati! Non si distrae un amico mentre caccia. Poteva essere pericoloso.”

Continuai, facendolo ridere, rauco e chiassoso.

“Bella, cosa c’è di più pericoloso di noi a questo mondo, me lo spieghi? E poi, dovevi vederlo…”

Disse indicando col pollice Chris.

“ Era un bersaglio perfetto per le mie battute. Non ho potuto resistere. Edward, non ho potuto!”

Disse, allargando le braccia, in segno di resa, ad un cenno di rassegnazione di Edward, che scosse il capo, comunque sorridendo.

“ Ehi, ragazzi! Non escludeteci! Mi è venuta un’idea splendida, da fare tutti insieme.”

Disse Heather, invitandoci ad avvicinarsi al loro trio. Con la mano stretta nella sua, Heather spinse Kayle a circuire il divano e sedersi accanto a lei. Kayle allungò un braccio dietro di lei, stringendole le spalle e sospingendola verso di lui. Heather lo lasciò fare, come se quello fosse un suo gesto abituale.

“ Cosa vorresti fare, Heather?”

Le chiese Jasper, incuriosito.

“ Io lo so già, e l’appoggio in pieno.”

Disse Alice, dando un cinque ad Heather, che rise contenta.

“ Lasciala parlare, almeno.”

Le disse Rosalie, accarezzando con le dita un braccio di Emmett, entrambi stretti intorno a lei.

“ Bene, ascoltate. Voglio organizzare una festa!”

A quella parola, non potei trattenere uno sbuffo contrariato. Edward mi strinse a sé, baciandomi la tempia, divertito.

“ Cosa c’è, Bella? Non ti piace l’idea?”

Mi chiese Heather, con l’espressione da Bambi ferito. Impossibile non commuoversi.

“ Oh, no! No, è perfetta, davvero.”

Cercai di consolarla. Emmett rise, divertito.

“ Che bugiarda.”

Sussurrò giulivo, guadagnandosi una mia occhiata omicida.

“ Bella odia le feste. E’ la ragazza più intollerante al divertimento, che abbia mai conosciuto.”

“ Adesso esageri.”

Gli disse Edward, cordiale ma con un tono che non ammetteva repliche. Emmett scrollò le spalle, come se quello potesse essere un gesto di scusa valido.

“ Non è che non mi piaccia divertirmi. A tutti piace il divertimento.”

Replicai, quasi a giustificarmi.

“ Non a tutti.”

Disse inaspettatamente Chris. Tutti lo guardammo, piacevolmente sorpresi. Lui sembrò intimidirsi ad una prima occhiata, lo capii dal modo in cui abbassò lo sguardo e si morse il labbro inferiore. Ma fu solo un attimo, poi con la sua voce rassicurante e delicata, quasi quanto i tratti del suo volto, continuò, guardando soprattutto me.

“ Insomma, ricordo che quando ero umano, preferivo restare a casa, a vedere vecchi film e ad ascoltare i Sex Pistols a tutto volume, piuttosto che andare per locali ad ubriacarmi insieme agli amici.”

Sorrisi, a quella descrizione.

“ Be’, abbiamo molto in comune, allora. A parte i Sex Pistols.”

Dissi, sghignazzando. Lo vidi sorridere insieme a me.

“ Non sono il tuo genere?”

Mi chiese, curioso. Scrollai le spalle.

“ Non tanto. Gli Strokes mi piacciono, però.”

“ Si, non male. Hanno un rock indipendente niente male. Li hanno definiti dei bastardi puri.”

“ Si, lo so, l’ho letto su Internet.”

“ Scusate?”

Disse Emmett, richiamando la nostra attenzione.

“ Ci siamo anche noi, qui.”

Io e Chris scoppiammo a ridere in contemporanea. Lo osservai, sorpresa di me stessa. Era bastato poco, per istaurare subito un feeling inaspettato con Chris. Era piacevole parlare con lui, facile ed istintivo, tanto quanto bere dalla cannuccia.

“ Comunque, non c’è niente di male nel fatto di non apprezzare le feste. Io mi unisco a te, nella categoria dei contro.”

Disse alzando la mano destra, come se volesse stipulare un giuramento. Risi spontanea. Non era solo tenero, ma anche ironicamente buffo.

Sentii lo sguardo intenso di Edward posarsi su di me e non lasciarmi per un po’, quasi compiaciuto o in ammirazione. Mi voltai ad incrociare i suoi occhi e li trovai così colmi d’amore e devozione da commuovermi. Era felice perché lo ero io. Avrei voluto sporgermi per baciarlo non certo delicatamente, ma mi trattenni, per non sentirmi a disagio subito dopo e per non dare un pretesto ad Emmett di prendermi in giro.

Come al solito, Edward mi trasse in salvo, chinandosi a sfiorarmi le labbra, delicato come una libellula sul pelo d’acqua. Chiusi gli occhi, cercando di assaporare quell’attimo fugace, reprimendo i brividi di piacere che mi trapassarono il corpo in scariche ingestibili.

Edward mi accarezzò la guancia e mi baciò il lobo destro, bisbigliando veloce all’orecchio, in modo che solo io potessi sentirlo:

“ Dopo, amore.”

Annuì impercettibilmente, sorridendo lieta e soddisfatta. Abbassai lo sguardo e sapevo che, se fossi stata umana, sarei arrossita vistosamente sotto quello sguardo leggermente scuro, carico di promesse.

Edward mi sfiorò scherzoso la punta del naso con l’indice, per alleggerire la tensione erotica fra di noi, e quando mi voltai sorridente ed abbracciata a lui, solo allora mi accorsi che Alice ed Heather erano immerse in una conversazione animata, che Kayle e Jasper si scambiavano un’occhiata di complice rassegnazione all’atteggiamento identico delle loro compagne, che Rosalie battibeccava con Emmett, intervallando una parola ad un bacio sul viso, scherzosi ed innamorati e che soltanto Chris guardava me ed Edward, assorto. Ci sorrise, quasi involontariamente e nel caos generale, lo percepii sussurrare:

“ Incredibile.”

Per poi scuotere la testa e sorridere ad Heather, che lo interpellò:

“…giusto, Chris? A te piacerebbe una festicciola a casa, per festeggiare il tuo arrivo? Niente di plateale, te lo garantisco.”

Disse, ammiccando velocemente verso Alice, mentre Chris accettava, inconsapevole del suo errore.

“ Certo, va bene. Basta che manteniate la promessa.”

“ Oh, puoi stare tranquillo. Noi, manteniamo sempre le promesse.”

Disse Alice, battendo un altro cinque con Heather. Quelle due, insieme, facevano paura. Tremai quando Alice si rivolse a me, sorridendo maliziosa.

“ Bella, vieni con noi, vero?”

Deglutii, sotto quegli sguardi dorati che non ammettevano un ‘no’, come risposta.

“ Dove?”

“ A fare compere, ovvio.”

Mi rispose Heather, come se stessi dialogando con una sola persona e non con due vampire svitate, per quanto adorabili potessero essere.

“ Compere?”

Alzai un sopracciglio, avvertendo il pericolo ‘shopping forzato’ in agguato.

“ Certo. Ci vogliono festoni…”

Iniziò Alice.

“ Nuovi vestiti.”

Continuò Heather, guardandosi negli occhi complici. Si lanciarono in un elenco di cose inutili da comprare per mettere in piedi una festa che non era certo piccola, come era nel progetto iniziale.

Mi rassegnai all’evidenza, sospirando affranta. Edward rise e si alzò dal divanetto, sciogliendo inaspettatamente la presa intorno a me. Lo guardai sbigottita, mentre si rivolgeva ad Alice.

“ Vi accompagnerò io, a fare spese.”

Vidi Alice ed Heather illuminarsi contemporaneamente, a quelle parole.

“ Davvero? Dici sul serio, Edward?”

Gli chiese Heather, meravigliata e lieta insieme. Sorrisi a quell’espressione beata. Certo, avere Edward come autista e come modello per abiti raffinati, doveva essere un sogno per entrambe, per di più se la proposta veniva da lui, spontaneamente.

“ Ma si, ovvio.”

Alice si alzò e corse ad abbraccialo, saltellando entusiasta. Edward ricambiò l’abbraccio in una stretta gentile, ma il suo sorriso era soddisfatto, molto soddisfatto. Sorrisi ancora di più, di fronte a quel sorriso. Era dolce, ma diabolico. Sapevo che aveva qualcosa in mente, e infatti i fatti me lo confermarono.

“ A patto, che Bella resti qui.”

Anche in Heather, a quel punto, vidi spegnersi la fiammella dell’entusiasmo che brillava nei suoi occhi.

“ Oh!”

Esclamò, posando lo sguardo su di me, triste e desolata. Un’immagine violenta per il mio istinto materno, ma mi costrinsi a non correre ad abbracciarla per confortarla, per non vanificare, così, i piani di salvataggio di Edward.

“ Sei cattivo.”

Gli disse Alice, imbronciata.

Edward rise.

“ Però, se accetti, hai il mio permesso per comprarle tutto ciò che vorrai e potrai farmi provare tutti i capi d’abbigliamento che più ti aggraderanno.”

Alice si dondolò per un po’ sul posto, a braccia incrociate, senza staccare gli occhi da quelli di Edward che rise di qualche suo pensiero o forse del suo sorriso. Sospirai di sollievo quando la vidi annuire.

“ Bene, allora è deciso. Andiamo, prima che i negozi chiudano. Sono già le sei e mezza di sera.”

Disse Heather, trascinando Alice per un braccio, mentre lei trascinava Edward, che mi disse, un passo già fuori dalla porta.

“ Torno subito. Aspettami.”

“ Pregherò per te.”

Gli mandai un bacio con la mano e lui sorrise e rise contento, mentre scompariva dietro la porta d’ingresso, che si chiuse subito dopo Rosalie che, trascinata per mano da Emmett che urlava: “Veniamo con voi.”

Seguito dall’urlo di gioia di Heather ed Alice e da una battuta di Jasper, a cui Alice scoppiò a ridere. La vidi abbracciarlo, prima di salire nell’auto di Edward, al posto del passeggero davanti, ovviamente.

Mi lasciai cadere sul divano, sospirando rasserenata. Edward mi aveva salvato ancora una volta da una situazione scomoda. Dovevo ripagarlo al più presto, magari indossando un completino di Victoria’s Secret, che Alice sicuramente mi avrebbe comprato. Chissà se Edward l’avrebbe gradito, ma mi era impossibile immaginare un suo probabile disgusto.

“ Sorridi. Stai pensando a qualcosa di bello, Bella?”

Mi riscossi a quella domanda, che veniva da una voce cupa, profonda, maschile. Alzai lo sguardo per incrociare gli occhi caramellati di Kayle. Mi sorpresi di trovarlo ancora lì, seduto comodamente sulla poltroncina ad angolo, il gomito destro puntellato sul morbido bracciolo, il capo inclinato a studiarmi, un sorriso leggero ad incurvargli le labbra rosse. Lo ricambiai, con un po’ d’imbarazzo. Non ne conoscevo il motivo, ma Kayle mi metteva a disagio, forse per la sua aurea di determinazione e forza che lo circondava, troppo forte da sostenere per un’insicura come me, nonostante la mia nuova natura di vampira, mi aveva resa un po’ più sicura di me stessa.

“ Be’, diciamo di si.”

Gli risposi, portando le mani ad incrociarsi in grembo. Kayle sghignazzò divertito e la sua risata soffocata assomigliava molto alle fusa di un ghepardo selvaggio. Si allungò per prelevare qualcosa dalla sua borsa a tracolla, poggiata svogliatamente sul tavolino in legno.

“ Come mai non sei andato con Heather e gli altri?”

Gli chiesi, più per curiosità che per altre ragioni. Kayle si lasciò ricadere sullo schienale della poltrona, mentre si portava alle labbra qualcosa di lungo e bianco. Era una sigaretta. La accese ed aspirò a pieni polmoni una vampata di nicotina, rilasciandola a piccole dosi, prima di rispondermi.

“ Be’, diciamo che non amo particolarmente andare in giro, a comprare vestiti e cose inutili.”

Sorrisi, divertita.

“ Tutto il contrario di Heather.”

Kayle ispirò dalle narici e dalle labbra socchiuse un’altra nuvola di fumo dolciastro.

“ Già. Ma è proprio il mio poco materialismo ad attrarla.”

Risi ancora, del tono serafico delle sue battute. Mi sorrise, circondato da una nebbiolina sottile di fumo.

“ Hai una bella risata. Limpida e spontanea. Sai, mi piaci Bella. Mi piace l’innocenza che leggo nel tuo sguardo. E’ molto raro, oggigiorno, trovare delle ragazze smaliziate come te. Edward è stato molto fortunato a trovarti.”

Mi riempì di complimenti, mentre lasciava cadere la cenere della sigaretta già per metà consumata, nel portacenere accanto alla borsa.

“ Ti ringrazio, Kayle.”

Kayle compì un gesto vago con la mano.

“ Oh, non ringraziarmi, ti prego. Ho solo l’abitudine di dire tutto ciò che penso. A volte è un bene, come nel tuo caso, e a volte invece no. Con la mia troppa sincerità, finisco per turbare le persone, rivelando, magari, verità scomode e fatti spiacevoli.”

Aspirò ancora, guardandomi fra le ciglia socchiuse, sorridendomi, quasi beffardo.

“ Quindi non farti ingannare dalle apparenze. Non sono così gentile, come posso sembrare.”

Mi sorrise ancora, sbuffando altro fumo, che riempì ben presto la stanza. Meditai sulle sue parole, preferendo non rivelare le mie opinioni sul suo conto. Kayle non era un personaggio sinistro, ma dava l’impressione di saperlo diventare, e forse fin troppo bene.

Mi guardai intorno, cercando con lo sguardo Chris. Sapevo che non era andato con Edward e gli altri a fare spese, me era anche vero che era sparito del nulla, non appena erano usciti tutti.

“ Cerchi qualcuno o qualcosa?”

Sorrisi all’attenzione di Kayle, domandandogli tranquilla:

“ Mi domandavo solo, dove fosse finito Chris.”

“ Chris…” iniziò Kayle, con tono ancora più cupo.

“ Ah, quel ragazzo mi preoccupa. Non sono sicuro, che sopravvivrà a lungo qui.”

Rivelò, con disinvoltura, spegnendo la cicca ormai del tutto esaurita. Non mi sorpresi delle sue parole, immaginando la fonte delle sue preoccupazioni.

“ Ti riferisci a Jenna, vero? Ho saputo…ho saputo quello che è successo fra lei e Chris.”

“ Te l’ha detto Edward?”

Chiese, più curioso che accusatorio. Scossi il capo energicamente, per non dargli un’idea sbagliata.

“ No, ce lo ha rivelato Jack nel suo studio.”

Una pausa, interrotta solo dallo scattare dell’accendino di Kayle, che si accese la seconda sigaretta.

“ Mi dispiace molto, per Jenna. Non deve essere una situazione facile questa, da sostenere, per lei.”

“ Non dispiacerti per cose che non riesci a comprendere. A Jenna non serve la tua pietà.”

Mi disse Kayle, calmo, nonostante le sue dure parole. Alzai lo sguardo, leggermente risentita.

“ Ma la mia non è pietà. Sono solo dispiaciuta per lei. Il mio è un sentimento di comprensione.”

Abbassai lo sguardo sulle mie mani intrecciate, assorta.

“ All’inizio ero gelosa del rapporto confidenziale fra lei ed Edward, ma ora capisco perché sono tanto affiatati. Edward deve aver aiutato molto Jenna, in passato. Lo so, è nella sua natura. Adesso, dopo avermi conosciuto, le avversità che abbiamo dovuto affrontare e le esperienze che abbiamo condiviso, è naturale che la senta ancora più vicina a sé. Ora capisco…”

Mi voltai verso la parete rossa, ad incrociare gli occhi scuri della ‘donna ghiaccio’.

“ Ora capisco perché quel quadro ha turbato tanto Edward. Come per Jenna, rappresenta il momento più buio della sua vita, la sua lotta interiore contro il demone che divora la sua umanità. E’ triste pensare che due persone meravigliose come Edward e Jenna debbano essere stati costretti a subire tante atrocità.”

Sospirai, abbattuta al pensiero di essere stata mille volte, durante la mia esistenza umana, sul punto di far soffrire Edward per la mia ignoranza. Il mio continuo attaccarmi a lui non faceva che rendergli la vita ancora più difficile. L’odore del mio sangue deve averlo stordito e messo alla prova molte volte, anche con un semplice abbracciarlo. Era orribile pensare a tutte le volte che ero stata costretta a fargli mantenere il suo impeccabile autocontrollo. Se, come Jenna, avesse ceduto alla sua natura demoniaca, io non sarei stata lì, accanto a lui, ad amarlo, ad avergli dato una figlia. Non ci sarebbe stato tempo nemmeno per conoscerci, per imparare ad amarci, a capirci, a sostenerci l’uno con l’altra. Sarei morta fra le sue braccia e forse non me ne sarei nemmeno accorta.

Immaginavo i pensieri di Jenna in quel momento, ma Chris? Cosa pensava lui, di tutta quella faccenda? Possibile che non provasse nulla per Jenna? Eppure era stata sul punto di ucciderlo. Come era possibile una sua tale arrendevolezza? Cosa aveva provato nel rivederla, dopo tanto tempo? Odio? Rammarico? Biasimo? Non riuscivo a darmi una risposta.

“ Sei lontana mille miglia, Bella.”

“ Eh?”

Dissi, tornando alla realtà grazie alla voce di Kayle, trovandolo sempre seduto sulla poltrona, la sigaretta sostenuta fra il pollice e l’indice della mano sinistra. Non mi ero accorta che fosse mancino. Nel portacenere c’erano già due sigarette e quella che aveva in mano doveva essere la terza.

“ Fumi troppo, Kayle.”

Lo rimproverai, senza nemmeno accorgermene. Lui rise, questa volta pienamente. Ed ecco il ruggito soffiato di un leone addormentato!

“ Si, me lo dice anche Heather. Per questo non fumo quando c’è lei presente. Ma che posso farci? E’ l’unica cosa umana che mi sia rimasta, anche se è un vizio. Del resto, i polmoni non ne risentono, nella mia situazione.”

Incrociò le gambe, reclinando di ancora qualche centimetro il capo, lanciandomi un’occhiata clinica.

“ Prima che ti facessi cadere in pensieri angoscianti, mi domandavi dove fosse Chris.”

Alzò il mento, per indicarmi Chris, che stava scendendo a due a due le scale, completamente messo a nuovo, con vestiti puliti e firmati, che forse aveva trovato in qualche armadio e con un profumo di lavanda sulla pelle. Doveva essersi lavato, dopo la caccia. Ci accolse con un sorriso.

“ Ah, ce l’hai fatta a lavarti. Ci hai messo più di Heather. Complimenti, non è un record facile da superare.”

Chris rise, sedendosi accanto a me, sulla poltrona. Quando c’era lui, non potevo fare a meno di sorridere. Quel ragazzo aveva il dono di farmi tornare l’allegria anche solo con la sua presenza.

“ Scusate, ma avevo terra dappertutto. Mi ci è voluta mezz’ora per toglierla tutta dai capelli.”

Disse, arruffandoseli e rilasciando nell’aria, a quel gesto, un sapore di mirtilli rossi, fragranza dello shampoo che aveva usato e in una dose generosa, a giudicare dalla ventata che mi colpì il viso.

“ In quei casi, ci vuole una donna che fa la doccia con te. Così è più facile e piacevole pulirsi e puoi stare tranquillo, che il lavoro di una donna è sempre impeccabile. Io ne so qualcosa.”

Disse, sbuffando fumo in quantità, incurante di aver messo Chris e me in evidente imbarazzo.

Ci osservò dopo un po’, confuso.

“ Be’? Cos’è questo silenzio? Non ditemi che non avete mai fatto la doccia con persone dell’altro sesso prima d’ora? Bella, mi meraviglio di Edward. Mi sembrava un tipo piuttosto creativo, in questo senso, nonostante l’aria riservata che ha sempre ostentato.”

A quel punto, ringraziai la mia fisiologica facoltà di non poter arrossire, altrimenti sarei diventata viola per l’imbarazzo. Io ed Edward, certo, avevamo condiviso esperienze piacevoli nella nostra intimità, ma non mi andava né di confermare né di negare le parole esplicite di Kayle. In primo luogo perché era un ragazzo e in secondo luogo…il primo punto era più che sufficiente per tacere.

“ E tu, Chris? Mi sembrava mi avessi detto che avessi una ragazza, da umano.”

“ Si, ma…non siamo arrivati a quel tipo d’intimità.”

“ Cioè, non avete mai fatto l’amore?”

Continuò Kayle, imperterrito e rilassato.

Chris si schiarì la voce ed io mi concentrai sulle dita delle mani intrecciate, trovandole affascinanti.

“ Si, certamente. Ma…non abbiamo mai fatto la doccia insieme. Mary era una ragazza timida e si vergognava di certe situazioni.”

Disse, semplice ma con aria vergognosa.

“ Ah, capisco. Era anche un po’ deludente in fatto di sesso, immagino. Forse perché eravate entrambi inesperti. In quel caso è giustificabile. Se, invece, lei aveva avuto altri rapporti prima di te, evidente non era attratta così tanto da te. Per questo, bocciava ogni tua proposta che andasse al di là di condividere il letto. Credimi, è un bene che vi siate lasciati. Non credo fosse giusta per te.”

Ora cominciavo a capire cosa intendesse Kayle quando mi aveva confessato la sua innata capacità di rivelare verità scomode e, a quel punto aggiungerei, imbarazzanti. Chris gli rispose dopo un po’, con voce incerta.

“ Be’…credo più nella prima ipotesi.”

“ Possiamo cambiare discorso?”

Chiesi, con energia.

“ Si, per me va benissimo.”

Mi appoggiò subito, rispondendo con enfasi. Kayle ci guardò entrambi inespressivo, finché non lo vidi riporre altra cenere nel posacenere, reprimendo un sorriso, stringendo le labbra.

“ Ok.”

Disse semplicemente, bofonchiando qualcosa tipo:

“ Che puritani!”

Per poi continuare a fumare tranquillo.

“ Perché, invece, non ci parli un po’ di te, Kayle?”

Gli chiese Chris, decisamente più rilassato.

Kayle lo guardò, sorpreso.

“ Di me?”

“ Si. Anche a me piacerebbe. Raccontaci della tua vita.”

Kayle sorrise ad entrambi, fumando indisturbato, per poi iniziare a raccontare, con voce profonda e posata:

“ Mi chiamo Kayle Richard Goldrick. Sono nato nel 1889. Sono cresciuto a Stanford, nell’Illinois.

Mio padre era un artigiano, mia madre una sarta. Due brave persone, ma non abbastanza equilibrate per educare un figlio sconsiderato come me.”

Sorrise dei suoi ricordi passati, aspirando altro fumo.

“ Mia madre…povera donna! L’ ho fatta disperare con il mio comportamento da irresponsabile. E mio padre? Be’, ormai si era rassegnato a non insegnarmi più nulla. Volevo diventare giornalista, ma abbandonai gli studi il primo anno in accademia. Così andai a vivere da solo, lasciando i miei genitori  ad arrangiarsi come potevano. Ero molto egoista, lo ammetto. Mi unii ad un circo di passaggio. Riuscii ad ottenere un posto come manutentore, ma ero ambizioso e spalare letame e costruire gabbie e tendoni non mi allettava molto. Così, feci quello che sapevo fare meglio…”

“ Cosa?”

Gli chiesi, guadagnandomi un sorrisino beffardo.

“ Facile. Ho sedotto la donna del capo. Era bella, nonostante non avesse più vent’anni. Ma era una ballerina, fisicamente accettabile e, diciamocelo, non si divertiva molto con il marito. Era noioso e lei troppo intelligente ed ironica per essergli fedele. Non mi ci è voluto molto per portarmela a letto, entrando ufficialmente fra le sue grazie. Così, da un ruolo marginale passai a diventare la star del circo. Divenni un trapezista e il mio numero con gli anelli infuocati e il giro della morte ebbe un grande successo e feci fare un mucchio di soldi a quel vecchio spilorcio del mio capo. Un buon compromesso, il mio, nel ripagarlo per i benefici che la moglie, in cambio di qualche coccola in più, mi donava senza pretese.

Andai avanti così per qualche anno, appagato e felice per la mia vita sregolata. Finché, non incontrai Rudolph.

Ufficialmente si faceva passare per un poeta e artista occasionale, ma in realtà era un vampiro di quasi quarant’anni, in cerca di diversivi dalla sua noia. Si è divertito a prendermi in giro, dicendo che ero sprecato, che avrei dovuto puntare a qualcosa in più, che avrei dovuto abbandonare il circo e bla, bla, bla…”

Aspirò ancora altro fumo, lasciando cadere altra cenere. Ormai era alla quinta sigaretta. Quel ricordo lo infastidiva. Lo capii dal modo in cui stringeva la mascella e denigrava i denti.

“ Quante chiacchiere inutili. Faceva prima a dirmi che voleva dissanguarmi. Perché era proprio questo che voleva: il mio sangue. Ovviamente, riuscì a mordermi in un giorno di pioggia, nella stalla dei cavalli. Il loro nitrire impazzito, richiamò l’attenzione dell’unica persona che non mi sarei mai aspettato di incontrare. Era Heather.

A quel tempo, faceva coppia con quell’imbecille, ma non erano amanti né compagni, solo amici riuniti dal caso. Ma quella notte, il loro legame si ruppe definitivamente. Avevo già visto quella splendida donna con boccoli biondi e vestita con abiti lunghi di chiffon, bianchi e rosa, con quel delizioso capellino bianco e quella fossetta da baciare all’angolo destro della bocca, quando si curvava in un sorriso. Non ci eravamo mai parlati, ma quando Rudolph veniva a trovarmi, passavamo ore ed ore a scambiarci sguardi da lontano. Mi perdevo in ogni sua più piccola risata e nel suo sguardo scuro. Superfluo dire che mi ero già invaghito di lei. Pensate che avevo smesso anche di avere rapporti con la bella moglie del capo, perché mi tornava sempre in mente la sua immagine.

Quando vide Rudolph avvinghiato al mio collo, non ci vide più e mi staccò da me con violenza. Lui si indispettì ma, a quanto ne so, non si arrivò ad uno scontro. Rudolph abbandonò semplicemente la sua preda e mi lasciò da solo con Heather. L’unica cosa che ricordo di quella notte, sono il tocco delle sue mani gelate sul mio viso e la sua espressione dispiaciuta. Poi, fu solo dolore e fuoco.”

Si accese la settima sigaretta, aspirando svogliatamente, perso nei suoi ricordi. Io e Chris bevevamo ogni sua parola, in silenzio, senza interromperlo.

Kayle continuò il suo racconto:

“ Quando ripresi conoscenza, ero in una casa bellissima, nel centro storico di Londra. Heather era accanto a me e mi sorrideva. Non aveva lasciato la mia mano per tutto il tempo della trasformazione. Mi spiegò con calma cos’era successo, chi era realmente lei e cosa fossi diventato. Accettai la mia nuova vita senza rimpianti per quella vecchia e la prima cosa che feci, fu di baciarla e renderla mia, non solo per una notte, come avevo fatto con tutte le altre donne, ma per sempre. Giurai che l’avrei resa felice ad ogni costo e in ogni modo possibile e che non l’avrei mai abbandonata. Sono passati ottantacinque anni e fino ad ora ho mantenuto tutte le mie promesse e continuerò a farlo.”

Terminò, sorridendo beato e aspirando altra dolce nicotina. Ma io avevo delle domande da porgli:

“ Di chi era quella casa?”

Kayle mi sorrise, quasi divertito.

“ Davvero non l’hai capito? Ti facevo più intuitiva.”

Mi beffeggiò amichevole, ridendo sotto i baffi.

“ Era la casa di Jack e Suzanne, naturalmente. Heather li aveva conosciuti mentre ancora vagabondava con Rudolph. Nel panico più totale, è volata in questa casa, a chiedere aiuto a Jack. Il loro modo di vita vegetariana l’aveva affascinata, ma non se la sentiva ancora di vivere in quella maniera sacrificata. Ma per me, avrebbe fatto qualsiasi cosa. Così disse a Suzanne, una volta che ebbero accettato di aiutarci ed ospitarci. Entrammo a far parte della famiglia Stuart il giorno del mio risveglio. Fino ad allora, avevo vissuto una vita fuori dalla norma e ho continuato a farlo anche da vampiro. Non ho mai toccato una goccia di sangue umano. Solo in questo, sono privo di macchia.”

Si guardò intorno, sospirando.

“ Non so quante riparazioni, modifiche e ritocchi hanno avuto queste mura, nel corso del tempo. Siamo tornati a vivere qui da poco, ma l’abbiamo sempre considerata la nostra effettiva casa, più delle altre cinque sparse per il mondo.”

Sorrise, scuotendo la testa.

“ Jenna viveva già con Jack e Suzanne, quando siete arrivati tu ed Heather?”

Non potei impedirmi di chiedergli, vinta dalla mia innata curiosità. Chris mi guardò per un attimo, per poi puntare lo sguardo avido verso Kayle, ansioso di conoscere la risposta.

“ Si, lei è la primogenita. Fu Jack a trovarla. Ma la sua vita passata è molto più complicata e travagliata della mia.”

“ Cosa sai di lei?”

Gli domandò Chris, gli occhi accesi di curiosità. Kayle lo ponderò per un po’, prima di rispondergli:

“ Tutto, ma non voglio essere io a rivelarvi nulla. Vedete, credo debba essere lei a confidarsi con voi. Se non l’ha ancora fatto, significa che non è ancora pronta a parlare di sé ed io rispetto la sua decisione. Dopotutto, per quanto spesso possa trovarmi in disaccordo con lei, è pur sempre la mia sorellina. Quindi, non voglio arrecarle alcun danno.”

Annuii alle sue parole, accentandole in pieno.

“ E’ giusto. Rispetto anch’io la tua decisione, Kayle.”

Chris strinse i pugni, ma anche lui annuì rigido, senza dire una sola parola. Evidentemente, per lui, a differenza di me, conoscere il passato di Jenna era molto più importante d quanto non lasciasse intendere.

“ Chissà, se deciderà mai di parlare con me. Credo che quel giorno, non arriverà mai.”

Lo sentii sussurrare, dopo un lungo sospiro.

Kayle ripose il mozzicone di sigaretta insieme agli altri nel posacenere, intrecciando subito dopo le dita delle mani lunghe ed affusolate, osservandolo assorto.

“ Mai è una parola grossa. Devi avere pazienza, Chris. La pazienza è un dono raro che non tutti possiedono. Se bruci le tappe e arrivi prima alla meta, non proverai la stessa gioia di quando l’hai raggiunta perseverando ed avanzando lentamente. Ogni piccolo passo, ha un sapore nuovo, basta saperlo gustare a pieno e per me, tu sei ancora ad inizio corsa e hai la bocca già fin troppo impastata.”

Sorrise delle sue parole enigmatiche. Parlava di pazienza, corse, passi e bocche impastate, ma il loro significato metaforico, al momento, mi sfuggiva. Anche Chris lo guardò interrogativo, ma si ricordò comunque di ricambiare il suo sorriso compiaciuto.

“ Il fatto è, che non capisco perché ce l’abbia tanto con me.”

Cosa?! Avevo capito bene?

Io e Kayle alzammo entrambi lo sguardo verso di lui, simultaneamente e lo trovammo sinceramente abbattuto e confuso, mentre si grattava i ciuffetti color arancio della nuca, in un gesto imbarazzato ed assorto.

Davvero non conosceva il reale motivo per cui Jenna lo evitasse? Davvero non ricordava che lei…

“ Chris, dimmi una cosa.”

Gli disse Kayle, con tono neutro, strappandolo dai suoi pensieri. Sul suo volto, non c’era più alcuna traccia di sbigottimento né di sorpresa. Chris alzò lo sguardo verso di lui, in attesa.

“ Ricordi qualcosa, del giorno in cui sei stato morso?”

Chris lo guardò per un attimo smarrito, per poi abbassare lo sguardo sulle sue mani unite.

“ Ecco…in realtà, vi confesso che io non ricordo nulla del giorno della mia trasformazione. È tutto fin troppo confuso…Ho molti ricordi del mio passato, certo, ma da umano, non da vampiro. Tutto ciò che ricordo, è di essermi risvegliato in una capanna di legno, con un odore acre di naftalina nelle narici e quello dolciastro di altri sei vampiri nomadi che mi davano il benvenuto nel loro gruppo. Mi trovavo in Alaska e non sapevo come. Faceva freddo, ma io non lo sentivo. Ero del tutto estraneo a ciò che mi circondava. Dopo alcuni anni passati a cibarmi di esseri umani, vivendo come un animale selvaggio, sempre in cerca di cibo, quasi avevo dimenticato cosa fosse vivere da persona civile.”

Sospirò, amareggiato, continuando a voce bassa:

“ Il fatto è che non ricordavo più cosa significasse essere umano. L’avevo totalmente dimenticato. Finché non è venuto a ricordarmelo Jack. Lui mi ha trovato in Texas, in un campo di steppa, abbandonato ai miei pensieri. Si è dimostrato subito mio amico. Mi ha parlato di sé e mi ha proposto di andare a vivere con lui e la sua famiglia. Neanche sospettavo di una possibile famiglia di vampiri! Mi ha affascinato il suo modo di vivere e divertito gli aneddoti dei componenti della sua famiglia. Così ho accettato. L’ho seguito fino a Londra ed ora, eccomi qui.”

Concluse, con un alzata di spalle e un sorriso lieve.

“ Vorrei soltanto, essere accettato da Jenna. Non so perché, ma darei qualsiasi cosa, per vederla sorridermi. Solo una volta. Non chiedo molto.”

Sospirò, per poi sorridere e ridere senza entusiasmo, passandosi una mano sul viso.

“ Scusatemi, io…non so perché dico queste cose.”

“ Io una vaga idea ce l’avrei, ma non so se ti piacerebbe sentirla.”

Disse con un sorrisino compiaciuto Kayle, sollevando lo sguardo verso la scala, da dove spuntò Jenna dopo qualche istante.

Aveva i capelli sollevati in una coda alta, indossava un paio di leggings neri, che fasciavano un paio di gambe magre e sottili, e una canotta bianca. Portava una tela sotto braccio e due barattoli di colori nell’altra mano.

Appena incrociò lo sguardo di Chris, lo svincolo con un gesto alterato, rivolgendosi a Kayle, con tono duro.

“ Hai visto i miei pennelli?”

Kayle le sorrise beffardo.

“ No, ma se vuoi metto i volantini per una ricerca rapida.”

Lei sbuffò, dirigendosi verso la porta.

“ Non importa. Ne farò a meno.”

“ Vai a dipingere?”

Si voltò, mentre la osservammo aprire la porta socchiusa con un calcio poco delicato.

“ Non meriti risposta.”

Bofonchiò, facendo sghignazzare il fratello. Jenna era molto cambiata dalla prima impressione che mi aveva fatto. Il sorriso ed ogni traccia di buon umore erano letteralmente spariti dal suo viso, sostituiti da un’espressione arrabbiata e dalle sopracciglia perennemente arricciate. Gli occhi, prima dalle iridi caramellate, erano divenute scure ed irriconoscibili. Era sempre bellissima, ma meno propensa al dialogo.

Nello stesso istante in cui uscì in giardino, tornarono gli altri. Alice ed Heather uscirono dalla Volvo di Edward cariche di pacchi.

“ Jenna! Guarda! Ti ho comprato degli splendidi vestiti.”

Le disse Heather.

“ Per cosa?”

Le chiese, con tono affettato. La vidi voltarsi solo un attimo, ancora carica della sua roba ed imbronciata.

“ Per la festa di questa sera, in onore di Chris.”

Le rispose Alice, consegnando a Jasper altri due buste, insieme ai quattro pacchi che già aveva in mano, senza sforzo.

Jenna si voltò ad incenerire Chris sulla soglia. Lo vidi seguirla con lo sguardo triste e sospirare, mentre si allontanava sbuffando, sparendo dalla nostra vista, dietro l’angolo sinistro della casa.

Edward mi venne incontro, abbracciandomi e baciandomi la fronte. Sentii un odore nuovo su di lui. Mi scostai per osservarlo meglio. Indossava un dolcevita bianco e un pantalone color champagne, classico e una giacca in pelle beige. Era divino.

“ Vestiti nuovi?”

Edward rise, stringendomi di nuovo a sé.

“ Alice. Sai come è fatta. Mi ha torturato.”

Disse, facendo spallucce.

“ Povero amore mio. Dovrò fare di tutto per farti rilassare nelle prossime ore, allora.”

Gli dissi, accarezzandogli i capelli bronzei con entrambe le mani. Lui mi sorrise, ammaliante.

“ Confido nelle tue ottime doti.”

“ Uhm…inizierò subito allora, per non deluderti.”

Detto questo, mi allungai a baciarlo, andando incontro alle sue labbra, già socchiuse per accogliere le mie.

 

 

Angolo dell’autrice.

Salve, buongiorno a tutti voi, amici e amiche di EFP!XD

E un altro capitolo è andato! Bene bene…qui la situazione si fa sempre più intricata! Mi sorprendo anch’io ne sono l’artefice, pensate un po’! XD

Ma bando ad ogni indugio, cosa ne pensate?? Credete che sia finita qui? Vi sbagliate di grosso, perché non mi fermerò molto facilmente! Ormai sono partita e non mi ferma più nessuno! XD

Ed ora, passiamo ai…

 

Ringraziamenti a…

 

Beuzz94: Mia adorata Beuzz, ciao! XD Grazie mille per aver commentato il mio ennesimo capitolo! Sei sempre così cara…Eh, già, Jenna ha le sue grane e i suoi grilli per la testa che l’angosciano e la turbano, e Chris fa del suo meglio, con la sua tenerezza disarmante, a farsi accettare anche da lei! Be’, non ti resta che vedere come andrà a finire! XD Spero che ti piacerà e commenterai anche il mio quarto capitolo!XD Baci baci e a presto, Fuffy91!!^__^*

 

Monica87mi: Ciao, Monica! XD Grazie, grazie davvero per i tuoi complimenti! Wow, se avrai il coraggio di seguirmi anche al mare, si vede che ti piace davvero la mia storia!XD Spero che leggerai, allora, anche il quanto capitolo e che lo commenterai! Baci baci, Fuffy91!^__^*

 

Ringrazio anche tutti quelli che leggono la mia storia, cha la seguono e l’hanno messa fra i preferiti! Vi adoro ufficialmente! Baci baci, anche a voi! ^__^*

 

Prossimamente a…

 

Domenica 7 Agosto! Baci baci, Fuffy91!!XD

 

^__________________________^***

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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