2.Veli di sangue e lacrime
Contemplo. Ascolto e contemplo. Bellissimo
il sangue che si disperde nell’acqua trasparente. Bellissime
le lacrime che colano giù dalle guance. Com’eri bello. Da morto. Era
bello il tuo cadavere.
E’ inutile. Mai un corpo vivo avrà la fredda e laconica
bellezza di un cadavere. Mai tante cose saranno scritte sulla pelle di un vivo
come sono scritte sulla pelle di un morto, mille comandamenti e verità sulla
nostra vita, che, come quella di tutti gli altri, si avvia sempre più al
capolinea.
Prima o poi tutti moriamo.
E io ascolto. Ascolto e
contemplo.
Ascolto il dispiegarsi grezzo e nebbioso di queste
giornate tutte uguali e contemplo le gocce di sangue che si disperdono
nell’acqua di rubinetto, rinchiusa nel bicchiere. Vorrei poterti mostrare la
bellezza di questi attimi. Il mio dito è tagliato affinchè le gocce che
scendono siano piccole e ritmiche. Osservo. Cadono
nell’acqua. Goccia dopo goccia. Poi scoppiano. Si disperdono. Si allargano.
Velluto di sangue. Il sangue è uno degli spettacoli più belli che Nostro
Signore ci ha regalato. Com’è bello… rosso, rosso
intenso. Colore della vita e della più morbosa atrocità di
questo Inferno. Il sangue è l’olio col quale dipingo sulla tela della mia
pelle. Forse è per questo che sono autolesionista.
Ti sei avvelenato, e poi sei morto col sorriso, gran
figlio di puttana. Mi hai provocato irritazione.
Ti ho dato in vita tutto quello che ho
potuto, ho distrutto il mio orgoglio e la mia dignità soltanto per regalarmi
del tutto a te, anima e corpo. Adesso muori, sorridendo, sorridendo sarcastico,
come se nelle tue mani si intrecciassero le vite di
centinaia a centinaia di uomini. Tu ora sei morto e loro moriranno. Per me non sarà così, te lo prometto.
Non riuscirai a buttarmi giù.
Le lacrime scorrono sulle mie guance. Penso che la tua
morte mi provochi dispiacere.
Cos’eri di speciale? Eri un uomo.
Come altri ce ne sono al mondo. Stavamo insieme. Come altre coppie stanno
insieme. Vorrei poter indagare nella mente di voi suicidi,
perché adoro le vostre menti, sono così complesse. Mosse da
un meccanismo che non capirò mai. Quant’è profonda la vostra
disperazione? Quant’è grave la vostra pena? La mia è una famiglia di suicidi. E’ per questo che ne sono affascinata.
Si sono uccisi prima i miei fratelli, accoltellandosi l’un
l’altro mentre si abbracciavano in un lago di sangue
sul tappeto. Si è uccisa mia madre, spiaccicata sull’asfalto, ora calpestato da
migliaia di persone che non meritano di ignorare la sua pena. Si è ucciso mio
padre, lavoro di merda, stipendio di merda, famiglia di merda. Picconava le
rocce di granito, questo era il suo compito, e si è ucciso facendo esplodere
una mina. Tonnellate di granito sulla sua testa.
Mi piace come sono morti i miei fratelli. Con stile. Col
sangue rosso. Tu ti sei avvelenato col sorrisetto di scherno, senza sangue, di
notte, mentre io dormivo accanto a te.
Tutto sommato, penso di averti amato come niente amavo al mondo. Perché non muoio
anch’io? Forse l’atto di maggiore masochismo a questo mondo è quello di
continuare a vivere, per continuare a soffrire. O
forse mi piace ancora vivere. Forse penso che potrò rifarmi una vita. Sarà
difficile. Senza soldi. Senza famiglia.
Senza di te.
La cosa che mi fa più male. Intorno
a me degli uomini portano via i mobili di casa ma io, sdraiata sul pavimento
freddo di questo tugurio, continuo a fissare i veli di sangue, i veli di
lacrime, i veli della mia esistenza che cadono
nell’acqua, di disciolgono, si spargono. La mia vita è appesa a un filo, al filo della tua anima che ancora viaggia
intorno a me.
Oh… già, dimenticavo, mi stanno sfrattando. Eccomi nella nebbia, nella neve, nel gelo totale.
Eccomi fuori dalla porta di
fronte a questa fredda città in pieno inverno, ai confini del mondo. Che posso fare qui? Tutti sono morti. Non ho più niente,
nemmeno una casa.
Si profila di fronte a me il destino di barbona di fronte
alla tua tomba. Ricorderò per sempre il tuo bellissimo cadavere, i tuoi
bellissimi occhi chiusi, la tua bellissima pelle bianca. Le
tue labbra sottili e lineamenti aspri, ostili. Sarà il caso? Forse è
meglio che mi ammazzi anch’io; quanti edifici alti ci sono qui intorno.
Sembrano fatti apposta per buttarsi di sotto. Un volo, un ultimo volo, e poi, finita per sempre. La
proposta è allettante, è ci sarebbe tanto sangue in
giro. No.
No, non lo farò, amore mio.
Ti ho promesso che niente al mondo, nemmeno tu, nella tua
mortale perfezione, sarebbe riuscito a buttarmi giù. Andrò in chiesa a pregare,
pregherò, pregherò in continuazione. Pregherò per te,
per mia madre, per i miei fratelli, per mio padre. Pregherò per me, pregherò
per ogni suicida di questo mondo, pregherò per tutti e sognerò il sangue. qualcosa farò. Te lo giuro. Qualcosa farò.
Al pensiero che sono sola mi si
chiude lo stomaco e tutto il mondo si sfracella contro di me. sognerò del tuo
sorriso e rimuoverò ogni traccia di terrore, perché adesso so veramente di
esserci. Ora che tu non ci sei so che la mia vita è iniziata, è iniziata adesso,
soltanto adesso.
E io voglio viverla, cazzo.
Ti amo.