Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: MiaStonk    31/07/2011    13 recensioni
Dimenticate una Victoire Weasley semplicemente perfetta, altezzosa e superba. Dimenticate la ragazza che ammalia col suo sguardo e il suo portamento elegante. Dimenticate la ragazza con un ottavo di sangue Veela. Fate spazio ad una giovane Grifondoro esuberante e chiassosa. Ad un giocatrice di Quidditch in gamba e stravagante. Ad un'amica leale e impicciona, ad una Victoire imperfetta, semplicemente Weasley.
Dal prologo: Ho sangue Veela nelle vene.
Lunghi capelli biondi, chiari come i raggi di una spenta luna.
Occhi di un azzurro pallido, ghiaccio direbbe qualcuno.
Ma i geni Delacour si fermano qui[...]
Non ho un portamento aggraziato, sono goffa e rumorosa.
Non ammalio con il mio sguardo, tutt’al più faccio ridere.
Sono l’orgoglio di mio zio George e la disgrazia di mia madre.
Sono una Weasley, e fiera di esserlo[...]
In ultimo, ma non meno importante, Teddy Lupin mi è completamente indifferente.
No, non sono innamorata di lui come in molti sperano.
Nemmeno lo odio come si vocifera.
A stento so che esiste, a stento ci rivolgiamo la parola.
Io vivo nel mio mondo fatto di caos e allegria.
Lui vive nel suo, fatto di ordine e noia.
Io e lui, opposti che non si attraggono.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Teddy Lupin, Victorie Weasley
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'You&Me'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                                                                                           15



15. Postumi, Isteria e Aiuti inaspettati

 

Dolore.

Prima ancora di riaprire le palpebre, che sento più pesanti di quanto mai lo siano state, è un dolore lancinante alla testa che avverto. Riapro gli occhi a fatica, percependo un profumo familiare che però non riesco a identificare: è odore di pergamena, di menta e cioccolata. L’unica cosa che vedo dinanzi a me è il tendaggio rosso del letto a baldacchino. Mi rigiro, e nel farlo tocco qualcosa di duro o meglio, conficco il mio gomito in qualcosa che non somiglia ad un cuscino e che sembra lamentarsi.

 

<< Ohu >>

 

Né i materassi, né i guanciali emettono suoni di alcun tipo, pur verificandosi nel castello stramberie di ogni sorta. Rialzo il capo, trovandomi a pochi centimetri il volto di Teddy. Porto il busto indietro, mettendomi seduta e aggrappandomi alla tenda per evitare di ruzzolare a terra. Inutile dire che la mia testa ha appena annunciato che esploderà a breve.

 

<< Delicata come sempre >>

<< Che… che ci fai nel mio letto? >>

<< Il tuo… oh, non ricordi nulla di ieri notte, giusto? >>

 

Sbatto le palpebre, guardandomi intorno nervosamente e abbassando lo sguardo sul mio corpo: ho ancora la maglietta delle Sorelle Stravagarie e i miei jeans logori. Immagino che questo voglia dire che la mia innocenza è intatta; non avrei sopportato l’idea di combinare qualcosa e poi dimenticare tutto il giorno successivo e… questa cosa mi suona familiare.

 

<< Hai bevuto un po’ troppo alla festa e ho dovuto portarti qui dopo che eri svenuta. Avrei potuto immobilizzare le scale del tuo dormitorio, ma… >>

<< Ero ubriaca? >>

<< Un po’, si >>

 

Non una fine, ma un inizio.

Sono innamorato di te perché non potrei non esserlo.

 

Frammenti, pezzi di frasi e parole che continuano a vorticarmi in testa. Sento ancora un lieve senso di nausea e un leggero stordimento. E poi immagini confuse e odori, sensazioni.

 

<< Ho vomitato sui tuoi pantaloni, non è vero? >>

 

La curva delle labbra di Teddy si alza appena verso l’alto, in un accenno di sorriso. Merlino, devo averlo fatto sul serio. Ora in una situazione simile, con qualsiasi altra persona, sarei scoppiata a ridere, ma trattandosi di lui, ho solo il desiderio di nascondermi sotto il suo letto. Da poco ripiombata nella sua vita e gli ho già procurato più danni di quanto sia umanamente possibile.

 

<< Niente che un gratta e netta non ha risolto. Non ha importanza, davvero >>

 

Annuisco distrattamente, sgusciando fuori da coperte e lenzuola e toccando il pavimento freddo coi miei piedi nudi. Infilo velocemente gli anfibi e rialzo il capo verso di lui, che mi ha imitato, sollevandosi. Resto a fissarlo per qualche secondo: solitamente sono abituata a vedere un Teddy sempre impeccabile nella sua divisa linda e pinta, nei suoi capelli, seppur lunghi, sempre ordinati. Ma ora, in un pigiama decisamente imbarazzante, e con ciocche che sembrano avere vita propria, lo trovo ancora più adorabile.

Sei bello, lo sai?

Morgana, fa che non l’abbia detto sul serio. Scatto in piedi, allontanandomi bruscamente da lui e pregando di non essere arrossita, il che sta accadendo un po’ troppo spesso per i miei gusti. Farfuglio qualcosa sul dover ritornare ai miei dormitori, accennando a delle scuse o dei ringraziamenti, non saprei dirlo e sicuramente nemmeno lui che, ora, mi fissa con uno sguardo confuso e lievemente stordito.

 

L’attimo dopo richiudo la porta della mia camera, dopo una corsa degna di un ippogrifo impazzito. Sospiro, sollevando lo sguardo e restando impietrita e decisamente disgustata da ciò che i miei occhi hanno appena visto: Marie seduta sul letto, seminuda, e Dylan che se ne resta impalato a fissarmi, con ancora il braccio a mezz’aria nel tentativo di infilarsi la camicia.

 

<< Vicky… >>

 

Porto immediatamente le mani a coprire il viso, scuotendo il capo con fin troppa energia, e ricordandomi solo in questo momento che se non mi fermo all’istante, potrei tranquillamente ripetere l’esperienza di ieri sera, vomitando stavolta sui pantaloni del mio capitano.

 

<< Che schifo, che schifo, che schifo! >>

 

Riapro la porta, sbattendomela alle spalle e riscendendo con fretta le scale del dormitorio femminile. Sfortunatamente, ricordo solo dopo di avere ancora gli occhi coperti, così inciampo negli ultimi gradini, ritrovandomi col sedere spiattellato a terra. Mi rialzo a fatica, massaggiandomi il povero deretano, compagno di sventure, e avanzando piano verso uno dei divani.

 

Ma a pochi passi dal camino, devo nuovamente fermarmi e sgranare gli occhi come solo pochi secondi fa è accaduto. Stretti l’uno all’altra, vi sono Yvonne e Alastor, ancora placidamente addormentati. Sbuffo, portando una mano a scompigliare il mio cespuglio biondo e dirigendomi di corsa verso il ritratto della Signora Grassa, urlando a pieni polmoni pur se è appena l’alba.

 

<< Che cazzo hanno tutti da copulare, stamattina? >>

 

                                                                      ***

 

<< Non stavamo fac… >>

<< No,no,no! Zitta, zitta, zitta! Non voglio saperlo! >>

 

Siamo sedute in riva al lago, sotto la solita quercia. Mentre Marie cerca di parlare, Yvonne ride sguaiatamente tenendosi la pancia e rotolando sull’erba, ed io tappo le orecchie con le mani, nella vana speranza di non udire nulla sul Rendez-vous tra la mia migliore amica ed il mio capitano. Oibò, ho appena pensato un termine in un corretto francese: i postumi della sbornia sono agghiaccianti.

 

<< Ma noi non abbiamo fatto nulla! >>

<< Certo, certo >>

<< Dico sul serio >>

 

Yvy non la smette di dimenarsi, ed io di sembrare un bimbo autistico. Marie agita le mani, per richiamare la nostra attenzione, infervorandosi e arrossendo per l’indignazione.

 

<< Insomma, volete ascoltarmi? >>

<< Non ho tutta questa voglia di addentrarmi nella sessualità di mio fratello >>

<< Nemmeno io voglio conoscere le performance del mio capitano! >>

<< NON ABBIAMO FATTO SESSO! >>

 

Riabbasso le mani, appoggiandole in grembo e contemporaneamente decidendomi a posare lo sguardo sulla Summers. Yvonne intanto ha smesso di soffocare con la sua stessa saliva e si rialza sui gomiti, decisa a prestare finalmente attenzione.

 

<< Cioè, avremmo voluto… anch’io volevo, si… però non… è successo >>

Nel caso in cui Marie vada in autocombustione, visto il rossore che si estende su ogni  centimetro di pelle, posso sempre gettarla nel lago, giusto?

<< Perché Dylan non… sapete >>

<< No, non sappiamo >>

<< Proprio no >>

Alle nostre facce perplesse, sbuffa, rialzando su di noi lo sguardo in uno slancio di coraggio.

<< Non ci è riuscito, ecco >>

<< Non… Dylan è impotente? >>

<< NO! E’ solo che aveva bevuto un po’ troppo ed era stanco e… >>

 

Non ridere Vicky, n-o-n f-a-r-l-o.

 

Ma visto che Yvonne non si trattiene e scoppia a ridere in faccia alla povera Summers, lo faccio anch’io, aggrappandomi a lei e battendo i pugni sul terreno.

 

<< Siete orribili, siete… >>

<< Si, si… lo sappiamo >>

 

Diversi minuti dopo, nei quali Marie ha mangiucchiato tutte e dieci le unghie, Yvonne ha lamentato dolori alla pancia per il troppo ridere ed io ho dato una testata al tronco in uno scoppio eccessivo di ilarità, la Summer riprende la parola.

 

<< E comunque, Vicky non ha parlato solo di me. Che ci facevi tu con Shacklebolt? >>

Yvonne smette immediatamente di ridere e le rivolge un’occhiata di finta indifferenza, scrollando le spalle. Io la punzecchio, così che sputi il rospo.

<< Stavamo solo dormendo >>

<< Abbracciati? >>

<< Nemmeno io so come ci siamo ritrovati a quel modo. Mentre Vicky vomitava l’anima sui pantaloni di Teddy, io ed Al inveivamo l’uno contro l’altro nell’altra ala del cortile. Sono ritornata alla festa e devo essermi addormentata sui divani e stamattina, dopo l’urlo di questa psicopatica, mi sono svegliata accanto a lui >>

<< Ti ha detto cosa ci faceva lì? >>

<< Ceeerto… mi ha spiegato le varie ragioni che l’hanno portato a dormire con me in Sala Comune, abbiamo poi chiacchierato del più e del meno e riso a qualche vecchia battuta >>

All’ovvio sarcasmo di Yvy, annuiamo, immergendosi nuovamente nel fitto e confortante silenzio.

<< Ragazze… non direte a Dylan ciò che vi ho riferito, giusto? >>

<< Per chi ci hai prese! >>

 

                                                                       ***

 

<< Tranquillo capitano, sono cose che succedono! >>

<< Già, ti rifarai la prossima volta! >>

 

Io e Yvonne passiamo accanto a Dylan, dandogli un paio di pacchette sulle spalle e strizzandogli l’occhio, prima di accasciarci su una qualche superficie della  Sala Comune. Rialzo lo sguardo, vedendolo ancora impalato a fissare prima noi, poi la sua fidanzata. Marie d’altro canto sta torturando le sue povere dita e la gonna insieme, mentre mordicchia le labbra nervosamente.

 

E l’attimo dopo si fionda sul divano, di fronte alla poltrona su cui sono seduta, e sprofonda in esso, con l’intento, probabilmente, di soffocarsi o nascondersi alla vista di Dylan. Perché mai, mi chiedo!

Wood resta ancora immobile per una manciata di secondi, fino a quando il ritratto della Signora Grassa si apre e lascia entrare quello che ormai è diventato la mia disgrazia: bocca di trota.

 

<< Che ci fate qui? >>

<< Come scusa? >>

<< Mi hanno lasciato un biglietto in cui si leggeva che l’allenamento di domani era stato anticipato ad oggi. E’ quasi un’ora che sono al campo, beccandomi vento e pioggia >>

 

Porto una mano alla bocca, cercando di nascondere la prorompente risata che scalpita per uscire. Devo anche pizzicarmi il braccio per evitare, sul serio, di ridergli in faccia. Lo credevo decisamente più furbo, invece è un credulone.

Quando rialzo lo sguardo, tutti sono lì a fissarmi. Mi muovo a disagio sulla poltrona, tossicchiando e borbottando qualcosa. Dylan sbuffa esasperato, prima di accasciarsi anche lui sul divano, mentre Perrow mi lancia un’occhiata che potrebbe raggelare l’intero castello. Ovviamente non me ne importa una cippa!

 

<< La smetterai mai di comportarti da stupida ragazzina? >>

<< E tu di respirare? >>

<< Questa cosa deve essere risolta >>

<< Che proponi? >>

<< Che tu mi chieda scusa! >>

<< E magari vuoi che mi inginocchi nel farlo? >>

<< Non sarebbe una cattiva idea >>

<< Oh, bhè… io vorrei che tu avessi una bocca più piccola e dei denti meno inquietanti, ma sai com’è… non sempre ciò che desideriamo… >>

<< Vicky, piantala >>

 

Mi volto  verso Yvonne, tiene  lo sguardo basso e alcune ciocche rosa le coprono gli occhi: non so leggere la sua espressione. Con la coda dell’occhio posso osservare Dylan altrettanto rabbuiato e Marie, accanto a lui, decisamente seccata più che turbata.

 

E’ vero ciò che si dice, un aiuto arriva sempre da chi meno te lo aspetti. Ora, non che reputi Marie una codarda, ma solitamente preferisce restare ai margini di litigi e discussioni, o intervenire il meno possibile e solo per quietare gli animi. Mai avrei pensato che accorresse in mio soccorso, urlando contro Yvonne, lasciando che la situazione degeneri maggiormente.

 

<< Non dovrebbe essere lei a zittirsi! >>

 

E sposta lo sguardo su Vincent, il quale è probabilmente più scioccato di me e degli altri, per la piega che la questione sta prendendo. Dylan la fissa come se la vedesse per la prima volta, lo stesso fa Yvy e questo perché negli occhi della Summers c’è qualcosa che raramente scorgiamo: indignazione e profonda rabbia.

 

<< E’ uno scherzo innocuo, inutile fare tutto questo baccano. Se ti professi tanto amico di Yvonne e Dylan dovresti essere più flessibile nei nostri confronti >>

<< Cosa che anche voi dovreste fare >>

<< Assolutamente e in un primo momento è quello che ho cercato di fare, ma tu non mi piaci e non è nella mia natura comportarmi in maniera ipocrita. E lo sto ammettendo, ragion per cui dovresti fare lo stesso anche tu. Confessa candidamente che non nutri alcuna simpatia per me o Vicky o Alastor e magari nemmeno per Teddy, ma sii sincero e forse potrei apprezzarti di più >>

 

Sbatto ripetutamente le palpebre per l’incredulità di questo momento: non avrei mai saputo affrontare qualcuno che detesto con tanta diplomazia, al contrario avrei continuato a servirmi di stupidi trucchetti al solo scopo di allontanarlo, ma ammetto che la strategia del pulcino appare decisamente migliore.

 

Perrow sembra essere stato pietrificato, guarda Marie come se fosse un avvincino o qualcosa di simile. Sposta poi lo sguardo su Wood e Yvonne, quasi ad avere supporto; naturalmente non lo trova. Entrambi sono stupiti quanto me e si lanciano occhiate silenziose.

 

<< Mi apprezzeresti se ti dicessi che non tollero nessuno di voi? >>

<< Vinz… >>

<< Probabilmente, ma continueresti a non piacermi. Questo perché sei arrogante e presuntuoso, perché credi di conoscere loro due meglio di chiunque altro e perché ti diverti a buttare fango su di noi >>

<< Non credo di averlo mai fatto >>

<< Non in maniera esplicita, e come avresti potuto? Tu agisci in maniera subdola, e Al aveva ragione a definirti un bugiardo. Davanti a Dylan ed Yvy cerchi di essere schifosamente cordiale, ma alle loro spalle e alla prima occasione, ti mostri per quello che sei >>

<< Accidenti Dylan, mettile una museruola >>

 

Ride sguaiatamente e prima che io o Dylan possiamo balzare in piedi e pestarlo a sangue, è la piccola Summers a rialzarsi e fronteggiarlo; i suoi occhi emettono un bagliore omicida che raggela persino il mio sangue.

 

<< Non sei in grado di portare avanti una conversazione con me che hai bisogno del suo aiuto? Nessuno mi zittisce, Perrow >>

<< Qualcuno dovrebbe, vista la tua lingua biforcuta! >>

<< Non sai districarti tra le mie parole? >>

<< Potrei metterti a tacere all’istante se volessi, piccola sudicia… >>

<< Basta così! Potreste starvene zitti tutti e due? >>

 

Marie si volta verso Dylan stavolta, guardandolo come mai aveva fatto con qualcuno. Wood indietreggia istintivamente, non azzardandosi, tuttavia, a riabbassare lo sguardo e cedere.

 

<< Ci sei già tu che resta zitto abbastanza. Dov’è il coraggio di un Grifondoro, Dylan? Non stai muovendo un dito e vorrei sapere cos’è che pensi >>

<< Cosa penso? Ti interessa davvero? Perché ho l’impressione che decida tutto tu, sempre. Non ti importa cosa possa provare io! Hai spiattellato quello che è successo ieri? >>

 

Ecco, mi sento un tantino in colpa, ma solo un poco. E’ Dylan che sta dando di matto e Marie gli fa ampiamente compagnia. Cosa succede a tutti? Lancio un’occhiata ad Yvonne che stava fissandomi, e la vedo distogliere rapidamente lo sguardo per puntarlo su Perrow, poi su gli altri due.

 

<< Non è di questo che stavamo parlando! Voglio che tu prenda una posizione, che decida da che parte stare! >>

<< Mi stai chiedendo di scegliere tra te e il mio migliore amico? >>

<< SI! >>

 

Lei stessa sembra sorpresa dalla sua replica, ma allo stesso tempo non sembra intenzionata a rimangiarsela. Continua ad avere uno sguardo deciso, mantenendolo ben saldo sulla figura di Dylan, ora decisamente sconcertato. Si fissano per non so quanti secondi, prima che lei gli volti le spalle e si sieda accanto a me.

 

<< Molto bene >>

 

E’ l’unica cosa che riesce a dire, e posso sentire chiaramente il suo corpo tremare di rabbia e delusione; ha ancora il respiro affannato e ora guarda ostinatamente un punto imprecisato della stanza.

 

<< Vicky, maledizione! Sei contenta adesso? >>

Mi volto di scatto a fissare Yvonne, che ricambia con occhi fiammeggianti di indignazione.

<< Cosa? >>

<< Non sai stare al tuo posto per più di due secondi, non è vero? >>

<< Di cosa stai… ha iniziato lui! E’ sempre colpa sua, sin dall’inizio… da quando ha insultato Al e… >>

<< Da quando ti sta a cuore Alastor? Oh, ma certo… infondo voi due siete simili! >>

<< Simili? >>

<< Entrambi giocate coi sentimenti delle persone. Non è quello che stai facendo con Teddy? Non è lo stesso che Al ha fatto con me? Ovvio che non riesci ad apprezzare persone come Vinz, sono così lontane dal tuo modo di agire e da… >>

<< Ora può bastare… >>

 

Ancora intontita dal fiume di parole orribili che Yvonne mi ha appena rifilato, non mi accorgo subito che Shacklebolt è in piedi accanto a me. Rialzo appena il capo, deglutendo un groppo di amarezza e fissandolo sorpresa.

 

<< Perché non te ne vai? Anzi, perché non ve ne andate tutti? >>

 

E rivolge un cenno verso Perrow e Dylan. Yvy resta ancora immobile, seduta sulla poltrona, prima che Wood le si avvicini e la trascini letteralmente fuori dalla Sala Comune. Li seguo con lo sguardo, notando allo stesso tempo, che Marie si è rialzata e sta risalendo le scale del nostro dormitorio.

 

Al si abbassa, portandosi alla mia altezza e asciugando lacrime che nemmeno sapevo di aver versato. Mi passa un fazzoletto nel quale soffio il moccolo che minacciava di scendere dal naso. Mi rivolge un’occhiata seccata, prima di sospirare e posare una mano sul mio braccio. Sta… sta cercando di consolarmi? Ancora una volta?

 

<< Sono sicuro che non ha mai pensato a nulla di tutto ciò che ti ha detto >>

<< Non ne sarei così certa. Non l’ho mai vista così arrabbiata >>

<< Ma tu conosci Yvonne, è solo combattuta e amareggiata >>

<< E la colpa è anche tua >>

<< Lungi da me negarlo >>

 

Gli sorrido, tirando su col naso e afferrando la mano che mi porge per rialzarmi.

E non riesco a non pensare che è proprio vero ciò su cui prima ho riflettuto: spesso accetti un aiuto, una spalla su cui piangere dall’ultima persona che ti saresti aspettata. Ma allo stesso modo, ricevi una bella pugnalata da chi hai sempre considerato la tua migliore amica. Il mondo sta girando al contrario, ed io sono dalla parte giusta?

 

 

 

 

 

 

Avevo pensato di continuarlo e non lasciarvi con quest’ultima scenetta, ma poi ci avrei impiegato più tempo e ho deciso di postarlo. Confido nel fatto che, essendo libera dallo studio, il prossimo capitolo arrivi presto.

Okay, quello che avete visto non è un alieno impossessatosi del corpo di Al: anche lui è capace di qualche gesto carino, raramente, ma ne è in grado. xD

Siete sorprese dalla rabbia di Marie e l’irruenza di Yvonne? Non si prosepettano giorni molto felici… xD

Non ho molto altro da aggiungere ragazze mie, a presto! :*

 

 

 

 

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: MiaStonk