Buon compleanno, Vikichan‼ Una Dramione Harmoniesca per te, o una Harmony Dramionesca … non lo so‼
Numeri Uno
«Che razza di posto!» mugugni mentre lasci la sala, diretto all’esterno. Il tuo impellente bisogno di tabacco l’ha vinta anche sull’occhiata di rimprovero di Hermione.
Con un colpo di bacchetta accendi il sigaro che, fino a qualche momento prima, girava a vuoto tra le tue dita. Il tuo vecchio io, che ogni tanto si ricorda di scalciare dentro di te, si sta facendo una grossa risata alle tue spalle: Draco Malfoy, incastrato in un ristorante – Babbano –, in mezzo a un numero indefinito di spostati e Grifondoro, si nasconde dallo sguardo di fuoco della sua fidanzata – Sanguesporco – perché fuma sigari – Babbani.
Ridi, Draco, ridi.
Tiri la prima boccata di quel toscanello e pensi che non è vero, cazzo, che fumare rilassa. Controvoglia ti ritrovi a guardare verso l’interno del locale, attraverso l’uscio aperto: Finnegan sta ancora fissando il seno della Brown che continua a ciarlare con la Lovegood; niente assicura né te, né la sua interlocutrice che Lunatica stia ascoltando.
Potter bisbiglia qualcosa all’orecchio di Hermione, lei guarda verso di te, ne intercetti gli occhi scuri: non è felice della tua ultima uscita, scrolli le spalle, ancora arrabbiato. Poi lei torna a rivolgere l’attenzione a San Potter, ancora.
Aspiri con avidità, senti le nocche della tua mano sinistra stringersi pericolosamente: la mano della tua fidanzata è comodamente posata sul ginocchio di un altro uomo – del tuo eterno rivale. È un gesto di intima complicità. Un gesto che, in pubblico, a te non concede. Ma a San Potter è permesso tutto.
«Faresti bene a lasciar stare.»
Ti volti di scatto, pronto a lanciare un pungo serrato a chiunque sia l’intruso nella tua rabbia. Babbano. Decisamente troppo Babbano.
«Che vuoi, Weasley?» sputi, disprezzando più che mai l’espressione saputa di Lenticchia.
«Sigaretta» dice, tirandone fuori una dalla tasca della camicia. Alzi le spalle noncurante, mentre i tuoi occhi ritornano quasi con propria volontà a guardare l’interno del ristorante: stanno ancora accoratamente parlando tra di loro; lui sembra preoccupato, lei lo rassicura. E poi ridono. Odi quando ridono insieme.
Wealsey scuote la testa: «Sai che penso, Malfoy?»
«Come se volessi saperlo» borbotti, ma tanto sai che continuerà con la sua opinione non gradita.
«Penso che tu sia veramente innamorato questa volta.»
Il sigaro ti sfugge quasi dalle dita: da quando in qua Ronald Weasley è così sicuro delle proprie idee sui fatti altrui? Sui fatti tuoi, per Merlino! «È talmente facile innamorarsi di lei, no? Noi siamo i suoi cuccioli rabbiosi e spaventati: si prende cura di noi, ci rassicura, ci coccola, protegge.» Non sai dove vuole andare a parare ma lo lasci continuare: vuole blaterare, che continui a farlo.
Eppure è vero.
«Ma vedi, per quanto possa amarti adesso – e per quanto mi costi ammetterlo, io credo che lei ti ami veramente –, nella vita di Hermione Granger c’è solo un numero uno. Numeri due. Tanti e ben coccolati, ma numero uno: uno solo. Fidati, lo so.»
Il bruciore tra l’indice e il medio ti risveglia dalla serie di pensieri che ti stanno arrovellando nella mente: vorresti continuare con la maschera di rabbia che hai deciso di indossare questa sera, ma lacrime – fottute lacrime – ti pizzicano gli occhi, come una ragazzina. Le trattieni. Le parole di Weasley sono solo l’ennesima conferma di una vecchia consapevolezza.
Spettatori, ecco cosa siete. Come adesso. Solo due spettatori di qualcosa che non riuscite, e non potete, comprendere a pieno.
«Il primo posto è sempre stato il suo.»
La mano di Hermione ora sta giocando scherzosamente con quella del suo migliore amico accanto a lei, che chiacchiera con Luna Lovegood. E poi ridono di nuovo, insieme: un sorriso complice, privato e segreto. Un sorriso da cui sono esclusi tutti: anche tu.