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Autore: Seren_alias Robin_    01/08/2011    14 recensioni
 “Hermione…”sussurrò.
Il cuore di lei fece una capriola. Amava quando lui pronunciava il suo nome in quel modo. Per un attimo smise di accarezzarlo. “Cosa c’è Ron?”
“Io e te ci sposeremo,vero?”
Non sembrava affatto una richiesta,semmai solo un’inutile conferma.
***
La mia prima fanfiction,i titoli dei capitoli sono semplicemente le canzoni che mi hanno ispirato nello scrivere questa follia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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“Ginny,Harry,qualcuno mi sente?Ginny?Ginny,maledizione ti devo parlare!”
La piccola Weasley si sentì chiamare mentre attraversava il corridoio che portava alla sua stanza. Riconobbe subito quella voce,nonostante l’impazienza e l’ansia che trapelava. Corse indietro e afferrò il piccolo specchio dal comodino. “Hermione! Che bello vederti! So che è andato tutto bene con i tuoi,quando torni dall’Austr…”
“Ginny,dov’è tuo fratello?”chiese impaziente.
“Hermione,di fratelli ne ho…”
“Ron! Ron! Dove diavolo è?”gridò,interrompendola di nuovo. Era sull’orlo delle lacrime.
“Tesoro calmati! Ron ed Harry sono andati da Andromeda,oggi Teddy ha passato giornata con noi,sai quanto ci teneva Harry,e Ron l’ha accompagnato nel riportarlo a casa. Tutto qui.”
Hermione rimase immobile per una manciata di secondi,senza neanche respirare,poi scoppiò a piangere senza ritegno,tanto da spaventare Ginny.
“Hermione ma cosa diamine succede? Ron che stamattina riappare dal nulla e si rifiuta di dirmi qualsiasi cosa,tu che prima urli poi piangi,mi vuoi dire cosa è successo in Australia?”
Hermione si asciugò gli occhi con la mano. Aveva il labbro inferiore tremante.
“Alla fine se n’è andato davvero.”sussurrò solamente. I suoi occhi a contatto con le lacrime erano quasi verdi.
“Hermione io…”cominciò Ginny,ma ancora una volta Hermione non le permise di terminare la frase.
“Mi ha lasciata,e stavolta è tutta colpa mia Ginny. Me lo merito. Per favore,salutalo tanto da parte mia. Saluta anche tua madre,Harry e gli altri. Ci vediamo…”
“Hermione aspetta!”ma lo specchio era di nuovo vuoto.
Hermione era tornata nell’albergo in cui aveva soggiornato con Ron per quel brevissimo tempo. Era come trovarsi catapultata nel peggiore dei suoi incubi,rivivere gli attimi peggiori della sua vita. Ron era andato via. Di nuovo.
Il tempo sembrava non passare mai,prendendosi gioco di lei. Rimase in quella stanza solo per pochi minuti eterni,a respirare il profumo di Ron sul cuscino. Non pianse.
Semplicemente raccolse le sue cose e raggiunse i suoi genitori nella loro casa in Australia.
Avevano parlato a lungo,di tutto. Hermione aveva spiegato che era partita con Ron,ma che lui era dovuto scappare a casa per questioni familiari. E solo lei sapeva quanto in cuor suo sperava fosse vero. Sarebbero tornati nella loro casa a Londra,quella stessa sera avrebbero preso l’aereo.
Un ricordo nitidissimo le riempì improvvisamente la mente.
 
“E se l’aereo cadesse?”
 
Sorrise tra sé,ripensando al seguito di quel discorso. Sembrava trascorsa un’eternità.
 
“Si può sapere perché hai accettato di partire con me se eri così terrorizzato all’idea dell’aereo?”
 “Perché con te,Hermione,andrei dovunque. Sarei disposto a prendere questo maledetto aereo e restarci cento anni,se tu sei come. Con te andrei in tutto il mondo.”
 
Ed in quel momento fu come se un’enorme spina le si fosse conficcata nello stomaco. Altre parole,altre frasi meno felici sgomitarono e scoppiarono nella sua testa.
 
“Sono qui con te,ho lasciato la mia famiglia e ho preso quel maledettissimo coso volante solo per poterti stare vicino!”
 
E lei lo sapeva quanto Ron avesse ragione. Non c’erano più specchi su cui arrampicarsi.
Aveva ragione e se n’era andato.
E allora aveva provato a cercarlo,ma non era in casa. Si chiese se era vero,o magari aveva chiesto a Ginny di mentire per lui.
No,non è possibile. Il suo Ron non ne sarebbe stato capace.
Suo. Quel pronome possessivo era da dimenticare.
E così si preparò ad una nuova partenza,rimpiangendo l’ansia e l’entusiasmo che l’avevano accompagnata nel suo viaggio.
 
***
 
Harry e Ron tornarono per cena. Nessuno alla tana parlò molto,era come se Ron fosse in lutto e l’allegria non fosse concessa. Molly continuava a lanciargli sguardi preoccupati ma non chiese nulla sotto consiglio di Ginny. Fu il primo ad alzarsi dal tavolo,annunciando che sarebbe andato a letto,anche se erano solo le nove.
Una volta in camera sua Ron si tolse la maschera di indifferenza e cedette all’inquietudine. La sentì salire piano dentro di sé fino a raggiungere gli occhi che si riempirono di infelicità. Ma voleva restare in piedi. Se era questa la realtà,per quanto triste potesse essere,l’avrebbe accettata.
E cadde così nel dolore della consapevolezza. Non doveva amare un’illusione.
Si sdraiò sul letto e aspettò che un sonno confortante lo invadesse,ma sembrava l’impresa più ardua che avesse mai affrontato.
La sentiva.
Sentiva il suo pensiero e la sua tristezza,ma non voleva crederci.
Era quasi come se allungando un po’ le mani l’avrebbe trovata di nuovo vicino a lui,nessuno poteva separarli,ne tempo ne spazio. Era la sua parte più bella.
Dove altro poteva andare se non da lei? Quali altri posti meravigliosi esistevano oltre le sue braccia? Non c’era niente al mondo di più meraviglioso.
Si senti uno sciocco mentre formulava quei pensieri. Prese a pugni il cuscino,ma era ugualmente scomodo. Non riusciva a sentirsi a casa se non c’era lei.
Le voci di sotto sembravano lontane di mille miglia,mentre poteva sentire il respiro di Hermione chiaro come non lo aveva mai sentito.
Avrebbe voluto prendere a pugni anche questi pensieri folli.
E la notte trascorse lenta e odiosa,senza sogni.
La mattina dopo Ron si alzò molto tardi,ma nessuno poteva credere che avesse dormito. Le occhiaie sul suo volto ne erano la conferma.
Dopo un attimo di incertezza,sua sorella e il suo migliore amico si avvicinarono cautamente a lui.
“Come stai Ron?” chiese Ginny.
Ron la guardò per un attimo come se fosse impazzita,poi si costrinse a sorridere. “Bene sorellina. E tu come stai?”
“Ti volevo dire…”continuò Ginny,ignorando la domanda. “Che ieri ho parlato con…Hermione.”
Misurò le parole,quasi aspettandosi che il fratello le urlasse in faccia da un momento all’altro.
Ma Ron continuò a ostentare il suo sorriso tirato. “Oh,bene.”
“Mi ha chiesto di salutarti.”
Quest’ultima informazione sfidò il suo autocontrollo,per cui tacque. Ginny lo assecondò per qualche minuto poi ricominciò.
“Ehm Ron,non potresti…”
“No,Ginny.”
“Ma diamine,è da stupidi! State soffrendo entrambi inutilmente!”
“Non so di cosa parli.” Rispose freddamente. “Rimandale indietro i saluti,e arrivederci.”
“Ron…”si intromise Harry. “Hermione stava piangendo…”
“Probabilmente non avrà trovato il libreria uno dei suo stupidissimi libri.” Esclamò mantenendo lo stesso tono. Harry e Ginny si scambiarono uno sguardo e rimasero in silenzio. Ron ne approfittò per allontanarsi il più possibile da loro. Nella fretta urtò George inavvertitamente.
“E tu che ci fai qui?” chiese tetro Ron. “Non dovresti essere a lavoro?”
“Oggi riposo fratellino. In realtà volevo parlare con te.”
Ron lo guardò incuriosito. Da quando la guerra era finita non aveva mai parlato veramente con George. Non ne aveva avuto il coraggio. Non riusciva a trovare un po’ di conforto per il fratello,e questo lo faceva sentire tremendamente inutile. Aspettò che parlasse.
“Non devi fingere con me. Io so quello che provi.”
Non era una domanda,e George non si aspettava una risposta,quindi continuò.
“Vai da lei.”
“Cosa?” non era l’affermazione che si aspettava.
“Ho detto vai da lei. Ora. Muovi quelle chiappe e raggiungila!” gli sorrise.
“Non posso. Non capisci? Lei non mi vuole. È come se fosse morta.”
Non era la frase giusta da dire. George lo guardò con disprezzo. “Come se fosse morta eh? E se lo fosse davvero cosa diavolo faresti? Ci pensi a questo?”
“George scusami io…” ma il fratello ormai urlava quasi.
“Lo capisco il vuoto che senti…ma quello che non capisci è che tu puoi ancora riempirlo. Sento il tuo strazio,ma lei non se n’è andata! Io sono sicuro che ti aspetta,quando imparerai a capirla testone?”
Ancora una volta Ron era troppo spiazzato per dire qualcosa. Capiva quello che George voleva dire. Lo spettro di Fred era in quelle sue parole arrabbiate ma piene di affetto.  Senza rendersene conto si ritrovò ad abbracciare George. Non sentì le lacrime calde che gli scivolavano giù dal viso. Quel semplice gesto fraterno era quasi dimenticato.
Dopo un po’ Ron si staccò da lui,imbarazzato. “Mi sento un egoista a star male per lei mentre Fred…”
E ancora una volta George lo sorprese. Sorrise di nuovo e gli diede una pacca sulla spalla.
“Sai cosa ti direbbe Fred se fosse qui?”
“Cosa?”
“Che se non vai immediatamente da Hermione sei proprio uno zuccone.” 

 

   
 
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