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Autore: feelingstranger    01/08/2011    4 recensioni
"Non erano ragazzi come tutti gli altri, per quanto lo potessero sembrare. Si erano trovati perché il Destino lo voleva e perché per loro aveva in mente grandi cose."
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: Paura della nube

 
Era una giornata stranamente serena, con un bel sole, che irradiava tutto con i suoi caldi raggi.
Dan e Alex erano usciti per prendere un gelato e chiacchierare un po’.
“Scegli sempre i gusti fruttati, non hai un po’ di fantasia?” disse Dan.
“Ne ho a non finire, ma mio il gelato e quindi miei i gusti!” rispose Alex scocciato.
“Antipatico!” disse Dan stizzito, leccando il suo cono gelato che, in quella calda giornata, si scioglieva velocemente.
Da lontano si udirono dei passi e i due, voltandosi, videro Matra e Freija che gli andavano incontro.
“Quindi siamo destinati ad incontrarci anche non volendolo.” disse Matra sarcastica.
“Così pare.” disse Dan, con la bocca mezza piena, mentre cercava di non far colare il gelato.
“Interroghiamoci, qui c’è da preoccuparsi!” disse in tono scherzoso Alex, leccando il suo cono gelato.
“Io non riderei tanto fossi in voi. Non dopo ciò che è accaduto recentemente.” disse Freija con disappunto.
 
Era evidente che voleva tornare sull’argomento, visto che dalla notte in cui accaddero i fatti, nessuno parlò più di quello strano cambiamento dei poteri.
 
“Allora, è successo una volta solamente e da allora nessuno ha più avuto avvenimenti simili.” fece notare Dan, mentre cercava di mantenere le palline di gelato sul suo cono.
“Non vuol dire che non potrebbe riaccadere! Dobbiamo stare attenti, se ci accadesse qualcosa in pubblico e non sapessimo controllarlo, sarebbe davvero un grave problema.”  sottolineò Alex, tornato stranamente serio.
“Finalmente qualcuno dotato di un po’ di buonsenso!” disse Matra rivolgendosi ad Alex e lanciando un’occhiata divertita a Freija.
“Osi dire che io non ho buonsenso?” tuonò Freija.
“No, lei intendeva dire che lo hai ma non lo usi!” appuntò Dan.
 
Alex e Matra scoppiarono in una fragorosa risata, e Freija lanciò uno sguardo fulminante a Dan, che le sorrise, per farle capire che stava solo giocando.
 
“Siete i soliti! Sempre io devo essere presa in giro!” disse.
“Amore, con te è più divertente. Sei così pasticciona e coccolosa!” le rimbeccò Dan, avvicinandosi e cercando coccole.
“Ora lo picchia!” disse Alex, come se stesse vedendo un film avvincente.
“Non cambierete mai, ogni occasione è buona per prendere tutto sotto gamba e farsi quattro risate.” disse Matra spazientita.
 
Un cellulare squillò, era quello di Freija.
 
“Pronto?” disse lei, rispondendo. “Ciao Mamma, dimmi!”
 
D’un tratto, il suo volto paffuto e roseo divenne di uno spaventoso pallore. Lei, senza nemmeno parlare, chiuse il cellulare, interrompendo la chiamata.
 
“E… Era m-mia madre. July, mia sorella, è stata aggredita da un animale. Ora è ricoverata nel reparto di Rianimazione dell’ospedale.” disse Freija secca.
 
I ragazzi, increduli, si strinsero attorno all’amica.
 
“Vuoi andare subito? Ho la macchina.” disse Dan, offrendosi di scortare tutti all’Ospedale.
“Sarebbe meglio andare subito, non c’è tempo da perdere.” aggiunse Matra.
“E’ grave o si riprenderà presto?” chiese Alex.
“Mamma non me lo ha detto. Ma i medici dicono che è stabile.” disse, cercando invano di trattenere le lacrime che, in pochi secondi, scorrevano già sul suo viso.
 
I corridoi dell’ospedale erano tremendamente angusti e desolanti. Al terzo piano, c’era il reparto di Rianimazione, Freija era in prima fila e i suoi amici le stavano alle calcagna.
Arrivati nel reparto trovarono Patty seduta su una poltroncina, china sulle proprie ginocchia con la testa tra le mani.
 
“Mamma, come sta?” disse Freija ancora semi-sconvolta.
“I medici dicono che è stabile e si riprenderà, ma cosa può averla aggredita per ridurla così?!” disse Patty.
 
I suoi capelli rossi, intensi, sotto la lieve luce ospedaliera sembravano opachi, i suoi occhi erano più piccoli del dovuto, e anche più rossi, a causa delle lacrime che avevano solcato il suo viso fino a poco prima.
 
“Possiamo vederla?” chiese Freija.
“Si, ma non vi trattenete a lungo. I medici hanno detto che ha bisogno di riposo.” disse Patty, mentre il suo sguardo si disperdeva nel vuoto, afflitta dai suoi pensieri e dalle preoccupazioni.
 
I ragazzi si avviarono verso la stanza di July, era l’ultima a sinistra del lungo e angusto reparto ospedaliero. Freija era molto tesa, sentiva i suoi organi ritirarsi e lasciarle un enorme vuoto dentro.
Arrivati alla stanza, entrarono in successione; Freija fu l’ultima.
 July era lì, stesa su un letto, con una serie di macchine collegate al suo corpo, da cui si intravedevano bende uscirle dal camice, evidentemente a causa delle ferite.
Freija scoppiò in lacrime e si mise a sedere accanto al suo letto, tenendole stretta la mano.  
Matra, con un gesto del capo fece cenno a Dan e Alex di seguirla. I due subito andarono con lei fuori dalla stanza, chiudendo la porta alle loro spalle. Tutti avevano gli occhi lucidi. Matra ruppe quel desolante silenzio.
 
“Ho visto una cosa. Una cosa terribile.” bisbigliò, stando molto attenta a non farsi sentire da nessuno se non dai due amici.
“Cosa?” chiese Alex.
“Su July c’erano tracce di un’energia potente. Qualunque cosa l’abbia aggredita, ha lasciato tracce molto evidenti sul suo corpo.”
“Cioè ci stai dicendo, che un essere con dei poteri ha aggredito July? Perché mai?” chiese Dan sconvolto.
“Esattamente, ma il motivo resta un mistero anche per me.”
“Non  ho ancora capito bene i tuoi poteri, nonostante questi anni.” affermò Alex.
“Io posso avvertire e manipolare l’energia secondo la mia volontà. Ciò mi permette sia di vedere i flussi di energia, sia lo loro potenza e sia di manipolarli a mio piacere.” spiegò Matra.
“Ora capisco.” disse il ragazzo, facendo cadere i suoi occhi azzurri sul pavimento, come se fossero troppo pesanti.
“Dovremmo dirlo a Freija, è sua sorella dopo tutto. Ma non ora, aspettiamo che si calmi.” disse Dan.
“Hai ragione, stanno accadendo cose stranissime.” disse Matra.
 
Ad un tratto, la porta della stanza di July si spalancò, c’era Freija sulla porta. Il suo viso era segnato dalle lacrime e i suoi capelli avevano preso una tinta stramente scura.
 
“Ha parlato.” disse secca.
“Cosa?!” esclamò Matra.
“Che ha detto?” chiese Dan.
“Ha detto solo tre cose. Il mio nome, e le parole Nube Nera.”
 
I ragazzi sentirono il loro sangue gelare nelle vene. Come faceva July a sapere della nube? La nube era coinvolta con l’attacco? Tutto si faceva sempre più misterioso e i ragazzi non sapevano cosa fare.
Una ragazza, la sorella di Freija, era stata ridotta in fin di vita. Ci sarebbero state altre aggressioni? Quante sarebbero state talmente fortunate da salvarsi?
 
I ragazzi non potevano sopportare il peso di quella responsabilità. Era una cosa troppo grande per loro, ma ormai vi erano nel mezzo.
 
   
 
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