Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Arthemisia    01/08/2011    2 recensioni
Un gruppo di fan fiction, su due dei miei pairing preferiti, basate sui prompt previsti dall'ormai conosciuta Big Damn Table.
Stralci di vita quotidiana di due coppie - a mio parere - perfette che condividono momenti felici, divertenti oppure tristi.
...
#45 - Luna
Ted odiava la luna piena. L’aveva odiata quand’era bambino e non conosceva le sue origini e continuava ad odiarla anche in quel momento, ben consapevole di essere stato fin troppo fortunato nel non dover diventare un grosso ammasso di pelo con una coda a ciuffo.
...
. « Jimmy? Sei… sei tu? » domandò, sentendosi un idiota nel parlare con un cane. Cane che, contro ogni sua previsione, annuì

...
#56 - Colazione
Quando si svegliò, Neville si rese conto di non trovarsi nella sua stanza, a Villa dei Paciock...
Accadde tutto così velocemente che quasi non se ne rese conto: la porta che si spalancava, qualcosa di chiaro davanti ai suoi occhi ed un forte dolore alla nuca, seguito dal buio...
Dopo aver deglutito quello che sembrava essere il suo cuore, Neville si ritrovò ad annuire, senza fare bruschi spostamenti « Si, certo… io… sì »

{Neville/Luna - Teddy/James Sirius}
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Luna Lovegood, Neville Paciock | Coppie: James Sirius/ Teddy
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
# 1 - Inizio / #3 - Fine

# 1 - Inizio / #3 - Fine

 

« Cosa facciamo? » urlò Frank, portandosi le mani sopra la testa per impedire a quello che sembrava proprio un tavolo gliela spaccasse in cinquanta parti uguali. James digrignò i denti, sporgendosi solo leggermente dall’imponente colonna, dietro cui si erano rifugiati.

« Non possiamo lasciarlo qui, Frank » sbottò, mentre un gran bel pezzo di muro, alle loro spalle, veniva sbriciolato in tanti minuscoli pezzettini. Il biondo sfoderò la sua migliore espressione da cucciolo di unicorno ferito, indicando platealmente prima se stesso e poi la fonte delle loro disgrazie.

« Se la caverà più che bene! Guardami, saresti disposto a mettere a rischio questo meraviglioso esemplare di giovane mago? Sono ancora nel fiore dei miei anni! » strillò, abbassandosi ed appoggiando la schiena alla superficie della colonna, dando le spalle al nemico. La sua bacchetta era fermamente tenuta in pugno.

« Tu non capisci. Io non posso lasciarlo qui. Non posso » il tono sofferente del più grande dei Potter fece stringere il cuore al giovane Paciock. Odiava vedere il suo migliore amico, praticamente suo fratello, soffrire come un cane perché quell’idiota non era capace di essere sincero con se stesso.

Il biondo lo fissò per un lungo istante, serio come poche volte era stato in vita sua. Digrignò un momento i denti e si voltò, con un urlo belluino, verso i loro aggressori, cominciando a scagliare incantesimi a destra e a manca. Poi guardò l’amico. « Se alla fine di tutto ciò, dopo che io ho sacrificato la mia bellezza, non lo prendi e te lo limoni  come Merlino comanda, giuro che ti taglio l’attrezzo, Potter! »

James lo guardò stupito, prima di sorridergli. Si rizzò in piedi e lo affiancò, la bacchetta sguainata. « Se veramente mi aiuterai, potrei anche limonarmi te » soffiò, con un sorriso malandrino che era tutto un programma.

« Non credo che le mie ragazze apprezzerebbero, amore » ridacchiò il biondo, partendo all’attacco di quei Mangiamorte - figli e nipoti di quelli originali - che li avevano attaccati. Contrariamente al tranquillo padre ed alla stramba madre, Frank John Paciock era, praticamente, un playboy. Il playboy di Grifondoro. Lui, non James - sempre stato chiaramente di altra sponda - come tutti credevano, aveva avuto una schiera di pretendenti fin dal primo giorno di scuola.

I loro avversari erano sette. Gli altri tre dovevano essere impegnati nello scontro con Teddy, qualche metro più in là. Erano arrivati tutti all’improvviso, mentre i due nuovi Auror si addentravano in un controllo approfondito del vecchio Lestrange Manor. Se non fosse prontamente arrivato l’agente Lupin, loro sarebbero morti.

Un urlo si levò dalla zona in cui il mezzo licantropo aveva iniziato a lottare. Frank sentì James irrigidirsi contro la spalla destra. Lo guardò, con attenzione, notando una vena pompare furiosa nella sua tempia. Era molto pallido e sicuramente stava sudando freddo. Senza contare l’evidente distrazione.

« Raggiungilo e salvalo, mi occupo io di questi tizi » gli disse, respingendo un Anatema diretto proprio in mezzo alla sua fronte e ringhiando - dopotutto era un leone - verso il Mangiamorte che l’aveva scagliato. James lo guardò, sfoderando il suo miglior sguardo indeciso. Era stato messo davanti ad una scelta: l’amico che l’aveva sempre, sempre, aiutato, oppure il grande amore, non corrisposto, della sua vita? « Cazzo, Jim! Non farti problemi proprio adesso! Non mi sei utile così distratto! Vai da lui, io ce la faccio da solo! » sbraitò Paciock, spedendolo via con una forte spallata. Potter lo fissò, grato che fosse stato lui a compiere quella scelta al suo posto. Dopo un veloce cenno del capo, corse nella stanza adiacente, lasciandosi alle spalle le maledizioni urlate da Frank e dai suoi avversari.

La stanza in cui Ted stava duellando era stata una camera da letto, anche se oramai era logora e piena di polvere e ragnatele. C’era un letto, che doveva essere stato parecchio imponente, su cui erano chinati tre uomini, mentre un quarto vi era sdraiato, immobile.

« TEEEEED! » fu l’urlo con cui James si lanciò alla carica. Non era mai stato così furioso in tutta la sua vita. Mai, neppure quando aveva visto suddetto mago amoreggiare con sua cugina Victoire. E quella volta era stata Dominique a trattenerlo dal fare una grande, grandissima stronzata.

I tre Mangiamorte vennero sbalzati via dalle sue maledizioni, finendo agli angoli più lontani che la stanza offriva dal letto. E lì, coperto da sangue, troppo sangue, e polvere, c’era il povero Lupin, con lo sterno mezzo aperto e boccheggiante. Con un moto di nausea James si rese conto che quei tre stessero cercando di staccargli il cuore. Se lui non fosse andato ad aiutarlo… se Frank non l’avesse mandato lì, probabilmente Ted sarebbe morto.

« Ted! No, no! Teddy, ti prego… » si avvicinò velocemente a quel corpo quasi inerme, prendendo il viso pallido fra le sue tremanti mani, il ragazzo lo fissò per un lungo istante, ed i suoi capelli variarono dal nero al blu elettrico.

« Sono… felice… di morire… con te… qui… » boccheggiò, con evidente difficoltà, facendo una smorfia di dolore. Gli occhi di Potter erano talmente pieni di lacrime che il poveretto faticava a metterlo a fuoco.

« No! Tu non morirai, ok? Tu non puoi farmi questo! Ted, io ti amo! » strillò il più giovane, iniziando una litania curativa che sua nonna gli aveva insegnato, parecchio tempo prima. Il metamorfomagus sorrise, quasi quelle fossero state le parole che desiderava tanto sentire.

« Io… amo… te… pure » esalò, lasciandosi andare a quel dolce oblio che da tanto lo chiamava.

Probabilmente James avrebbe dovuto piangere, di gioia per quelle parole e di dolore per l’apparente dipartita. Invece continuò, imperterrito, a recitare quella che sembrava essere diventata una preghiera, sempre con maggiore enfasi. Quelle che uscivano dalle sue labbra, però, non erano le parole che la vecchia Molly gli aveva insegnato. Erano parole lette tanto tempo prima in un vecchio libro di sua zia Audrey, la Medimaga.

Con un sussulto, qualche minuti dopo, Ted riaprì i suoi occhi. La prima cosa che vide, fu lo sguardo spaventato e stralunato di James Sirius che non si staccava da lui. Gli sorrise, candido come solo un Lupin poteva essere.

« Sapevo mi avresti salvato le chiappe, nanerottolo » sussurrò, tirandosi su. Potter lo fissò come avrebbe fissato sua sorella vestita da Serpeverde: un misto fra rabbia, irritazione e divertimento. Poi il suo sguardo si incupì.

« Per questo mi hai detto quella cosa, vero? Per spingermi a salvarti in tutti i modi possibili » sussurrò, ferito, facendo per alzarsi da quello sporco letto. Nella sua mente era lontano il pensiero del migliore amico, nell’altra stanza. Venne prontamente bloccato dal mezzo licantropo.

« Ecco, a dir la verità non ero poi così sicuro di farcela. Sapevo che ci avresti provato, ma sopravvivere non era stato messo in conto, purtroppo » disse, imbarazzato. I suoi capelli assunsero una sgradevole tonalità rosso fenice. « Io… penso davvero quello che ti ho detto, Jim. Anche se ho aspettato di essere in punto di morte »

Il ragazzo lo osservò per un lungo istante, per poi sorridergli. « Meglio tardi che mai, no? Frank sarà… Merlino! FRANK! » strillò improvvisamente Potter, correndo spedito verso l’altra stanza, preoccupato dal terribile silenzio che era sceso su tutto il Manor. Spaventato com’era, per Ted, aveva completamente tralasciato quello che stava succedendo intorno a lui.

La sala principale era piena di polvere e detriti. Ed era silenziosa, troppo silenziosa. Non c’era un anima viva.

James annusò febbrilmente l’aria, attivando i suoi sensi da Animagus, nella speranza di sentire l’odore familiare del suo migliore amico. Passarono pochi minuti, prima che riuscisse a distinguere qualcosa, anche se avrebbe preferito non averlo fatto. C’era odore di sangue, insieme a quello dolciastro di Frank. Tanto, tantissimo sangue.

« Frank! Frankie! Amico, batti un colpo! » strillò, isterico, iniziando a girovagare per i detriti, alla ricerca di una qualsiasi cosa. Gli sarebbe bastata la traccia di un capello, in quel momento. James era talmente preoccupato, che non si curò neppure dello zoppicante Ted, alle sue spalle.

Fu un rumore a farlo scattare come una molla, verso la zona più disastrata dell’intera sala. Man mano che si avvicinava avvertiva l’odore ferroso del sangue con maggiore potenza. Fu sotto il peso di una colonna che ritrovò il suo migliore amico, busto e gambe immobilizzate.

« Frank! » urlò Potter, correndo al capezzale del ragazzo, sporcandosi completamente del suo sangue. Il biondo lo guardò per un singolo attimo, prima di fissare Ted, alle sue spalle, e sorridere.

« Devi… amarlo » sospirò, placido, con un accento strascicato che fece venire i brividi al migliore amico. Ted annuì, inginocchiandosi a sua volta. Potter aveva iniziato a borbottare la stessa cantilena che aveva usato con lui.

« Lo amo, Frank, tranquillo. Adesso ti rimette in sesto e ce ne andiamo via, ok? » sussurrò l’Animagus, mal celando la sua preoccupazione. Il licantropo che era in lui percepiva la vita abbandonare quel giovane corpo, come aveva sempre fatto ogni volta che si era avvicinato a qualcuno molto prossimo alla morte.

Il biondo negò leggermente con il capo, era più pallido ad ogni secondo, mentre qualche lacrima scivolava sulle sue guance. « È … la … fine » sussurrò, a fatica, mentre James, che aveva capito l’antifona, aveva incominciato a piagnucolare le parole della formula, dondolandosi su se stesso. « Jim… » Frank attese che l’amico lo guardasse, dietro le lacrime che avevano appannato anche i suoi occhi azzurri. « Dici… Dominique… io… amo… lei »

Poi, trasse il suo ultimo respiro.

L’urlo di James fu solo lontanamente paragonabile a quello che, poche ore dopo, fece Dominique, la catenina di Frank strappata via dal suo candido collo con violenza.

Il suo sangue macchiava le sue mani. Quelle di James e Ted, invece, erano sporche di quello di un ragazzo che aveva preferito la sua fine per il loro inizio.

 

 

» Per amor di contestualizzazione

Bene, bene. Questa scena è svolta più o meno nell’autunno del 2027, quando James e Frank hanno ventun anni e Ted ventotto. Il nostro mezzo lupo ha mollato Victoire poco dopo la chiacchierata con Dominique, di due capitoli fa, ma non si è mai dichiarato, troppo pauroso per farlo.

Jim e Frank sono cadetti Auror freschi di accademia e sono stati mandati in missione insieme in un luogo che doveva essere disabitato ma che, evidentemente, non lo era.

Frank ha sempre provato qualcosa per Dominique, ma, a causa della sua indole da dongiovanni, non è mai riuscito a concludere nulla, nonostante lei ci soffrisse.

 

» Arthie’s Corner

 Non mi uccidete, vi prego!

Sto male per fatti miei, sono più che consapevole di aver ammazzato un povero innocente ç__ç

Senza contare che io adoro Frank! Ci sto davvero, davvero male.

Sono un mostro, non è vero? Sì, diamine!

Che poi… io amo la mia Dominique, e l’ho fatta soffrire ç__________ç

Ah, poi ho deciso di mettere insieme due tematiche, perché credo che esse siano strettamente legate.

 

Cambiando argomento, per evitare le maledizioni che suddetta Weasley mi sta lanciando, avete provato ad entrare in Pottermore? Io sì, ma non ho beccato l’orario per l’indovinello ç____ç

Avete qualche dritta da darmi? Sono disperata!

 

Ricordo a tutti che per propormi un prompt basta andare nella mia pagina autore e farmi sapere il numero corrispondente alla tematica che desiderate!

 

Attendo i vostri suggerimenti!

A presto,

A.

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Arthemisia