Visto
che domani sarà una giornata
piuttosto impegnativa (per non dire infernale) ho deciso di anticipare
la posta
del capitolo a oggi.
Si
tratta di un capitolo di passaggio,
(frase stupida per dire che non succede niente di eclatante se non un
rafforzarsi delle decisioni intraprese)
Ora
vi lascio al capitolo. Buona Lettura
Visto
che Emmett e Rosalie erano spariti in cucina per sistemare i piatti del
pranzo
appena trascorso, Jasper
propose di
andare a chiamarli per andare a fare il giro della tenuta.
Isabella
era in piedi tra Edward e Jacob e non sapeva da che parte guardare.
Sentiva di
essere diventata una calamita per le situazioni imbarazzanti, anche
senza
volerlo ci si trovava in mezzo.
D’un
tratto si trovò stringere la vita dal braccio possessivo di
Jake, che guardava
il paesaggio con finta noncuranza.
Edward
ridacchiò “Stai marcando il territorio?”
“Non
credo ce ne sia bisogno, soprattutto con te in giro” rispose
tranquillo Jacob
“Se
ne sei sicuro tu, chi sono io per convincerti del contrario?”
rispose alzando
le mani Ed, ma la sua faccia rispecchiava tutto il divertimento e lo
scherno
che intendeva mettere in quelle parole. Sembrava una dichiarazione di
guerra.
“Guardate
che io sono qui. Jacob, ti prego toglimi le mani di dosso e tu, evita
di mettermele”
intervenne Bella puntando il dito alternativamente a uno e poi
all’altro.
“Come
mettermele?” Jake strabuzzò gli occhi.
“La
tua quasi ragazza porta della
biancheria molto sexy ed ha un culetto da urlo. Ma questo lo saprai
già”
rispose Edward enfatizzando il quasi.
“Adesso
basta! Se dovete comportarvi come dei bambini posso chiedere a Jasper
di
accompagnarmi e voi potete tranquillamente sfogarvi a braccio di ferro
o
qualsiasi altra cosa che il vostro egocentrico maschilismo possa
inventare.
Jacob ricordami per Natale di regalarvi una clava dovrebbe fare
benissimo
pandant con la vostra mentalità preistorica” e con
piglio agitato si avviò
vicino alla jeep per il famoso giro della tenuta.
Jake
la seguì poco dopo borbottando alcuni improperi inviati
più all’aria che non a
una persona specifica, poi quando fu a portata di orecchio di Bella
soffiò
“Puntualizzo che se c’è un uomo che si
fa sempre mettere i piedi in testa da
una donna sono io e tu lo sai benissimo visto che sei quella
donna” e su questo
la ragazza non poté fare a meno di ridere abbracciando il
suo amico.
Ecco
che arrivarono anche Jasper Emmett e Rosalie, tutti eccitati per il
giro tra le
vigne della tenuta. Edward riuscì a direzionare i passeggeri
facendo sedere
Isabella accanto a se a navigatore mentre Jazz si metteva alla guida e
gli
altri tre sedevano sui sedili posteriori.
Isabella
si sentiva stranamente eccitata per questo giro, poteva vedere con i
propri
occhi la prossima acquisizione delle industrie Explosion il che non
capitava
spesso, visto che normalmente erano solo approfonditi controlli
contabili
Edward
e Jasper cominciarono a descrivere i vari appezzamenti e i settori
delle vigne,
l’età, la tradizione e la prossima vendemmia che
avevano organizzato per il
prossimo lunedì.
Emmett
offrì subito il suo aiuto, giustificando la
necessità del movimento fisico in
alternativa alla palestra.
“Scusami
Em, ma quale palestra?” chiese ridendo Jake
“Quella
a cui mi sono iscritto quasi tre anni fa e lo sapresti se non fossi sempre a sbavare
dietro a qualche gonna
di Boston” rispose piccato il ragazzo
“Emmett,
sarebbe meglio che dicessi la verità, ti sei iscritto in
palestra e poi hai
smesso dopo tre mesi” rise anche Isabella
“Perché
voi due mi fate lavorare troppo e non riesco ad uscire
dall’ufficio prima delle
otto di sera! Non mi ricordo neanche quando sono uscito
l’ultima volta per
divertirmi” povero Em, si sentiva preso di mira.
Ancora
di più adesso che tutti ridevano delle battute di cui era
bersaglio, compresa
Rosalie e forse era quello che gli faceva più male.
“Adesso
non dire che non esci più con una donna da anni
perché alla tua novella
verginità nessuno ci crede” rimbeccò
Jacob
“Jake,
smettila! Mi stai dipingendo come un maniaco e qui l’unico
maniaco sei tu!”
accusò Emmett.
“Non
direi che qui è l’unico maniaco, direi che
è in buona compagnia” intervenne
saccente Isabella, guardando Edward con un cipiglio carico di
sottintesi.
Il
ragazzo si mise a ridere “Non mi perdonerai mai? Io ti ho
detto che ho anche
apprezzato” e la sua aria era talmente buffa che finalmente
anche Bella si fece
una sana risata sull’episodio.
Ormai
erano arrivati in cima a una collina, quasi al confine della
proprietà.
Jasper
accostò vicino ad un albero secolare e fece scendere i
passeggeri per ammirare
il panorama.
Edward
si posizionò alle spalle di Isabella e le cinse la vita
attirandola a se mentre
le diceva all’orecchio “Da questo punto si
può vedere praticamente tutta la
tenuta, le vigne e la casa” indicando con l’altro
braccio “Alcune volte al
mattino è un posto magico, la nebbia copre tutto, e spuntano
solo gli alberi
alti e il tetto, sembra tutto coperto da una coperta lattiginosa, una
di queste
mattine ti ci porto, così ti faccio vedere”
concluse con un sorriso.
Isabella
si sentiva… Bene, abbracciata in quel modo, appoggiata a
quel petto si sentiva
tranquilla, come se fosse una cosa naturale, come se dovesse essere
così e
basta.
L’imbarazzo
non faceva parte del momento, sino a quando nel suo campo visivo
comparve Jacob.
“Isabella
vieni a sederti sotto l’albero così ci rilassiamo
un attimo” le disse
prendendole la mano che solo allora, si era accorta di aver posato su
quella di
Edward che le cingeva la vita.
Arrossì
e seguì docilmente Jake “Oggi sei piena di
sorprese, cosa sta succedendo
Bella?”. Odiava quando Jacob le parlava con
quell’aria da santa inquisizione,
ma ora aveva ragione, cosa stava succedendo?
“Mi
sono solo rilassata un attimo Jake. A volte è piacevole,
dovresti farlo anche
tu”
Poteva
essere una scusa ma non lo era. Era solo piacevolmente rilassante farsi
portare
dal momento e
flirtare con un ragazzo,
oggettivamente pure bello.
Si
conoscevano da poche ore, mica doveva andarci a letto o promettergli
amore
eterno, che diamine. Forse davvero Jacob stava marcando il territorio.
Si
voltò verso gli altri. Jasper ed Edward stavano confabulando
ed
alternativamente indicavano i vari settori della vigna, mentre Emmett e
Rosalie, seduti accanto a lei, continuavano a chiacchierare, con le
teste
vicine, come se fosse una conversazione privata. Ogni tanto una risata
argentea
da parte della ragazza interrompeva il flusso silenzioso dei suoi
pensieri.
Guardò
Emmett più attentamente. Lo conosceva da quando era piccola,
era il suo
fratellone, se non di sangue, lo era per l’affetto che si
portavano a vicenda.
E ora era come vederlo la prima volta: allegro, rilassato e soprattutto
complice con la bionda.
Ci
stava provando nel modo più spudorato possibile, si
voltò verso Jasper. Non
sembrava interessato, stava ascoltando Ed e non seguiva
null’altro. Rosalie era
assolutamente presa da Emmett, come il topolino con il pifferaio. Ecco
avrebbe
potuto chiamarlo pifferaio d’ora innanzi.
“Allora
mi dici che cosa stai pensando? Quando non capisco so che mi metto nei
guai per
colpa tua e sono un pochino stufo di sudare sette camicie per salvarmi
le
chiappe! Avanti sputa!” disse Jacob serio
“Abbi
pazienza Jake, ma non è nel mio stile scatarrare in giro
come un giocatore di
baseball” rispose Bella sorridendo innocente.
Trucco
che non funzionò visto il cipiglio scuro con cui Jake la
guardò, come a
scavarle dentro.
“Ok
ok. Mi piace la villa. Vorrei un posto tranquillo per delle settimane
di relax
e questo mi sembra perfetto. Lontano dai rumori e dalla frenesia
cittadina ma
vicino al mondo con meno di un’ora per l’aeroporto.
Tutto qui. Edward è carino
ma non ho intenzione di mischiare lavoro e piacere. Sai come sono
fatta”
rispose Bella alzando le spalle.
“Sicura
che non mi devo aspettare altro dalla principessa di Boston?”
richiese Jacob
“Sicura.
La principessa porterà avanti gli affari, vedrà
di ottenere il premio, se
potrà. Altrimenti tornerà a casa comunque felice
di far aumentare i dividendi
delle azioni”.
Alzò
la mano destra come a giurare sulla Bibbia.
Rimasero
sotto l’albero ancora qualche minuto prima di riprendere la
via delle cantine.
Qui
si trovarono immersi nell’umidità
dell’aria satura di vapori alcolici. Botti di
legno di media grandezza stazionavano ordinate sugli assi.
Videro
anche la parte relativa alla spremitura che da lunedì
avrebbe iniziato a
lavorare a pieno ritmo.
Jasper
in quel frangente era ispirato: spiegava con piglio sicuro e con
indiscusso
amore, tutte le fasi della produzione, rispondendo in maniera
competente alle
domande di Isabella e Jacob.
La
principessa invece cominciava ad essere un po’ seccata dal
modo di fare di
Emmett.
Non
partecipava, era assente, tutto preso dalla biondona. Urgeva trovare un
rimedio: distrarsi per rimorchiare ok, ma perdere una giornata intera
di lavoro
non faceva parte del vocabolario del capo. Almeno per quella parte
Jacob era
ineccepibile.
Vicino
al suo fianco, con continui quanto fortuiti e presunti innocenti
sfioramenti,
si trovava sempre Edward, attento alle sue necessità,
sollecito nel
soddisfarle, ammiccante nel porsi a lei.
Se
all’inizio poteva essere simpatico, dopo qualche ora, questo
modo di fare
iniziava ad infastidire la principessa.
Perché
continuava a starle così appiccicato? Non sembrava il tipo.
Voleva divertirsi?
Anche lei, ma sicuramente come possessore dello scettro del comando.
“E
con questo abbiamo finito il tour!” annunciò
Jasper orgoglioso.
“Come
intendete espandervi adesso?” buttò lì
Bella. Se intendevano fare qualche cosa
o giocare in riserva per salvare il salvabile. Occorreva avere la
conoscenza
delle prossime mosse. Non era un gran che a scacchi, ma se la cavava
abbastanza
bene con le persone e relative intenzioni.
“Prima
dobbiamo vedere come va questa vendemmia. Se tutto va come sembra,
cioè
un’annata fantastica in tutti i sensi, riusciremo a
provvedere ad alcune
esigenze impellenti dell’azienda, poi penseremo
all’espansione” rispose Edward
fissando seriamente i profondi occhi marroni di Isabella. [non
riuscirai a
portami via ciò che è mio, culetto
d’oro] pensava il ragazzo stringendo le
labbra in una linea dura.
“Ragazzi,
dobbiamo tornare all’albergo. Questa sera ci aspetta una
serata danzante!”
annunciò Isabella per niente turbata
dall’espressione di Edward. [bimbo, non mi
fai mica paura. Sei tu che dovresti averne, di me].
Emmett
li guardava con una nuova consapevolezza: aveva appena visto una
dichiarazione
di guerra.
---ooOoo---
Angolino
mio:
Isabella
ed Edward sono pronti per
affilare le armi. Lei vuole la terra e la villa e lui vuole difendere
le sue
proprietà.
Vedremo
come si svilupperà la serata
all’insegna delle danze (magari ci scappa un ballo tra i due).
Ci
sentiamo tra sette giorni.
Grazie
a chi mi segue, legge e recensisce.
Siete stupendi e lo sapete io vi voglio bene. (adesso mi commuovo)
Baciotti