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Autore: gaccia    01/08/2011    9 recensioni
Isabella, ricca e potente, proprietaria delle Industrie Explosion di Boston se la vedrà con Edward, testardo e indomabile responsabile dell'azienda vinicola di famiglia a Sonoma. Un detto latino recitava In Vino Veritas (nel vino la verità) leggete se è vero
Genere: Generale, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Visto che domani sarà una giornata piuttosto impegnativa (per non dire infernale) ho deciso di anticipare la posta del capitolo a oggi.

Si tratta di un capitolo di passaggio, (frase stupida per dire che non succede niente di eclatante se non un rafforzarsi delle decisioni intraprese).

Ora vi lascio al capitolo. Buona Lettura.

 

---ooOoo---

 

Visto che Emmett e Rosalie erano spariti in cucina per sistemare i piatti del pranzo appena trascorso,  Jasper propose di andare a chiamarli per andare a fare il giro della tenuta.

Isabella era in piedi tra Edward e Jacob e non sapeva da che parte guardare. Sentiva di essere diventata una calamita per le situazioni imbarazzanti, anche senza volerlo ci si trovava in mezzo.

 

D’un tratto si trovò stringere la vita dal braccio possessivo di Jake, che guardava il paesaggio con finta noncuranza.

Edward ridacchiò “Stai marcando il territorio?”.

“Non credo ce ne sia bisogno, soprattutto con te in giro” rispose tranquillo Jacob.

“Se ne sei sicuro tu, chi sono io per convincerti del contrario?” rispose alzando le mani Ed, ma la sua faccia rispecchiava tutto il divertimento e lo scherno che intendeva mettere in quelle parole. Sembrava una dichiarazione di guerra.

“Guardate che io sono qui. Jacob, ti prego toglimi le mani di dosso e tu, evita di mettermele” intervenne Bella puntando il dito alternativamente a uno e poi all’altro.

“Come mettermele?” Jake strabuzzò gli occhi.

“La tua quasi ragazza porta della biancheria molto sexy ed ha un culetto da urlo. Ma questo lo saprai già” rispose Edward enfatizzando il quasi.

“Adesso basta! Se dovete comportarvi come dei bambini posso chiedere a Jasper di accompagnarmi e voi potete tranquillamente sfogarvi a braccio di ferro o qualsiasi altra cosa che il vostro egocentrico maschilismo possa inventare. Jacob ricordami per Natale di regalarvi una clava dovrebbe fare benissimo pandant con la vostra mentalità preistorica” e con piglio agitato si avviò vicino alla jeep per il famoso giro della tenuta.

Jake la seguì poco dopo borbottando alcuni improperi inviati più all’aria che non a una persona specifica, poi quando fu a portata di orecchio di Bella soffiò “Puntualizzo che se c’è un uomo che si fa sempre mettere i piedi in testa da una donna sono io e tu lo sai benissimo visto che sei quella donna” e su questo la ragazza non poté fare a meno di ridere abbracciando il suo amico.

 

Ecco che arrivarono anche Jasper Emmett e Rosalie, tutti eccitati per il giro tra le vigne della tenuta. Edward riuscì a direzionare i passeggeri facendo sedere Isabella accanto a se a navigatore mentre Jazz si metteva alla guida e gli altri tre sedevano sui sedili posteriori.

Isabella si sentiva stranamente eccitata per questo giro, poteva vedere con i propri occhi la prossima acquisizione delle industrie Explosion il che non capitava spesso, visto che normalmente erano solo approfonditi controlli contabili.

Edward e Jasper cominciarono a descrivere i vari appezzamenti e i settori delle vigne, l’età, la tradizione e la prossima vendemmia che avevano organizzato per il prossimo lunedì.

Emmett offrì subito il suo aiuto, giustificando la necessità del movimento fisico in alternativa alla palestra.

“Scusami Em, ma quale palestra?” chiese ridendo Jake

“Quella a cui mi sono iscritto quasi tre anni fa e lo sapresti se non  fossi sempre a sbavare dietro a qualche gonna di Boston” rispose piccato il ragazzo.

“Emmett, sarebbe meglio che dicessi la verità, ti sei iscritto in palestra e poi hai smesso dopo tre mesi” rise anche Isabella.

“Perché voi due mi fate lavorare troppo e non riesco ad uscire dall’ufficio prima delle otto di sera! Non mi ricordo neanche quando sono uscito l’ultima volta per divertirmi” povero Em, si sentiva preso di mira.

Ancora di più adesso che tutti ridevano delle battute di cui era bersaglio, compresa Rosalie e forse era quello che gli faceva più male.

“Adesso non dire che non esci più con una donna da anni perché alla tua novella verginità nessuno ci crede” rimbeccò Jacob.

“Jake, smettila! Mi stai dipingendo come un maniaco e qui l’unico maniaco sei tu!” accusò Emmett.

“Non direi che qui è l’unico maniaco, direi che è in buona compagnia” intervenne saccente Isabella, guardando Edward con un cipiglio carico di sottintesi.

Il ragazzo si mise a ridere “Non mi perdonerai mai? Io ti ho detto che ho anche apprezzato” e la sua aria era talmente buffa che finalmente anche Bella si fece una sana risata sull’episodio.

 

Ormai erano arrivati in cima a una collina, quasi al confine della proprietà.

Jasper accostò vicino ad un albero secolare e fece scendere i passeggeri per ammirare il panorama.

Edward si posizionò alle spalle di Isabella e le cinse la vita attirandola a se mentre le diceva all’orecchio “Da questo punto si può vedere praticamente tutta la tenuta, le vigne e la casa” indicando con l’altro braccio “Alcune volte al mattino è un posto magico, la nebbia copre tutto, e spuntano solo gli alberi alti e il tetto, sembra tutto coperto da una coperta lattiginosa, una di queste mattine ti ci porto, così ti faccio vedere” concluse con un sorriso.

Isabella si sentiva… Bene, abbracciata in quel modo, appoggiata a quel petto si sentiva tranquilla, come se fosse una cosa naturale, come se dovesse essere così e basta.

L’imbarazzo non faceva parte del momento, sino a quando nel suo campo visivo comparve Jacob.

“Isabella vieni a sederti sotto l’albero così ci rilassiamo un attimo” le disse prendendole la mano che solo allora, si era accorta di aver posato su quella di Edward che le cingeva la vita.

Arrossì e seguì docilmente Jake “Oggi sei piena di sorprese, cosa sta succedendo Bella?”. Odiava quando Jacob le parlava con quell’aria da santa inquisizione, ma ora aveva ragione, cosa stava succedendo?

“Mi sono solo rilassata un attimo Jake. A volte è piacevole, dovresti farlo anche tu”.

Poteva essere una scusa ma non lo era. Era solo piacevolmente rilassante farsi portare dal  momento e flirtare con un ragazzo, oggettivamente pure bello.

Si conoscevano da poche ore, mica doveva andarci a letto o promettergli amore eterno, che diamine. Forse davvero Jacob stava marcando il territorio.

 

Si voltò verso gli altri. Jasper ed Edward stavano confabulando ed alternativamente indicavano i vari settori della vigna, mentre Emmett e Rosalie, seduti accanto a lei, continuavano a chiacchierare, con le teste vicine, come se fosse una conversazione privata. Ogni tanto una risata argentea da parte della ragazza interrompeva il flusso silenzioso dei suoi pensieri.

Guardò Emmett più attentamente. Lo conosceva da quando era piccola, era il suo fratellone, se non di sangue, lo era per l’affetto che si portavano a vicenda. E ora era come vederlo la prima volta: allegro, rilassato e soprattutto complice con la bionda.

Ci stava provando nel modo più spudorato possibile, si voltò verso Jasper. Non sembrava interessato, stava ascoltando Ed e non seguiva null’altro. Rosalie era assolutamente presa da Emmett, come il topolino con il pifferaio. Ecco avrebbe potuto chiamarlo pifferaio d’ora innanzi.

 

“Allora mi dici che cosa stai pensando? Quando non capisco so che mi metto nei guai per colpa tua e sono un pochino stufo di sudare sette camicie per salvarmi le chiappe! Avanti sputa!” disse Jacob serio.

“Abbi pazienza Jake, ma non è nel mio stile scatarrare in giro come un giocatore di baseball” rispose Bella sorridendo innocente.

Trucco che non funzionò visto il cipiglio scuro con cui Jake la guardò, come a scavarle dentro.

“Ok ok. Mi piace la villa. Vorrei un posto tranquillo per delle settimane di relax e questo mi sembra perfetto. Lontano dai rumori e dalla frenesia cittadina ma vicino al mondo con meno di un’ora per l’aeroporto. Tutto qui. Edward è carino ma non ho intenzione di mischiare lavoro e piacere. Sai come sono fatta” rispose Bella alzando le spalle.

“Sicura che non mi devo aspettare altro dalla principessa di Boston?” richiese Jacob

“Sicura. La principessa porterà avanti gli affari, vedrà di ottenere il premio, se potrà. Altrimenti tornerà a casa comunque felice di far aumentare i dividendi delle azioni”.

Alzò la mano destra come a giurare sulla Bibbia.

 

Rimasero sotto l’albero ancora qualche minuto prima di riprendere la via delle cantine.

Qui si trovarono immersi nell’umidità dell’aria satura di vapori alcolici. Botti di legno di media grandezza stazionavano ordinate sugli assi.

Videro anche la parte relativa alla spremitura che da lunedì avrebbe iniziato a lavorare a pieno ritmo.

Jasper in quel frangente era ispirato: spiegava con piglio sicuro e con indiscusso amore, tutte le fasi della produzione, rispondendo in maniera competente alle domande di Isabella e Jacob.

La principessa invece cominciava ad essere un po’ seccata dal modo di fare di Emmett.

Non partecipava, era assente, tutto preso dalla biondona. Urgeva trovare un rimedio: distrarsi per rimorchiare ok, ma perdere una giornata intera di lavoro non faceva parte del vocabolario del capo. Almeno per quella parte Jacob era ineccepibile.

Vicino al suo fianco, con continui quanto fortuiti e presunti innocenti sfioramenti, si trovava sempre Edward, attento alle sue necessità, sollecito nel soddisfarle, ammiccante nel porsi a lei.

Se all’inizio poteva essere simpatico, dopo qualche ora, questo modo di fare iniziava ad infastidire la principessa.

Perché continuava a starle così appiccicato? Non sembrava il tipo. Voleva divertirsi? Anche lei, ma sicuramente come possessore dello scettro del comando.

 

“E con questo abbiamo finito il tour!” annunciò Jasper orgoglioso.

“Come intendete espandervi adesso?” buttò lì Bella. Se intendevano fare qualche cosa o giocare in riserva per salvare il salvabile. Occorreva avere la conoscenza delle prossime mosse. Non era un gran che a scacchi, ma se la cavava abbastanza bene con le persone e relative intenzioni.

“Prima dobbiamo vedere come va questa vendemmia. Se tutto va come sembra, cioè un’annata fantastica in tutti i sensi, riusciremo a provvedere ad alcune esigenze impellenti dell’azienda, poi penseremo all’espansione” rispose Edward fissando seriamente i profondi occhi marroni di Isabella. [non riuscirai a portami via ciò che è mio, culetto d’oro] pensava il ragazzo stringendo le labbra in una linea dura.

 

“Ragazzi, dobbiamo tornare all’albergo. Questa sera ci aspetta una serata danzante!” annunciò Isabella per niente turbata dall’espressione di Edward. [bimbo, non mi fai mica paura. Sei tu che dovresti averne, di me].

Emmett li guardava con una nuova consapevolezza: aveva appena visto una dichiarazione di guerra.

 

---ooOoo---

 

Angolino mio:

Isabella ed Edward sono pronti per affilare le armi. Lei vuole la terra e la villa e lui vuole difendere le sue proprietà.

Vedremo come si svilupperà la serata all’insegna delle danze (magari ci scappa un ballo tra i due).

Ci sentiamo tra sette giorni.

Grazie a chi mi segue, legge e recensisce. Siete stupendi e lo sapete io vi voglio bene. (adesso mi commuovo).

Baciotti

 

  
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