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Autore: NotLogical    01/08/2011    4 recensioni
Solito caso cervellotico, solita L che sbuca a random su uno schermo bianco.
Ma stavolta le persone dietro a quella semplice lettera sono tre, ed ognuna di esse ha ancora addosso i segni del caso Kira.
Ed il caso su cui s'impegnano senza troppa passione, forse, è solo un prologo.
Genere: Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri personaggi, Matt, Mello, Near
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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"Okay, ricapitolando. La data dell'omicidio ce l'abbiamo. Il posto, ce l'abbiamo. L'indizio extra erano le forbici, l'indizio extra di solito c'è sempre venuto accoppiato con una determinata parte del corpo, stavolta l'unica cosa che c'è venuta in mente con le forbici sono le mani. In un centro commerciale c'è una certa probabilità di trovare qualcosa che includa l'accoppiata mani/forbici, quindi forse stavolta rischiamo addirittura di beccarlo, 'sto enigmista da due soldi. Ora, se Stefano muove un po' il culo..."
"Qui parla Elle. Richiediamo la collaborazione del..."
"Carter"
"...comunque, magari è la volta buona che l'assassino ha voglia di sbattersi un po'? Non so perchè ma mi viene di continuo quest'immagine in mente, di lui che cerca di ammazzare qualcuno con un paio di forbicine da manicure... ce lo voglio proprio vedere. Neanche se gliele ficca in un occhio ce la fa, ed incompetente com'è secondo me lo prendiamo anche senza stare tanto a preparare piani su piani - perchè non andiamo lì proprio a braghe calate, per una volta, ed improvvisiamo? Perchè c'è da lavorare così tanto?"
"...vostro dipartimento, ci servono degli agenti sotto copertura che..."
"Sì, Near?"
"Devo andare al bagno.", risponde l'ex 'quasi ufficialmente' erede di L, con una certa supponenza, come se fosse semplicemente logico. Le voci si accavallano che è un piacere, e nessuno ascolta veramente l'altro. Le pale del ventilatore sul soffitto girano pigramente, ma l'aria rimane ferma ed afosa, Halle tiene le maniche delle camicetta bianca arrotolate con precisione certosina fin sopra ai gomiti, Matt li ha fregati tutti e s'è messo a contattare la polizia standosene comodamente a torso nudo. Le cicatrici più vistose non sono quelle procurate dai proiettili: esteticamente parlando, il grosso del lavoro l'hanno fatto le operazioni chirurgiche successive. L'ombelico quasi si perde in una linea infossata e brutta che scende fino all'orlo dei pantaloni, ma lui non sembra farci caso, tiene la schiena umida di sudore curva e rigida. Il Mello chiaccherino è forse il più assurdo di tutti, e poco importa che i pantaloni lunghi e lucidi siano di chissà quale marca: il torso magro è coperto - o forse più che altro scoperto - da un'assurda cannottierina nera, tutta laccetti. Sembra dolorosamente ridicolo, con la cicatrice della vecchia esplosione che gli mangia una spalla ed un pezzo di schiena, e col pezzo di stoffa sagomato per contenere un seno che non c'è che pende floscio sul petto scarno.
Matt tappa un attimo il microfono con la mano - impersonare L non lo disturba, ma immaginarsi il poliziotto dall'altra parte mentre sente quel che ha da dire, con la voce falsata e resa meccanica dai filtri... be', sarebbe imbarazzante.
"Mel, ma quella cannottiera non è di Halle?", ed il tono è a metà tra l'esasperato e lo strafottente.
Peccato che il mezzo sordo mica lo senta, e continui a parlare praticamente da solo ancheggiando per la stanza.

Non c'era così tanto caos, ai tempi del SPK, è vero, ma è anche vero che all'epoca non c'erano neanche Mello e Matt, se ne stavano nascosti come scarafaggi, vivendo più o meno nelle stesse condizioni di quegli indistruttibili insetti.
La cosa non pare comunque avere nessun effetto su Near, che tende di nuovo la mano e non lascia quella grossa e ruvida di Carter neanche dopo che è stato aiutato ad alzarsi. Il ragazzino - viene ancora da chiamarlo così, assurdamente - cammina  col torso sbilanciato in avanti, il movimento delle gambe è rigido, scoordinato. Facendo andare un po' la fantasia viene da associarlo ad un albero cresciuto su un terreno troppo pendente e pieno di sassi: le radici si sono allungate meglio che potevano, ma sono cresciute storte e strane. Forse le cose sarebbero andate in modo diverso, se l'avessero preso ancora piccolo e...

Ma forse non gli interessava, così come non gli interessava di Matt, di Mello. Di L, con la schiena rovinata ed il sonno che lo beccava nei momenti più casuali, lasciandolo più svenuto che addormentato sulla propria poltrona - ma solo per poco, e poi tutto quello zucchero che buttava giù per cercare di tirare avanti ancora, e ancora, e ancora, senza mai chiudere pietosamente gli occhi. Destinato a morire giovane in ogni caso, ridotto a vivere male, tutto in nome di un bene maggiore.

Adesso però c'è Halle, con gli occhi freddi ed il viso bello e spigoloso, che segue l'avanzata di Near distraendosi dalla propria comunicazione con Loud. Il viso di Carter non esprime opinioni, Near ondeggia col busto avanti ed indietro, come un piccione, per trovare più equilibrio nella sua camminata sbagliata. E' solo quando si fermano un attimo che si solleva sulle punte dei piedi, inconsciamente. E si fa toccare solo quando vuole lui, solo la mano e solo quando la tende, mangia sempre le solite cose, mangia poco - destinato a morire giovane, ridotto a vivere male. Anche lui, anche stavolta?
Mello le arriva alle spalle, Halle sente il cuore diminuirle di una taglia. Ha qualche chilo di rimpianti incastrati in fondo alla gola, l'odore dell'uomo la fa sentire sporca a sua volta. Sporca nell'anima, non nel corpo.
"Dovresti farti una doccia", osserva, la voce volontariamente distaccata e sicura.
"Non ho voglia", è la risposta detta con un tono deliberatamente ribelle, da adolescente che manda a fare in culo i genitori.
E ringraziamo che Halle non abbia figli, perchè ha un qualcosa da educatrice tedesca inflessibile e quasi militaresca, mentre si alza - sovrastando Mello, per un semplice questione di tacchi - e lo guarda come potesse dargli fuoco con la sola forza di volontà.





Le piastrelle sono bianche, alcune decorate con cavolate geometriche azzurrognole, i muri intonacati sono macchiati di muffa verso il soffitto, ma va bene anche così.
L'odore del bagnoschiuma ricorda forse più quello di un detersivo per i piatti - l'idea della pulizia la dà, ma è un poco troppo chimico e persistente per essere davvero gradevole. Da bagnati, i capelli di Mello hanno un colore particolare - e sembrano ancora più lunghi, tagliati ancora peggio, gli arrivano quasi alle scapole sporgenti.
Near spinge in sua direzione un piccolo battello galleggiante, l'espressione è seria e concentrata, i capelli vagamente mossi e gocciolanti lo fanno somigliare ad una pecora affogata.
Mello sposta vagamente lo sguardo in sua direzione, le braccia le tiene appoggiate sui bordi della vasca, in maniera quasi strafottente, da grande boss. All'inizio soffia e basta verso la barca, increspando le labbra un po' a culo di gallina, le guance sembrano più scavate. Alla fine, abbatte pesantemente la mano sull'imbarcazione, che affonda momentaneamente e poi risalta su.
L'espressione di Near non cambia, l'unico rumore che si sente è lo sciacquettio provocato dal suo spostarsi appena in avanti. I due non si toccano, non si guardano, non si lavano, stanno semplicemente lì. Le dita pallide ed immacolate, senza calli nè graffi, raggiungono il battello di plastica, lo spostano con una traiettoria curva, torna in ritirata verso il petto amorfo e bianchiccio del ventisettenne.
E' stranamente lui, il primo a parlare.
"Mi ricorda Kira"
Mello alza una mano, le unghie sono appena troppo lunghe e stranamente curate, infila le dita nell'attaccatura dei capelli e le fa scorrere fin quasi alla nuca. "A me no", è la risposta lapidaria, bassa. Disinteressata.
"Troppo autocompiacimento, e poca sostanza sotto. Come Kira"
"Siamo quasi morti, per catturare Kira", e scopre i denti in una smorfia, china la testa di lato, orientando istintivamente l'orecchio sano verso Near.
"Ma non siete morti", osserva quello, facendo scorrere il piccolo battello sulla superficie dell'acqua.
"Non per merito tuo. Comunque, grazie tante per aver scoperto l'acqua calda. Stiamo combattendo contro un cretino che cerca di fare l'intelligente, ormai è ovvio. Ogni tanto ha dei momenti di grazia, questo è vero..."
Sfiora il pelo dell'acqua con le dita, ci immerge la mano, risulta distorta e troppo pallida - finchè non la si confronta con quelle di Near, almeno.
"...ma è davvero come se stesse cercando di sembrare più intelligente di quello che è", conclude, per poi fare una piccola pausa. "Anche Matt la pensa così"
"E' ovvio che lo faccia", osserva Near, senza spiegarsi oltre, ma strappando una smorfia brutta e grottesca a Mello. Parla di getto, senza pensarci veramente, le labbra ritratte fino a scoprire i denti, la parte ustionata del viso risponde poco alla sua mimica facciale.
"Be', non sarà comunque come con Kira. Niente cazzate soprannaturali, niente..."
"Abbiamo accettato l'esistenza degli Shinigami", gli ricorda quello, sollevando la barchetta di plastica, alza gli occhi scuri mentre il braccio gocciolante d'acqua si piega quasi fin sopra la sua testa "Per quanto sia improbabile, dovremmo essere pronti a tenere conto di ipotesi non convenzionali".
Niente a che vedere con lo sciacquettio placido prodotto dai movimenti di Near: Mello è schizzi, è ira, parole sputate come fossero bestemmie.
"Abbiamo avuto le prove necessarie, per contemplare l'esistenza degli Shinigami. Li abbiamo visti, quasi toccati. Si sono mangiati il mio cioccolato. Ora come ora, abbiamo solo un deficiente che vuole farsi bello agli occhi della stampa e della polizia. Abbastanza abile da non lasciare tracce sul luogo dell'omicidio, ma chiunque veda un qualsiasi stronzissimo telefilm investigativo alla tv sa ormai, più o meno, come regolarsi. Non capisco neanche perchè siamo rimasti invischiati".
"Rientrava nei nostri parametri"
"Be', allora dovremmo rivederli"
"Sono gli stessi parametri che usava Elle"
L'attimo di silenzio è penoso, ma Near non cambia espressione, ed il viso sfigurato di Mello è raggelato nella solita smorfia. La sua bocca è tutta denti, mentre risponde con un tono così pieno di emozioni da rendere impossibile il distinguerle una ad una.
"Elle è morto".

Sono interrotti da un bussare discreto alla porta, Carter porta accappatoi e poche opinioni, li interrompe. Near si fa aiutare da lui, ad uscire dalla vasca, e l'uomo continua ad essere inespressivo mentre copre il corpo magro ma moscio del suo 'capo', mentre strofina piano la pelle di un candido malsano per asciugarla. Mello è più autonomo, esce creando dispettose pozze d'acqua sul pavimento piastrellato, se ne rimane orgogliosamente nudo - con le sue cicatrici, col suo corpo troppo magro.
"Che c'è, ti piace quello che vedi? Eh?", s'informa il biondo rovinato, con qualcosa di viscido nel tono e nello sguardo.
Ma Carter in realtà neanche stava guardando.
Mello esce dal bagno ancora nudo e bagnato, l'accappatoio svolazzante come il mantello di un supereroe, come un vessillo, i piedi lasciano chiazze d'acqua sul pavimento.







NOTE:

1) Volevo riesumare i miei (scarsi) appunti su una conferenza a cui sono andata, per quanto riguarda le... difficoltà deambulatorie di Near. Alla fine mi sono detta che questa è una fanfiction su un manga, e l'ultima cosa che mi viene richiesta è così tanta accuratezza (un attimo di silenzio, prego, sul Mello esploso coi capelli intatti e nessuna conseguenza se si esclude la cicatrice per renderlo più figo), quindi sono andata avanti nel mio solito modo: logica, buon senso e pezzi di informazione non troppo contrastanti tra di loro.

2) Sento gridare all'OOC fin da qua, per la scena di Mello e Near insieme nella vasca da bagno. Mettiamola così: a Near qualcuno deve star dietro, perchè pur essendo un genio non ha mai imparato a prendersi cura di se stesso, ed Halle ha raggiunto decisamente il punto di non ritorno, a furia di vedere Mello lasciarsi andare. La soluzione ottimale era, ovviamente, farli lavare assieme - costringendoli a cazzotti, se necessario.

3) Sto continuando a sparare fuori capitoli a mitraglietta, ne approfitto e li pubblico. Nella speranza che vogliate poi scusarmi nel caso io smetta di aggiornare per settimane e settimane - fateveli durare, questi capitoli piccini, perchè del doman non v'è certezza.
   
 
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