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Autore: PULLA68    02/08/2011    2 recensioni
Che cosa ha allontanto Edward da casa? Che cosa gli è successo ? Riuscirà la famiglia Cullen a trovarlo e salvarlo dal destino che lo attende??
In una FF ambientata dopo BD, soltanto leggendo troverete le risposte alle domande e soltanto l'amore sarà la soluzione a questa storia dove il giallo del mistero si mescola al rosa dell'amore e al nero del thriller.
Posso solo aggiungere che il racconto è già finito e completo e che quindi se vorrete ne vedrete la fine.
Vi aspetto emozionatissima di poter condividere con voi la mia storia e aspetto i vostri commenti. Luisa
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Trilogia delle Nuvole'
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Ciao  a tutti e ancora una volta grazie a chi mi segue. 

Abbiamo  lasciamo i Cullen ad organizzarsi con finalmente un piano ben preciso e ritorniamo da Edward che dopo essersi rifiutato di partecipare al banchetto  si è allontanato di nascosto    nella cittadina di Volterra  in cerca di cibo  con la mente confusa da strane visioni.     Cosa succederà adesso?? 

Non mi resta che dirvi Buona Lettura.

Capitolo 20 - Fine della libertà


Edward


Mi muovevo furtivo per Volterra. Non conoscevo la città, ma tramite i miei sensi cercavo di evitare le zone più affollate, quelle intorno a bar o ristoranti.

La notte mi aiutava, e l'aria pulita dopo la pioggia della giornata portava odori invitanti.

Evitai di abbandonarmi all'istinto, poteva essere pericoloso. Non potevo cacciare uomini all'interno della città ed ero ancora eccitato per l'odore del sangue.

Il veleno mi riempiva la bocca mentre il mio mostro personale richiedeva un tributo di sangue.

L'immagini del vampiro biondo riempivano ancora la mia testa, e decisi di ricacciarle nel profondo della mente. Non sapevo il perché ma dovevo nasconderle ad Aro.

Mi fermai .

Il mio udito aveva catturato un veloce battito di cuore. Una nuova boccata di veleno mi invase la bocca spingendomi verso quell'affascinante rumore. Mi affacciai nel cortile di una casa e vidi legato a una catena un magnifico cane lupo. Anche lui mi aveva sentito e un sordo ringhio gli uscii dalla bocca. Mi fermai a guardarlo, una preda piccola e sicuramente saporita. Un assaggio che avrebbe acquietato la mia voglia di sangue. Mi avvicinai furtivo, gli occhi fissi sulla creatura, i muscoli tesi pronti a balzargli addosso e a soffocare velocemente qualsiasi guaito.

E poi un immagine esplose nel mio cervello.

La ragazza! La ragazza che mi era già apparsa. Quella con gli occhi marroni profondissimi e muti quasi a celare ogni segreto, carichi di amore.

Stavolta però la ragazza mortale senza nome mi stava rimproverando “No! I lupi no! Qualsiasi altro animale ma non i lupi Edward” Rimasi fermo, perché no i lupi ? Mi chiesi mentre un altra immagine di me che combattevo a fianco di un enorme lupo m'invadeva la testa. A fianco? Non contro!? Un altro mistero. Poi nuovamente la stessa ragazza che mi guardava mentre accarezzava lo stesso lupo, solo che stavolta aveva gli occhi rossi della mia razza e lo sguardo carico d'amore e comprensione.

Guardai di nuovo il cane e mi avvicinai, volevo vedere se altre visioni mi sarebbero apparse. La mia sete non era più una priorità. Il cane si accucciò e mise la testa fra le zampe. Aveva capito che potevo ucciderlo senza fatica e si era arreso. In due passi gli fui al fianco, mi rannicchiai e gli feci una veloce carezza sulla testa.

La sete mi era passata. Adesso era l'ora di tornare a casa prima che si accorgessero della mia scomparsa e finissi nei guai. Nascosi nuovamente tutte le immagini nella mia testa mentre velocemente mi allontanavo nella notte.


Demetri mi aspettava sulla porta. “Ho sentito che stavi tornando. Quando Damiano non ti ha trovato in camera è venuto dritto da me, ad avvisarmi. Stavo per venirti a cercare. Ora verrà punito per la sua distrazione. E anche tu. Il fatto che sei tornato volontariamente ti aiuterà ma non credere che Caius, sarà troppo gentile. Ti detesta e cercherà di farti punire severamente. Pensa bene a quello che dirai in tua difesa.”

Poi si voltò e si avviò per i corridoi certo che lo stessi seguendo.


Non aveva torto. Quando entrai al cospetto dei sovrani di Volterra, potei leggere facilmente nei loro pensieri.

Edward, perchè l'hai fatto? Cosa ti ha spinto a disobbedire? Credevo già di potermi fidare. Spero che tu abbia una buona scusa, non voglio privarmi della tua collaborazione.” I pensieri di Aro erano amichevoli, quasi preoccupati per me, mentre quelli di Caius esprimevano solo odio e rancore “Ecco qui il gioiellino di Aro. Si fida tanto di lui, ma alla prima occasione scappa come un bambino. Ha anche gli occhi neri, non ha nemmeno mangiato. Aro dovrà punirlo, insisterò perché lo faccia, bisogna dargli una lezione affinché capisca come debba comportarsi.” Abbassai gli occhi anche se era troppo tardi e avevano notato il mio colore scuro che strideva contro il rosso acceso di tutte le Guardie.

La mente di Marcus invece era lontana, non gli importava nulla di me, forse neanche sapeva che esistevo.


Caius prese la parola per primo “Bentornato Edward, vuoi dirci dove sei stato?”

A fare una passeggiata. Non mi sono allontanato tanto e sono ritornato quasi subito.” era la verità e potevo sostenerla facilmente.

I tuoi occhi sono scuri. Perché non ti sei cibato insieme a noi?”

Non avevo così tanta fame” anche questo era vero anche se non del tutto.

Sei cosciente che hai disobbedito agli ordini, circa il pasto? E per questo saremo costretti a punirti!”

Rimasi in silenzio cosa potevo mai ribattere?

Ma Aro inaspettatamente intervenne in mia difesa “Pace Caius. Non essere frettoloso, fratello mio. Edward non ha infranto nessuna legge evitando di cibarsi. Niente lo obbliga a mangiare, e la punizione l'ha scelta da solo del momento in cui per altri dieci giorni non arriveranno rifornimenti.”

Aro mi sorrise, e avrei giurato che dietro quel sorriso c'era un certo divertimento, forse pregustava la mia sofferenza al lungo periodo di digiuno.

Ciò non toglie che abbia trasgredito a un ordine ben preciso. Vuoi forse negare Edward, la tua conoscenza circa il divieto per le Guardie di allontanarsi dalla Rocca, senza uno specifico permesso?” sul viso di Caius era apparso un ampio sorriso.

Non. Non lo nego. E' stato un gesto istintivo e vi chiedo perdono” non potevo fare altro, se non sperare che la punizione non fosse troppo pesante.

Bene. Hai ammesso la tua colpa. Adesso verrai punito in maniera esemplare in modo da ricordarti in futuro di governare i tuoi istinti.” Caius guardò verso Aro aspettando la sua decisione.

Carissimo fratello. Edward ha riconosciuto il suo errore e sono sicuro che non lo ripeterà in futuro. Visto che è tornato di sua spontanea volontà e considerato la sua giovane età e l'inesperienza, nonché il proficuo lavoro che svolge per tutta la nostra comunità, non sarei tanto severo sulla pena.

Penso, se voi siete d'accordo, di lasciarlo rinchiuso nella Gabbia per quattro giorni affinché possa riflettere sui suoi errori.”

Vidi il sorriso allargarsi dal volto di Caius, evidentemente aveva temuto che Aro fosse troppo indulgente con me ed era soddisfatto della punizione . Sempre sorridente fece un cenno affermativo ad Aro.

Bene, siamo tutti d'accordo. Felix, Jane accompagnate Edward alla sua nuova dimora”

In un secondo mi trovai affiancato dai due vampiri, e mentre Felix mi prendeva per un braccio trascinandomi con lui sentii i suoi pensieri “Ti è andata bene ragazzo. Pensavo di peggio. Adesso fai il bravo e non ti opporre.” Mentre scendevamo nei corridoi sotterranei sondai anche la mente di Jane “Aro, continua a proteggerlo. Sta sbagliando il ragazzo è una bomba a orologeria e quando scoppierà prevedo guai grossi. Speriamo che si ribelli quando capirà cosa lo aspetta, così avrò la scusa per divertirmi un po'.”

A quel pensiero se fosse stato possibile mi sarebbe venuto freddo. Perché avrei dovuto ribellarmi? Cosa mi aspettava? Il sorriso di Caius non prometteva niente di buono. Decisi che avrei sopportato tutto con calma se non altro per fare dispetto a Jane.


La discesa mi parve lunghissima e ci fermammo di fronte a una piccolissima porticina situata nei sotterranei della rocca.

Felix mi sfilò dalle spalle la mantella e con un gesto perentorio m'indico di entrare dentro la porticina.

Dovetti chinarmi quasi a terra e con mia grossa sorpresa la porta si chiuse alle mie spalle.

L'ambiente era angusto, basso e soffocante. Cercai di sedermi ma era tanto stretto che le mie ginocchia urtarono contro la parete di fronte a me. Non potevo stare neanche in piedi perché il soffitto era basso. Con un sospiro di rassegnazione mi misi in ginocchio, l'unica posizione che mi era concessa. Quando la porta si chiuse, il buio più profondo si chiuse su di me mentre la risata mentale di Jane mi raggiungeva. “Ti piace la gabbia, Tarzan? Starai qui dentro quattro giorni. Così avrai il tempo di pensare e capire come si deve comportare una Guardia”

E quella fu l'ultima volta che senti un rumore provenire dall'esterno.









   
 
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