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Autore: Tinotina    02/08/2011    5 recensioni
Voldemort e Bellatrix, nulla più che semplice passione - solo questo - sfociata però in una bellissima bambina, non voluta, abbandonata, ma mai lasciata.
E quando si ritroveranno, su schieramenti opporti, cosa scegliere?
Cosa fare? Chi essere?
Questa è una Fanfic On Demand presa dal forum di EFP. Idea originale di jaybree88
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Tom Riddle/Voldermort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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19.Hogwarts


 
Voleva essere fermato, portato indietro, a casa...
Ma
era a casa. Hogwarts era la prima e la migliore casa che avesse conosciuto.

 

 
Harry Potter e Ron Weasley avevano preparato un piano. Si erano smaterializzati in mattinata poco lontano da Hogsmeade sotto la protezione del mantello dell'invisibilità di Harry, eredità del suo defunto padre.
Avrebbero cercato di entrare nel castello dal passaggio segreto posto nella cantina di Mielandia e, una volta dentro, si sarebbero nascosti fino a sera per evitare di imbattersi in qualche studente o peggio, nei Carrow, i Mangiamorte che avevano preso in custodia la scuola, secondo le ultime notizie di Radio Potter.
Entrarono nel negozio di dolciumi insieme ad un gruppo di maghi. In questo modo la campanella dell'ingresso non avrebbe suonato per un nonnulla. Di soppiatto entrarono nella cantina e lentamente si avvicinarono alla mattonella che celava alla comune vista il segreto del castello.
Entrambi i ragazzi si chinarono leggermente verso il pavimento e con estrema cautela tentarono di spostarla.
Bastò un leggero tocco e un allarme si attivò.
Un suono impellente, forte e continuo che si estese lungo tutto il villaggio.
Poi una voce imperiosa ordinò: << Tornate dentro! Deve essere Potter che sta tentando di entrare a Hogwarts. Chiudete tutti i cancelli! Presto >>
Harry e Ron non ci misero molto a capire che se fossero rimasti, li avrebbero scoperti di li a poco.
Lasciarono la cantina immediatamente e, facendosi largo tra clienti terrorizzati, ritornarono lungo la via principale del villaggio. Sempre nascosti dal mantello, si infilarono in qualche vicolo buio e nascosto al pubblico e ai Mangiamorte impegnati alla loro ricerca.
<< Che cosa è successo? >> chiese Ron spaventato.
<< Non lo so. >> rispose Harry << Evidentemente ci stavano aspettando. >>
<< Fantastico! E ora come facciamo a entrare a Hogwarts? >>
<< Non lo so. Se hanno piazzato degli allarmi in tutti i vecchi passaggi segreti … >>
<< … dovete usarne di nuovi. Presto venite quà >>
La voce che aveva parlato al vuoto apparente era bassa e rude. Apparteneva ad un uomo anziano dalla folta barba bianca e con un fisico possente, nonostante l'età.
Harry e Ron si guardarono, incerti se dare o meno ascolto allo straniero.
L'uomo, non vedendo le impronte dei ragazzi seguirlo nella neve, si innervosì.
<< Per tutte le capre, volete seguirmi o preferite aspettare che quegli idioti dalla bacchetta facile vi trovino e vi portino direttamente da Tu – Sai – Chi? Io non credo proprio, perciò … entrate, veloci >> ed indicò la porta dove era comparso.

 
Seguirono il vecchio fin dentro un locale sporco e sudicio, arredato con mobili antichi e deteriorati. All'apparenza era una locanda in cui non avrebbero mai messo piede spontaneamente, se fosse stata un'uscita per Hogsmeade con i loro amici.
Ma non erano lì per una gita di piacere, e non potevano permettersi il lisso di cercarsi un posto più carino e accogliente.
<< Restate nascosti qui finché non torno >> ordinò il vecchio << E vedete di non fare cazzate questa volta. E tu che aspetti, infilati quel mantello! >> disse indicando Harry; dopodiché li abbandonò velocemente per correre nella stanza adiacente dove, con tutta probabilità, doveva sistemare i suoi affari per poter poi venire a parlare con loro in pace.
<< Secondo te dove siamo? >> chiese Ron.
Harry si guardò in torno, ma ogni dettaglio in quella stanza gli pareva completamente nuovo.
Perfino l'odore, un aroma talmente forte e disgustoso da far venire il voltastomaco a chiunque ed impossibile da dimenticare, non sembrava riconoscere.
<< Di sicuro non siamo da Madama Piediburro >> disse con ovvietà. Tutto quello che era presente nella locanda infatti, sarebbe stato bandito nel locale per le giovani coppie di Hogsmeade. Nemmeno il quadro con quella giovane ragazza sarebbe stato accettato, figurarsi poi lo specchio rotto lì a fianco.
Per un momento non dissero più nulla, entrambi concentrati su pensieri così gelosamente propri. Harry pensava a Ginny, la rossa sorella di Ron che aveva dovuto lasciare per avventurarsi in quella ricerca ma dalla quale lo dividevano ormai pochi metri secondo il suo cuore. Non vedeva l'ora di tuffare la mano in quel groviglio di capelli e assaporare le labbra gustose di cui aveva solamente il ricordo.
La mente di Ron, al contrario, era occupata da una massa di ricci indomabili e dai profondi occhi di Hermione. Li avrebbe mai rivisti caldi e pieni di vita? Sarebbe mai stato in grado di affrontare i suoi sentimenti davanti a lei come aveva fatto con Harry?
Il sole stava ormai calando quando Ron domandò: << Credi che se ne siano andati? >>
<< Se ti riferisci agli idioti in calzamaglia, posso assicurarti che non ci daranno problemi >>
A parlare non era stato Harry, bensì il proprietario del locale, appena rientrato.
<< Ebbene? >> chiese rude ai ragazzi una volta messosi seduto su una sedia che non aveva l'aria di essere in grado di sopportarne il peso.
<< Ebbene cosa? >> rispose Ron aggressivo.
<< Modera l'atteggiamento, ragazzo. Dopotutto vi ho salvato la vita, mo dovete parecchio >>
<< Infatti la ringraziamo infinitamente, signor... >>
<< Aberforth. Chiamatemi semplicemente Aberforth >>
<< Sicuro >> disse Ron pratico.
Harry tuttavia, dopo un cenno d'assenso, parve riflettere su quel piccolo indizio appena ricevuto.
Dopo tutti questi mesi a caccia di Horcrux se c'era una cosa che aveva imparato era quella di aver capito che ogni dettaglio era importante e preziosamente unico.
Sentiva che quel nome non gli era nuovo. Lo aveva già sentito da qualche parte, solo che non riusciva a ricordare dove. E mentre cercava di concentrarsi Aberforth prese la parola.
<< Molto bene. Ora, se non vi spiace, vorrei sapere perché avete tentato un'azione così sconsiderata come quella di entrare a Hogwarts attraverso uno dei più vecchi e conosciuti passaggi segreti sella scuola >>
<< Pensa che dal portone principale avremmo fatto più figura? >> disse Ron con velenoso sarcasmo << Già, me lo immagino Piton che ci accoglie a braccia aperte … per poi pugnalarci alle spalle, chiaro >>
<< Voi non dovevate neanche vederle da lontano le braccia di Piton, figurarsi andarlo a cercare nella scuola dove ora è preside >>
Ricordava le parole di Elphias Doge al matrimonio di Bill e Fleur.
<< E chi le ha detto che stavamo andando per Piton? >>
Conoscevo la famiglia Silente meglio di chiunque altro, se non si tiene conto di Aberforth.
<< Piton, Merlino, Morgana … non c'è differenza! E' comunque uno sbaglio >>
Ma nessuno tiene mai conto di Aberforth...”
<< Ma che ne sa lei dei nostri sbagli? >>
<< … Silente! >> esclamò Harry attirando su di sé le occhiate di entrambi gli uomini.
<< Harry, sei impazzito per caso? >>
Ma Harry parve non sentirlo. << Lei è Aberforth! Il fratello di Silente! >> continuò a ripetere imperterrito.
<< Harry ma che stai dicendo? >>
<< Ti ricordi quando ti dissi che avevo l'impressione che Silente ci aiutasse? Mi sono sbagliato, non era Silente, era lui! Ci osservava attraverso lo specchio! >>
<< Come ha avuto lo specchio? >> chiese Ron.
<< L'ho comprato un anno fa, all'incirca. Albus mi ha detto quello che era. Cercavo di tenerti d'occhio, e dovreste anche ringraziarmi per averlo fatto >> sbuffò Aberforth << Se non fosse per me a quest'ora sareste belli che fritti. Fate un favore a voi stessi, nascondetevi meglio che potete. Lasciate il paese e cambiate identità >>
<< Non andremo via >> disse Harry << Dobbiamo entrare a Hogwarts >>
<< Ti ho già detto che è impossibile. Non siate stupidi e scappate, invece >>
<< Dobbiamo farlo >> ripeté Harry.
<< Dovete? Non mi sembra proprio. L'unica cosa che dovete fare è andarvene. E il più velocemente possibile aggiungerei >>
<< Non capisce. Dobbiamo entrare nel castello. Abbiamo una missione … Silente voleva che noi … voleva che io … >>
<< Mio fratello voleva troppe cose. Fammi indovinare, la missione che vi ha dato deve essere molto gradevole se non volete andare via. Un compito comodo, presumo. Facile. >>
<< Non è facile, no >> disse Harry << Ma devo … >>
<< Devi? Perché? È morto, no? Vattene ragazzo. Salvati. >>
<< Non posso andarmene >>
<< Perché no? >>
<< Io … perché io >> Harry non sapeva dare una risposta, cosicché iniziò ad attaccarlo << Ma anche lei faceva parte dell'Ordine della Fenice, dovrebbe sapere perché lottiamo >>
<< L'Ordine della Fenice è finito. Chi finge il contrario è solo un illuso. Tu-Sai-Chi ha vinto. >>
Se non fosse stato così arrabbiato verso quell'uomo, Harry avrebbe sentito la nota amara nella sua voce.
<< Non possiamo andare via >> ripeté Harry per l'ennesima volta. << Abbiamo un compito … >>
<< Fatelo fare a un altro. >>
<< Non posso. Solo noi conosciamo le istruzioni di Silente >>
<< Ah, questo cambia tutto >> disse Aberforth << Scommetto che ti ha dato istruzioni facili da seguire. Ti ha spiegato tutto il suo piano per filo e per segno. È stato completamente onesto con te, non è vero? >>
Harry avrebbe tanto voluto rispondere che “Si, Silente lo riteneva all'altezza dei suoi segreti” ma purtroppo non era così.
<< Vedi ragazzo, tu credi che io non conoscessi mio fratello. Invece lo conoscevo molto bene. Albus è cresciuto a braccetto con bugie e segreti. Era nella sua natura >>
Harry si sentiva umiliato. Sopraffatto a quella valanga di parole che non riusciva più a ribattere.
Era vero tutto quello che Aberforth aveva detto?
Indubbiamente Silente gli aveva nascosto parte dei suoi piani, ma non poteva credere che gli avesse mentito per tutti quegli anni, che l'affetto che dimostrava per lui fosse fasullo.
<< Signore, chi è la ragazza nel quadro? >> chiese Ron per cambiare argomento.
Aberforth si rabbuiò.
<< E' Ariana. Nostra sorella. Ovviamente Albus non vi ha parlato di lei. Eppure Rita Skeeter e Elphias Doge hanno fatto così bene le loro ricerche che mi pare strano che non l'abbiate mai sentita nominare. >>
<< Ho letto l'elogio funebre di Elphias >> disse Harry.
<< Quel vecchio imbecille >> commentò Aberforth << Era convinto che mio fratello fosse più puro del sole. Buono, naturalmente, come lo credeva molta gente. Inclusi voi due, mi pare. >>
<< Il professor Silente teneva moltissimo a noi. >> disse Ron con voce piena di rispetto per il defunto mago.
<< Ah davvero? È curioso vedere come la gente che Albus amava finisca sempre con il fare una brutta fine. Ve lo ripeto, andatevene via. >>
<< Non ce ne andremo! >> ruggì Harry << Non mi interessa se lei non aveva buoni rapporti con suo fratello. Io so chi era Silente per me e concluderò la missione che mi ha affidato perché io so, come lo sapeva anche Silente, che ci sono cose più importanti della nostra sicurezza, più importanti della nostra stessa vita! Quindi o lei sa come arrivare a Hogwarts o ce ne andremo a cercare da un'altra parte! >>
Aberforth rimase paralizzato dal discorso di Harry. Guardò negli occhi quel diciassettenne e rivide lo spirito combattivo di suo fratello. Alla fine si schiarì la voce, si avvicinò al ritratto della sorella e disse: << Sai già cosa fare >>

 
***
 

 
Ariana sparì dentro al suo ritratto, lasciando Harry e Ron sbigottiti.
<< Dove … dov'è andata? >> chiese il rosso.
<< Volete entrare a Hogwarts o no? >> disse il locandiere << Come avete già avuto modo di notare, tutti i passaggi segreti sono controllati. Se un mago non autorizzato tenta di utilizzarli si attiva un incantesimo ululante. Ariana è andata a prepararvi l'unica entrata non controllata. >>
La fanciulla tornò dopo pochi minuti e dietro di lei. Qualcuno di più alto, con un viso sfinito e pallido.
Ariana aprì il ritratto, come se fosse stata una piccola porta, e rivelò un tunnel in cui un energico Neville Paciock urlò di gioia: << Sei tornato, Harry! >>
Neville saltò giù dal tunnel e abbracciò forte i due amici.
<< Che bello rivederti! >> esclamò Harry.
<< Già, ma come ti sei ridotto? >> disse Ron.
<< Cosa? Questo? >> chiese indicando la ferita sullo zigomo e i grossi lividi che gli macchiavano la pelle lattea << Non è niente. Dovete vedere Seamus. Lui sta peggio. Dai, andiamo! >> Prima di andare però si girò verso Aberforth << Grazie mille Ab. Se avremo bisogno di qualcosa chiamo Ariana >>
<< Si, si. Ma ora filate >>
E in attimo Neville condusse Harry e Ron con sé ed il ritratto celò ad altri la vista dei tre amici.
<< Sono veramente felice di vedervi sani e salvi. Ovviamente sapevamo che non eri morto. A Radio Potter l'avrebbero detto sicuramente. Hermione dov'è? >>
<< Si è sacrificata per noi. E' rimasta prigioniera a Malfoy Manor permettendoci di scappare, ma dovrebbe essere ancora viva >> sussurrò Ron mentre Harry abbassava la testa.
<< Oh diavolo … mi … mi dispiace veramente ma vedrete che la riprenderemo! >>
Harry e Ron gli rivolsero un sorriso di gratitudine.
<< Beh... avanti Neville dicci di Hogwarts. Che cosa è successo? >>
<< Non è più la nostra Hogwarts. Avete saputo dei Carrow, no? >>
<< Si, abbiamo sentito da Radio Potter che insegnano qui ora >>
<< Diciamo che oltre a insegnare si divertono un mondo a infliggere punizioni. Adorano le Cruciatus, i Carrow. Amycus poi le adora talmente tanto che ci ha chiesto di fare pratica sui primini durante Difesa contro le Atri Oscure, che ora è solo Arti Oscure. >>
<< Che cosa? >> esclamò Harry inorridito.
<< Mi sono rifiutato, ovvimamente >> disse Neville. << Quindi sono stato messo in punizione e mi sono guadagnato questi >> ed indicò i tagli sulle guance e sui bracci. << Sua sorella Alecto invece insegna Babbanologia, che è obbligatoria. Ci insegnano che i Babbani sono solo feccia e vanno trattati come animali. Mi sono beccato questa >> ed indicò il livido << per averle chisto quanto sangue Babbano avessero versato lei e suo fratello >>
<< Cavolo, Neville! >> commentò Ron << E pensare che una volta non avevi una lingua così lunga! >>
<< Non rimproverarmi. Se eri presente neanche tu ti saresti fermato nel dirgliene quattro. In ogni caso qualcuno deve tenergli testa. Diamo speranza agli altri studenti, come facevi anche tu, Harry >>
<< Ma sei uno straccio >> protestò Ron.
<< Non mi importa! Tanto alla fine non ci uccidono, anche se ci torturano un po' >>
Ron avrebbe voluto continuare a ribattere ma Neville si era fermato alla fine del tunnel. Si girò verso gli amici e disse : << Vi va di fare uno scherzo? >>
Harry e Ron non capirono e Neville non fece in tempo a dare spiegazioni perché la porta si aprì mostrando la Stanza delle Necessità in tutta la sua magnificenza.
<< Allora, che voleva Ab? >> disse qualcuno.
<< Spero che non ci ha propinato un'altra delle sue prelibatezze. Devo ancora digerire quella dell'ultima volta! >>
<< Beh, in effetti ci sarebbe una prelibatezza… >> disse Neville preoccupato.
<< No, ti prego. Non voglio nessuna Pappapizza o Hamburger di Drago andato a male >> esclamò una voce femminile.
<< Dai, la Pappapizza non è stata poi così male! >>
<< Ma se non sei riuscito neanche a digerirla! >>
<< Non è vero >>
<< Si invece. Hai occupato il bagno per due ore! >>
<< Ragazzi! >> disse Neville richiamando l'ordine << E' vero le Pappapizza erano disgustose ma … senza ulteriori indugi, ecco a voi un amico che ci è venuto a trovare. >>
E si scansò per far vedere a tutti Harry Potter e la sua cicatrice.
In un attimo all'interno della stanza scoppiò il finimondo. Esclamazioni di gioia proruppero in ogni dove e tutti i ragazzi si fecero più vicini per osservare meglio Harry e Ron.
<< Harry! >>
<< E' Potter! Potter è con noi! >>
<< Ron! C'è anche Ron >>
<< Sono loro. Sono tornati da noi! >>
Tutti volevano abbracciare i due compagni, stringerli in un caloroso abbraccio. Harry e Ron erano totalmente bloccati dalla massa che li sovrastava, li prendeva a pacche sulle spalle, gli stringeva le mani.
<< Ehi basta! Calmatevi >> protestò Neville facendo arretrare la folle.
Una volta liberati da quelle braccia sia Harry che Ron poterono finalmente guardare in faccia i loro amici.
Le facce familiari intorno a loro erano parecchie. C'erano entrambe le gemelle Patil, Ernie Macmillian, Goldstein, Michael Corner, Dean, Seamus, Lavanda, Cho e Luna.
Neville non aveva mentito. Seamus era davvero messo peggio di tutti ma chi più chi meno, ognuno di lui aveva in viso il passaggio dello stesso trattamento riservato a Neville.
Anche gli altri si accorsero però che qualcosa non andava.
<< Dov'è Hermione? >> chiese la bionda Corvonero.
<< Hermione è prigioniera a Malfoy Manor. Si è lasciata catturare per salvarci. Per farci terminare la missione che ci ha affidato Silente >>
A quella rivelazione tutti ammutolirono.
Nessuno avrebbe mai pensato che la strega migliore del loro anno, migliore di tutti loro, potesse essere stata catturata.
Credevano che quel trio fosse unito da un legame più forte di qualunque cosa, inscindibile, che dove andasse uno, lì si sarebbero recati tutti.
<< Oh Harry, non rattristare i tuoi occhi >> disse Luna << Sicuramente sta bene. Hai detto che Hermione voleva che terminassi una missione. Di che cosa si tratta? >>
<< Oh si, giusto. Siamo qui perché dobbiamo cercare qualcosa nel castello. >>
<< Che cos'è? >>
<< Ecco...non lo sappiamo >>
<< Dov'è? >>
<< Non sappiamo neanche questo >>
<< Allora è una passeggiata, perché non ce lo avete detto prima >>
<< Zitto un po' Seamus >> disse Ron.
<< L'unica cosa che sappiamo è che deve essere piccola e deve essere appartenuta a Priscilla Corvonero >> rivelò guardando gli appartenenti a quella casa.
<< Non saprei, Potter … >> disse Goldstein
<< C'è il diadema perduto di Corvonero. Si dice che chi lo indossi, riceva una conoscenza illimitata. E' un oggetto molto prezioso. È... >> azzardò Cho.
<< E' perfetto! >> disse Harry al massimo della gioia. Un altro piccolo pezzo per sconfiggere Voldemort.
<< Si, ma è perduto Harry. Nessun' anima viva sa dove si trova! >>
<< Ne … nessuno può saperlo? Sei sicura? >>
<< Sicura, Harry. Mi dispiace tanto. >>
<< Io non lo sono invece. >> disse Luna. << Sono sicura che qualcuno sa dove è nascosto il diadema. Ed è qui, nel castello >>
<< Davvero? Chi è? >>
<< Ma Helena Corvonero, naturalmente. Lei non è un'anima viva. >>

 
***
 

 
Il sole era ormai calato da poche ore quando finirono di mettere a punto il piano d'attacco. Ron sarebbe andato nella camera dei segreti a recuperare delle zanne di basilisco e a distruggere la coppa mentre lui era andato con Luna a cercare il fantasma della Dama Grigia per tutta Hogwarts, coperto dal mantello dell'invisibilità.
Tutti gli altri invece sarebbero andati a proteggere gli studenti e ad avvertire gli insegnati più fidati con messaggi in codice in modo da prepararli all'inevitabile attacco.
<< Sei sicura che sia qui? >> sussurrò Harry entrando nell'ennesimo corridoio deserto.
<< Sicura. Mi dice sempre che adora questo lato del castello, anche se non le ho mai chiesto perché. Sai, è molto timida su certi argomenti e ho voluto lasciarle un po' d'intimità >>
Harry non se ne stupì poi molto. Se c'era un'unica persona che poteva dare intimità ad un fantasma, quella era Luna.
<< Mi sembra molto gentile da parte tua >>
<< Grazie, Harry >> e sorrise.
Continuammo a camminare in silenzio fino a che non vedemmo una nube argentata volteggiare nell'aria.
<< Eccola, è Helena. Mi raccomando sii gentile con lei. Io vado alla torre prima che i Carrow mi scoprano in giro a quest'ora >>
<< Si certo, vai pure. E fai attenzione, mi raccomando >>
Dopo un fugace sorriso, Luna sparì ed Harry poté parlare con il fantasma della torre di Corvonero.
<< Ciao. Sei la Dama Grigia? >> chiese educato.
<< Non mi piace quel nome >>
<< Giusto. Scusami. Tu sei Helena. >>
<< Cosa vuoi, signor Potter? Perché vuoi disturbare la mia morte? >>
<< Mi dispiace disturbarti. Luna mi ha detto che potevi sapere una cosa che per me è di vitale importanza >>
<< Oh Luna. Che brava ragazza. Lei è gentile con me >>
<< Allora mi puoi aiutare >>
Lei si girò, nascondendo il volto << Io so cosa vuoi. Vuoi quello che vogliono tutti. Ma il diadema non ti darà la conoscenza per sconfiggerlo. Non posso aiutarti >>
<< Io non voglio indossarlo. Voglio distruggerlo! >>
<< Bugie! >> gridò furiosa << Voi umani non sapete far altro che mentire! Altri prima di te avevano giurato di distruggerlo. Sono solo bugie! >>
<< Io non sono come lui. Lui ha ucciso un sacco di gente e... >>
<< Io so lui chi è! So cosa ha fatto! E rivedo in te la stessa essenza >>
<< Ti stai sbagliando >> insistette Harry.
<< No, non mi mentire. Sono stanca delle bugie >>
<< Non ti sto mentendo! Voglio distruggerlo! Solo in questo modo potrò distruggere anche lui. Non voglio altro ma tu devi darmene la possibilità >>
<< E sia. Allora voi nel luogo in cui tutto è nascosto >>
<< Nel luogo in cui tutto è nascosto? >> chiese Harry, ma la domanda si perse nel vento.
Helena era già andata via.

 
***

 
Nel posto in cui tutto è nascosto? Ma che intendeva dire Helena?
Come può un unico posto raccogliere così tanti oggetti. Raccogliere tutto.
Poi una terribile fitta alla testa ed un unico pensiero: “Sta arrivando. Voldemort sta arrivando
Non gli aveva mai fatto così male, dannazione.
Evidentemente era infuriato. Arrabbiato come non mai. Questo stava a significare un'unica cosa: Lui aveva scoperto dove si trovava. Aveva capito che lo stava attaccando distruggendo i suoi Horcrux e non gli stava bene. Affatto.
Doveva avvertire gli insegnanti. Doveva svegliare il castello, salvarli tutti. Doveva trovare il diadema!
E il tempo scorreva inesorabile.
Poi un'altra fitta, ma non alla testa stavolta. Era molto più in profondità, come una pugnalata dritta nell'anima che lo accasciò a terra senza respiro.
Gli sembrava di essere morto ed in effetti aveva il colorito di un cadavere quando Ron lo trovò.
L'amico era bagnato da cima a piedi e lo guardava sconvolto.
<< Harry che hai? E' di nuovo la cicatrice? >>
<< No, non preoccuparti. Tu piuttosto, che hai fatto? Perché sei zuppo? >>
<< Un bagnetto nella camera dei segreti non ha mai ucciso nessuno. >> disse vago << Piuttosto ho distrutto la coppa. Manca solo il diadema. La Dama Grigia ti ha detto dov'è? >>
<< Ha detto solo che è nel luogo in cui tutto è nascosto >>
<< Fantastico. Molto illuminante >>
<< Non è questo l'importante adesso. Abbiamo poco tempo. Voldemort sta arrivando. Ha scoperto che siamo a Hogwarts. Sa che abbiamo distrutto i suoi Horcrux. Sta arrivando >>
<< Chi sta arrivando? >>
<< Luna! >> esclamò Harry << Non dovevi essere nella Torre? >>
<< Oh, ho deciso che avete più bisogno di me >>
<< Voldemort sta arrivando. Per combattere. Per distruggerci >>
<< Possiamo pronunciare il suo nome adesso? >> chiese curiosa
<< Ragazzi >> interruppe Ron << Non penso che parlarne nel bel mezzo del corridoio sia l'ideale >>
<< Ron ha ragione. Andiamo nella Stanza delle Necessità. Nessuno ci disturberà, se glielo chiediamo >>
<< Hai ragione quella stanza può fare tutto! >>
Harry s'illuminò << Luna, sei un genio! Ti bacerei! >>
La bionda ricambiò con un timido sorriso << Ne sono molto lusingata Harry, ma non credo che Ginny apprezzerà >>
Non appena fu nominata la chioma rossa di Ginny entrò nel corridoio e andò verso i tre ragazzi.
<< Chi baceresti tu, scusa? >> chiese velenosa.
Harry però non fece caso al tono pungente. Ginny era lì! Davanti a lui, e stava bene! Il suo corpo reagì d'istinto, la prese tra le braccia e assaporò le sue labbra famelico.
<< Nessuno apparte te >> sussurrò al suo orecchio.
<< Hem hem! Non per fare la Umbridge, ma credo sia meglio muoversi >> disse Ron imbarazzato.
<< Giusto >> acconsentì Harry, lasciando libero il corpo caldo di Ginny. << Bisogna fare presto. Ginny, Luna, radunate gli studenti e gli insegnanti. Avvertite loro del pericolo. Poi congiungetevi con gli altri. Io e Ron finiamo il lavoro e poi vi verremo a cercare. Qualunque cosa accada non separatevi e tenete sempre la bacchetta alla mano. >>
<< O...okay >> disse Ginny.
<< Ci vediamo presto. >> e partì trascinando Ron dietro di sé.


 
***

 
<< Dove stiamo andando? >> chiese Ron
<< Alla Stanza delle Necessità. Basterà domandargli il luogo in cui tutto è nascosto e lei ci farà entrare, troveremo il diadema e lo distruggeremo. Hai una zanna di basilisco, vero? >>
<< Una scorta >> ed indicò le tasche piene di denti del serpente.
<< Perfetto. Dopodiché combatteremo. Difenderemo la scuola, ucciderò Voldemort e liberemo Hermione >>
<< Che stiamo aspettando? >> disse Ron iniziando a correre.
Harry gli fu subito dietro.

 
Davanti all'ingresso della Stanza, Harry passò tre volte pensando intensamente : “Ho bisogno di un posto dove si nasconde tutto!”
Un'enorme portone si mostrò davanti a loro. Harry e Ron entrarono senza esitazione. Erano in un posto grande quanto una cattedrale. Le sue alte pareti erano coperte di oggetti nascosti da migliaia di studenti nel corso dei secoli.
<< Come diavolo faremo a trovarlo in mezzo a tutto questo ciarpame? >> chiese Ron.
<< Non c'è tempo per lamentarsi. Separiamoci, avremo più possibilità. >>
Si divisero per setacciare meglio i corridoi. Assomigliava al labirinto nella prova del torneo, solo che le pareti erano piene di cianfrusaglie inutili.
<< Deve essere qui da qualche parte >> sussurrava Harry mente entrava sempre più in profondità nel labirinto.
Poi da qualche parte sentì un bisbiglio maligno risuonagli nelle orecchie.
Deve essere vicino”
Bastò alzare gli occhi per vedere il diadema scintillare su un vecchio cappello polveroso.
Allungò la mano, benché fosse ad alcuni metri di distanza, e lo afferrò.
<< Ron, vieni presto! L'ho preso! >>
Fortunatamente per loro, Ron non era così distante da Harry e poté raggiungerlo velocemente seguendo solamente il suono della voce dell'amico.
<< L'hai preso? Fantastico! Forza distruggilo. >>
<< Penso che dovresti farlo tu >>
<< Sicuro? >>
<< Si. Veloce ora >>
Ron non se lo fece ripetere. Ogni suo gesto per porre fine alla vita di quel pazzo omicida era un passo in più per avvicinarsi ad Hermione.
Puntò la zanna verso il diadema e colpì.
Quello che non seppe però e che con questo gesto non bersagliò solamente l'oggetto, ma tre persone.
Harry si accasciò al suolo per la seconda volta, Voldemort urlò ed Hermione … Hermione svenne.


***
 

 
Quando fu nuovamente in grado di correre Harry, insieme a Ron, raggiunse gli altri in Sala Grande.
Da fuori sentì la voce severa di Minerva McGranitt gridare: << VIGLIACCO! >>
Abbandonò la stretta dell'amico e si fiondò all'interno. La strega stava in piedi di fronte ad una finestra in frantumi.
<< Professoressa... >> sussurrò.
La strega non lo sentì.
Una volta ripreso il controllo del suo cuore, si voltò verso l'intero corpo studentesco ed annunciò: << Il nostro preside si è presto una vacanza. Ora noi abbiamo ben altro a cui pensare. Dobbiamo evacuare la scuola poiché presto non saremo più al sicuro tra queste mura. Voldemort sta arrivando e dobbiamo fare in fretta. L'evacuazione sarà sorvegliata dal signor Gazza e da Madama Chips. I prefetti porteranno gli studenti delle proprie case al punto di evacuazione.>>
Una voce si alzò coraggiosa sopra il brusio esterrefatto degli studenti di Hogwarts.
<< E se vogliamo combattere? >>
<< Se siete maggiorenni potete rimanere >> disse la professoressa autoritaria.
<< E le nostre cose? Come faremo a recuperarle? >>
<< Non ne abbiamo il tempo! L'importante è farvi scappare . Abbiamo eretto una protezione per farvi scappare, ma non so per quanto potrà durare, pertanto bisogna essere il più rapidi possibile. Veloci! >>
E, seguendo le istruzioni della McGranitt, la Sala Grande si svuotò.
Solo una bambina rimase, insieme al gruppo di studenti maggiorenni che aveva deciso di combattere la battaglia.
Harry la notò subito e le si avvicinò gentile. << Cosa c'è piccola? Ti sei persa? >>
<< No … io … io devo darti questo prima di andare. Devi vederlo subito, è importante >> e scappò, lasciandogli tra le mani una fiaschetta contenente del liquido argentato.
Un ricordo.
Tuttavia non fece in tempo ad andare al Pensatoio, perché urlo agghiacciante gelò tutti i presenti sul posto.
La battaglia era arrivata. 
  
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