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Autore: Shinji Gasai    02/08/2011    11 recensioni
Prisoner//Paper Plane
Prigioniero//Aereoplani di carta.
Canzoni di Rin e Len Kagamine.
-Paul è un ragazzo ebreo, rinchiuso in un campo di concentramento.
alla recencione vede Celeste, se ne innamora e la trasforma nella sua ragione di vita e felicità, anche se non sa niente di lei.
Riuscirà a comunicarle solo grazie a delle lettere piegate a forma di aereoplanino, in grado di superare il filo spinato.
Celeste è malata ed è costretta a letto in un ospedale, ma all'insaputa del padre, comandante delle SS esce tutti i giorni da quando ha conosciuto Paul di cui si è innamorata.
Dedicata a tutti coloro che hanno avuto gli esami quest'anno!
PARiNG: ACCENNi NONAMESHiPPiNG
Genere: Song-fic, Storico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Paul
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Paper Plane

 
"Visto che l'ho preso al volo?" chiese una ragazzina a Paul, che si trovava dall'altra parte del recinto.
"Si, ho visto, niente male." rispose lui, timidamente.
 
"Molto tempo fa, in qualche luogo, in questo mondo, noi potevamo comunicare solo con degli aereoplanini"
 

 
Ormai però per lei si era fatto tardi, doveva tornare... In Ospedale.
Una volta tornata, doveva nascondere la lettera dal padre per poi leggerla con calma da sola.
Il giorno seguente, scappava dall'ospedale per spedire la risposta alla lettera ricevuta dal suo amato.
 
 
"Ogni giorno, quando mio padre è al lavoro, io scappo dall'ospedale, e corro via per stare con te"
 
Una volta ricevuta la lettera del ragazzo, doveva subito ritornare per non far accorgere a nessuno della sua assenza.
Andare avanti così per Celeste era molto duro, ma ne valeva la pena.
Nelle lettere di Paul c’erano scritte cose bellissime, che nessuno le aveva mai detto prima.
Le parole del ragazzo le scaldavano il cuore, le facevano capire che nonostante la lontananza lui le era vicino.
Suo padre però non doveva saperne niente, altrimenti sarebbe stata la fine.
 
“Ogni volta che leggo una tua lettera mi si scalda il cuore…
Come posso nascondere il nostro amore?”

 
La corrispondenza andò avanti per giorni, finchè un giorno, mentre Celeste leggeva una lettera, suo padre fece irruzione nella stanza.
“Tesoro… Sono venuto a vedere come stavi e… Un secondo, cos’hai in mano?” le chiese l’uomo.
“M-ma n-niente papà…” balbettò lei, in preda al panico.
“E’ una lettera!”
“S-Si…”
“E chi te l’ha spedita?”
“N-Nessuno…”
“Fammi vedere immediatamente!” urlò, strappando l’oggetto cartaceo dalla mano di Celeste.
“Papà… Posso spiegarti tutto!”
Lui non mosse un dito, continuando a leggere.
“Chi è Paul?” chiese, con tono minaccioso, guardando la piccola negli occhi.
“E’… Un mio amico…”
“Di dov’è?”
“…”
“Celeste, rispondimi immediatamente!”
“Ma papà…”
“Subito! O altrimenti non la passerai liscia!”
“V-Vive.. Nel… C-Campo di concentramento.”

“Nel Campo di concentramento?!” urlò l’uomo, accecato dalla rabbia.
“S-Si… Papà posso spiegarti tutto!”
“E spiega!”
“Papà io lo amo!”
“Lo ami?!!!!”
“S-Si… L-Lo amo…”
“Ami un ebreo, Celeste?!!!!”
Lei annuì, abbassando lo sguardo.
Il comandante, infuriato, diede l’ultimo sguardo alla lettera e poi a stracciò, davanti agli occhi della ragazza.
“Che ti serva da lezione!”
“Ma papà! Non puoi romperla!”
“Si invece!”
“Ma ho fatto tanta strada per andare a prenderla!”
“Sei andata da sola?!Senza nessuno?! Nelle tue condizioni?! Tu, gravemente malata, uscivi fuori, scappavi da qui… Per scambiarti delle lettere con un ebreo?! Dove ho fallito con te?!!! Cosa non ti ho dato?!!! Cosa non ho fatto per te?!!! Perché mi fai questo figlia mia!!!”
Lei scoppiò a piangere, mentre il padre se ne andò infuriato, sbattendo la porta.
 
“Comunque sia, papà dice che non devo più vederti…
Credi anche tu che non sia giusto?
Io non capisco!”

 
“Papà… Che ti hanno fatto di male gli ebrei? Cos’hai contro di loro? Perché non posso innamorarmi di uno di loro? Perché?...  Perché sei così crudele?” singhiozzò lei, mentre le lacrime cadevano su ciò che rimaneva della lettera di Paul.
 
“Io voglio stare al tuo fianco! Cosa c’è di così sbagliato?”
 
Il giorno dopo, appena il padre di Celeste andò al lavoro, la ragazzina provò ad alzarsi per andare a trovare Paul.
Appena poggiò i piedi per terrà però sentì un dolore lancinante.
Una lacrima percorse il viso della ragazza: prima o poi non sarebbe più stata capace di camminare.
 
“Quando mi sono resa conto di non riuscire più a camminare mi sono sentita persa!”
 
-Oggi perdo la capacità di camminare… E domani? Cosa perderò? Non voglio saperlo ma… Come farà Paul senza di me? Non voglio sparire nel nulla all’improvviso, vorrei fare qualcosa ma… Non ne sono più in grado…-
 
“La morte si avvicina."

-Basta, invierò la mia ultima lettera a Paul, costi quel che costi!- pensò Celeste, alzandosi con tutte le sue forze.
 
“Ma per dirti addio come dovrei fare?”
 

Una volta arrivata al capolinea, trovò Paul che la aspettava.
“Ehy, oggi sei arrivata in ritardo!”
“G-Già…” disse lei, provando a trattenere le lacrime.
 
“Non voglio mostrarti le mie lacrime!”

 
“Come mai sei arrivata in ritardo?”
“Niente di grave.”
“Ehy, sbaglio o stai per piangere?!”
La ragazza mostrò un sorriso, sebbene forzato, per far capire a Paul che si sbagliava. Gli lanciò la sua lettera.
Appena lui la prese la aprì, iniziò a leggerla e sbarrò gli occhi.
“Un momento! Tu sei la mia ragazza! Non puoi andartene per sempre, sei la mia vita!” urlò a pieni polmoni.
“…Mi dispiace Paul, ma devo.” Disse lei con un filo di voce, mentre le lacrime prendevano il sopravvento.
“Dimmi che tornerai!”
“… Forse.”
“Ti prego! Non andare, non lasciarmi qui!”
“Mi dispiace tanto Paul. Mi dispiace davvero tanto.”
“Io… Resterò per sempre qui ad aspettarti, ricordatelo!”
 
“Aspetta un momento, tu sei la mia ragazza!
Te ne stai andando per non tornare?!
Giuro che conserverò tutte le tue lettere con cura!
Aspetterò qui, finchè tu non torni, Ok?”

 
Quello fu il giorno più brutto della vita di Celeste.
Ma lei non sapeva che il peggio doveva ancora arrivare.
Il giorno dopo, nel letto dell’ospedale, notò che respirare era sempre più difficile.
Sentì un leggero giramento di testa, prima di chiudere gli occhi.

In quel momento passò un’infermiera che, notando il colorito della ragazza più pallido del solito, chiamò i suoi colleghi.
“Dobbiamo far presto, la stiamo perdendo!” esclamò uno di loro, avvicinandole la bomboletta dell’ossigeno.
“Avvertiamo suo padre?”
“Si, è la cosa migliore da fare…”
Appena il comandante arrivò, trovò un medico davanti alla porta.
“Mi scusi, ho fatto il prima possibile… Come sta la mia bambina?” chiese, nel panico.
“…Signore…Mi dispiace…”
“Le dispiace?! Perché?! La prego… Non mi dica che…”
Il signore in camice annuì, triste.
“Non mi dica che Celeste Brelitz è…”
“E’ morta, signore.”
“No, la prego, non ci credo…”
“Mi dispiace tantissimo…”
“P-Posso vederla? La prego…”
“Certo ma… Non la riporterà in vita…”
Appena entrato nella stanza, vide la piccola Celeste stesa sul letto, con gli occhi chiusi, pallida.
Il suo corpo era immobile, aveva smesso di respirare.
Però tra le mani stringeva ancora qualcosa: un aereo planino di carta.
“Potete aspettarmi un secondo? Devo risolvere una questione… Con un certo Paul… Che non la passerà liscia per aver ucciso la mia bambina.” Disse con tono secco, lasciando la stanza tra le lacrime.
 
“Odio quel muro che ci divideva.
Resti sempre dall’altra parte…
Non possiamo cambiare il destino…
Ti prego, anche dopo la mia morte…
Voglio che tu sopravviva!”

 
 
 
“Da quel giorno siamo sempre stati insieme!
Non dimenticherò mai il tuo viso sorridente e la profonda oscurità che ci inghiottì entrambi!
L’oscurità ci ha portato via la felicità!”

 
 
Spazio autrice :33
Massalve! (?)
E’ la vostra DJ Shinji Ramperouge che vi parla da radio EFP!
Oh che cazzo dico >.>” Torniamo a cazzeggiare in italiano, che è meglio và.
Eccomi con l’ultimo capitolo della mia bellissima (?) storia strappalacrime.
Ci sono dei punti che desidererei chiarire.
Il primo è che senza aver letto “Prisoner” ovvero il primo capitolo, non ci capireste un granchè, dato che racconta la versione dei fatti secondo Celeste (questo erano per quelli che non leggono il primo capitolo e passano direttamente al secondo). Poi Rin desiderava che Len sopravvivesse anche dopo la sua morte mentre il padre, credendo che fosse stato Paul ad ucciderla (semplicemente innamorandosi di lei) lo fa rinchiudere nella camera a gas.
Però, una volta morti entrambi, saranno felici e staranno sempre insieme in paradiso uwù.
Va bene, la finisco qui che sto piangendo.
Ho rivisto la Saga del Male °°
E poi quando vedo l’ultimo video di New Millennium quando sento la frase di Miku “Perché, quest’ascensore non rappresenta la tua vita?” io scoppio a piangere maledettamente.
Mi piace come lo dice**
Oppure quando ascolto “If we met again”, certo.
Mah, sarà che ho problemi con il mio ragazzo, tanti, tanti orribili problemi… Quindi, sto malissimo, ma la sto prendendo piuttosto bene, dai.
Beh… Un’ultima cosa, si.
Posso chiedervi una cosa?
Vi sembra che sia disgustoso il fatto che tocchi il tema dell’olocausto in questo modo?
Non sto insultando nessuno e né volevo essere dura con i termini… O almeno questo era il mio intento.
Un bacione.
CèH <3
 
 
 
 
Questo capitolo è dedicato a tutti gli amici che mi stanno vicino e che mi sostengono, ma in particolare a Vera, Adrano, MogliaH**, Federica, Daniela, Alessandro, Noemi, Giorgia e Axel <3

   
 
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