Nico- sangue e battiti di cuore
-Comunque io non capisco proprio che cazzo ha.
Alzo la testa, solo per metà sorpreso.
Osservo Fra lasciarsi cadere a terra, una gamba distesa e
il gomito posato sul ginocchio ripiegato dell’altra. Appoggia la tempia sulla mano
e sbuffa. I capelli gli cadono davanti agli occhi, velandoli. Non da
spiegazioni. Non lo fa mai. Come se tutti fossero perennemente al corrente di
quello che passa nella sua testa di bassita sclerato.
-Non capisci cos’ha chi?- chiedo, e Dani subito mi
scocca uno sguardo cupo. Ops…
Avrei dovuto pensarci meglio, lo so… ormai Fra lo conosco…
dovrei saperlo trattare…
Ma io non ci riesco proprio a fare come Dani. Lui, quando
Fra se ne esce con le sue sparate, fa finta di capire, lo ascolta interessato e
molto acutamente fornisce consigli, come se sapesse benissimo l’argomento della
conversazione… certo, corre il rischio (più che probabile in realtà) di farsi
gaffe tremende, ma almeno evita…
-COME CHI?
Questo…
-Ma ti sei rincoglionito? Che, è un difetto di famiglia?
Ok, ok, se si tira in ballo la famiglia non può esserci
che una risposta: mio fratello ne ha combinata un’altra delle sue.
-Che ha fatto stavolta?- sospiro, e Fra mi guarda
stralunato.
-Che ha fatto? Cioè, a te pare normale?
Mi stringo nelle spalle, non vedo mio fratello da questa
mattina ma non ho notato niente di drammaticamente strano. Mi concentro, e
l’immagine di Ale compare davanti ai miei occhi. Spettinato, sguardo scazzato,
maglietta scomposta, scarpa slacciata, mia tazza di caffè in mano, l’autobus
praticamente già a destinazione… no, tutto in regola direi.
Francesco ha l’aria di parlare con un idiota. –Non ti sei
accorto che è un tantino… diciamo… irritabile?
-E qual è la novità?- sbuffa Dani. Lo incenerisco con lo
sguardo. Poi incrocio gli occhi di Fra.
Pessima mossa. Quello sguardo verde chiaro è talmente
ingenuo e sincero che mi stringe il cuore. Faccio ruotare le bacchette in mano,
le batto su un piatto. Francesco me le strappa di mano.
-Nico piantala con i giochetti. Si può sapere che cazzo ha
tuo fratello? Oggi quando gli ho ricordato del concerto mi ha praticamente
sbranato…
Ma in che situazione mi ha messo quel cretino… come faccio
a mentire a Fra? Lo sa benissimo, quello, che non ne sono capace… non quando mi
guarda con quegli occhi imploranti…
Eppure che posso fare? Battergli la spalla, sorridere
caloroso e dire con un sorriso a trentadue denti –Tranquillo, my friend, ha
solo qualche problema di ormoni… sai, con te è un po’ nervoso perché si è preso
la peggiore sbandata della sua vita ma non preoccuparti, passerà… tempo una
quarantina d’anni l’avrà superata…
Dio, Ale mi ammazzerebbe se sapesse che l’idea mi ha anche
solo sfiorato.
-Ma che ne so… c’avrà i cazzi suoi, perché è vietato?-
sbotto invece, e gli do le spalle.
Fra resta immobile, e scorgo uno sguardo corrucciato di
Dani. Oh, cosa si mette anche lui, adesso? È in questi momenti che vorrei mio
fratello vicino: lui sa quando è meglio lasciarmi in pace. Così come io so
quando lasciare in pace lui.
Sento la mano di Dani sulla spalla, e lo scrollo via.
–Senti… perché invece di star qui a perdere tempo sui cazzi di mio fratello non
ci mettiamo a suonare? Che abbiamo ancora tre pezzi da provare e io devo essere
a casa massimo tra due ore?
Neanche lo guardo mentre parlo, e sento il suo stupore
come uno schiaffo.
Mi infilo la chitarra e gli rendo le bacchette. Lui siede
dietro la batteria e senza una parola comincia a battere il tempo.
Mentre canto sento le lacrime pizzicare gli occhi, e le
asciugo in fretta, sperando che gli altri non se ne siano accorti. Sperando che
Dani non se ne sia accorto.
È quasi ridicolo. Fino a un anno, che dico, sei mesi fa
sarei corso da lui per ogni minimo graffio sul cuore, e adesso… adesso…
Basta. Che se cominci a pensarci va a finire che fai
qualcosa di davvero stupido.
Tipo metterti a piangere in mezzo alla sala prove.
O a urlare, che è più probabile.
Stringi i denti, va avanti fino in fondo, ecco ora puoi
andartene. Fallo in fretta, disinvolto, come se fossi davvero di corsa, così
magari non si preoccuperanno troppo.
O almeno, aspetteranno a farlo quando avrai svoltato
l’angolo.
-Boh ci si vede boys, io scappo.
-Niki…
Ma perché mi deve chiamare così? Non sono più un bambino…
e di certo non sono più il suo Niki. Mmmm… dubito mi guarderebbe con
quegli occhi gentili e affettuosi, se sapesse come sono cresciuto. No,
decisamente non avrebbe più quello sguardo fraterno. E dolce.
Fanculo Dani, fammi vivere la mia vita e non mi stressare
troppo. Basta già la tua sola esistenza a complicare le cose, senza che ti ci
metti d’impegno.
-Devo correre, davvero… a dopo! In gamba belli, mi
raccomando puntuali!
-Come se ci fosse bisogno di dirlo a noi- prova a
scherzare Francesco, ma vedo che è preoccupato. Mi sembra quasi di sentire le
rotelle girare in quella sua deliziosa testolina.
Ale scontroso, Nico sbrigativo, ci sarà qualche strano affare gemello nell’aria…
Ma sì, Fra, pensala così. In fondo, non è poi tanto
diverso dalla realtà.
Anzi… sembra quasi una maledizione. Perché, perché dovevo
copiare mio fratello anche in questo?
E l’avessi solo copiato, voglio dire, potevo anche
sopportarlo, magari saremmo riusciti a riderci su insieme. Ma no, io come
sempre ho dovuto fare le cose in grande, giusto? Non sarei Niki, altrimenti….
Quindi, non mi bastava innamorarmi del classico, tranquillo migliore amico, no?
Eh no, troppo facile… dovevo perdere la testa proprio per…
-Beh, t’ha morso una tarantola per caso?
Senti chi parla….
-Niki… Niki che c’hai? Tutto bene?
Scuoto la testa, entro nel cortile e tengo il cancello
aperto anche per mio fratello. Che questo è capace di schiantarsi con i roller
sul cemento, e poi chi la sente mamma…
-Oh fratellino..?
Sorrido, mi volto e lo ritrovo seduto sul secondo gradino,
una gamba ripiegata. Sta togliendo un pattino e intanto mi guarda perplesso.
Anche un po’ spaventato. Mi lascio cadere al suo fianco e sospiro. –Lo sai che
Fra è preoccupato per te?
Geme. –Cosa gli hai detto?
-Tranquillo, bro, sei al sicuro con me…
Entriamo nella nostra stanzetta, e lui si getta sul letto.
Mi guarda. –Lo so… è solo che è sempre più difficile mentire.
Annuisco, mentre mi distendo al suo fianco. Poso il mento
sul suo petto e giocherello con i lacci della sua camicia. Inutile, non ci sarà
mai nessuno come lui. Potrei cercare in tutto il mondo, ma non troverò qualcuno
che mi capisca meglio.
In fondo, aveva ragione Robi, quando mi ha detto che
poteva andare peggio.
-Animo, fratellino! Pensa in positivo! Potevi sempre
innamorarti di Ale. Allora si che sarebbe stata dura…
Ridacchio, al pensiero, e Ale mi guarda storto. –Bè,
adesso che c’è da ridere.
-Ale, ci hai mai pensato che potremmo semplicemente
sposarci io e te e risolvere tutti i nostri problemi?
Lui mi guarda, fingendo di soppesare la proposta. Poi
scuote la testa. –Naaa Nikita, non funzionerebbe… tu non sopporteresti di
lavarmi le magliette sudate, ti lamenti anche solo delle scarpe… non saresti
per niente una brava moglie!
-Ehi! Chi ha detto che dovrei fare io la parte femminile?
E poi, credi che Fra sarebbe tanto tollerante della tua puzza?
Si rabbuia di colpo e guarda fuori dalla finestra. Gli
tiro scherzoso una ciocca di capelli. Quanto mi fa male vederlo così. –Bro,
davvero dovresti dirglielo…
-Solo quando lo farai tu.- mi risponde con un mezzo
sorrisetto da schiaffi.
Sospiro. Poi poso la guancia sul suo petto per guardare il
cielo anche io.
È viola, macchiato dal tramonto. Le nuvole sembrano sbuffi
di fumo scuro. Vorrei avere i colori sotto mano per dipingerlo.
Chiudo gli occhi. Il cuore di mio fratello batte nel mio
orecchio, un ritmo veloce come la vita.
So che nelle mie vene il sangue scorre alla stessa
velocità.
Nota- spero vi piaccia… fatemi sapere qualcosa! Commenti,
critiche costruttive, suggerimenti, impressioni… tutto è bene accetto!
werty junko eraclea… se stai leggendo… che ne dici del
secondo capitolo? Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi…
Thanks Roh