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Autore: GioTanner    03/08/2011    9 recensioni
“Ognuno merita la morte. -Specificò DeathMask, scrocchiandosi il collo. -Ma non merita di sapere che sta morendo perché è... Destino. Sono cazzate.”
Capricorn abbassò il capo e quasi spuntò un sorriso sul suo volto, se non fosse che gli faceva davvero male muovere i muscoli facciali per le ferite e le escoriazioni: “L'uomo è nato per tradire il proprio destino; - decise di dire, mentre accarezzava il dorso della mano dove risiedeva la Spada Sacra.

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La volontà degli Dei duole saperlo, ma è a tratti più eccentrica di un umano; solo che l'uomo non ha potere mentre le Divinità quel che vogliono più volte ottengono.
E se dopo la sconfitta di Hades una nuova divinità - o forse è meglio dire tre- si destassero per un torto subito sul loro campo: il destino?
-Marie, nuovo cavaliere d'argento di Pyxis e i neo risorti Gold Saints potranno mai scampare alla divinità che pur da sempre fa parte della loro vita? Forse la più difficile da placare poiché in palio c'è la loro stessa sorte?
E c'è forse qualcosa più grande del fato stesso?
Genere: Angst, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cancer DeathMask, Capricorn Shura, Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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12 Capitolo

Il profumo di un'amicizia



Aphrodite le aveva lasciato libero il passaggio però Marie, dopo averlo educatamente ringraziato, non se n'era andata. Piuttosto s'era fermata a rimirare quelle delicate, e al tempo stesso venefiche, rose scarlatte. O forse neanche le ammirava davvero, persa com'era nei suoi pensieri: quanto dolore le aveva offuscato la mente in quei giorni, quanta amarezza aveva celato nell'animo e quanta sofferenza nascondeva ancora in quella parte di cuore che aveva portato con sé? Cosa la manteneva ancora in vita e non sull'orlo della pazzia? L'esser forse parte della grande armata di Atena? Volente o no comunque, non riusciva a proseguire le scale se non prima d'essersi tolta un dubbio.
Fish, cavaliere dalla paradisiaca bellezza e dalla chiara capigliatura azzurra, aveva iniziato intanto a contemplare le sue amate rose, estraniandosi così da tutto ciò che gli era attorno, ma che non lo interessasse particolarmente. Quello era il suo metodo per disinteressarsi alla cruda e dura verità che il Gran Sacerdote e la Dea Atena gli avevano rivelato solo poche ore prima. Del resto quale modo migliore di togliere quell'amaro pensiero se non consolarsi fra quelle rose dal sublime splendore?

Cosa fai ancora qui, vai!” Le disse placidamente il giovane, esaminando dei petali con cura, grazia e sin troppa brama. Il silenzio regnò incontrastato per alcuni istanti, attraversando il tempio senza che nulla lo interrompesse, se non la furtiva folata di vento mentre il calar della sera avanzava.
Non vi turba neanche un po' che il Sommo Shura e il cavalier del Cancro stiano combattendo mentre voi, cavaliere dei Pesci, siete qui a presidiare la dodicesima casa?” Chiese tutto d'un fiato il Saint di Pyxis, quasi in apnea. Sapeva che il rispettabile Aphrodite era forse uno dei pochi che più conosceva il suo maestro. Quel maestro che l'aveva cresciuta, le aveva insegnato ogni valore e che l'aveva presa sotto la sua ala proprio come un padre.
Sì, il padre che le era sempre mancato...


Marie cosa fai qui? Non t'avevo forse detto di allenarti nell'arena?” La bimba alzò gli occhi e la maschera argentata brillò di quel piccolo faro che era la luna. Sedeva ranicchiata sulle gradinate dell'anfiteatro con la testa china e le gambe chiuse. Era stata una serata uggiosa, ma la pioggia era terminata ormai da un bel po'. Tutto però sembrava dormire e tacere nella quiete, solo il fastidioso canto delle cicale le ricordava che era estate. Poco più in là due soldati, dopo aver cenato, si apprestavano a tornare al loro posto di guardia.
Il cavaliere del Capricorno le si sedette accanto, sui quei gradini che la notte avrebbe faticato ad asciugare, guardandola attentamente quasi per voler leggere e comprendere l'animo della sua giovane allieva. Poi guardò la luna e le disse: “Non devi essere triste, qualunque cosa sia successa non farti mettere i piedi in testa, capito?- Sospirò. -Hai un carattere forte, ma alle volte capita di sentirsi giù di morale.”

Sono belle parole maestro... Però io non sono triste, no io...  Pensavo solo che forse non riuscirò a divenire cavaliere, magari sarebbe stato meglio che fossi rimasta in orfanotrofio.” Marie osservò il cielo, una lacrima solitaria le solcò il viso per poi scivolarle sul collo.
Shura la osservò un attimo, poi si rialzò in piedi tendendole la mano: “Non mentirmi, non devono esserci segreti fra insegnante e allievo. Chi è che ti ha messo in testa queste strane idee? Lasciali stare, ascolta me.”
Infine con un tono pacato, ma che non ammetteva repliche, aggiunse “Non permetterò che dei pensieri negativi solchino ancora il tuo spirito. Sii felice, guarda avanti.”.
Marie prese la grande mano del ragazzo: aveva dieci anni e a quell'età tutto sembrava più grande e lontano. Il sorriso le spuntò sul volto, in quel momento quelle parole bastavano quanto tutti i baci di Suor Alina prima di andare a letto.

Domani mattina ricordami di farti allenare qui, per stasera posso anche lasciar correre.” La tirò su e s'incamminarono insieme verso la decima casa. Fu in quel frangente che Marie si accorse di quanto era rassicurante la giovane figura del cavaliere di Capricorn. E fu sempre in quella circostanza che, vedendo un barlume di buon cuore negli occhi del suo maestro e una sfaccettatura diversa dal solito, la ragazzina cominciò ad amarlo. Come si ama un amico, come si ama un padre.
Perché se è vero che un padre è colui che ti accoglie sin dalla nascita, è anche vero che un padre è colui che ti prende per mano e ti indica la giusta via da seguire.
Con sguardo ferreo, pretenzioso e determinato, però in quello sguardo troverai sempre chi, in una stretta forte e decisa, ti rialzerà da terra per renderti una persona migliore.

Avrebbe ricambiato il favore, un giorno. Che non era neanche poi così lontano.

Il Saint di Fish si destò da quella morsa di pensieri, cui nuovamente era caduto vittima, e la osservò un poco prima di risponderle disinvolto: “Cavaliere, non sai forse che questa è la dimora di cui io sono il custode?- Un sorrisetto mellifluo gli incorniciò il volto diafano mentre reggeva una rosa fra le mani. -Non devo preoccuparmi di nulla se non di presidiare questo tempio.”
In realtà le parole che aveva appena affermato il cavaliere dei Pesci altro non erano state che una innocua provocazione, per vedere la reazione della perfetta allieva di Shura, che non cadeva mai nell'insubordinazione, che rinnegava ogni ingiustizia e che di valori e e ideali si vestiva. Tentare era da sempre stato uno dei suoi passatempi preferiti e quale migliore occasione se non quella di testare personalmente il carattere tanto schivo di quella sacerdotessa guerriero? Del resto, con quel suo sfizio, si accertava della buona fede di quel Silver: se nel suo animo c'era del fegato e sarebbe stata un aiuto nell'imminente battaglia o solo una pusillanime di cui fare a meno e che quella fierezza con cui sembrava accompagnarsi l'algida ragazza altro non era che ego. Ovviamente Marie non sapeva di essere sotto quell'attenta osservazione, ma comunque sviava quegli occhi che indiscreti la scrutavano: “Dunque non vi rammaricate di ciò che sta succedendo non poco distante da qui? Che dei vostri compagni d'armi stiano combattendo per Atena mentre noi...”
Il cavaliere dai capelli turchesi però la interruppe con saccente sarcasmo: “La verità, Pyxis, è che sei ancora provata da quello che è successo nella tua patria, è comprensibile ma non giustificabile per un cavaliere del tuo rango, sappilo.” E si rigirò fra le mani noncurante un piccolo bocciolo di rosa color porpora.
La ragazza indugiò prima di voler controbattere. Le aveva insegnato il tempo che mai ad un Gold Saint bisognava rispondere d'istinto. Sicché in primo luogo non era rispettoso nei confronti di un proprio superiore, ma soprattutto perché l'esperienza di un cavaliere d'Oro parlava e non certo l'arroganza; quindi si doveva prendere con i guanti ogni parola che affermavano.


Maestro, perché dovete andare in missione? Non voglio essere lasciata nuovamente in balia di Catrin*, restate con me, mandateci un altro cavaliere...”
L'inflessibile Saint di Capricorn a quelle suppliche abbozzò un sorriso: la sua allieva era più caparbia del suo stesso segno zodiacale; ciò non avrebbe cambiato il suo intento, ma le faceva tenerezza. La lasciò cantilenare la stessa solfa per un manciata di minuti e quando ebbe finito di sistemarsi uscì fuori dalla decima casa e scese i pochi gradini che lo separavano dalla sua ostinata discepola.
Allora, hai perso la chiacchiera, furfante?” La canzonò perentorio lui, senza accennare a sorridere a quel buffo scatto che aveva fatto la malcapitata vedendoselo arrivare davanti. E quel dolce appellativo che le aveva affibbiato così tante volte, or ora aveva il sapore amaro di un rimprovero di cui non si spiegava la causa.
Sommo Shura, ci ho pensato su... non mi sembra di avervi mancato di rispetto, davvero! Io... io.. voglio solo che non ve ne andiate...- Sembrava voler trovare le parole, mentre le piccole mani si affermavano gesticolando audaci. -...Per favore!”
A quel punto il cavaliere si soffermò ad osservarla, vedendo il pentimento attraverso i suoi gesti e il capo chino come a volersi scusare, perciò sopraggiunse pacato: “No Marie, non è il tuo capriccio che mi ha dato disturbo, -si chinò quel poco che bastava per farsi guardare attentamente negli occhi. -Ma devi capire che come tu apprendi da me degli insegnamenti, anche io ricevo ordini. E quanto vorrei sottrarmi alle volte! Alle guerre, alle rappresaglie..! Ma vengo mandato in missione proprio per togliere di mezzo quelle folli gesta che uomini pieni di rancore compiono. Ciò mi sprona a non indugiare e a persistere nella causa della Giustizia.” Con passo deciso dunque la superò, mentre il bianco mantello gli copriva le spalle atletiche adagiandosi candido sulla schiena: “Atena è sempre con noi, ricordalo. Tornerò presto.”
E quel giorno la ragazzina comprese un altro grande insegnamento: anche il suo maestro, dal carattere così fermo e sicuro, soffriva. Anzi, era stato proprio il dolore, le perdite e lo struggimento che avevano plasmato l'insofferente e intransigente Cavaliere di Capricorn. L'esperienza di un campo di battaglia a stringergli il cuore in una morsa di ferro, le decisioni sofferte ad averlo indurito. Le guerre che aveva affrontato, le battaglie che aveva dovuto combattere nel nome della sua Dea, tutto ciò l'aveva reso più freddo e distaccato se non addirittura arrogante. Ma era il suo modo di proteggersi: in fondo anche lui aveva i suoi dubbi,* anch'egli alle volte inciampava nel suo cammino tortuoso... però procedeva lo stesso ritto per la sua strada. Comprendere le scelte, quell'atteggiamento impavido e quel volto contratto era davvero forse l'unica cosa buona da fare.

Avete ragione. Non so come siate venuto a conoscenza della catastrofe che è sorta in Italia, m'induce pensare che Atena l'abbia quindi raccontato a voi Cavalieri d'oro. Poco importa, il dolore è mio e me lo tengo, -parole chiare, coincise e amare. – Ma ciò non centra nulla con la mia carica di Cavaliere. Sarei preoccupata per il mio maestro anche se non fosse accaduto nulla alla mia gente.”
“Capisco. Dunque sei molto vulnerabile.”
“No signore. I sentimenti non prevalgono sul mio spirito e non sono preda delle emozioni, -si rizzò meglio in piedi cercando di dare un tono formale alla discussione. -Però non posso certo dimenticare. E comunque non sempre esternare i propri pensieri è un male. Il mio maestro non lo fa, ma io non sono il Sommo Shura.”
Il sorriso dipinto sulle labbra del ragazzo si ampliò, lasciò la presa da quella profumata rosa dedicandole quel poco interesse che in breve aveva ottenuto e, alzandosi in piedi, la squadrò meravigliato: “Mi piace la tua filosofia. Non l'approvo decisamente, però è una tua concezione di pensiero e dunque nulla posso disapprovarti. Alla prova volevo metterti, forse per mio stupido capriccio in queste ore di noia che ben presto rimpiangeremo, però mi hai dolcemente stupido ragazza. Shura ha fatto un buon lavoro con te.”
Di quelle parole si sentì particolarmente orgogliosa il Silver della Bussola. Però era rimasta allo stesso tempo attonita e allibita nel costatare che non solo un presentimento era stato, ma davvero qualcosa di negativo aveva smosso l'aria.

Vedo lo smarrimento nel tuo comportamento tutto d'un tratto. Giusto, che sbadato, sicuramente Atena non t'avrà ancora riferito nulla. Meglio così. Quello che sta succedendo sulle rive della Sicilia non è niente in confronto a ciò che passeremo. Ma vedrai che le rose di questo giardino faranno il loro dovere.-
Marie lo guardò, per poi annuire incerta.

Aphrodite le diede le spalle e concluse: -Ebbene cavaliere, non abbiamo più nulla da dirci. Hai una buona linea di pensiero, fa sì che nessuno mai la calpesti poiché è una gran dote. Ed ora via, che devo occuparmi del mio roseto.”
Per un attimo la ragazza si chiese se non fosse impazzito per liquidarla via a quel modo, ma poi comprese: “I miei ossequi cavaliere di Pesci. Del resto
anche voi vi preoccupate di qualcosa.” E detto questo si avviò verso le scale. Aphrodite rise aggraziato. Aveva compreso quel fine doppio senso*: tutto fuorché non umano era il bel cavaliere di Fish. Certo perfetto, ma nella sua perfezione giungeva non poi così lontano l'eco solitario di una pena. Provava anch'egli sentimenti, tuttavia anche lui tendeva a racchiuderli nel proprio animo per marcare ancor di più quell'immagine che di sé donava al resto del mondo. Il superficiale e narcisista Saint della dodicesima casa, quell'immagine che bella gli somigliava, ma che mai l'avrebbe eguagliato. Poiché il suo spirito e la sua volontà non erano poi così precari! Un cavaliere così frivolo mai nella schiera dei grandi cavalieri d'Oro poteva giungere. Dunque c'era di più sotto quella maschera di vanità e superficiale bellezza. Di tanti crimini si era macchiato in passato e la sua anima non rispecchiava appieno il suo fascino esteriore, eppur la sua maestria era stata quella di cancellare i tanti errori commessi nel passato con un gesto eroico nell'ultima guerra. Forse per sfizio, forse semplicemente per orgoglio. C'era una sua logica dopotutto, bastava comprenderla. Era una figura piuttosto contorta Aphrodite, proprio come le sue rose candide, ma velenose.

Ora però, il suo pensiero vagava lontano sino ad attraversarne i mari. E giungendo in Italia si fermava lì, in quella terra, sostenendo quei suoi sventurati compagni.


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*Catrin: ovviamente è inventato, non so se si comprenda, ma del resto se pensiamo ad una donna o pensiamo ad una ancella o ad una sacerdotessa guerriero. In questo caso non si sa se è una delle due opportunità.


*dubbi: mi riferisco al fatto, non so se si possa capire, che Shura era ancora sotto il “governo” di Saga -alias grande sacerdote- a quel tempo, e quindi l'uccisione di Aiolos pensava d'averla fatto per Atena -stando nel giusto-, o comunque le missioni che gli affidava Saga (ma potevano far sorgere dubbi nel cuor del cavaliere). Però ovviamente lui pensava di servir la giustizia... spero vi sia chiaro.


*doppio senso: Se un uomo fosse veramente superficiale come sembra essere il cavaliere di Pesci, e soprattutto dice che non si preoccupa per niente SE non di non far varcare la soglia della sua casa, allora com'è che PENSA, e si PREOCCUPA per le sue ROSE? Ecco.
Sì insomma, ho voluto dare una vena di carattere -interiore- a questo personaggio di cui si vanta solo l'effeminatezza e la vanità.


Quello scritto in corsivo come avrete potuto notare sono ricordi di Marie durante l'addestramento in Grecia con Shura ...spero vi piacciano. Sono ricordi, ma sono anche chicche di ciò che hanno fatto ...così, almeno, non ve lo immaginate soltanto x'D


Saaalve ù_ù allora, sì, questo per me è un capitolo “caramellato” oltre che anch'esso di passaggio -prima o poi mi odierete ...ma ve l'ho spiegato, mi servono capitoli di “quiete prima della tempesta” *coff coff *- io odio questo genere di capitoli (ma servono, sigh).. <_< *chiede umilmente scusa*
RINGRAZIO come sempre voi tutti che leggete e/o recensite... grazie davvero :)

P.S. per Clamaste: ora strozzami per come io abbia rovinato Aphrodite, vai, vai pure u.u



   
 
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