Capitolo XLIII
Ore 23.00 –
Mosca, Zona Nord
Irina inchiodò la
Punto sulla linea di partenza, sentendo le ruote fischiare sull’asfalto, la gente
intorno che borbottava e la fissava sprezzante, infastidita dalla sua vittoria.
Lasciò raffreddare gli animi, prima di scendere per andare a incassare il suo
premio.
Era stata una gara
facile: era mercoledì, e la maggior parte dei piloti clandestini non si faceva
vedere. Era il sabato che si scatenavano, e ora che Irina riaveva la sua Punto non vedeva l’ora di prendere parte alle corse vere,
quelle a cui era abituata un tempo. Da quando riaveva la sua macchina, la
voglia di competere le era tornata, più forte e travolgente di prima.
L’aria fredda della
notte le diede un’ulteriore carica, e a passo deciso
si diresse verso Boris, un ghigno soddisfatto sul volto.
<< Ottima
gara, Fenice >> disse solo lui, porgendole il denaro. Chiaramente non
sembrava felice per la sua vittoria, ma fare buon viso a cattivo gioco era il
suo mestiere.
Irina lo prese,
sentendosi strana, e con un cenno del capo lo ringraziò. Senza aggiungere
niente si voltò e si diresse verso la Bugatti nera parcheggiata un po’ in
disparte, dove William la aspettava, un sorrisetto dipinto sul volto e le
braccia incrociate.
<< Quanto mi
piace, quando fai la dura… >> disse, divertito.
Irina gli sorrise. Non sapeva cosa stava accadendo
tra loro due, ma sapeva che William le aveva riportato la sua Punto, e in
qualche modo le aveva ridato speranza. Aveva fatto qualcosa per cui gli sarebbe
stata grata per sempre, al di là di tutto quello che
era accaduto tra loro nel passato.
Gli porse il
denaro, ma lui fece cenno di no con la testa.
<< Adesso mi
faccio io una gara. Domani avremo un bel gruzzolo da spendere >> rispose.
Le schioccò un
bacio sulle labbra, poi aggiunse: << Aspettami qui, non scappare,
bambolina >>.
Irina annuì e lo
guardò portare la Bugatti sulla linea di partenza. Sarebbe stata una gara
facile per lui, esattamente come lo era stata per lei. Mettere qualche soldo da
parte avrebbe potuto tornargli comodo…
Con la coda
dell’occhio vide qualcosa muoversi un centinaio di metri più avanti, e
l’inconfondibile Audi R8 color carbonio di Dimitri fece capolino per un
istante, riportandola immediatamente alla sua missione. Si guardò intorno
preoccupata, ma appena sentì il rombo dei motori delle auto che partivano, si infilò nel vicolo più vicino e come aveva immaginato
l’Audi era già lì, ferma e a fari spenti.
<< Hai
qualche notizia da darmi? >> domandò subito lei, vedendo Dimitri scendere
dall’auto serio. Ormai era abituata a incontrarlo in
quel modo, quindi non gli rimproverava più né l’avventatezza né la pericolosità
di trovarsi così vicino ai russi e allo Scorpione.
<< No, a
parte che Challagher ha ammazzato un meccanico per
riavere la tua macchina >> rispose Dimitri, quasi seccato, <<
Immagino che questo non lo avessi calcolato… >>.
Irina rimase di
sasso, e improvvisamente ricordò esattamente chi era William e ciò che era
stato… Aveva ucciso, e lei aveva dimenticato tutto quello solo perché le aveva
ritrovato la sua macchina. In più, aveva ammazzato per riportarle la Punto.
Chiunque fosse la vittima, anche se lei non la conosceva, si sentì
profondamente in colpa. Era stata decisamente egoista,
non preoccupandosi di come lo Scorpione fosse riuscito a ritrovare, riportare e
mettere a posto la sua auto.
Dimitri la guardò
come se fosse irritato dal fatto di dovergli dare
quella notizia. O forse c’era qualcos’altro sotto?
<< Sei venuto
per questo? >> domandò lei alla fine, per togliersi di dosso quella
sensazione che improvvisamente le era piombata addosso.
Il russo fece una
smorfia infastidita.
<< Sono
venuto perché Went voleva che te lo dicessi >>
rispose, e Irina capì perché era così seccato, << Ritiene che questo
possa metterti in guardia >>.
Si guardarono in
faccia per qualche istante, poi lei scosse il capo.
<< Perché non
è venuto di persona? >> chiese.
William si produsse
in un ghigno.
<< Sembra
strano dirlo, ma crede che tu dia più ascolto a me, che a lui >> rispose
Dimitri.
Xander rimase in
disparte, a guardare la scena da lontano. Vide Irina parlare con Dimitri, e si
rese improvvisamente conto che aveva bisogno di parlarle anche lui. Non per darle dei consigli, per metterla in guardia, ma
semplicemente per chiederle scusa. Ci aveva pensato più volte, ma ora
capiva che era fondamentale che lo facesse il prima
possibile.
D’un tratto, la vide
voltarsi e guardare verso la sua parte. Forse il russo le aveva detto che c’era
anche lui, e che era sua anche l’idea di dirgli dell’omicidio di Juglarav. Credeva fosse giusto
che sapesse cosa era successo…
Senza pensare, Xander scattò in avanti e li raggiunse senza farsi vedere
dai russi, che sembravano concentrati sulla gara. In un attimo fu nel vicolo, a
due metri da Irina, sapendo che si stava mettendo nei guai in tutti i sensi.
Però doveva ammetterlo,
rivederla adesso gli dava una strana sensazione: non se la ricordava così
adulta, né così bella. O forse era semplicemente il fatto che finalmente aveva
imparato a vederla per quello che era davvero.
<< Ciao, Xander >> lo salutò Irina,
né sorpresa né arrabbiata, come se anche lei si fosse dimenticata che l’ultima
volta che si erano parlati era stato durante la Mosca-Cherepova,
quando l’aveva piantato e poco dopo lui era finito tra le braccia di Nina.
<< Ciao Irina
>> fece lui, leggermente imbarazzato.
Qualcosa li distrasse entrambi, e insieme si voltarono a guardare
Dimitri che risaliva sull’Audi R8 con l’aria distaccata. Un lampo di
preoccupazione passò sul volto di Irina per un attimo, come se la reazione del
russo fosse legata a qualcosa che lei conosceva.
<< Non fatevi
beccare >> disse solo Dimitri, sparendo poi sulla strada, il motore
dell’auto al minimo.
Xander tornò a guardare
Irina, sollevato dal fatto che Dimitri se ne era andato: non gli andava di dire quello che aveva da dire davanti al russo,
anche se sapeva che in qualche modo l’ex Mastino aveva già capito tutta la
situazione. Irina sembrò vagamente turbata.
<< Ho poco
tempo, Xander >> disse a bassa voce, e il suo
tono era calmo. Non era spazientita, ma stava semplicemente dicendo che aveva
imparato a fare l’agente dell’F.B.I., e che quindi era
al corrente di tutti i rischi di quel contatto.
<< Lo so
>> ribatté lui, << Non avevo programmato di incontrarti, ma penso
che questa potrebbe essere l’unica occasione che ho per dirti quello che penso,
prima che tutto questo finisca… >>.
Irina annuì.
<< Mi
dispiace >> disse Xander, di getto, << Mi
dispiace per come sono andate le cose. Sono stato
stupido… Sono stato un vero idiota. Avrei dovuto lasciarti fare, visto anche
come sono andate le cose… Fare l’agente dell’F.B.I. da
più anni di te non è servito a farmi capire che avevi ragione tu, né che mi
sono comportato da bambino viziato. E soprattutto, mi dispiace per la storia di
Nina >>.
Aveva parlato con
voce ferma, sicura, perché mai come allora era certo di ciò che stava dicendo.
Aveva capito, e non si vergognava più ad ammettere che aveva sbagliato. Era
pronto a sorbirsi la ramanzina, e soprattutto non si aspettava nessun perdono.
Irina rimase a
guardarlo in silenzio per alcuni istanti, come se non sapesse bene cosa dire.
Alla fine disse, a bassa voce: << E’ stata la convivenza con Dimitri a
farti cambiare idea? >>.
Xander non capì subito,
poi si rese conto che era una battuta. Irina stava sorridendo
impercettibilmente.
<< No, lui
non è per niente d’aiuto >> rispose, << Non fa altro che fare battutine o allusioni varie… E dovresti sapere meglio
di me che non è mister simpatia >>.
Irina annuì, poi si
fece seria.
<< Perché sei
tornato? >> domandò, << Mi avevano detto
che avevi intenzione di abbandonare la missione… >>.
Probabilmente
sapeva già la risposta, ma voleva sentirla da lui.
<< Ho deciso
di rimanere quando ho saputo che Challagher era qui
>> rispose, << Era una questione di principio: io l’ho arrestato la prima volta, e io lo farò tornare in cella.
E poi tu dovevi occuparti della Lince, quindi ci voleva qualcuno che lo tenesse
d’occhio… >>.
Irina sembrò capire
dove volesse arrivare.
<< La mia è
stata una scelta presa di getto, Xander, ma una scelta
consapevole >> disse, << O facevo saltare tutto, oppure fingevo di
stare di nuovo con lo Scorpione. Non credevo funzionasse, ma William sembra credermi. Devo sfruttare la situazione finché non avremo
catturato la Lince, per quanto mi costi >>.
Xander capì, perché
sapeva cosa comportava essere la donna dello Scorpione. Sapeva che Irina stava
facendo uno sforzo enorme, che stava affrontando qualcosa che aveva creduto di
non dover sopportare mai più… Sapeva che doveva andare a letto con Challagher, ne era consapevole, e nonostante rodesse di
gelosia fin dentro le ossa, cercava di non darlo a vedere: non ne aveva il
diritto, visto che non stavano più insieme.
<< Ti… Ti sta
facendo del male? >> domandò, incerto. Era una domanda stupida, se ne
rendeva conto, ma che altro poteva chiederle, quando era preoccupato per la sua
incolumità?
Irina scosse il
capo, triste.
<< No
>> rispose, << Sono io che sto facendo del male a lui >>.
Xander fece una faccia
stranita.
<< Non mi
aspetto che tu capisca >> aggiunse Irina, e il suo tono non era di
superiorità, ma quello di una semplice constatazione, << Nessuno ci
riuscirebbe, ne sono sicura. Ma credimi, mai come ora
so quello che sto facendo… E so esattamente cosa comporta >>.
Era chiaro che
Irina non voleva che insistesse su quell’argomento, ma lui non ne aveva
l’intenzione. Finché la sua scelta era consapevole e ragionata, lui non ci
avrebbe più messo il naso. Meglio stare al proprio posto, che
rischiare di rovinare ancora di più il loro rapporto.
<< Anche io >> disse, << E mi dispiace solo per ciò
che devi passare. E’ una decisione tua, non mi intrometterò
>>.
Irina sembrò
colpita dalla sua ultima affermazione, come se da lui non si aspettasse una
frase del genere. Xander sorrise, facendole capire
che non era l’unica stupita dalla cosa.
<< Ti fa bene
stare da solo >> commentò lei, divertita.
Xander si strinse nelle
spalle.
<< Sarà la
presenza di Dimitri… >>.
Irina si voltò a
guardare verso l’arrivo della gara, leggermente preoccupata.
<< Comunque, accetto
le tue scuse, Xander >> disse, << Quello
che è successo è colpa di entrambi: non ci siamo capiti, e non abbiamo nemmeno
fatto lo sforzo di provarci… >>.
<< Non la
storia di Nina >> si affrettò a dire Xander,
<< Lì è solamente colpa mia. Sono caduto nel suo sacco come uno sciocco…
>>.
Irina sembrò fare
un sorriso amaro, e lui non capì se era il ricordo della ragazza a farla stare
male, o qualcos’altro.
<< Ognuno di
noi due ha le proprie colpe >> disse lei,
<< Ma non è tormentandoci su quel punto che troveremo una soluzione… Non
mi interessa più che tu sia andato a letto con Nina. So cosa significa…
>>.
Di fronte
all’occhiata di Xander, Irina si fece seria, quasi
risoluta.
<< Dimitri
non te lo ha detto, perché preferiva che lo facessi io
>> aggiunse, << Siamo stati a letto insieme, Xander.
E lo volevamo entrambi >>. Sottolineò quasi le
ultime parole, come se volesse far intendere che nessuno aveva costretto
nessuno.
Xander rimase di sasso:
in qualche modo lo sapeva già, era stata una delle ipotesi che aveva fatto, ma
sentirselo dire da Irina così, in quattro e quattr’otto, lo lasciava senza
parole.
In un lampo, una
serie di immagini di Irina e Dimitri gli balenò nella
testa, facendogli accelerare i battiti del cuore, il sangue che scorreva nelle vene
quasi bollente… Ora si spiegavano le battutine del russo, e quella strana
alchimia che sembrava essersi creata tra i due…
Xander deglutì, trasse un
respiro profondo e mantenne la calma. Diede prova di
un autocontrollo di cui non credeva essere capace, e guardò Irina con serietà,
mentre decine di pensieri gli scorrevano per la testa.
Avevano fatto
entrambi la stessa cosa, ma era stato lui a cominciare. E aveva imparato che
prima di giudicare gli altri, bisognava giudicare se
stessi.
<< Come hai
detto tu, ognuno ha le sue colpe >> disse piano, << Vorrei solo
sapere se è stata questione di una notte, oppure… >>.
Irina sorrise
impercettibilmente mentre rispondeva.
<< Una notte
e basta, Xander. Io e Dimitri
non stiamo insieme, e non ho lasciato te per lui. E’ successo, forse
esattamente come è accaduto a te con Nina… Sono quelle
cose che succedono e non te le sai spiegare. Non prendertela con Dimitri, non è
colpa sua >>.
Fece per
allontanarsi, perché la gara stava per finire, ma Xander
la fermò ancora un attimo.
<< Aspetta
>>. Irina si voltò a guardarlo, gli occhi da
cerbiatta in attesa. << Credi che possiamo incontrarci ancora, per
parlare di nuovo? Non ho intenzione di giudicare quello che stiamo facendo… Voglio
solo capire se si può recuperare ancora qualcosa… >>.
Sì, ora che l’aveva
rivista, e anche che aveva saputo la verità, si accorgeva che l’amava ancora. Che non gliene fregava assolutamente niente
del fatto che era andata a letto con Dimitri, che facesse finta di stare con Challagher e che lo avesse mollato.
Irina sembrò
pensarci un momento, poi annuì.
<< Va bene, Xander >> disse, << Ma ora devo proprio andare…
Appena posso, ti mando un messaggio. Ciao >>.
Xander la guardò sparire
di corsa oltre l’angolo della strada, sentendo il rombo dei motori delle auto
in gara che si avvicinavano… Eh già, lui non aveva mai voluto
accorgersene, ma Irina era adulta. Grande abbastanza da andare a letto con
qualcuno che non fosse lui, grande abbastanza da saper scegliere da sola,
grande abbastanza per decidere di lasciarlo… Erano
finiti i tempi dove era lui il suo principe azzurro, che la salvava dai
pericoli. Ma era finito anche il tempo in cui lui
credeva di essere il migliore, l’infallibile.
Adesso erano sullo
stesso piano, e si aprivano nuovi scenari.
Percorse la strada
fino all’appartamento che condivideva con Dimitri lentamente, ripensando alle
parole di Irina. Lo aveva perdonato, ma ciò non voleva dire che gli dava
un’altra possibilità… Però aveva acconsentito a incontrarlo di nuovo, e lui le era grato.
Una volta a casa,
trovò Dimitri che guardava fuori dalla finestra, e si accorse di non provare
odio, nei suoi confronti. Solo un po’ di fastidio, e una leggera amarezza. Era
stato migliore di lui; aveva avuto successo dove lui
aveva fallito: conquistare Irina.
<< E dire che
ti avevo mandato per controllarla… >> commentò, sarcastico, per fargli
capire che ora sapeva tutto.
Dimitri incrociò le
braccia, e nei suoi occhi di ghiaccio si dipinse un’espressione di sfida.
<< E l’ho
fatto >> ribatté, << Anche se non ce ne era bisogno… >>.
<< Non avevi
il coraggio di dirmelo, che eravate stati a letto insieme? >> domandò Xander, senza nemmeno guardarlo. Aveva giocato a provocarlo
fino ad adesso, approfittando della sua ignoranza. Ora toccava un po’ a lui.
Dimitri ridacchiò.
<< Fosse
stato per me, Went, te lo avrei detto subito e senza
troppi giri di parole >> rispose, << Ma non mi intrometto
nelle questioni degli altri. Doveva essere lei a dirtelo, e non io >>.
Improvvisamente, Xander capì perché Irina si era infatuata in qualche modo
del russo: Dimitri sembrava provare il più totale e profondo rispetto per lei,
diversamente da quello che aveva dimostrato lui.
<< E non
lamentarti, Went >> aggiunse Dimitri,
sarcastico, << Almeno lei ha avuto la decenza e il coraggio di mollarti,
prima di venire a letto con me >>.
Irina ritornò
vicino al traguardo, accorgendosi che un paio di russi stavano
parlando a bassa voce tra loro, piuttosto concitati. Gli rivolse uno sguardo
poco interessato, sperando non si fossero accorti della sua sparizione
sospetta, ma quando sentì chiaramente il nome “Challagher” si allarmò. Per un attimo, dimenticò l’incontro con Xander, e si soffermò a guardare i due tizi, anche se non
capiva cosa dicevano perché parlavano in russo.
Alla fine, quello
che sembrava più aggressivo dei due, si voltò e fissandola ringhiò: << Challagher deve guardarsi le spalle. Non può uccidere chi gli
pare e sperare di farla franca >>.
Irina rimase di
sasso, senza capire bene il senso della frase, a parte la minaccia piuttosto
esplicita. Poi il russo si allontanò, lanciandole un’occhiataccia, e lei sentì
le auto tagliare il traguardo, inchiodando dopo la linea di partenza.
Le ci volle un
momento, poi capì. Si riferiva al recupero della sua auto, e all’omicidio di
quel meccanico… In un attimo, ritornò alla conversazione di poco prima con
Dimitri e Xander, questa volta con più lucidità e
consapevolezza.
Sapere che William
aveva ucciso per riavere indietro la Punto le scatenò addosso
una serie contrastante di emozioni: rabbia, dolore, tristezza, ma anche
un’imbarazzante senso di stupore. Lo Scorpione era arrivato ad ammazzare per
riavere indietro la felicità della sua Fenice…
Non era orgogliosa,
né contenta, né tantomeno soddisfatta di ciò che William aveva fatto: sapere
che la sua auto era in qualche modo macchiata del sangue di qualcuno, anche se
quel qualcuno le aveva fatto un torto, la faceva inorridire.
E tutto quello significava anche un’altra cosa: lo Scorpione esisteva ancora,
quello spietato che aveva conosciuto lei. Era cambiato, ma lo aveva fatto solo
nei confronti di Fenice: per tutti gli altri, sarebbe rimasto sempre lo stesso.
Avrebbe continuato a uccidere, a dettare le sue regole, a incutere paura e a
gioire del suo potere.
Alzò lo sguardo,
mentre William usciva in quel momento dalla Bugatti, e gli rivolse uno sguardo
infuocato. Lui sembrò non capire, ma chiaramente la notizia si era diffusa tra
i russi, che lo fissavano infuriati, forse pronti a prendersi di già la loro vendetta…
Prima che avesse il
tempo di andare a ritirare il premio, Irina si era avvicinata a William e aveva
detto, secca: << Andiamocene >>.
Lo Scorpione sembrò
infastidito dalla sua reazione.
<< Perché?
>> domandò solo.
<<
Andiamocene >> ripetè secca Irina, sapendo che
era questione di vita o di morte, << Subito.
Sanno cosa hai fatto, e hanno intenzione di darti una lezione >>.
William sembrò
valutare la situazione, poi assunse un’espressione seria e risalì in auto.
Nessuno sembrava avere voglia di consegnare il premio allo Scorpione, e lui
preferì non tentare lo scontro. Riavviò il motore della Bugatti, allontanandosi
rapidamente.
Irina lo seguì
subito, senza guardarsi intorno. Sapeva che bastava un solo cenno sbagliato e i
russi avrebbero scatenato un casino. I nervi erano palesemente a fior di pelle,
ma per fortuna sembravano esitare, forse per paura di ritrovarsi con la polizia
addosso da un momento all’altro. Le gare non erano mai totalmente sicure, anche
le meglio organizzate.
Una
volta a casa, attese di essere lontana da orecchie indiscrete prima di parlare. Richiuse la porta
dell’appartamento alle sue spalle, poi guardò William, arrabbiata e risoluta.
<< Che cosa
hai fatto?! >> sbottò, ma la sua era una domanda retorica, << Come ti è saltato in
mente di ammazzare una persona per riavere la mia auto?! >>.
William fece una
smorfia di sfida, senza stupirsi che lei fosse venuta a
conoscenza della cosa.
<< Non mi è
parso che ti fossi fatta dei problemi a riguardo, quando te l’ho fatta
ritrovare >> ribatté, secco.
<< Perché non
immaginavo arrivassi a tanto! >> rispose lei, sempre più arrabbiata.
<< Rivolevo la mia auto, ma non a questo prezzo! >>.
Si fissarono in
silenzio, e Irina vide brillare negli occhi verdi di William uno strano misto
di rabbia, fastidio e insoddisfazione. Non era pentito di ciò che aveva fatto,
nemmeno un po’.
<< Perché ti interessa tanto? >> fece, acido.
<< Non voglio
che per colpa mia della gente muoia >> rispose Irina, << Nemmeno se
c’è di mezzo la mia macchina… Uccidere è sbagliato, William, soprattutto se non
ce ne è motivo… >>.
<< Il motivo
c’è sempre, Irina >> la interruppe lo Scorpione, << Tu non lo hai
mai capito, ma chi fa parte del nostro giro deve imparare che o mangi o vieni mangiato. E se vuoi che la gente ti rispetti, non devi
mostrare di avere paura, mai… >>.
<< Questo non
è il tuo campo >> ribatté Irina, << Siamo degli stranieri in
territorio nemico, non… >>.
<< Non devo
dare giustificazioni a nessuno, per ciò che faccio >> la interruppe
nuovamente William, << Non sono scappato di
prigione e non ho attraversato mezzo mondo per farmi mettere i piedi in testa
da un gruppo di russi alcolizzati. Pensavo mi fossi grata, per ciò che ho fatto
>>. Non era deluso, era profondamente arrabbiato.
Irina rimase in
silenzio, cercando di capire come comportarsi. Ormai era fatta, chiunque avesse
ucciso non poteva essere riportato indietro… E non poteva
non sapere che William in fondo lo aveva fatto per lei, per riavere indietro
Fenice.
Improvvisamente,
capì quanto William fosse disposto a fare per lei, e la situazione in cui si
trovava. Non poteva pretendere che cambiasse così, da un giorno a un altro, e
non poteva nemmeno pensare di riuscire a salvarlo da se stesso così facilmente.
Cercò di mettersi nei suoi panni, di capire cosa gli passasse per la testa in
quel momento… Lo conosceva, era orgoglioso, si aspettava gratitudine, ma forse
in quel caso le cose erano diverse… Forse era deluso dal fatto di averla fatta
arrabbiare?
Lo guardò per
qualche istante in silenzio, accorgendosi che era sempre e comunque attraente,
anche con quella cicatrice sul sopracciglio. Chissà perché, ci faceva davvero
caso solo il quel momento… Forse perché quel segno la ricollegava a Xander, al passato, a tanti eventi ormai lontani?
<< William
>> disse lei alla fine, conciliante, << Ti sarò sempre grata per
quello che hai fatto. Solo che devi capirmi… Non voglio che della gente muoia
per me, nemmeno se mi ha fatto un torto. E non voglio nemmeno che tu ti sporchi
le mani con il sangue di qualcuno, chiunque esso sia. Non riuscirei più a
dormire la notte, se sapessi che vai in giro ad ammazzare gente in nome mio
>>.
Lo guardò
intensamente, per fargli capire che non gli stava mentendo. Era sempre più
convinta di riuscire a salvarlo da sé stesso, che non
fosse del tutto perduto.
Lo Scorpione sembrò
soppesarla, come se per certi versi stesse valutando le sue ragioni.
<< Essere codardo
non fa parte della mia natura >> disse, secco, << E non posso
nemmeno lasciarmi mettere i piedi in testa da nessuno… A quest’ora sarei già
dentro una bara, se non mi fossi fatto rispettare >>.
<< Non ti sto
chiedendo di promettermi nulla >> si affrettò a dire Irina, sapendo di
dover arrivare a un compromesso, << Non voglio mettere il naso nei tuoi
affari, ma… Per favore, avvertimi prima di fare una cosa simile… Voglio
saperlo, se stai andando a uccidere qualcuno >>.
William sembrò
colto alla sprovvista, poi si addolcì.
<< D’accordo,
Irina >> disse lentamente, << Cercherò di avvertirti prima, se è
questo che vuoi. Ma solo se è qualcosa che ti
riguarda. Il resto rimangono affari miei >>.
Irina abbozzò un
sorriso: meglio di niente, lo sapeva.
<< Grazie,
William >> disse solo. Poi aggiunse: << Ti sei messo nei guai, ora.
I russi si vogliono vendicare… >>.
Lo Scorpione alzò
il mento, in segno di sfida.
<< Che mi
sfidino pure. Sono stati loro a cominciare >> disse, secco.
Era chiaro che
William non era nel suo momento migliore, nonostante avesse vinto la gara.
Irina decise di lasciar perdere e fargli sbollire la
rabbia.
<< Vado a
fare una doccia. Non pensare a quello che è successo stasera, tanto ormai è
fatta >> disse, e sparì in camera per prendersi il cambio.
In realtà, forse
voleva più che altro stare da sola con se stessa. L’incontro con Xander l’aveva scombussolata, doveva ammetterlo,
soprattutto per la piega che aveva preso il discorso.
Aveva davvero
accettato le scuse di Xander; lo aveva perdonato
perché era stato sincero, perché aveva messo da parte l’orgoglio e aveva
ammesso i suoi errori. E soprattutto perché le aveva dato la possibilità di
scegliere. L’aveva finalmente trattata da adulta.
Sorrise, mentre
l’acqua calda le scorreva sulla nuca, rivivendo le emozioni che aveva provato quando Xander era
venuto a parlarle. Era contenta che si fosse avvicinato, che avesse cercato
quel contatto… Lo amava ancora, lo sapeva. Di fronte alla sua volontà di
riprovare non sarebbe stata capace di essere imparziale.
William e Dimitri,
purtroppo, erano stati solo un ripiego. Il cuore, la sua testa e la sua anima
volevano solo una persona, e quella persona sembrava
essere tornata migliore di prima. In entrambi aveva cercato e trovato alcune delle
sue caratteristiche, ma non tutte. Li aveva usati, e si odiava per questo. Ma
non poteva non ammettere che non li aveva mai davvero voluti, che erano stati solo gli eventi a portarla a credere di poter
costruire qualcosa con loro… Dimitri per primo, William per secondo. Ma nella sua testa c’era sempre stato solo Xander.
Ciò però non
significava che avrebbe ceduto subito: non era più la ragazza che si faceva
ingannare. E aveva messo subito Xander alla prova,
dimostrandosi prima indifferente a lui, e poi dicendogli che era andata a letto
con Dimitri.
Era stato un colpo
basso, ne era consapevole. Forse aveva anche messo alla prova la convivenza fra
lui e il russo, ma era un passo necessario. Se davvero era cambiato nei suoi
confronti, avrebbe accettato la cosa senza rinfacciargliela, come lei non gli
avrebbe rinfacciato di essere andato con Nina.
Ore 16.00 –
Mosca, Exagonal Bar
Irina parcheggiò
l’auto in un vicolo, in modo che fosse poco visibile, guardò l’orologio e si
diresse verso l’ingresso del piccolo Exagonal Bar,
che visto da fuori appariva piccolo ma molto chic. Intravide Xander che la aspettava seduto a un tavolino, vagamente
nervoso.
Prima di entrare,
Irina si soffermò a guardarlo: era riuscita a trovare una scusa da rifilare a
William, dicendo che andava a fare un po’ di spesa, e gli aveva dato appuntamento. Ora notava che era nervoso, come se fosse
la prima volta che uscivano insieme.
Sorrise: ne era
valsa la pena. Vedere Xander in quello stato era una novità
per lei. Di solito era lui quello sempre sicuro di sé, certo di fare colpo.
Adesso, invece, le parti si erano invertite, ed era Irina quella forte, quella
da riconquistare.
Le scappò da ridere
mentre entrava defilata nel locale, perché la sua anima di Fenice le avrebbe
fatto approfittare della situazione: solo un pochino, giusto per prendersi
qualche rivincita e vedere quanto davvero era cambiato Xander.
Prese
posto
al tavolino, fintamente seria, e guardò Xander con
l’aria dell’agente in missione, quale effettivamente era.
<< Ho dovuto
fare i salti mortali per venire qui >> disse,
<< Sai che non ho tantissimo tempo. Se mi becca William
sono finita >>.
Xander annuì.
<< Lo so
>> disse, poi sembrò trattenersi dal sorridere. << Pensavo non
venissi… >>.
<< Mi hai
chiesto di parlare, perché non dovevo dartene la possibilità? >> fece
lei.
Si guardarono negli
occhi per un istante, e in quell’istante Irina capì
che Xander sapeva che l’aveva già perdonato. Che non
poteva nascondere di amarlo ancora, nonostante tutto.
<< Grazie,
allora >> disse lui, << Ma… Ok che mi presento con la coda tra le
gambe, ma quello che è successo tra te e Dimitri è stato un colpo davvero
basso, non trovi? Non sei stata un po’ troppo cattiva? >>.
Xander sorrideva, e Irina
non potè fare a meno di assumere l’espressione della
bimba furbetta che sa di avere la situazione in pugno.
<< Volevo
vedere la tua faccia >> rispose, << E ne è valsa la pena… E
comunque preferivo dirtelo subito, e di persona, visto che
è una questione tra noi due… In ogni caso, non mi sembra che tu ti sia fatto
tanti scrupoli per quanto riguarda Nina >>. Adesso era sincera, e la sua
irritazione a riguardo non era finta.
Xander diventò serio.
<< Ok, ti devo delle scuse anche per quello. Sono stato superficiale e
infantile. Però non posso tornare indietro, anche se
vorrei essere in grado di farlo… Gli errori servono per imparare, no? >>.
<< Quindi
vuoi dire che non ti importa se sono andata a letto
con Dimitri? >> domandò Irina.
Xander fece una mezza
smorfia.
<< No… Cioè,
si che mi importa, mi da anche… fastidio, se è per
questo. Ma ormai è fatta, e immagino che se è successo
un buon motivo ci sarà stato >>.
Irina sorrise di
fronte alla sua espressione: era geloso, si vedeva, però
stava cercando di rimanere tranquillo e di non darlo troppo a vedere, come non
avrebbe fatto in passato.
<< Ne hai
parlato con lui? >> chiese, quasi volesse mettere il dito nella piaga.
<< No
>> rispose secco Xander, << Nessuno dei
due è interessato a farlo… L’unica cosa che Dimitri ha detto, e che devo
ammettere è giusta, è che tu mi hai lasciato, prima di andare con lui. Siete
stati entrambi onesti, da quel punto di vista >>.
Irina lo studiò:
molto probabilmente Xander stentava a credere al
fatto che Dimitri si fosse fatto quel problema. In effetti, finché erano stati
insieme, lui non aveva dato modo di sospettare un interesse nei suoi confronti…
Quanto sono stata ingiusta con lui… Mi sono data la
libertà di illuderlo. Cosa penserà di me?
<< Io non so
se questo Dimitri è lo stesso che ho conosciuto quando sono entrata nel giro di
Challagher >> cominciò lei, << Non so se
è stato il carcere a cambiarlo, o la convivenza forzata con me, o semplicemente
il fatto che siamo a casa sua… Non lo so. Quello di cui sono sicura, però, è
che adesso conosco la sua storia, e conosco lui. Forse
sarà spietato, forse in passato ha ucciso, forse sarà gelido, ma non è cattivo.
Non lo è con le persone a cui tiene. Me lo ha dimostrato un sacco di volte… Mi fido di lui, e non
smetterò di farlo. Per un attimo ho anche creduto di essermene innamorata, ma
non è così. Non chiedermi la spiegazione: non la so. So solo che non provo
nulla per lui, se non un’infinita gratitudine e l’affetto di una vera amica
>>.
Osservò la reazione
di Xander, che rimase composto a guardarla. Aveva
capito che quello era il suo modo di chiarire le cose, che non c’era altro da
aggiungere. Aveva capito che gli stava dicendo che in fondo continuava ad
amarlo, esattamente come prima.
<< Immaginavo
che tu sapessi qualcosa che nessun’altro sa, riguardo
a Dimitri >> disse Xander rassegnato, <<
Non ti fermi mai alle apparenze. E mi costa dirlo, ma credo tu abbia ragione:
ho sbagliato, su di lui. Fino ad adesso, anche se lo trovo insopportabile, non
mi ha mai tradito >>. Non lo stava dicendo per fare colpo su di lei, lo
pensava veramente. << Quindi tu sai tutto ciò
che lo riguarda? Perché è venuto a Los Angeles, e perché sembra che qui goda di una certa reputazione? >>.
Irina annuì.
<< Sì, so
tutto >> rispose, << Conosco la sua famiglia e conosco la sua
storia. Non chiedermi di raccontartela, non posso. Sarebbe un tradimento alla
fiducia che ha riposto in me fino ad adesso >>.
<< Non lo
farò >> disse Xander, << Se tu ti fidi di
lui, mi fiderò anche io >>.
Irina sorrise in risposta al suo sguardo: aveva finalmente capito, e forse
non avrebbe più visto Dimitri come una minaccia ma come un semplice
collaboratore. Era già molto, rispetto all’inizio.
Xander si alzò.
<< Bene, penso
che ti abbia già rubato abbastanza tempo >> disse, << E’ meglio che vada, se non vogliamo che qualcuno ci veda
>>.
Irina si alzò a sua
volta. Avrebbe dovuto lasciarlo andare via, aspettare che si allontanasse e poi
uscire a sua volta, ma non ci riuscì.
<< Ti… Ti
accompagno >> disse, seguendolo.
Pagarono il loro
caffè preso distrattamente, poi uscirono in strada, gettandosi occhiate intorno
e sperando di non incrociare nessuno di loro conoscenza. Si avviarono
lentamente verso la Ferrari rossa parcheggiata non molto più in là.
<< Dove hai
l’auto? >> domandò Xander.
<< Nel vicolo
lì dietro >> rispose Irina, facendo un cenno con il capo.
Stranamente,
aleggiava tra loro una certa aria di imbarazzo: era
come se stare lì e aver fatto la pace li mettesse a disagio.
Alla fine Xander la accompagnò verso la Punto, e Irina non fece
commenti. Aprì l’auto, ma non salì. Rimasero a guardarsi, e lei si ritrovò di
nuovo stregata da quegli occhi blu, quegli occhi che non aveva trovato in nessun’altro. Quell’espressione, ribelle e dolce, che
continuava ad adorare con tutta sé stessa…
Poi, un attimo
dopo, si ritrovarono attaccati, le labbra di uno su quelle dell’altro, in un
bacio che aveva tutto l’ardore di una lunga separazione e il sapore di qualcosa
di ritrovato.
E Irina capì che
non poteva stare separata da lui, che non gliene fregava niente di tutto quello
che era successo, che gli importava solo che lui era tornato ad amarla come
prima… Capì che tutto il resto, tutti gli altri, erano stati solo una comparsa…
Amava Xander per quello che era, con i suoi difetti e
le su virtù, con le sue gentilezze e le sue mancanze. Forse non era più l’eroe
perfetto che aveva visto in lui quando l’aveva salvata da Challagher,
ma era diventato umano quanto chiunque, e proprio per questo non poteva fare a
meno di lui. Erano entrambi imperfetti, ma insieme di completavano.
E questo sembrava averlo capito anche lui.
<< Scusami scusami scusami >> sussurrò Xander
sulle sue labbra, quasi con quel bacio avesse ripreso fiato dopo una lunga
apnea, << Scusami. Non avrei dovuto essere così idiota… Non sai quanto mi
mancavi. Dove la trovo un’altra come te, in giro? Lo sapevo già prima, ma come
uno stupido me ne ero dimenticato… >>.
Irina sorrise,
sentendo le sue braccia cingerla con la forza e la delicatezza che lei
conosceva, pervasa da quel senso di protezione che solo lui sapeva darle.
Adorava quella sensazione, soprattutto ora che era nuova: lui l’avrebbe
protetta sempre, quando glielo avesse chiesto. Avrebbe smesso di essere
apprensivo, ma se lei lo avesse chiamato, avrebbe di nuovo attraversato mari e
monti per trovarla.
<< Ora non
fare troppo lo zerbino >> sussurrò lei, divertita, << Non mi piace
quando fai il cagnolino bastonato… Non è da te >>.
Xander sorrise,
sfiorandole nuovamente le labbra.
<< E tu non
fare la santarellina >> ribatté, << Come mai mi hai perdonato così
presto? >>.
<< Calma,
agente Went, non siamo
ancora tornati insieme >> disse Irina, assumendo l’aria da seduttrice,
<< Devi passare ancora un po’ di prove, prima di riavere la mia
approvazione… >>.
Xander ammiccò, gli occhi
che scintillavano.
<< E quali
sarebbero, queste prove? >> domandò.
Irina gli sfiorò le
labbra, poi si staccò.
<< Non ti
aspetterai che mi lasci ammaliare da te in questo modo? >> ribatté,
raggiungendo la Punto, e aprendo la portiera, << Dovrai aspettare ancora
un po’, per avermi di nuovo tutta intera >>. Ridacchiò per quella sua inusuale sfacciataggine, ma non potè
farne a meno: aveva il cuore tenero, ma non poteva cedere subito. Doveva
rendere le cose un po’ più movimentate, e soprattutto un po’ più divertenti.
Xander sorrise e aprì le
braccia in segno di resa.
<< Questo è
un invito a vederci un’altra volta? >> domandò.
Irina ammiccò,
salendo sulla Punto.
<< Forse
>> rispose.
Poi partì con una
sgommata, rendendosi improvvisamente conto di quanto le cose erano successe in
fretta… Nulla di quello era stato pianificato, ma lei capì che le cose non
sarebbero potute andare diversamente: lei e Xander erano
fatti per stare insieme, non c’era nient’altro da
dire. Se il destino aveva portato lui a Los Angeles, due anni prima, un motivo
c’era.
E mentre tornava a
casa, si sentì di nuovo lei stessa, si sentì di nuovo
completa. Forse avrebbe ferito il cuore di qualcuno, forse avrebbe deluso le aspettative di qualcun’altro, ma lei era di nuovo Irina, la
vera Irina.
Ed era tutto quello
che voleva.
Ore 18.00 –
Mosca, Appartamento di William
Lo Scorpione guardava
Irina estrarre la roba da mangiare dai sacchetti di plastica e riporla con cura
nel frigorifero, le manine che si muovevano efficienti su e giù, il viso
stranamente rilassato e l’espressione tranquilla.
Doveva ammetterlo,
dalla sera prima Irina sembrava più felice. Riavere la sua Punto e vincere una
gara doveva averle ridato la gioia di vivere, e lui
non poteva che rallegrarsene. E il fatto che fosse di nuovo lì, lo stupiva
alquanto.
Dopo la storia del
meccanico ammazzato, pensava che Irina tornasse distante, o che tentasse la
fuga dalle sue grinfie. Per un attimo, quando dopo due ore non l’aveva vista
tornare, aveva pensato davvero che fosse fuggita. In fondo, per quanto si
sforzasse di non darlo a vedere, c’erano situazioni in cui Irina aveva ancora
paura di lui… E con molto dolore lui se ne era reso conto. Quando si
arrabbiava, la vedeva osservarlo con inquietudine; quando andavano a letto, lei
si mostrava decisamente accondiscente,
come se avesse paura di dirgli di no.
Si ricordò
nuovamente quello che era accaduto in passato, e che doveva essere rimasto come
un ricordo indelebile nella mente di Irina. Difficilmente lo avrebbe cancellato
così presto, se mai ci fosse riuscito. Ma lui voleva
che dimenticasse; voleva che smettesse di avere paura di lui… Voleva che lo
amasse incondizionatamente come lui amava lei.
E quella sera,
all’improvviso, mentre giaceva nel buio della camera da letto,
di fianco al corpo caldo e addormentato di Irina, tutti gli interrogativi che
si era posto sempre trovarono una risposta. Tutte le sensazioni che vorticavano
nella sua testa trovarono un senso. La sua vita, trovò
finalmente la strada giusta.
Davvero gli
importava così tanto riportare in auge la Black List?
Davvero ci teneva così tanto a riavere la sua schiera di piloti clandestini?
Davvero rivoleva
indietro il rispetto, i soldi, la fama, il potere e la città che per tanti anni
aveva creduto indispensabili?
Davvero voleva di
nuovo essere il vecchio Scorpione?
No.
Forse era tutta una
scusa. Forse era una semplice farsa.
Perché tutto quello
che in quel momento desiderava lo aveva già.
Aveva Irina. Aveva
quella ragazza che era stata la sua rovina, e che ora era la sua rinascita.
Cosa gli importava
da avere gare e piloti da organizzare, quando aveva lei la mattina a
svegliarlo, a portargli la colazione fatta di caffè e semplici brioches? Cosa gliene fregava di gettare il terrore nella
gente, quando con un piccolo gesto poteva avere il suo sorriso tutto per sé?
Che gli importava di quelle sgualdrine da quattro soldi, quando poteva
stringere il corpo perfetto di Irina tra le braccia e sentire il suo sapore
sulla lingua? Cosa gli servivano i piloti che li seguivano per soldi, quando
aveva la fedeltà gratuita di Fenice?
A cosa gli serviva
tutto il resto, se non aveva lei? Che senso aveva?
Nessuno.
Allora capì che
davanti a tutto e a tutti c’era Irina. Che era lei che doveva tenere stretta,
che era lei che non doveva perdere mai. Perché se guardava avanti, se guardava al suo futuro, era lei che vedeva.
E per la prima
volta nella sua esistenza, concepì l’idea di poter legarsi a qualcuno per
sempre. Concepì l’idea di famiglia, famiglia che lui
non aveva mai davvero veramente avuto. Concepì l’idea di un domani
dove le gare clandestine passavano in secondo piano, per lasciare spazio
a una vita più normale.
Vide scene di
un’esistenza futura, scene che non aveva mai
immaginato, scene che aveva solo visto in vite di altri, non nella sua.
E vide un bambino.
Vide un figlio.
Sì, riusciva a pensarlo.
Riusciva a immaginare di poter desiderare un bambino da Irina, riusciva a
comprendere quella sensazione. Sapeva che un giorno sarebbe arrivato anche
quello, se avesse voluto. Prova ultima e definitiva di un sentimento che lui
aveva scoperto troppo tardi.
Ma se era ancora
presto per pensare davvero a un figlio, non era presto per altro.
Perché per darle la
conferma di amarla, per fare in modo che lei si fidasse completamente di lui,
era disposto a tutto.
Anche a compiere un
passo che non aveva mai immaginato, né si era mai augurato. Un passo
definitivo, coraggioso, ma anche estremamente
eccitante. E ora come ora, voluto.
Era pronto. Lo
voleva davvero.
Poteva sposarla.
Spazio
Autrice
Già vi vedo, con la
bocca aperta e gli occhi spalancati di fronte all’ultima frase. Capitolo
piuttosto denso, in quanto a sentimenti, no? Se il perdono di Xander era quasi scontato, chi si aspettava una decisione
del genere da parte di William? Decisamente shock,
vero? Adesso bisogna vedere cosa accadrà quando lo chiederà a Irina… Che ne
pensate? La situazione è un pochino complicata… E non
farà che complicarsi di più da prossimo cap in poi,
ma naturalmente niente anticipazioni. Voi continuate a lasciarmi le vostre
impressioni, anche se immagino che ormai tanti se ne siano andati in vacanza…
In ogni caso, quando tornate fatemi sapere. A me purtroppo non mi resta che stare qui, a patire il caldo.
Ringrazio tutti coloro che recensiscono!
Bacioni!