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Autore: Lhea    03/08/2011    2 recensioni
[Seguito de “Il gioco dello Scorpione”]
Sono passati due anni da quando lo Scorpione è finito dietro le sbarre, due anni da quando Irina è tornata a essere una ragazza normale e due anni da quando tutto nella sua vita ha iniziato a prendere la giusta piega… Ma si sa che il passato è sempre difficile da dimenticare, e lei lo sa meglio di tutti.
Il passato si può nascondere, si può rinnegare, si può anche cercare di dimenticarlo, ma non si può cancellare. Perché rimane lì, a ricordarti ciò che sei stata e ciò che sei diventata; rimane lì a farti capire cosa hai perso e cosa hai guadagnato… Il passato torna. E quando torna, un motivo c’è sempre.
E se all’improvviso Fenice tornasse? E se all’improvviso se le venisse offerta la possibilità di correre ancora per una giusta causa, di passare dalla parte “giusta” e coniugare due cose che non aveva mai pensato di poter riunire? E se all’improvviso si rendesse conto che alla fine il suo passato non lo hai mai dimenticato, che ha sempre vissuto all’ombra di ciò che era stata?
Questa volta Irina deve fare una scelta che può cambiare definitivamente il suo mondo, il suo modo di vedere e di vivere… Una scelta che la dividerà da tutto e da tutti, e che sarà la sua unica possibilità per lasciarsi veramente il suo passato alle spalle. Per poi scoprire che in due anni molte cose cambiano, comprese le persone che hanno fatto parte della sua vita.
Questa volta, il passato torna per sconvolgere tutti, per dimostrare che si cade e ci si rialza; per dimostrare che si perde e si vince; per dimostrare che il bene e il male sono solo due visioni relative… Per dimostrare che alle volte le parti si invertono, e ti mostrano quello che veramente c’è da vedere.
[Nota dell’autrice: lasciatemelo dire: questo non sarà il solito seguito. Se torno, torno per stupirvi… E’ una promessa]
POSTATO ULTIMO CAP + EPILOGO
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Gioco dello Scorpione'
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Capitolo XXXXIII

Capitolo XLIII

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ore 23.00 – Mosca, Zona Nord

 

Irina inchiodò la Punto sulla linea di partenza, sentendo le ruote fischiare sull’asfalto, la gente intorno che borbottava e la fissava sprezzante, infastidita dalla sua vittoria. Lasciò raffreddare gli animi, prima di scendere per andare a incassare il suo premio.

 

Era stata una gara facile: era mercoledì, e la maggior parte dei piloti clandestini non si faceva vedere. Era il sabato che si scatenavano, e ora che Irina riaveva la sua Punto non vedeva l’ora di prendere parte alle corse vere, quelle a cui era abituata un tempo. Da quando riaveva la sua macchina, la voglia di competere le era tornata, più forte e travolgente di prima.

 

L’aria fredda della notte le diede un’ulteriore carica, e a passo deciso si diresse verso Boris, un ghigno soddisfatto sul volto.

 

<< Ottima gara, Fenice >> disse solo lui, porgendole il denaro. Chiaramente non sembrava felice per la sua vittoria, ma fare buon viso a cattivo gioco era il suo mestiere.

 

Irina lo prese, sentendosi strana, e con un cenno del capo lo ringraziò. Senza aggiungere niente si voltò e si diresse verso la Bugatti nera parcheggiata un po’ in disparte, dove William la aspettava, un sorrisetto dipinto sul volto e le braccia incrociate.

 

<< Quanto mi piace, quando fai la dura… >> disse, divertito.

 

Irina gli sorrise. Non sapeva cosa stava accadendo tra loro due, ma sapeva che William le aveva riportato la sua Punto, e in qualche modo le aveva ridato speranza. Aveva fatto qualcosa per cui gli sarebbe stata grata per sempre, al di là di tutto quello che era accaduto tra loro nel passato.

 

Gli porse il denaro, ma lui fece cenno di no con la testa.

 

<< Adesso mi faccio io una gara. Domani avremo un bel gruzzolo da spendere >> rispose.

 

Le schioccò un bacio sulle labbra, poi aggiunse: << Aspettami qui, non scappare, bambolina >>.

 

Irina annuì e lo guardò portare la Bugatti sulla linea di partenza. Sarebbe stata una gara facile per lui, esattamente come lo era stata per lei. Mettere qualche soldo da parte avrebbe potuto tornargli comodo…

 

Con la coda dell’occhio vide qualcosa muoversi un centinaio di metri più avanti, e l’inconfondibile Audi R8 color carbonio di Dimitri fece capolino per un istante, riportandola immediatamente alla sua missione. Si guardò intorno preoccupata, ma appena sentì il rombo dei motori delle auto che partivano, si infilò nel vicolo più vicino e come aveva immaginato l’Audi era già lì, ferma e a fari spenti.

 

<< Hai qualche notizia da darmi? >> domandò subito lei, vedendo Dimitri scendere dall’auto serio. Ormai era abituata a incontrarlo in quel modo, quindi non gli rimproverava più né l’avventatezza né la pericolosità di trovarsi così vicino ai russi e allo Scorpione.

 

<< No, a parte che Challagher ha ammazzato un meccanico per riavere la tua macchina >> rispose Dimitri, quasi seccato, << Immagino che questo non lo avessi calcolato… >>.

 

Irina rimase di sasso, e improvvisamente ricordò esattamente chi era William e ciò che era stato… Aveva ucciso, e lei aveva dimenticato tutto quello solo perché le aveva ritrovato la sua macchina. In più, aveva ammazzato per riportarle la Punto. Chiunque fosse la vittima, anche se lei non la conosceva, si sentì profondamente in colpa. Era stata decisamente egoista, non preoccupandosi di come lo Scorpione fosse riuscito a ritrovare, riportare e mettere a posto la sua auto.

 

Dimitri la guardò come se fosse irritato dal fatto di dovergli dare quella notizia. O forse c’era qualcos’altro sotto?

 

<< Sei venuto per questo? >> domandò lei alla fine, per togliersi di dosso quella sensazione che improvvisamente le era piombata addosso.

 

Il russo fece una smorfia infastidita.

 

<< Sono venuto perché Went voleva che te lo dicessi >> rispose, e Irina capì perché era così seccato, << Ritiene che questo possa metterti in guardia >>.

 

Si guardarono in faccia per qualche istante, poi lei scosse il capo.

 

<< Perché non è venuto di persona? >> chiese.

 

William si produsse in un ghigno.

 

<< Sembra strano dirlo, ma crede che tu dia più ascolto a me, che a lui >> rispose Dimitri.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Xander rimase in disparte, a guardare la scena da lontano. Vide Irina parlare con Dimitri, e si rese improvvisamente conto che aveva bisogno di parlarle anche lui. Non per darle dei consigli, per metterla in guardia, ma semplicemente per chiederle scusa. Ci aveva pensato più volte, ma ora capiva che era fondamentale che lo facesse il prima possibile.

 

D’un tratto, la vide voltarsi e guardare verso la sua parte. Forse il russo le aveva detto che c’era anche lui, e che era sua anche l’idea di dirgli dell’omicidio di Juglarav. Credeva fosse giusto che sapesse cosa era successo…

 

Senza pensare, Xander scattò in avanti e li raggiunse senza farsi vedere dai russi, che sembravano concentrati sulla gara. In un attimo fu nel vicolo, a due metri da Irina, sapendo che si stava mettendo nei guai in tutti i sensi.

 

Però doveva ammetterlo, rivederla adesso gli dava una strana sensazione: non se la ricordava così adulta, né così bella. O forse era semplicemente il fatto che finalmente aveva imparato a vederla per quello che era davvero.

 

<< Ciao, Xander >> lo salutò Irina, né sorpresa né arrabbiata, come se anche lei si fosse dimenticata che l’ultima volta che si erano parlati era stato durante la Mosca-Cherepova, quando l’aveva piantato e poco dopo lui era finito tra le braccia di Nina.

 

<< Ciao Irina >> fece lui, leggermente imbarazzato.

 

Qualcosa li distrasse entrambi, e insieme si voltarono a guardare Dimitri che risaliva sull’Audi R8 con l’aria distaccata. Un lampo di preoccupazione passò sul volto di Irina per un attimo, come se la reazione del russo fosse legata a qualcosa che lei conosceva.

 

<< Non fatevi beccare >> disse solo Dimitri, sparendo poi sulla strada, il motore dell’auto al minimo.

 

Xander tornò a guardare Irina, sollevato dal fatto che Dimitri se ne era andato: non gli andava di dire quello che aveva da dire davanti al russo, anche se sapeva che in qualche modo l’ex Mastino aveva già capito tutta la situazione. Irina sembrò vagamente turbata.

 

<< Ho poco tempo, Xander >> disse a bassa voce, e il suo tono era calmo. Non era spazientita, ma stava semplicemente dicendo che aveva imparato a fare l’agente dell’F.B.I., e che quindi era al corrente di tutti i rischi di quel contatto.

 

<< Lo so >> ribatté lui, << Non avevo programmato di incontrarti, ma penso che questa potrebbe essere l’unica occasione che ho per dirti quello che penso, prima che tutto questo finisca… >>.

 

Irina annuì.

 

<< Mi dispiace >> disse Xander, di getto, << Mi dispiace per come sono andate le cose. Sono stato stupido… Sono stato un vero idiota. Avrei dovuto lasciarti fare, visto anche come sono andate le cose… Fare l’agente dell’F.B.I. da più anni di te non è servito a farmi capire che avevi ragione tu, né che mi sono comportato da bambino viziato. E soprattutto, mi dispiace per la storia di Nina >>.

 

Aveva parlato con voce ferma, sicura, perché mai come allora era certo di ciò che stava dicendo. Aveva capito, e non si vergognava più ad ammettere che aveva sbagliato. Era pronto a sorbirsi la ramanzina, e soprattutto non si aspettava nessun perdono.

 

Irina rimase a guardarlo in silenzio per alcuni istanti, come se non sapesse bene cosa dire. Alla fine disse, a bassa voce: << E’ stata la convivenza con Dimitri a farti cambiare idea? >>.

 

Xander non capì subito, poi si rese conto che era una battuta. Irina stava sorridendo impercettibilmente.

 

<< No, lui non è per niente d’aiuto >> rispose, << Non fa altro che fare battutine o allusioni varie… E dovresti sapere meglio di me che non è mister simpatia >>.

 

Irina annuì, poi si fece seria.

 

<< Perché sei tornato? >> domandò, << Mi avevano detto che avevi intenzione di abbandonare la missione… >>.

 

Probabilmente sapeva già la risposta, ma voleva sentirla da lui.

 

<< Ho deciso di rimanere quando ho saputo che Challagher era qui >> rispose, << Era una questione di principio: io l’ho arrestato la prima volta, e io lo farò tornare in cella. E poi tu dovevi occuparti della Lince, quindi ci voleva qualcuno che lo tenesse d’occhio… >>.

 

Irina sembrò capire dove volesse arrivare.

 

<< La mia è stata una scelta presa di getto, Xander, ma una scelta consapevole >> disse, << O facevo saltare tutto, oppure fingevo di stare di nuovo con lo Scorpione. Non credevo funzionasse, ma William sembra credermi. Devo sfruttare la situazione finché non avremo catturato la Lince, per quanto mi costi >>.

 

Xander capì, perché sapeva cosa comportava essere la donna dello Scorpione. Sapeva che Irina stava facendo uno sforzo enorme, che stava affrontando qualcosa che aveva creduto di non dover sopportare mai più… Sapeva che doveva andare a letto con Challagher, ne era consapevole, e nonostante rodesse di gelosia fin dentro le ossa, cercava di non darlo a vedere: non ne aveva il diritto, visto che non stavano più insieme.

 

<< Ti… Ti sta facendo del male? >> domandò, incerto. Era una domanda stupida, se ne rendeva conto, ma che altro poteva chiederle, quando era preoccupato per la sua incolumità?

 

Irina scosse il capo, triste.

 

<< No >> rispose, << Sono io che sto facendo del male a lui >>.

 

Xander fece una faccia stranita.

 

<< Non mi aspetto che tu capisca >> aggiunse Irina, e il suo tono non era di superiorità, ma quello di una semplice constatazione, << Nessuno ci riuscirebbe, ne sono sicura. Ma credimi, mai come ora so quello che sto facendo… E so esattamente cosa comporta >>.

 

Era chiaro che Irina non voleva che insistesse su quell’argomento, ma lui non ne aveva l’intenzione. Finché la sua scelta era consapevole e ragionata, lui non ci avrebbe più messo il naso. Meglio stare al proprio posto, che rischiare di rovinare ancora di più il loro rapporto.

 

<< Anche io >> disse, << E mi dispiace solo per ciò che devi passare. E’ una decisione tua, non mi intrometterò >>.

 

Irina sembrò colpita dalla sua ultima affermazione, come se da lui non si aspettasse una frase del genere. Xander sorrise, facendole capire che non era l’unica stupita dalla cosa.

 

<< Ti fa bene stare da solo >> commentò lei, divertita.

 

Xander si strinse nelle spalle.

 

<< Sarà la presenza di Dimitri… >>.

 

Irina si voltò a guardare verso l’arrivo della gara, leggermente preoccupata.

 

<< Comunque, accetto le tue scuse, Xander >> disse, << Quello che è successo è colpa di entrambi: non ci siamo capiti, e non abbiamo nemmeno fatto lo sforzo di provarci… >>.

 

<< Non la storia di Nina >> si affrettò a dire Xander, << Lì è solamente colpa mia. Sono caduto nel suo sacco come uno sciocco… >>.

 

Irina sembrò fare un sorriso amaro, e lui non capì se era il ricordo della ragazza a farla stare male, o qualcos’altro.

 

<< Ognuno di noi due ha le proprie colpe >> disse lei, << Ma non è tormentandoci su quel punto che troveremo una soluzione… Non mi interessa più che tu sia andato a letto con Nina. So cosa significa… >>.

 

Di fronte all’occhiata di Xander, Irina si fece seria, quasi risoluta.

 

<< Dimitri non te lo ha detto, perché preferiva che lo facessi io >> aggiunse, << Siamo stati a letto insieme, Xander. E lo volevamo entrambi >>. Sottolineò quasi le ultime parole, come se volesse far intendere che nessuno aveva costretto nessuno.

 

Xander rimase di sasso: in qualche modo lo sapeva già, era stata una delle ipotesi che aveva fatto, ma sentirselo dire da Irina così, in quattro e quattr’otto, lo lasciava senza parole.

 

In un lampo, una serie di immagini di Irina e Dimitri gli balenò nella testa, facendogli accelerare i battiti del cuore, il sangue che scorreva nelle vene quasi bollente… Ora si spiegavano le battutine del russo, e quella strana alchimia che sembrava essersi creata tra i due…

 

Xander deglutì, trasse un respiro profondo e mantenne la calma. Diede prova di un autocontrollo di cui non credeva essere capace, e guardò Irina con serietà, mentre decine di pensieri gli scorrevano per la testa.

 

Avevano fatto entrambi la stessa cosa, ma era stato lui a cominciare. E aveva imparato che prima di giudicare gli altri, bisognava giudicare se stessi.

 

<< Come hai detto tu, ognuno ha le sue colpe >> disse piano, << Vorrei solo sapere se è stata questione di una notte, oppure… >>.

 

Irina sorrise impercettibilmente mentre rispondeva.

 

<< Una notte e basta, Xander. Io e Dimitri non stiamo insieme, e non ho lasciato te per lui. E’ successo, forse esattamente come è accaduto a te con Nina… Sono quelle cose che succedono e non te le sai spiegare. Non prendertela con Dimitri, non è colpa sua >>.

 

Fece per allontanarsi, perché la gara stava per finire, ma Xander la fermò ancora un attimo.

 

<< Aspetta >>. Irina si voltò a guardarlo, gli occhi da cerbiatta in attesa. << Credi che possiamo incontrarci ancora, per parlare di nuovo? Non ho intenzione di giudicare quello che stiamo facendo… Voglio solo capire se si può recuperare ancora qualcosa… >>.

 

Sì, ora che l’aveva rivista, e anche che aveva saputo la verità, si accorgeva che l’amava ancora. Che non gliene fregava assolutamente niente del fatto che era andata a letto con Dimitri, che facesse finta di stare con Challagher e che lo avesse mollato.

 

Irina sembrò pensarci un momento, poi annuì.

 

<< Va bene, Xander >> disse, << Ma ora devo proprio andare… Appena posso, ti mando un messaggio. Ciao >>.

 

Xander la guardò sparire di corsa oltre l’angolo della strada, sentendo il rombo dei motori delle auto in gara che si avvicinavano… Eh già, lui non aveva mai voluto accorgersene, ma Irina era adulta. Grande abbastanza da andare a letto con qualcuno che non fosse lui, grande abbastanza da saper scegliere da sola, grande abbastanza per decidere di lasciarlo… Erano finiti i tempi dove era lui il suo principe azzurro, che la salvava dai pericoli. Ma era finito anche il tempo in cui lui credeva di essere il migliore, l’infallibile.

 

Adesso erano sullo stesso piano, e si aprivano nuovi scenari.

 

Percorse la strada fino all’appartamento che condivideva con Dimitri lentamente, ripensando alle parole di Irina. Lo aveva perdonato, ma ciò non voleva dire che gli dava un’altra possibilità… Però aveva acconsentito a incontrarlo di nuovo, e lui le era grato.

 

Una volta a casa, trovò Dimitri che guardava fuori dalla finestra, e si accorse di non provare odio, nei suoi confronti. Solo un po’ di fastidio, e una leggera amarezza. Era stato migliore di lui; aveva avuto successo dove lui aveva fallito: conquistare Irina.

 

<< E dire che ti avevo mandato per controllarla… >> commentò, sarcastico, per fargli capire che ora sapeva tutto.

 

Dimitri incrociò le braccia, e nei suoi occhi di ghiaccio si dipinse un’espressione di sfida.

 

<< E l’ho fatto >> ribatté, << Anche se non ce ne era bisogno… >>.

 

<< Non avevi il coraggio di dirmelo, che eravate stati a letto insieme? >> domandò Xander, senza nemmeno guardarlo. Aveva giocato a provocarlo fino ad adesso, approfittando della sua ignoranza. Ora toccava un po’ a lui.

 

Dimitri ridacchiò.

 

<< Fosse stato per me, Went, te lo avrei detto subito e senza troppi giri di parole >> rispose, << Ma non mi intrometto nelle questioni degli altri. Doveva essere lei a dirtelo, e non io >>.

 

Improvvisamente, Xander capì perché Irina si era infatuata in qualche modo del russo: Dimitri sembrava provare il più totale e profondo rispetto per lei, diversamente da quello che aveva dimostrato lui.

 

<< E non lamentarti, Went >> aggiunse Dimitri, sarcastico, << Almeno lei ha avuto la decenza e il coraggio di mollarti, prima di venire a letto con me >>.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Irina ritornò vicino al traguardo, accorgendosi che un paio di russi stavano parlando a bassa voce tra loro, piuttosto concitati. Gli rivolse uno sguardo poco interessato, sperando non si fossero accorti della sua sparizione sospetta, ma quando sentì chiaramente il nome “Challagher si allarmò. Per un attimo, dimenticò l’incontro con Xander, e si soffermò a guardare i due tizi, anche se non capiva cosa dicevano perché parlavano in russo.

 

Alla fine, quello che sembrava più aggressivo dei due, si voltò e fissandola ringhiò: << Challagher deve guardarsi le spalle. Non può uccidere chi gli pare e sperare di farla franca >>.

 

Irina rimase di sasso, senza capire bene il senso della frase, a parte la minaccia piuttosto esplicita. Poi il russo si allontanò, lanciandole un’occhiataccia, e lei sentì le auto tagliare il traguardo, inchiodando dopo la linea di partenza.

 

Le ci volle un momento, poi capì. Si riferiva al recupero della sua auto, e all’omicidio di quel meccanico… In un attimo, ritornò alla conversazione di poco prima con Dimitri e Xander, questa volta con più lucidità e consapevolezza.

 

Sapere che William aveva ucciso per riavere indietro la Punto le scatenò addosso una serie contrastante di emozioni: rabbia, dolore, tristezza, ma anche un’imbarazzante senso di stupore. Lo Scorpione era arrivato ad ammazzare per riavere indietro la felicità della sua Fenice…

 

Non era orgogliosa, né contenta, né tantomeno soddisfatta di ciò che William aveva fatto: sapere che la sua auto era in qualche modo macchiata del sangue di qualcuno, anche se quel qualcuno le aveva fatto un torto, la faceva inorridire. E tutto quello significava anche un’altra cosa: lo Scorpione esisteva ancora, quello spietato che aveva conosciuto lei. Era cambiato, ma lo aveva fatto solo nei confronti di Fenice: per tutti gli altri, sarebbe rimasto sempre lo stesso. Avrebbe continuato a uccidere, a dettare le sue regole, a incutere paura e a gioire del suo potere.

 

Alzò lo sguardo, mentre William usciva in quel momento dalla Bugatti, e gli rivolse uno sguardo infuocato. Lui sembrò non capire, ma chiaramente la notizia si era diffusa tra i russi, che lo fissavano infuriati, forse pronti a prendersi di già la loro vendetta…

 

Prima che avesse il tempo di andare a ritirare il premio, Irina si era avvicinata a William e aveva detto, secca: << Andiamocene >>.

 

Lo Scorpione sembrò infastidito dalla sua reazione.

 

<< Perché? >> domandò solo.

 

<< Andiamocene >> ripetè secca Irina, sapendo che era questione di vita o di morte, << Subito. Sanno cosa hai fatto, e hanno intenzione di darti una lezione >>.

 

William sembrò valutare la situazione, poi assunse un’espressione seria e risalì in auto. Nessuno sembrava avere voglia di consegnare il premio allo Scorpione, e lui preferì non tentare lo scontro. Riavviò il motore della Bugatti, allontanandosi rapidamente.

 

Irina lo seguì subito, senza guardarsi intorno. Sapeva che bastava un solo cenno sbagliato e i russi avrebbero scatenato un casino. I nervi erano palesemente a fior di pelle, ma per fortuna sembravano esitare, forse per paura di ritrovarsi con la polizia addosso da un momento all’altro. Le gare non erano mai totalmente sicure, anche le meglio organizzate.

 

Una volta a casa, attese di essere lontana da orecchie indiscrete prima di parlare. Richiuse la porta dell’appartamento alle sue spalle, poi guardò William, arrabbiata e risoluta.

 

<< Che cosa hai fatto?! >> sbottò, ma la sua era una domanda retorica, << Come ti è saltato in mente di ammazzare una persona per riavere la mia auto?! >>.

 

William fece una smorfia di sfida, senza stupirsi che lei fosse venuta a conoscenza della cosa.

 

<< Non mi è parso che ti fossi fatta dei problemi a riguardo, quando te l’ho fatta ritrovare >> ribatté, secco.

 

<< Perché non immaginavo arrivassi a tanto! >> rispose lei, sempre più arrabbiata. << Rivolevo la mia auto, ma non a questo prezzo! >>.

 

Si fissarono in silenzio, e Irina vide brillare negli occhi verdi di William uno strano misto di rabbia, fastidio e insoddisfazione. Non era pentito di ciò che aveva fatto, nemmeno un po’.

 

<< Perché ti interessa tanto? >> fece, acido.

 

<< Non voglio che per colpa mia della gente muoia >> rispose Irina, << Nemmeno se c’è di mezzo la mia macchina… Uccidere è sbagliato, William, soprattutto se non ce ne è motivo… >>.

 

<< Il motivo c’è sempre, Irina >> la interruppe lo Scorpione, << Tu non lo hai mai capito, ma chi fa parte del nostro giro deve imparare che o mangi o vieni mangiato. E se vuoi che la gente ti rispetti, non devi mostrare di avere paura, mai… >>.

 

<< Questo non è il tuo campo >> ribatté Irina, << Siamo degli stranieri in territorio nemico, non… >>.

 

<< Non devo dare giustificazioni a nessuno, per ciò che faccio >> la interruppe nuovamente William, << Non sono scappato di prigione e non ho attraversato mezzo mondo per farmi mettere i piedi in testa da un gruppo di russi alcolizzati. Pensavo mi fossi grata, per ciò che ho fatto >>. Non era deluso, era profondamente arrabbiato.

 

Irina rimase in silenzio, cercando di capire come comportarsi. Ormai era fatta, chiunque avesse ucciso non poteva essere riportato indietro… E non poteva non sapere che William in fondo lo aveva fatto per lei, per riavere indietro Fenice.

 

Improvvisamente, capì quanto William fosse disposto a fare per lei, e la situazione in cui si trovava. Non poteva pretendere che cambiasse così, da un giorno a un altro, e non poteva nemmeno pensare di riuscire a salvarlo da se stesso così facilmente. Cercò di mettersi nei suoi panni, di capire cosa gli passasse per la testa in quel momento… Lo conosceva, era orgoglioso, si aspettava gratitudine, ma forse in quel caso le cose erano diverse… Forse era deluso dal fatto di averla fatta arrabbiare?

 

Lo guardò per qualche istante in silenzio, accorgendosi che era sempre e comunque attraente, anche con quella cicatrice sul sopracciglio. Chissà perché, ci faceva davvero caso solo il quel momento… Forse perché quel segno la ricollegava a Xander, al passato, a tanti eventi ormai lontani?

 

<< William >> disse lei alla fine, conciliante, << Ti sarò sempre grata per quello che hai fatto. Solo che devi capirmi… Non voglio che della gente muoia per me, nemmeno se mi ha fatto un torto. E non voglio nemmeno che tu ti sporchi le mani con il sangue di qualcuno, chiunque esso sia. Non riuscirei più a dormire la notte, se sapessi che vai in giro ad ammazzare gente in nome mio >>.

 

Lo guardò intensamente, per fargli capire che non gli stava mentendo. Era sempre più convinta di riuscire a salvarlo da stesso, che non fosse del tutto perduto.

 

Lo Scorpione sembrò soppesarla, come se per certi versi stesse valutando le sue ragioni.

 

<< Essere codardo non fa parte della mia natura >> disse, secco, << E non posso nemmeno lasciarmi mettere i piedi in testa da nessuno… A quest’ora sarei già dentro una bara, se non mi fossi fatto rispettare >>.

 

<< Non ti sto chiedendo di promettermi nulla >> si affrettò a dire Irina, sapendo di dover arrivare a un compromesso, << Non voglio mettere il naso nei tuoi affari, ma… Per favore, avvertimi prima di fare una cosa simile… Voglio saperlo, se stai andando a uccidere qualcuno >>.

 

William sembrò colto alla sprovvista, poi si addolcì.

 

<< D’accordo, Irina >> disse lentamente, << Cercherò di avvertirti prima, se è questo che vuoi. Ma solo se è qualcosa che ti riguarda. Il resto rimangono affari miei >>.

 

Irina abbozzò un sorriso: meglio di niente, lo sapeva.

 

<< Grazie, William >> disse solo. Poi aggiunse: << Ti sei messo nei guai, ora. I russi si vogliono vendicare… >>.

 

Lo Scorpione alzò il mento, in segno di sfida.

 

<< Che mi sfidino pure. Sono stati loro a cominciare >> disse, secco.

 

Era chiaro che William non era nel suo momento migliore, nonostante avesse vinto la gara. Irina decise di lasciar perdere e fargli sbollire la rabbia.

 

<< Vado a fare una doccia. Non pensare a quello che è successo stasera, tanto ormai è fatta >> disse, e sparì in camera per prendersi il cambio.

 

In realtà, forse voleva più che altro stare da sola con se stessa. L’incontro con Xander l’aveva scombussolata, doveva ammetterlo, soprattutto per la piega che aveva preso il discorso.

 

Aveva davvero accettato le scuse di Xander; lo aveva perdonato perché era stato sincero, perché aveva messo da parte l’orgoglio e aveva ammesso i suoi errori. E soprattutto perché le aveva dato la possibilità di scegliere. L’aveva finalmente trattata da adulta.

 

Sorrise, mentre l’acqua calda le scorreva sulla nuca, rivivendo le emozioni che aveva provato quando Xander era venuto a parlarle. Era contenta che si fosse avvicinato, che avesse cercato quel contatto… Lo amava ancora, lo sapeva. Di fronte alla sua volontà di riprovare non sarebbe stata capace di essere imparziale.

 

William e Dimitri, purtroppo, erano stati solo un ripiego. Il cuore, la sua testa e la sua anima volevano solo una persona, e quella persona sembrava essere tornata migliore di prima. In entrambi aveva cercato e trovato alcune delle sue caratteristiche, ma non tutte. Li aveva usati, e si odiava per questo. Ma non poteva non ammettere che non li aveva mai davvero voluti, che erano stati solo gli eventi a portarla a credere di poter costruire qualcosa con loro… Dimitri per primo, William per secondo. Ma nella sua testa c’era sempre stato solo Xander.

 

Ciò però non significava che avrebbe ceduto subito: non era più la ragazza che si faceva ingannare. E aveva messo subito Xander alla prova, dimostrandosi prima indifferente a lui, e poi dicendogli che era andata a letto con Dimitri.

 

Era stato un colpo basso, ne era consapevole. Forse aveva anche messo alla prova la convivenza fra lui e il russo, ma era un passo necessario. Se davvero era cambiato nei suoi confronti, avrebbe accettato la cosa senza rinfacciargliela, come lei non gli avrebbe rinfacciato di essere andato con Nina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ore 16.00 – Mosca, Exagonal Bar

 

Irina parcheggiò l’auto in un vicolo, in modo che fosse poco visibile, guardò l’orologio e si diresse verso l’ingresso del piccolo Exagonal Bar, che visto da fuori appariva piccolo ma molto chic. Intravide Xander che la aspettava seduto a un tavolino, vagamente nervoso.

 

Prima di entrare, Irina si soffermò a guardarlo: era riuscita a trovare una scusa da rifilare a William, dicendo che andava a fare un po’ di spesa, e gli aveva dato appuntamento. Ora notava che era nervoso, come se fosse la prima volta che uscivano insieme.

 

Sorrise: ne era valsa la pena. Vedere Xander in quello stato era una novità per lei. Di solito era lui quello sempre sicuro di sé, certo di fare colpo. Adesso, invece, le parti si erano invertite, ed era Irina quella forte, quella da riconquistare.

 

Le scappò da ridere mentre entrava defilata nel locale, perché la sua anima di Fenice le avrebbe fatto approfittare della situazione: solo un pochino, giusto per prendersi qualche rivincita e vedere quanto davvero era cambiato Xander.

 

Prese posto al tavolino, fintamente seria, e guardò Xander con l’aria dell’agente in missione, quale effettivamente era.

 

<< Ho dovuto fare i salti mortali per venire qui >> disse, << Sai che non ho tantissimo tempo. Se mi becca William sono finita >>.

 

Xander annuì.

 

<< Lo so >> disse, poi sembrò trattenersi dal sorridere. << Pensavo non venissi… >>.

 

<< Mi hai chiesto di parlare, perché non dovevo dartene la possibilità? >> fece lei.

 

Si guardarono negli occhi per un istante, e in quell’istante Irina capì che Xander sapeva che l’aveva già perdonato. Che non poteva nascondere di amarlo ancora, nonostante tutto.

 

<< Grazie, allora >> disse lui, << Ma… Ok che mi presento con la coda tra le gambe, ma quello che è successo tra te e Dimitri è stato un colpo davvero basso, non trovi? Non sei stata un po’ troppo cattiva? >>.

 

Xander sorrideva, e Irina non potè fare a meno di assumere l’espressione della bimba furbetta che sa di avere la situazione in pugno.

 

<< Volevo vedere la tua faccia >> rispose, << E ne è valsa la pena… E comunque preferivo dirtelo subito, e di persona, visto che è una questione tra noi due… In ogni caso, non mi sembra che tu ti sia fatto tanti scrupoli per quanto riguarda Nina >>. Adesso era sincera, e la sua irritazione a riguardo non era finta.

 

Xander diventò serio. << Ok, ti devo delle scuse anche per quello. Sono stato superficiale e infantile. Però non posso tornare indietro, anche se vorrei essere in grado di farlo… Gli errori servono per imparare, no? >>.

 

<< Quindi vuoi dire che non ti importa se sono andata a letto con Dimitri? >> domandò Irina.

 

Xander fece una mezza smorfia.

 

<< No… Cioè, si che mi importa, mi da anche… fastidio, se è per questo. Ma ormai è fatta, e immagino che se è successo un buon motivo ci sarà stato >>.

 

Irina sorrise di fronte alla sua espressione: era geloso, si vedeva, però stava cercando di rimanere tranquillo e di non darlo troppo a vedere, come non avrebbe fatto in passato.

 

<< Ne hai parlato con lui? >> chiese, quasi volesse mettere il dito nella piaga.

 

<< No >> rispose secco Xander, << Nessuno dei due è interessato a farlo… L’unica cosa che Dimitri ha detto, e che devo ammettere è giusta, è che tu mi hai lasciato, prima di andare con lui. Siete stati entrambi onesti, da quel punto di vista >>.

 

Irina lo studiò: molto probabilmente Xander stentava a credere al fatto che Dimitri si fosse fatto quel problema. In effetti, finché erano stati insieme, lui non aveva dato modo di sospettare un interesse nei suoi confronti…

 

Quanto sono stata ingiusta con lui… Mi sono data la libertà di illuderlo. Cosa penserà di me?

 

<< Io non so se questo Dimitri è lo stesso che ho conosciuto quando sono entrata nel giro di Challagher >> cominciò lei, << Non so se è stato il carcere a cambiarlo, o la convivenza forzata con me, o semplicemente il fatto che siamo a casa sua… Non lo so. Quello di cui sono sicura, però, è che adesso conosco la sua storia, e conosco lui. Forse sarà spietato, forse in passato ha ucciso, forse sarà gelido, ma non è cattivo. Non lo è con le persone a cui tiene. Me lo ha dimostrato un sacco di volte… Mi fido di lui, e non smetterò di farlo. Per un attimo ho anche creduto di essermene innamorata, ma non è così. Non chiedermi la spiegazione: non la so. So solo che non provo nulla per lui, se non un’infinita gratitudine e l’affetto di una vera amica >>.

 

Osservò la reazione di Xander, che rimase composto a guardarla. Aveva capito che quello era il suo modo di chiarire le cose, che non c’era altro da aggiungere. Aveva capito che gli stava dicendo che in fondo continuava ad amarlo, esattamente come prima.

 

<< Immaginavo che tu sapessi qualcosa che nessun’altro sa, riguardo a Dimitri >> disse Xander rassegnato, << Non ti fermi mai alle apparenze. E mi costa dirlo, ma credo tu abbia ragione: ho sbagliato, su di lui. Fino ad adesso, anche se lo trovo insopportabile, non mi ha mai tradito >>. Non lo stava dicendo per fare colpo su di lei, lo pensava veramente. << Quindi tu sai tutto ciò che lo riguarda? Perché è venuto a Los Angeles, e perché sembra che qui goda di una certa reputazione? >>.

 

Irina annuì.

 

<< Sì, so tutto >> rispose, << Conosco la sua famiglia e conosco la sua storia. Non chiedermi di raccontartela, non posso. Sarebbe un tradimento alla fiducia che ha riposto in me fino ad adesso >>.

 

<< Non lo farò >> disse Xander, << Se tu ti fidi di lui, mi fiderò anche io >>.

 

Irina sorrise in risposta al suo sguardo: aveva finalmente capito, e forse non avrebbe più visto Dimitri come una minaccia ma come un semplice collaboratore. Era già molto, rispetto all’inizio.

 

Xander si alzò.

 

<< Bene, penso che ti abbia già rubato abbastanza tempo >> disse, << E’ meglio che vada, se non vogliamo che qualcuno ci veda >>.

 

Irina si alzò a sua volta. Avrebbe dovuto lasciarlo andare via, aspettare che si allontanasse e poi uscire a sua volta, ma non ci riuscì.

 

<< Ti… Ti accompagno >> disse, seguendolo.

 

Pagarono il loro caffè preso distrattamente, poi uscirono in strada, gettandosi occhiate intorno e sperando di non incrociare nessuno di loro conoscenza. Si avviarono lentamente verso la Ferrari rossa parcheggiata non molto più in là.

 

<< Dove hai l’auto? >> domandò Xander.

 

<< Nel vicolo lì dietro >> rispose Irina, facendo un cenno con il capo.

 

Stranamente, aleggiava tra loro una certa aria di imbarazzo: era come se stare lì e aver fatto la pace li mettesse a disagio.

 

Alla fine Xander la accompagnò verso la Punto, e Irina non fece commenti. Aprì l’auto, ma non salì. Rimasero a guardarsi, e lei si ritrovò di nuovo stregata da quegli occhi blu, quegli occhi che non aveva trovato in nessun’altro. Quell’espressione, ribelle e dolce, che continuava ad adorare con tutta stessa…

 

Poi, un attimo dopo, si ritrovarono attaccati, le labbra di uno su quelle dell’altro, in un bacio che aveva tutto l’ardore di una lunga separazione e il sapore di qualcosa di ritrovato.

 

E Irina capì che non poteva stare separata da lui, che non gliene fregava niente di tutto quello che era successo, che gli importava solo che lui era tornato ad amarla come prima… Capì che tutto il resto, tutti gli altri, erano stati solo una comparsa… Amava Xander per quello che era, con i suoi difetti e le su virtù, con le sue gentilezze e le sue mancanze. Forse non era più l’eroe perfetto che aveva visto in lui quando l’aveva salvata da Challagher, ma era diventato umano quanto chiunque, e proprio per questo non poteva fare a meno di lui. Erano entrambi imperfetti, ma insieme di completavano. E questo sembrava averlo capito anche lui.

 

<< Scusami scusami scusami >> sussurrò Xander sulle sue labbra, quasi con quel bacio avesse ripreso fiato dopo una lunga apnea, << Scusami. Non avrei dovuto essere così idiota… Non sai quanto mi mancavi. Dove la trovo un’altra come te, in giro? Lo sapevo già prima, ma come uno stupido me ne ero dimenticato… >>.

 

Irina sorrise, sentendo le sue braccia cingerla con la forza e la delicatezza che lei conosceva, pervasa da quel senso di protezione che solo lui sapeva darle. Adorava quella sensazione, soprattutto ora che era nuova: lui l’avrebbe protetta sempre, quando glielo avesse chiesto. Avrebbe smesso di essere apprensivo, ma se lei lo avesse chiamato, avrebbe di nuovo attraversato mari e monti per trovarla.

 

<< Ora non fare troppo lo zerbino >> sussurrò lei, divertita, << Non mi piace quando fai il cagnolino bastonato… Non è da te >>.

 

Xander sorrise, sfiorandole nuovamente le labbra.

 

<< E tu non fare la santarellina >> ribatté, << Come mai mi hai perdonato così presto? >>.

 

<< Calma, agente Went, non siamo ancora tornati insieme >> disse Irina, assumendo l’aria da seduttrice, << Devi passare ancora un po’ di prove, prima di riavere la mia approvazione… >>.

 

Xander ammiccò, gli occhi che scintillavano.

 

<< E quali sarebbero, queste prove? >> domandò.

 

Irina gli sfiorò le labbra, poi si staccò.

 

<< Non ti aspetterai che mi lasci ammaliare da te in questo modo? >> ribatté, raggiungendo la Punto, e aprendo la portiera, << Dovrai aspettare ancora un po’, per avermi di nuovo tutta intera >>. Ridacchiò per quella sua inusuale sfacciataggine, ma non potè farne a meno: aveva il cuore tenero, ma non poteva cedere subito. Doveva rendere le cose un po’ più movimentate, e soprattutto un po’ più divertenti.

 

Xander sorrise e aprì le braccia in segno di resa.

 

<< Questo è un invito a vederci un’altra volta? >> domandò.

 

Irina ammiccò, salendo sulla Punto.

 

<< Forse >> rispose.

 

Poi partì con una sgommata, rendendosi improvvisamente conto di quanto le cose erano successe in fretta… Nulla di quello era stato pianificato, ma lei capì che le cose non sarebbero potute andare diversamente: lei e Xander erano fatti per stare insieme, non c’era nient’altro da dire. Se il destino aveva portato lui a Los Angeles, due anni prima, un motivo c’era.

 

E mentre tornava a casa, si sentì di nuovo lei stessa, si sentì di nuovo completa. Forse avrebbe ferito il cuore di qualcuno, forse avrebbe deluso le aspettative di qualcun’altro, ma lei era di nuovo Irina, la vera Irina.

 

Ed era tutto quello che voleva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ore 18.00 – Mosca, Appartamento di William

 

Lo Scorpione guardava Irina estrarre la roba da mangiare dai sacchetti di plastica e riporla con cura nel frigorifero, le manine che si muovevano efficienti su e giù, il viso stranamente rilassato e l’espressione tranquilla.

 

Doveva ammetterlo, dalla sera prima Irina sembrava più felice. Riavere la sua Punto e vincere una gara doveva averle ridato la gioia di vivere, e lui non poteva che rallegrarsene. E il fatto che fosse di nuovo lì, lo stupiva alquanto.

 

Dopo la storia del meccanico ammazzato, pensava che Irina tornasse distante, o che tentasse la fuga dalle sue grinfie. Per un attimo, quando dopo due ore non l’aveva vista tornare, aveva pensato davvero che fosse fuggita. In fondo, per quanto si sforzasse di non darlo a vedere, c’erano situazioni in cui Irina aveva ancora paura di lui… E con molto dolore lui se ne era reso conto. Quando si arrabbiava, la vedeva osservarlo con inquietudine; quando andavano a letto, lei si mostrava decisamente accondiscente, come se avesse paura di dirgli di no.

 

Si ricordò nuovamente quello che era accaduto in passato, e che doveva essere rimasto come un ricordo indelebile nella mente di Irina. Difficilmente lo avrebbe cancellato così presto, se mai ci fosse riuscito. Ma lui voleva che dimenticasse; voleva che smettesse di avere paura di lui… Voleva che lo amasse incondizionatamente come lui amava lei.

 

E quella sera, all’improvviso, mentre giaceva nel buio della camera da letto, di fianco al corpo caldo e addormentato di Irina, tutti gli interrogativi che si era posto sempre trovarono una risposta. Tutte le sensazioni che vorticavano nella sua testa trovarono un senso. La sua vita, trovò finalmente la strada giusta.

 

Davvero gli importava così tanto riportare in auge la Black List?

 

Davvero ci teneva così tanto a riavere la sua schiera di piloti clandestini?

 

Davvero rivoleva indietro il rispetto, i soldi, la fama, il potere e la città che per tanti anni aveva creduto indispensabili?

 

Davvero voleva di nuovo essere il vecchio Scorpione?

 

No.

 

Forse era tutta una scusa. Forse era una semplice farsa.

 

Perché tutto quello che in quel momento desiderava lo aveva già.

 

Aveva Irina. Aveva quella ragazza che era stata la sua rovina, e che ora era la sua rinascita.

 

Cosa gli importava da avere gare e piloti da organizzare, quando aveva lei la mattina a svegliarlo, a portargli la colazione fatta di caffè e semplici brioches? Cosa gliene fregava di gettare il terrore nella gente, quando con un piccolo gesto poteva avere il suo sorriso tutto per sé? Che gli importava di quelle sgualdrine da quattro soldi, quando poteva stringere il corpo perfetto di Irina tra le braccia e sentire il suo sapore sulla lingua? Cosa gli servivano i piloti che li seguivano per soldi, quando aveva la fedeltà gratuita di Fenice?

 

A cosa gli serviva tutto il resto, se non aveva lei? Che senso aveva?

 

Nessuno.

 

Allora capì che davanti a tutto e a tutti c’era Irina. Che era lei che doveva tenere stretta, che era lei che non doveva perdere mai. Perché se guardava avanti, se guardava al suo futuro, era lei che vedeva.

 

E per la prima volta nella sua esistenza, concepì l’idea di poter legarsi a qualcuno per sempre. Concepì l’idea di famiglia, famiglia che lui non aveva mai davvero veramente avuto. Concepì l’idea di un domani dove le gare clandestine passavano in secondo piano, per lasciare spazio a una vita più normale.

 

Vide scene di un’esistenza futura, scene che non aveva mai immaginato, scene che aveva solo visto in vite di altri, non nella sua.

 

E vide un bambino.

 

Vide un figlio.

 

Sì, riusciva a pensarlo. Riusciva a immaginare di poter desiderare un bambino da Irina, riusciva a comprendere quella sensazione. Sapeva che un giorno sarebbe arrivato anche quello, se avesse voluto. Prova ultima e definitiva di un sentimento che lui aveva scoperto troppo tardi.

 

Ma se era ancora presto per pensare davvero a un figlio, non era presto per altro.

 

Perché per darle la conferma di amarla, per fare in modo che lei si fidasse completamente di lui, era disposto a tutto.

 

Anche a compiere un passo che non aveva mai immaginato, né si era mai augurato. Un passo definitivo, coraggioso, ma anche estremamente eccitante. E ora come ora, voluto.

 

Era pronto. Lo voleva davvero.

 

Poteva sposarla.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio Autrice

 

Già vi vedo, con la bocca aperta e gli occhi spalancati di fronte all’ultima frase. Capitolo piuttosto denso, in quanto a sentimenti, no? Se il perdono di Xander era quasi scontato, chi si aspettava una decisione del genere da parte di William? Decisamente shock, vero? Adesso bisogna vedere cosa accadrà quando lo chiederà a Irina… Che ne pensate? La situazione è un pochino complicata… E non farà che complicarsi di più da prossimo cap in poi, ma naturalmente niente anticipazioni. Voi continuate a lasciarmi le vostre impressioni, anche se immagino che ormai tanti se ne siano andati in vacanza… In ogni caso, quando tornate fatemi sapere. A me purtroppo non mi resta che stare qui, a patire il caldo.

Ringrazio tutti coloro che recensiscono!

 

Bacioni!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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