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Autore: laNill    04/08/2011    2 recensioni
Le lacrime uscivano copiose, ormai, dai suoi occhi e, nonostante lei tentasse di fermarle invano, i singhiozzi sommessi e le guance color porpora tradivano quelli che erano i suoi veri sentimenti.
E Shima, parola dopo parola, si rese conto.
Si rese conto che Izumo aveva capito tutto ciò che lui aveva tentato di fargli capire da più di un mese.
“Odio.. quando tenti di proteggermi senza che io lo sappia, rischiando persino la vita pur di farmi stare in salvo. E Odio il fatto che non ti odio.. nemmeno.. nemmeno un pochino. Ma, più di tutti, odio il fatto che tu.. tu..” [...]
[Izumo x Shima]
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Izumo Kamiki, Renzou Shima, Rin Okumura, Shiemi Moriyama
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Odio il fatto che non ti odio
~ Quarta parte ~



“Allora, iniziamo.”
Principiò in un sussurro Deisuke, in ginocchio, con i quattro ragazzi disposti a cerchio e rivolti nella sua direzione, in ascolto.
“Rin, tu starai nel ponte di estrema sinistra; Izumo in quello di centro, alla destra della sala principale, e mettiti in una posizione più interna rispetto a Rin, di modo da proteggere la statua del dio, nel caso; Shiemi disponiti di fronte alle stanze mentre io starò ala fine del ponte adiacente a te, in prossimità delle barche esterne. Shima ho notato che anche tu sei un monaco e che porti dietro il K’rik.” Tutti gli sguardi si puntarono sul giovane dai capelli rosa, il quale mantenne uno sguardo neutrale nei confronti del monaco più giovane.
L’unica il cui sguardo si era fatto perplesso fu Izumo che, da qualche minuto a questa parte, scrutava scettica il giovane, ascoltandone attentamente le parole.
“Penso che tu conosca i sutra di protezione e purificazione.” All’annuire dell’esorcista, egli continuò. “Bene, allora dovrai metterti davanti al tempio del dio e purificare le acque impure che ha contaminato quel demone. Pensi di riuscirci?”
Izumo parve intuire il piano che stava cercando di attuare Deisuke e tentò di ribattere.
“Ma..”
“Ok, farò come hai detto.”
La ragazza incontrò lo sguardo atono di Shima, provando un senso di nervosismo misto ad irrequietezza per il tono che aveva utilizzato.
Sapeva che quello che si erano detti quella mattina stava influendo pesantemente sul suo modo di comportare, principalmente nei suoi confronti, ma non aveva idea che le sarebbe pesato così tanto il fatto che lui le parlasse in quel modo freddo, come invece era solita fare lei con lui, e al più non le rivolgesse nemmeno la parola.
La infastidiva e, ancor più, le faceva male.
“Perfetto, iniziamo subito a prendere le posizioni. Il sole è già calato e il demone potrebbe farsi vedere da un momento all’altro.” Principiò alzandosi e osservando ognuno degli esorcisti diritto in volto. “E ricordate di non farvi vedere. Non è stupido, quel demone, si accorgerà della vostra presenza anche con un piccolo movimento. Intesi?”
“Sì.”
Ed ognuno si diresse alle rispettive postazione, Izumo con più riluttanza di tutti continuando a tenere d’occhio i movimenti e le azioni di Deisuke.
Al suo fianco Rin e Shima.
“Rin, non abbassare mai la guardia. Ho paura che ci sia qualcosa sotto al piano di Deisuke.” Gli sussurrò, perplessa.
“Mh? Tu dici?” domandò interrogativo Rin, con le mani dietro la nuca, osservando con la coda dell’occhio la figura di Deisuke. “Devo dire che quello lì mi è stato antipatico dalla prima volta che l’ho visto, ma addirittura a dubitare di lui..”
“C’è qualcosa che non mi convince ma non l’ho mai visto con le mani nel sacco. Se stasera farà qualcosa di strano, saprò dirlo con certezza, ma fino ad allora dobbiamo restare con gli occhi aperti. Capito?”
L’esorcista annuì ed Izumo si aspettò che anche Shima, poco più avanti, dicesse qualcosa o asserisse come il compagno ma ciò non avvenne. E questo la fece ancora di più innervosire.
“Hai capito Shima!?”
Ma lui continuava a camminare senza degnarla di una parola, al ché decise di prendere la situazione per le corna e iniziare a farsi rispettare.
Nessuno ignorava Izumo Kamiki.
Lui più di tutti.
Con un paio di falcate lo raggiunse, afferrandolo per l’avambraccio e costringendolo a fermarsi e a guardarla negli occhi.
“Mi hai sentito o sei diventato sordo!?”
Ma lo sguardo che gli lanciò Shima la lasciò senza fiato e senza più la grinta che aveva pochi secondi prima.
Non che avesse qualcosa di diverso da quello che aveva avuto per tutta la giornata, ma in quel momento, vedendoselo rivolto unicamente contro di lei, le fece dolere il petto.
L’ira e il nervosismo si frantumarono di fronte al suo viso.
Nella sua anima ci furono solo sofferenza e infinita colpevolezza.
“Ho capito, Kamiki.”
E questo le fece ancora più male, tanto da farle quasi ritornare le lacrime agli occhi.
Si costrinse a trattenersi, mordendosi il labbro mentre lui si voltava e prendeva posto di fronte al Tempio, con gambe incrociate e il bastone allungato a sfiorare il sottile strato d’acqua.
Sospirò profondamente, dandosi un pizzicotto sul dorso della mano per ritornare sé stessa e si avviò velocemente sul ponte che le era stato affidato.
Doveva pensare alla missione. Solo a quella e nient’altro.
Si inginocchiò a terra, dietro ad una colonna più grande di ampiezza e spessore, e attese.
Passarono secondi, minuti, ore durante le quali dava sporadiche e fugaci occhiate d’intesa con Rin, più lontano e più in fondo di dove si trovava lei, e poi a Shima che, ad occhi chiusi, continuava a ripetere il suo sutra con voce bassa, alternando tre tocchi di bastone sul legno e un tocco lieve dei sei anelli sulla superficie dell’acqua.
Si sorprese nel constatare quanto fosse attraente mentre era concentrato a ripetere quelle formule.
…Attraente?
Pensava davvero che Shima potesse essere attraente?
Scosse violentemente la testa, imbarazzandosi, e coprendosi il volto con entrambe le mani, esasperata.
Non poteva continuare così, che cosa le stava succedendo?
“Oi, Izumo!”
Alla voce di Rin, parve risvegliarsi dai suoi pensieri sobbalzando su sé stessa e puntando lo sguardo sulla figura del compagno correre in fretta verso l’interno del tempio.
Si alzò con uno scatto portando l’attenzione alle sue spalle, verso un paio di ponti più in là e, principalmente, al tratto di mare che si trovava di fronte alle camere.
Una figura argentea e dagli abiti bianchi era apparsa a sorvolare quelle acque ed in quel momento si stava dirigendo verso la povera Shiemi che, atterrita, oltre che richiamare il suo spirito custode non seppe cos’altro fare per poterlo attaccare.
“Dannazione!”
A quella l’esorcista dagli occhi blu saltò sulla balaustra del suo ponte, alle sue spalle, nemmeno fosse un gatto.
“Si può sapere a cosa stavi pensando!?”
“Stai zitto! Non accetto che uno come te mi faccia la predica!”
E con un movimento fluido e rapido afferrò dall’interno della giacca bianca un paio di foglietti, ognuno dei quali era costituito da cerchi magici per il richiamo dei suoi spiriti custodi.
Prese uno spillo che teneva per riserva, puntandosi il dito indice e facendo uscire una piccola goccia di sangue, per poi esordire con voce austera.
“Invoco umilmente gli Dei della Mietitura. Soddisfate i miei desideri, nessuno deve essere irrealizzato!”
Due spire bianche, evanescenti, le si crearono davanti innalzandosi fino alla sommità del tetto per poi ridiscendere elegantemente prendendo la forma di due candide ma temibili volpi bianche.
“Andate e compite ciò che vi ho ordinato. Distruggetelo!”
Al suo comando, le volpi partirono veloci nella direzione da lei indicata, pronte a colpire. Ma ci fu qualcosa che impedì loro di proseguire oltre, distruggendole persino con la conseguente rottura dei sigilli. La barriera protettiva di Shima.
“Merda! I sutra di Shima non fanno passare i demoni, sono come un muro.. come ho fatto a dimenticarmene!”
E Rin, che stava proprio sul punto di saltare verso l’altro ponte, bloccò lo slancio a metà del suo compimento, finendo per tenersi stretto alla balaustra ma rischiando di cadere nelle acque esterne del mare.
“Che ti prende? Salta e vai da Shiemi, no?” gli urlò Izumo, che stava correndo verso la fine del ponte per tentare di raggiungere a piedi la compagna e il demone.
“N..non penso io ci riesca.” Mentì lui, con piccole goccioline di sudore per la paura di essere sbalzato via da quella barriera e di poter essere, quindi, scoperto. “Ti seguo a piedi, è meglio.”
Shima, avendo osservato ciò che era successo ai demoni di Izumo, stava sul punto di smettere il salmo che stava recitando, ma venne bloccato dalla voce severa della ragazza.
“Non smettere!” gli disse mentre gli passava alle spalle, indicando il K’rik che teneva in mano. “Non devi smettere. Stai di guardia al tempio e proteggilo dall’interno. Noi penseremo all’esterno.”
Si lanciarono un’ultima fugace e rapida occhiata, l’uno con l’altro, per poi pensare ognuno al proprio compito.
“Shiemi!” urlò Rin, correndo più che poteva, superando la stessa Izumo e fiondandosi sul corpicino tremante della ragazzina, con la schiena poggiata su una parete. Ma qualcuno lo precedette in tempistica.
Il demone, dal viso coperto da un lungo scroscio di chioma scura, si portò davanti alla giovane e, con le braccia nascoste da lunghe maniche, tendendole lievemente in avanti, la ricoprì della sua veste, circondando il suo corpo simile ad un baco da seta per poi scappare con lei.
“Shiemi!!”
E mentre l’esorcista dagli occhi blu tentava di rincorrere il demone più che poteva, per riuscire a riprendere la sua Shiemi, Izumo non poté fare a meno di pensare dove diavolo fosse andato a finire Deisuke, visto che nella sua postazione non lo vedeva.
Fu in quel momento, appena uscirono fuori dal tempio nella radura che costeggiava la foresta, a qualche metro di distanza, che lo vide; correva verso la selva fitta di alberi di pino e, ciò che le fece scattare la molla per un suo possibile coinvolgimento, fu la presenza attorno a lui, di un’aura argentea, la stessa che vide provenire dal demone pochi secondi prima e simile a quell’uragano che spazzò via il Torii.
Lui era il demone.
“Rin! E’ lui. Rincorrilo, presto!”
Quel ragazzo, pensava Izumo, correva peggio di un centometrista.
Era inaudito quanto potesse correre e a che velocità, poi!
Ma in quel momento non è che le importava tanto come facesse, nonostante a volte se lo domandava; ora doveva pensare a catturare Deisuke e a farlo parlare. A tutti i costi.
Appena entrarono nella foresta, dopo un inseguimento forsennato tra gli alberi e le radici rialzate, tanto che Rin cadde un paio di volte per non averle viste in tempo, quest’ultimo con un balzo riuscì ad afferrarlo per le spalle e ad atterrarlo.
“Non mi scappi più, bello.” Esordì affannato, premendogli entrambe le mani sulla schiena per non farlo rialzare.
“E..ehi, ma.. che diavolo fai!? Lasciami, idiota!” si lamentò Deisuke, con il viso premuto a terra, lateralmente, tentando di alzarsi o per lo meno di togliersi il peso di Rin da sopra al schiena.
“Continua a tenerlo fermo, Rin.” Principiò fredda Izumo, sopraggiungendo alle sue spalle, anche lei con un principio di affanno.
Deisuke la guardò tra il perplesso e l’infuriato.
“Che!? Ma vi è dato di volta il cervello! Lasciate-”
“Oh no, non ti lasceremo andare così facilmente. Ora tu ci dirai perché ti affannavi così tanto a correre nella foresta poco dopo che il demone è comparso di nuovo.”
Il giovane rimase in silenzio a guardare gli occhi della ragazza, un leggero astio si poteva notare sul suo volto ma i suoi occhi, ora rivolti al terreno, dimostravano ben altro. Forse rammarico.
Ed Izumo lo prese come una resa di sconfitta.
Ghignò serafica, incrociando le braccia al petto.
“Allora è così, giovane monaco; o forse dovrei chiamarti demone.” Alle parole della giovane tanto Rin, quanto più Deisuke, rimasero attoniti e perplessi. “Sei tu il demone che distruggeva ogni cosa che toccava o imputridiva le acque del tempio: è accaduto per il ponte che hai toccato, per il Torii su cui ti sei poggiato e per le acque con cui, appena arrivasti due mesi fa, hai compiuto il rito di purificazione. Prova il contrario, se ne hai il coraggio?”
“Ti ho detto che quando è stato distrutto il Torii io stavo tornando nella mia stanza con le tavolette!” ribatté lui ma senza alcuno scampo.
“Ah si? Quelle tavolette, ho saputo, sono un cimelio antico in Giappone, solo un paio di monasteri li hanno con sé ma si tratta di pochissimi esemplari esistenti. E tu vorresti farmi credere che avresti potuto prenderli e portarli in giro per il pontile come se niente fosse? Ne dubito fortemente. Quella era solo una scusa per l’evidenza dei fatti che avvennero quella notte: Shiemi ti ha visto correre verso l’esterno subito dopo che il Torii era stato distrutto, o meglio che tu hai distrutto, e con te non avevi proprio nulla, men che meno quelle tavolette. Shiemi l’avrebbe notata quella cesta che, la mattina dopo, hai riportato indietro. Ma non l’ha fatto perché tu non avevi niente con te.”
“Ti stai sbagliando, io non ho fatto nulla e figuriamoci se sono il demone che tenta di distruggere il tempio! Ti prego, Rin, lasciami andare. Non ho.. non ho più tempo!” implorò lui, agitandosi sotto al ragazzo, il quale era rimasto davvero colpito dall’intelligenza della compagna.
“Whau, sei proprio un genio a volte, sopraccigliona!”
“A volte!? E a chi hai dato della sopraccigliona, EH!?” Si infervorò lei, irata.
In quel momento un esserino saltò sulla testa di Rin, facendolo sobbalzare dalla sorpresa ed alzare lo sguardo, tentando di osservare cos’è che l’aveva colpito.
“Ni-Nii~”
Izumo lo osservò, interrogativa.
“Ma.. non è lo spirito protettore di Shiemi?”
“Uh? Nii-chan?” Il ragazzo lo prese tra le mani, portandoselo davanti al viso per vederne meglio l’espressione apprensiva e il comportamento agitato del demone. “Cos’è successo? Dov’è Shiemi?”
“Nii~ Ni-Ni-Nii~ Ni-Nii~”
“Cos..? Davvero!?”
“Ni-Nii~”
Il piccolo demone saltò giù a terra, per poi prendere una parte dei pantaloni di Rin e iniziare a tirarli, indicando un punto dentro la foresta.
“Sei sicuro?”
“Nii~”
Nel frattempo, tanto Izumo quanto Deisuke osservavano la discussione tra i due con relativa perplessità non capendo una parola di ciò che si stavano dicendo e, principalmente, del perché Rin capiva e loro no.
“Ragazzi, dobbiamo sbrigarci!” esordì lui, preoccupato e lievemente agitato. “Shiemi è in pericolo, il demone le farà qualcosa di brutto se non ci sbrighiamo. Nii-chan dice che si trovano in quella direzione.”
I due guardarono dapprima l’indicazione del ragazzo e poi lui stesso con espressione eloquente che dimostrava pienamente l’assurdità della situazione.
“Scusa, ma come hai fatto a capirlo?” chiese Izumo, perplessa.
Solo in quel momento Rin si rese conto di ciò  che aveva appena detto e fatto, congelandosi all’istante e iniziando a sudare freddo. Tanto freddo.
“Eh.. eh-eh, no è che... ho cercato di andare ad intuito.” Tentò di arrampicarsi sugli specchi, lui, grattandosi debolmente la nuca, con un sorriso tirato sulla labbra. “Sapete, ho una sorta di intuito nel capire le situazioni al volo, quindi.. Poi, vedete? Il braccino di Nii indica quella parte quindi ho dedotto che Shiemi si trovasse da quella parte!”
Per quanto Rin tentasse di fare finta di nulla, si vedeva lontano un miglio che qualcosa non quadrava nel suo discorso. E questa cosa era sottolineata dal fatto che continuava a sudare e a ridere come un pazzo.
“Hai detto che sa dov’è la vostra amica!?”
Fortunatamente Deisuke era fin troppo preoccupato per il demone che stare a sentire i suoi comportamenti deliranti, quindi accantonò in fretta il discorso.
Dunque, estremamente serio in viso, si avvicinò al piccolo demone parlando direttamente con il diretto interessato.
“S..sì-”
“Saprebbe dirci la strada da fare?”
“Ehi ehi, fermo un momento.” Intervenne Izumo, mettendogli una mano davanti al petto, fermando la sua avanzata. “Sei tu il demone, sei tu che tieni nascosta Shiemi. E’ inutile che tenti di cercare vie alternative per non farti scoprire.”
“Cinque minuti. Dammi cinque minuti e ti proverò che non sono io ciò che cercate.”
Le sue parole erano per lei una nota dolente da udire, non potendo credere ad ogni minima cosa che gli usciva dalle labbra. Il suo viso e i suoi occhi, però, le parevano così sinceri e clementi di fiducia da stringerle il cuore.
Sospirò, infine, mettendosi una mano alle tempie.
Come aveva fatto a ridursi in quel modo? Tutta colpa di Shima, ci scommetteva.
“E va bene.. Intanto la verità l’abbiamo scoperta. Tu lo sei, fine del discorso.”
Deisuke le sorrise, grato. Il primo sorriso che gli vedeva fare da quei giorni che aveva avuto modo di conoscerlo.
E quel fioco bagliore le scaldò il cuore, anche se di poco, facendola imbarazzare lievemente.
Dunque, senza ulteriori giri di parole, corsero più che poterono verso la direzione che Nii indicava loro, stretto nel palmo di Rin.
Non seppe con precisione quanto internamente, nella foresta si era spinti.
Realizzò soltanto che quello che vide, all’apertura di una piccola radura, la lasciò senza fiato e senza la momentanea capacità di fare, dire o agire.
Lei così come i due ragazzi al suo fianco.
Nonostante l’avesse potuta vedere pochi minuti prima, all’interno del Tempio, non poteva immaginarsi che quel demone altro non era che una donna, una splendida ed affascinante donna.
“Una.. Yuurei..” sussurrò lei, osservando il lungo vestito bianco/argenteo lungo tutta la sua figura, quest’ultima attorniata da un’aurea del medesimo colore. Gli occhi scuri, profondi, intensi così come i suoi lunghi e mossi capelli, appena erano apparsi sulla radura, scrutavano ognuno di loro come se volesse nutrirsi della loro anima.
“Allora.. non eri tu il demone..”
“E’ quello che ho cercato di dirvi.”
“Quale piccolo insolente sei stato.” Principiò solenne lei, con voce ultraterrena ma delicatamente melodiosa. Il suo sguardo si posò su Nii, che istintivamente si nascose tra le pieghe della giacca del ragazzo dagli occhi blu. “Siamo entrambi creature speciali, come puoi fare la spia a questi insulsi umani.”
Parola fredde, glaciali, soppesate una ad una, non avendo fretta alcuna, pareva.
“Ni-Nii~”
Gli angoli delle labbra le si piegarono impercettibilmente in quello che sarebbe dovuto essere un sorriso sornione.
“Fedeltà, tu dici?”
Lunghe ciglia ad incorniciare un paio di occhi a mandorla, scuri, che lentamente si posarono dapprima a terra per poi, nel pronunciare le sue parole, sulla figura del ragazzo nel mezzo.
Su Deisuke.
“La mia fedeltà l’ho perduta il giorno in cui sono morta.” Poi, ritornando sul piccolo demone. “La tua, invece, finirà presto; nel momento in cui questa ragazza cesserà di respirare.”
Le dita di una mano coperta dall’ampia manica afferrarono un lembo di abito minimo per scoprire, dietro di lei, la figura svenuta di Shiemi.
“SHIEMI!” la chiamò Rin, più sul disperato che irato, avanzando di un paio di passi, con la spada in mano, in posizione di attacco. “Che le stai facendo!? Lasciala!”
“Quelle bende che le ricoprono il corpo hanno il potere di risucchiare la vita a chiunque ne venga a contatto. Io le indosso, sì, ma non ho il suo stesso timore, no?”
Una risata gutturale uscì flebilmente dalle sue labbra, azione che fece montare un’enorme rabbia su di Rin.
“Lasciala ho detto!”
“Chi sei tu? Cosa mai potresti fare da solo?”
“Non è da solo.” Intervenne atona Izumo, in ginocchio a terra, con due pezzi di carta incisi da due cerchi magici simili.
Gli occhi di Rin si dilatarono dalla sorpresa; quelli di lei, invece, erano fissi su quelli del demone.
Nessuno la ignorava, nessuno poteva e doveva ignorarla.
“Invoco umilmente gli Dei della mietitura. Soddisfate i miei desideri, nessuno deve restare irrealizzato.”
Nuovamente le due volpi protettrici le comparvero davanti, in attesa di ordini che avvennero con un tono più austero e prepotente del solito.
Nessuno la ignorava.
Nemmeno Shima.
“Tu, Maru*, ascolta ciò che ti ordino.” Principiò alla volpe con solo un fazzoletto rosso stretto al collo.

“Prendi un Arashime tra le mani e ripuliscilo,
prendi un Nigoshime tra le mani e purificalo.
Fanne otto coppe di sacro liquore,”

Il demone sbarrò gli occhi, pietrificandosi.
“No! Come puoi, tu, conoscere quel rito!? Non te lo permetto!”
La voce della donna si era fatta improvvisamente più cavernosa e il suo sguardo più crudele, quasi demoniaco mentre si lanciava con uno scatto verso di lei.

“Al suono pacifico e armonioso di quattro battiti di mani.
Ascoltami, oh Dio.
Ama no Oomiki!”**

Ma la sua corsa sfrenata venne bloccata prima che giungesse al suo termine.
La volpe, infatti, con una spira verso l’alto si era trasformata in un’enorme ciotola di coccio, il cui liquido denso e trasparente venne versato contro la donna, bloccandola a qualche passo di distanza dalla giovane, nonostante Deisuke, con sua somma meraviglia, si era frapposto tra i due per proteggerla.
Grida strozzate e agonizzanti si espansero per la foresta.
Il corpo della donna si contorse all’interno, come se fosse stata bruciata da potenti fiamme, allontanandosi dai due, barcollando mentre si copriva il volto con le mani.
“Rin, occupati di Shiemi.” Urlò Izumo allontanando brevemente Deisuke per continuare il rito.
“Tu, Moro*, ora ubbidiscimi.” Posizionò una mano davanti al petto, in senso verticale mentre con l’altra disegnava in aria ciò sembrava una stella pentagonale.

“Uno, due, tre, quattro, cinque.
Trema come una foglia, trema come ho detto.
Spezzati e rompi le tue catene.
Libera i fedeli e punisci i peccatori.”**

La volpe, così come la precedente, si spiralizzò verso l’alto e con uno scatto si portò alle spalle del demone, riducendo poi a brandelli ogni filo del suo vestito che teneva prigioniera Shiemi, sotto lo sguardo irato della donna.
Rin fu un lampo nel prendere e portare in salvo la ragazzina, allontanandola il più possibile dalla sua figura e tentando di farla rinvenire con piccoli scrolli di spalle.
“Oi Shiemi! Svegliati, Shiemi!”
La biondina aprì lentamente gli occhi, sbattendo in un primo momento le palpebre per cercare di mettere meglio a fuoco ciò che le stava attorno.
“R..Rin?”
“Meno male, non ti ha fatto nulla.” Sospirò il ragazzo, constatando poi la perplessità della giovane. “Ti aveva catturato, Shiemi, e ti avrebbe ucciso se Nii non ci avesse avvisato di dove ti trovavi.”
A quella il piccolo demone saltò aggrappandosi ad una ciocca di capelli della ragazzina, sorridendo felice.
“Nii~ Nii~”
“Nii-chan!” lo prese delicatamente tra le mani, avvicinandolo alla guancia e carezzandolo leggermente. “Ti ringrazio tanto.”
Dunque gli occhi verdi di lei si puntarono sulla figura della donna demone a pochi passi dalla piccola figura di Izumo, sulla sua espressione sofferente.
Le sue forze erano al limite, evocare due spiriti contemporaneamente e cercare di coordinarli a fare due cose del tutto diverse tra loro era un dispendio di energia circa il quadruplo di quello normale.
Si morse il labbro inferiore, incurvandosi lievemente in avanti mentre osservava la lotta tra i suoi spiriti con il demone che pareva non risentire più dell’acqua santa che gli era stata prima versata né dei sutra che Deisuke stava ripetutamente pronunciando dietro di lei.
Cosa avrebbe potuto fare?
“Rin! Prova ad usare la tua spada per-”
E proprio in quel momento la donna demoniaca riuscì a liberarsi delle due volpi, graffiandole con le lunghe unghia delle sue mani e facendoli scomparire in un acuto lamento.
Fu questione di pochi secondi.
Gli occhi scuri della giovane si volsero saettanti sulla sua figura del demone qualche attimo prima che questa le arrivasse a qualche passo di distanza.
Il suo viso assunse una venatura di paura e terrore mentre il corpo si sbilanciava all’indietro, cadendo a terra, mentre osservava la mano unghiata avvicinarsi al suo corpo con l’intenzione di ferirla a morte.
Non ebbe nemmeno il tempo di pensare o fare qualcosa.
Cos’altro avrebbe potuto fare, dopotutto?
Non c’era possibilità di evitare quell’attacco a così breve distanza.
Dunque serrò gli occhi, cadendo e raggomitolandosi su un fianco, e l’unica cosa che riuscì ad udire in quel momento fu la voce acuta di Shiemi richiamare il suo spirito custode e un rombo sordo scaturire dal nulla.
Sentì le unghie, rapide, entrare nella sua carne.
Ed altrettanto rapidamente uscirvi con fin troppa riluttanza da sembrare volontario.
Ma nessun dolore..
Aprì, quindi, gli occhi, spalancandoli poi vedendo ciò che era successo.
Un enorme tronco d’albero aveva circondato la donna per tutta la sua figura, impedendole qualsiasi movimento possibile, nonostante questa tentasse con tutta sé stessa di uscirvi fuori.
Le saettò alla mente che c’era solo una persona con un potere simile, di far spuntare piante o alberi dal nulla. Shiemi.
Il suo sguardo si posò sulla sua figurina minuta, tenente in grembo il piccolo demone, con espressione decisa e, a detta sua, quasi divertente  da vedere.
Poté notare che tanto Rin quanto Deisuke avevano iniziato a correre nella sua direzione, in modo tale da salvarle la vita, per quanto possibile.
Rimase leggermente perplessa nel constatarlo, ma immensamente di più nell’osservare come il demone non gli aveva inferto alcun graffio sul braccio né in alcuna parte del corpo.
Si tastò lievemente la spalla, non capendo.
E dire che l’aveva sentiti chiaramente quegli artigli penetrarle in fondo alla carne. Dunque, perché?
“Vi odio..”
Il suono roco della voce del demone richiamò l’attenzione di tutti, mettendoli immediatamente in guardia.
Il suo corpo sembrava tremare non per paura quanto per l’immensa rabbia che l’aveva generata.
“Odio tutti voi, tutti gli umani.. ma ancora di più.. Io odio te!”
E tutti gli sguardo, immancabilmente, finirono sulla figura indicata dalla donna: su Deisuke.
Rimase immobile, questo, con un leggero senso di perplessità in viso ma sempre calmo e neutrale, persino in una situazione come questa.
“Deisuke.. tu.. la conosci?”
Attimi di silenzio.
Lo sguardo glaciale del monaco si incontrò con quello scuro della donna.
Poi la sua voce parlò.
“Sì. E’ la persona che ho amato di più al mondo.”


Note dell'Autrice:
Ebbene gente, siamo alle battute finali! ><
Questo capitolino è un pò più lungo degli altri perchè non volevo farlo finire proprio a metà sennò non ci si capiva un'accidente; mi dispiace che non ho potuto inserire di più sulla coppia IzuShima ma la trama non è che me l'ha molto permesso ^^'' Ma mi rifarò negli altri capitoli, don't worry.

* I nomi Maru e Moro me li sono inventati io perchè non sapevo come distinguere le due volpi e, in verità, li ho ripresi dalle due aiutanti di Yuuko in xxxHolic.
** Sono due tecniche che realmente usa Izumo in due diversi capitoli, magari cn fini diversi ma sono pur sempre opera della Kato.

Ora le risposte ai commenti :3

@MikuFregapane: Grazieeee *-* Sono felice che ti piaccia così tanto, sto cercando di non farla risultare troppo noiosa come storia d'amore ma non sempre ci riesco >< Il nome è Renzou.. anche io all'inizio pensavo fosse Shima °^° Ma Renzou lo faccio chiamare solo e soltanto dalla cara e imbarazzatissima Izumo in circostanze poco caste 8D

@Dark dream: xDDD Fidati anche io quando scrivevo quella parte finale mi stavo mangiando le dita per il povero Shima e il fatto che Izumo l'abbia respinto in sto modo dopo averlo baciato! Lo so, sono crudele con i miei pg a volte ç_ç Gomen! Spero che questo capitolo non ti abbia troppo annoiato vista l'assenza - o quasi - della coppietta amorosa ma non potevo fare altrimenti... il caso doveva essere risolto D: A presto!

E, wau, ringrazio anche i numerosi lettori che mi seguono.. non pensavo fosse così tanti *^* Thanks thanks e alla prossima! :3

  
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