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Autore: Vitriolic Sheol    04/08/2011    3 recensioni
Facciamo una scommessa... cosa potrebbe succedere se sul banco di gioco metto quattro ragazzi molto speciali, un'Organizzazione, una città mistica, un compito "fuori dalle righe" ed una giovane donna tanto misteriosa quanto affascinante?
Sono aperte le scommesse, puntate quanto volete... attendo recensioni e commenti!
Genere: Azione, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Matt, Mello, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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3.
Evanescent Court.



Praga, Repubblica Ceca. 24 gennaio 2006, h.  22.14

Dopo mille peripezie erano giunti nella città ceca, brulicante di vita e sfavillante di migliaia e migliaia di luci multicolori. Avevano appena messo piede nella capitale boema, quando si accorsero che, sotto la volta arcuata dell’antica costruzione che divideva la città nuova da quella vecchia, una persona pareva attenderli.

Quando si avvicinarono, scoprirono che quella figura altri non era che un uomo sulla trentina d’anni, dai corti capelli biondo rossicci e la pelle di un innaturale candore; indossava un lungo manto di velluto nero bordato d’argento, che faceva risaltare ancora di più il pallore dell’incarnato, su cui trovavano luogo affascinanti tratti regolari, una bocca sottile e quasi esangue e due occhi dall’insolito color miele, dalla pupilla appena più sottile di quella ordinaria. Pareva talmente perfetto da essere quasi inquietante… come era logico che fosse nella sua natura di vampiro.

“Benvenuti a Praga, signori… Io sono Theo, ho il compito di condurvi alla reggia… vi stavamo aspettando.”

Nel sentire parlare il giovane vampiro, dalla soave voce resa quasi arrotondata dalla erre parigina,i quattro umani avvertirono un unisono brivido lungo la spina dorsale… la voce di quell’uomo era suadente, morbida, quasi pervasa da un sottile languore. Si guardarono silenziosamente, tutti consapevoli dei poteri occulti di quegli esseri: fascino elevato, capacità affabulatoria fuori dal normale, grande capacità di influenzare gli umani e non solo… oltre ad un’alta carica di sensualità che sembrava appartenere in egual misura sia agli uomini che alle donne (sebbene Theo fosse il primo vampiro che avessero mai incontrato in vita loro). Avvertendoli spaesati, Theo decise di parlare.

TH= Viste le vostre reazioni, deduco sia la prima volta che incontrate uno della mia specie…

LA= A dire il vero, lei è il primissimo…. siamo un po’…disorientati, ecco…

Nel sentire quelle parole, Theo rise… di una risata talmente cristallina e dolce da sembrare quella di un angelo.

TH= Disorientati… beh, signori, Praga è letteralmente abitata per un buon 50% da vampiri… se prestate attenzione potrete riconoscerli voi stessi; tutto sta nel osservare attentamente…

Percorrendo l’immenso Ponte Carlo, gremito di gente e da artisti di strada sui lati, i ragazzi fecero come Theo gli aveva consigliato.

LI= Come possiamo riconoscerli?

TH= Gli occhi signori… guardate gli occhi…

Forti di quell’indizio, i ragazzi acuirono la ricerca… individuandone molti più di quanto realmente pensassero… compresero che gli occhi dei vampiri potevano assumere due cromature: un azzurro più chiaro del ghiaccio ed un caldo color miele tendente all’oro.
Theo, che camminando li precedeva di pochi centimetri, sorrise divertito.

TH= La ricerca è fruttuosa, signori?

MA= Theo, siete tantissimi…

TH= Già… oh, la prego signor Jeevas non pronunci il mio nome all’inglese… io sono francese di nascita, e l’accento sul mio nome cade proprio sulla o… non c’è niente che faccia infuriare di più un francese, che sentire il proprio nome storpiato in anglosassone…

Camminarono per un’altra mezz’ora, immersi nella folla vociante ed allegra… finché non giunsero ad un viottolo poco frequentato… dopo averlo percorso, si trovarono davanti ad un immenso palazzo in stile liberty e neogotico, cinto da un enorme giardino e protetto da un alto muro di cinta con un prestigioso cancello in ferro battuto.

ME= Cavolo…non ho mai visto nulla del genere prima d’ora…

MA= E’ semplicemente gigantesco…

LA= Theo, perdona la domanda… ma quanti siete a corte per necessitare di una struttura così imponente?

TH= Suppongo di si, dato che in questa reggia nel corso dei secoli sono passati più di 8000 vampiri…

LI= Ottomila vampiri… voi Lunari siete prolifici…

TH= Ah ah, Lunari, ecco come ci chiamate!!! Comunque ricordatevi signori, che noi siamo eterni… ma ora è meglio se entriamo…prego…

Armeggiando con sofisticati apparecchi elettronici, che consentivano l’accesso alla reggia tramite riconoscimento oculare e digitale,  Theo aprì il grande cancello, consentendo loro di muovere i primi passi nel grande viale alberato che divideva il grande giardino in due metà esatte. Mentre Mihael e Light si guardavano attorno e Matt scrutava senza alcun ritegno il vampiro chiamato Theo, Lawliet sembrava totalmente assorto ad osservare lo stile architettonico del maniero.

LA= (TRA SE E SE) Il palazzo è di stampo gotico… ma alcuni dettagli, come il liberty, sembrano essere stati aggiunti dopo…

I ragionamenti artistici di Lawliet giunsero al termine in concomitanza al primo piede poggiato nell’atrio del palazzo… rimasero sconcertati: decine e decine di vampiri,
uomini e donne, e di tutte le età, camminavano, lavoravano, discutevano davanti  ai loro occhi come avrebbe fatto un qualsiasi essere umano. Parve loro di essere quasi invisibili a quella piccola folla sempiterna, fino a quando non parve bloccarsi di colpo, interrompendo ogni attività, quasi parodiando il gioco infantile dell’ “un,due,tre, stella!”, catapultando su di loro gli occhi millenari. Nel vedere tutti quegli occhi puntati su di loro, i quattro umani (gli unici peraltro in quell’ambiente) vennero pervasi da una sottile inquietudine; Theo li rassicurò prontamente.

TH= State tranquilli, nessuno vi attaccherà… siete i primi umani che mettono piede qua dentro dal 1527, e credetemi… il vostro odore è molto percepibile…

D’un tratto, un secondo vampiro si avvicinò a Theo; a differenza di questo, era molto più nerboruto, con  una corta coda di capelli brizzolati ed occhi color del ghiaccio. Prima di parlare, guardò appena i quattro ragazzi.

“Alla buon’ora Theo, gli hai fatto fare il giro turistico?”

TH= Beh, vedo che comunque sono arrivati tutti sani e salvi.”

“Sempre il solito irriverente… devo forse ricordarti che bel regalo ti ha dato, la tua lingua puntuta?”

Theo, sornione, finse un’espressione melodrammatica.

TH= Non ancoriamoci al passato…e poi la presa della Bastiglia è stata quasi divertente… eccezion fatta per il muro che mi è crollato addosso…

Dire che i ragazzi assistettero a quella conversazione stupiti, sarebbe voler sminuire le loro sensazioni… non erano certo stupidi, e compresero immediatamente quale fosse l’età (almeno indicativa) del giovane vampiro che aveva fatto loro da anfitrione.

MA= (SOTTOVOCE) Presa della Bastiglia… ma sta parlando della Rivoluzione Francese!!

LA= Facendo due calcoli dovrebbe avere sui 250 anni…

MI= Credo non riuscirò mai ad abituarmi a questo mondo…

TH= Spiacente di interrompere la vostra conversazione signori… ma il Re vi attende..

Con tono dolce e pacato, Theo si intromise delicatamente, sorridendo loro; più lo guardava, più quel ragazzo pareva a Mihael simile agli efebi dell’antica Grecia… un ruolo che non considerava granché edificante.

LI= Oh, scusaci… andiamo pure…

Scortati quindi sia da Theo che dal vampiro chiamato Cesar, si immisero in un largo corridoio, anche questo attraversato da immortali; i ragazzi erano come disorientati… non erano mai stati a così stretto contatto con dei vampiri ed ora, quella vicinanza li stordiva: creature millenarie, immortali, perfette con passati grandiosi che spaziavano dall’età romana (come nel caso di Cesar) al settecento, ricordando Theo, fin forse all’età moderna. Al loro confronto, nella loro insipida mortalità, si sentivano minuscoli, insignificanti…inermi nella loro debolezza terrena, rispetto alla sempiterna aura di potenza che rilasciavano quelle creature.

I ragionamenti però vennero interrotti dolcemente dalla delicata voce di Theo.

TH= Signori, la sala reale. Noi non possiamo accompagnarvi oltre, ma se avete bisogno, non esitate a cercare me o Cesar.

LI= Grazie mille Theo… ci sei stato di grande aiuto…

Con un misto di timore e curiosità, entrarono all’interno della sala reale, che si rivelò essere una magnifica stanza dalle immense finestre gotiche, candelabri con varie braccia accesi, sedute e librerie disseminate qua e là per l’ambiente, dal superbo pavimento riportante al centro un mosaico circolare raffigurante Lilith, la loro grande madre; nella parete parallela alla porta d’ingresso, due troni sopra un’alzata in legno di ciliegio ed inserti in velluto porpora.

Due persone erano sedute su quegli scranni… immobili, perfette come statue di marmo, limitanti al solo osservarli con i loro occhi di miele e ghiaccio eterni; agirono d’istinto, e quando gli furono più vicino, si inginocchiarono loro davanti.

“Voi dovete essere la squadra mandata da Winchester… gli agenti di Quillsh Wammy.”

Voce maschile, calda, vibrante. Il sovrano.

Senza alzare lo sguardo, conoscendo bene le regole cortigiane e deducendo che queste non cambiassero per i vampiri, Light rispose non alzando lo sguardo da terra.

LI= Si, mio signore… siamo noi, e siamo al vostro servizio.

“Sono così giovani… non sarà rischioso?”

Seconda voce, femminile, suadente, velata di dolcezza. La regina.

L’uomo si alzò in piedi, scendendo uno dei due gradini che lo dividevano dai ragazzi, e con voce gentile si rivolse a loro.

“Suvvia, non c’è bisogno di questo… dopotutto siete i nostri nuovi alleati. Alzatevi, così da permetterci di vedere le fattezze dei vostri volti.”


Levandosi lentamente, i ragazzi una volta in piedi poterono ammirare chi li aveva appena ricevuti.

Thyra e Medeos. I due sovrani della corte praghese dei vampiri. L’uomo dimostrava circa 40 anni d’età ed aveva capelli brizzolati appena mossi toccanti le spalle, un viso gentile e regolare con una corta barba nera estremamente curata ed occhi d’oro colato. Il corpo tonico ed imponente, era coperto da una veste in broccato blu cobalto. La regina, al contrario appariva come avente dieci anni di meno rispetto al compagno: a differenza del marito, vestiva con un lungo abito di damasco pervinca, ornando i lunghi capelli biondi acconciati in un basso chignon con solo il sottile diadema reale; alcune ciocche color sabbia sfuggivano dall’acconciatura, andando ad incorniciare due eleganti occhi simili all’acqua per colore e limpidezza.

Li osservavano rapiti, trattenendo quasi il fiato, come un visitatore davanti ad uno dei dipinti più belli del mondo.

D’un tratto, Medeos parlò di nuovo.

ME= Presentatevi figlioli… ch’io possa conoscere i vostri nomi.

Il primo tra loro che riacquistò il dono della parola, fu Lawliet, cui seguirono tutti gli altri.

LA= L Lawliet, signore…

LI= Light Yagami, altezza…

MI= Mihael Keehl…

MA= Mail Jeevas.. ma per tutti Matt, sire…

Medeos si aprì in un luminoso sorriso.

ME= Molto bene, è un onore fare la vostra conoscenza! Vi presento la mia consorte, la regina Thyra.

La donna sorrise loro dolcemente, chinando il capo in avanti in modo elegante.

TH= Siate i benvenuti alla nostra corte, signori...

Dopo i convenevoli del protocollo, iniziarono a discutere del motivo che aveva condotto i quattro ragazzi sino a quella corte inusuale, quasi sospesa tra realtà e fantasia. I sovrani esposero ai giovani tutto ciò che necessitava loro, spiegarono gli intrecci e le pieghe che la storia aveva preso nel corso del tempo, chiarirono alcuni aspetti salienti dei licantropi e la millenaria guerra che li vedeva in contrasto con loro…. finché una guardia non si avvicinò al sovrano, bisbigliandogli qualcosa all’orecchio; dopo aver sentito il tutto, Medeos rispose al soldato.

ME= Sono pronto a riceverla, falla pure entrare.

Zelante, il soldato uscì dalla stanza per lasciare, pochissimi secondi dopo, la scena ad una seconda figura, che lentamente si avvicinava a loro.

Quando i ragazzi la osservarono, la riconobbero all’istante, sorpresi ed al contempo ammaliati; di fronte a loro vi era la stessa ragazza che avevano incontrato alla stazione di Vienna. L’avrebbero riconosciuta tra migliaia e migliaia di persone, non solo per la sua natura di vampira, ma anche per la devastante bellezza che l’accompagnava. Indossava un lungo abito con le spalline, di velo nero con inserti di pizzo a coprire le parti del seno, e dei fianchi, celandone così la vista ad occhi indiscreti; i lunghi capelli non erano più racchiusi dalla treccia, ma erano sciolti permettendo loro di mostrarsi in tutta la loro lucentezza. Nello stesso istante in cui posò i grandi occhi color del ghiaccio su di loro, li riconobbe all’istante… ma sembrò non prestarvi particolare attenzione, rivolgendosi quasi subito ai sovrani. Venne però preceduta da Medeos, che la osservò con un sorriso.

ME= Deirdre, mia cara… è un piacere rivederti.

La giovane vampira nominata con  il nome di Deirdre si piegò in un elegante inchino, nel quale alcune ciocche di capelli scivolarono in avanti oltre la spalla, in una piccola cascata di lucido ebano, contornati superbi, quanto mai ammalianti occhi azzurri, così diversi dall’intenso turchese di Mihael che acquistavano, senza indubbio merito, una sfumatura sovrannaturale.

Tre vampiri, quattro umani. Eternità e finitezza a confronto, in uno lento, silenzioso scorrere di tempo e di fuga da esso… quelli, creature della notte, immortali, perfetti erano riusciti a scampare dalle sue morse… loro vi erano ancora incatenati, stretti a lui tramite il battito del cuore, lo scorrere del sangue e la ritmica presenza del caldo respiro.

Pelle di gesso, fredda, quasi iridescente contro incarnato che, seppur pallido, portava il tenue rossore della vita… ed una bellezza che colpiva l’occhio in modo talmente violento in contrasto con l’avvenenza umana, che a confronto appariva come una timida margherita accanto alla  più superba delle rose in sboccio.

D’un tratto, Medeos si rivolse alla giovane donna; benché mantenesse la ieraticità e la compostezza regale, la sua voce era velata da tenerezza paterna.

ME= Prego, mia cara… aggiornami sugli svolgimenti della missione che tu ed i tuoi fratelli avete intrapreso a Vienna…

Quando la giovane vampira aprì bocca, i ragazzi furono ammaliati dal suono che ne scaturì, incantati quasi come Ulisse lo fu dalle sirene: quella voce era armoniosa, musicale e velata da una nota di sensualità che le donne umane mai hanno avuto, e mai avrebbero potuto avere.

DE= Abbiamo scoperto alcune cose interessanti… Etienne, il braccio destro dell’ormai defunto Leòn, sta cercando nuovi membri da aggiungere al suo clan. Cerca ragazzi giovani, robusti ed in buona salute, tutti accomunati da un particolare…

ME= Quale sarebbe?

DE= Il gruppo sanguigno… tutti i giovani reclutati sono del ramo 0…

TH= Il donatore universale…

DE= Esattamente… riuscendo ad ottenere tutti i membri del suo clan con il gruppo sanguigno 0, le possibilità di combinarlo con quello di noi vampiri sarebbero pressoché illimitate… ed innalzerebbero notevolmente le probabilità di riuscire a creare l’Ibrido…

ME= Dobbiamo assolutamente impedire che ciò accada… non possiamo permetterci che il clan dei mannari riacquisti potenza… dopo la morte di Leòn sembravano essersi indeboliti fino alla scomparsa…

DE= Purtroppo sono portata a credere che si stiano rafforzando… ogni giorno che passa potrebbero diventare sempre più potenti…

ME= Che cosa vorresti dire figlia mia?

DE= Antinoo, Uriel ed io eravamo in perlustrazione alla stazione di Vienna… ci hanno attaccati, in pieno giorno, davanti agli umani… ciò significa che si reputano abbastanza forti da poter muovere delle offensive…

ME= Chi… si è salvato di voi?

A quella domanda, Deirdre chinò leggermente il capo con aria mesta; i suoi occhi parvero velarsi di… malinconia?

DE= Soltanto io, mio Signore… Uriel ed Antinoo sono stati colpiti…

Un’ombra, o forse solo lo scintillio offuscato di un’ombra, apparve sugli occhi del Re, preso poi amorevolmente per mano dalla consorte.

TH= Coraggio, mio sposo… sono sicura che ne usciremo vittoriosi…

Il re guardò la moglie con grande tenerezza…quella donna era al suo fianco da più di sette secoli, ed aveva condiviso con lui ogni croce e delizia. Era la sua maestra di vita, il suo angelo buio… la chiave che rendeva la vita eterna degna di essere vissuta.

Ma l’ombra… quell’ombra nera e subdola che da poco tempo era tornata a minacciarli, si profilava sempre più all’orizzonte, portando foschi presagi di sofferenza.



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Angolo dell’autrice:

Salve!!! Eccomi con il terzo capitolo! L’idea iniziale era quella di introdurre subito Deirdre in maniera più approfondita, ma ho ritenuto opportuno lasciare un po’ di spazio alle fila della trama in se…. Prometto che dal quarto capitolo conosceremo meglio l’algida vampira ed il suo ruolo nella corte e tra i ragazzi!

Un grazie a tutti coloro che hanno letto ed un ringraziamento speciale a chi ha trovato il tempo di recensire

Au Revoir!

Requiem of Spirit



































  
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