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Autore: Dark_Iris    04/08/2011    2 recensioni
Capitolo I/INcipit della storia.
Quella mattina Blair Waldorf si alzò dal letto con una strana sensazione.
Probabilmente, pensò, era dovuta all'essere stata fuori fino a tarda notte. Non che non ci stesse mai, anzi, aveva come dire...una spiccata predilezione per la vita notturna, ma non si era mai risvegliata sentendosi in quel modo, sentendosi così stordita.
Già stordita.
Stordita come se fosse reduce da una serata passata a bere ogni genere di alcolico, eppure non aveva né nausea, né mal di testa. Era solo stordita, ma non riusciva a capire il motivo.
Poi si ricordò tutto.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Capitolo 4*



-Oh Mio Dio!- esclamò Blair Waldorf scandendo bene la parole: non poteva credere a quello che era successo quella notte con il Bass-hole, e non poteva ovviamente credere di essersi risvegliata stritolata in un suo abbraccio, che a quanto pare anche lei ricambiava.

Fantastico”, pensò. “Devo essere morta e precipitata dritta all'Inferno. Questa non può essere altro che la dannazione eterna”.

Si mise a sedere sul letto: pensava che il moretto ancora dormisse, invece quando voltò di nuovo il capo verso di lui si accorse che la stava già fissando con sguardo diabolico e malizioso.

-Ciao, Waldorf...- fu un sussurro.

-Pff...- da lei ottenne solo un borbottio indistinto come saluto.

Ma come cavolo faceva quello ad essere così...così...così maledettamente Chuck Bass anche (si girò a guardare la sveglia) anche alle 10 di mattina?

Le sorrise di nuovo malizioso ma non fece nessun commento sarcastico sulla sua educazione.

Forse la dannazione eterna non è così pessima come la dipingono”.

-E così sei di nuovo finita nella mia tela, Blair- quella voce roca la distolse dalle sue elucubrazioni e la costrinse suo malgrado a riportare lo sguardo su Chuck.

-E' stata solo una notte...-cominciò.

-...che però tu volevi non finisse mai...-continuò Bass.

-Smettila- sibilò lei, intuendo dove stava andando a parare quel MotherChucker.

-Oh sì...adoro quando sibili, soprattutto quando dici 'ancora...ancora' come facevi ieri sera...davvero eri così innocente, casta e pura...- disse lui calcando sulle ultime parole per farle capire che era stata tutto fuorché quello.

-Non oso immaginare che cosa avrai in serbo per la prossima volta- continuò ancora lui.

-Non farti illusioni, Bass-tard, non ci sarà una prossima volta- disse lei con tono deciso alzandosi e uscendo dalla stanza.

-Waldorf!- la richiamò Chuck.

Si girò verso di lui.

-Non fartene tu.- Disse il moro alludendo forse al fatto che una prossima volta ci sarebbe sicuramente stata.

Blair si richiuse la porta alle spalle e andò in camera sua, chiudendosi a chiave e appoggiandosi alla porta.

Mi correggo: la dannazione eterna è decisamente peggiore di come la dipingono, è orribile, assolutamente orribile”.


* * *



Il ragazzo solitario prese fiato con malcelata paura come se stesse per affrontare cinque minuti di apnea in una piscina piena di piranha.

-Serena vorrei presentarti una persona- disse infine espirando fuori tutte le once d'aria che aveva nei polmoni.

-Ok Dan va bene, per cui puoi toglierti dalla faccia quell'espressione da cucciolo maltrattato.- sospirò la sua ragazza, probabilmente ormai abituata al suo ormai noto coraggio da leoni vecchi, rugosi e rachitici, come l'aveva definito una volta Vanessa.

Ecco, Vanessa.

Dan la voleva presentare a Serena: V era importante per lui, così come S, per cui era sostanzialmente questione di logica farle conoscere.

-Non stavo facendo quell'espressione!- esclamò.

Un'occhiata eloquente della bionda però lo zittì.

-E va bene forse la stavo facendo, ma che ci posso fare se sono un tipo espressivo? Non sono mica uno stoccafisso, io! Se vuoi stare con uno del genere allora fidanzati con Bart Bass!- si lamentò come suo solito.

-Dan...Bart Bass è il fidanzato di mia madre, inoltre sto con te, no? Smettila di lamentarti come una dodicenne con la sindrome premestruale!- lo brontolò Serena.

Il caso voleva che in quel preciso istante nel localino di Brooklyn in cui si trovavano i due la radio passasse Hot N' Cold, proprio al verso yeah you PMS, like a bitch, I will know”.

I due ragazzi si sentirono morire.

Anche se per cause, come dire, leggermente differenti.

Perché se Dan stava morendo di umiliazione, Serena stava letteralmente crepando dal ridere, il che naturalmente le attirò addosso più del solito gli sguardi dei ragazzi presenti nel locale e che ebbe come logica conseguenza il repentino resuscitare di Daniel e le sue occhiatacce malevole a ogni individuo di sesso maschile seduto al “Marco's”.

Il ragazzo decise di portare via la bionda che rideva come se fosse stata affetta dall'incantesimo Rictumsempra della Saga di Harry Potter.

-Serena ma si può sapere che hai!?- sbottò alla fine.

-Sc-scusa Dan...ahahaha! Mi dispiaahahaha..ace...- tentò di articolare lei fra le risa.

-Non mi trattare come una prostituta scema, grazie!-

-Beh, più che una prostituta scema sembri una cinquantenne in menopausa con caldane e balzi d'umore ogni due minuti, Brooklyn.- disse una voce altezzosa alle loro spalle.

-Grazie Waldorf, sempre molto gentile nei miei confronti...- le rispose seccato.

Lei fece un sorrisetto al vetriolo e poi si rivolse a Serena.

-S, sono venuta a prenderti dove mi avevi detto. Ora andiamo alla sfilata.-

-Certo B- asserì la bionda ormai calma.

-Sfilata?- interloquì Dan.

-Sì, Jimmy Choo...-precisò Blair -Ora andiamo. Arrivederci Humphrey.-

Dan le fece un vago segno di saluto, per poi baciare la sua ragazza e lasciarla andare.

-Ciao Daaan!- Gridò lei ormai dentro la limousine.

Dan le sorrise.

-Ciao, Serena!-

Ti amo”, pensò.


* * *


Lily Van der Woodsen non prendeva decisioni avventate. Mai.

Però ancora non si spiegava come aveva potuto essere capitata in quella galleria d'arte.

D'accordo, doveva ammettere che l'arte le piaceva, soprattutto quella moderna e le avanguardie del Novecento, ma andava a vedere i quadri di persona solo nelle più altolocate gallerie europee, non in quelle di Brooklyn. Per quelle lì c'era la sua esperta d'arte di fiducia, che sceglieva i dipinti in sua vece e gusto.

Ma quella galleria era diversa. I quadri esposti erano per lei quasi tutti mediocri, con solo qualche eccezione di alta qualità.

Non capisco come i quadri di Allison siano così quotati, evidentemente i critici oramai non sono più tali”, pensò.

Sentì un fruscio dietro di sé e girandosi vide Rufus Humphrey che la stava squadrando con attenzione.

-Lily...ormai sei qui da molto, anche se ho sempre pensato che i quadri di Allison non ti piacessero affatto-, notò lui.

Mi hai sempre conosciuta bene, eh Rufus?”

Gli sorrise altezzosamente, per poi dire che vi erano delle belle eccezioni in quella mediocrità totale.

-Se Allison fosse qui immagino che ti ringrazierebbe con molto calore- disse lui con malcelata ironia -ma non mi spiego come mai tu sia venuta di persona ad esaminare la galleria. Se non ricordo male l'altra volta avevi mandato una bella ragazza in tua vece...-

-Avresti forse voluto rivederla, Rufus? E io, una povera ingenua pensante che tu fossi ancora fedele alla cara, carissima Allison- colse la palla al balzo per metterlo a a disagio e farsi due risate: sapeva che quando gli si parlava così iniziava a balbettare come uno sciocco.

-Io no...cioè sì..no...io sì, no..io..- tergiversò infatti.

-Oh, deciditi Rufus, per favore!-, lo interruppe lei con fare melodrammatico -Vorrei comprare questo quadro, comunque.- cambiò tono indicando con un elegante gesto il quadro alle sue spalle.

-Certo come vuoi.- le disse dopo essersi finalmente ripreso.

Lily sorrise, ma lui non poté vederla essendo girato ad incartare il quadro.

Rufus, in tanti anni non sei cambiato affatto. Peccato che non sei più mio. E che io mi sposerò con Bart.”

La donna sospirò: era davvero quella la cosa giusta da fare?

Per il suo orgoglio, sì, certamente.

Ma per il suo cuore?

Per un momento l'armatura di forza e compostezza che si era cucita addosso da molti anni, sembrò vacillare, e forse sarebbe caduta del tutto se in quell'istante l'uomo si fosse voltato a guardarla.

Ma ciò non accadde, e quando la donna bionda uscì di lì l'armatura era tornata perfettamente al suo posto: e per quanto ancora ci sarebbe rimasta non la preoccupò in quel momento.



* * *




-Chuck, Chuck! Non crederai mai a quello che mi è successo!- esclamò Nate tutto felice piombando nella sua stanza senza il minimo riguardo per l'educazione.

Chuck scosse la testa. Era abituato alla straordinaria ingenuità dell'amico.

Ti conosco perfettamente Nate. So come sei fatto, e so anche quello che mi dirai adesso.”

-Ho conosciuto una ragazza fantastica!-

Chuck gli ammiccò. Aveva indovinato, naturalmente.

Il biondo cominciò un'interminabile monologo su 'Vanessa' e il moro, attento ad annuire ogni trenta secondi, cominciò a riflettere, come faceva sempre quando il cicaleccio di Nate diventava troppo opprimente.

Chuck sorrise osservando l'amico parlare con una strana luce negli occhi. La cosa lo disgustava: non si sarebbe mai ridotto in quello stato.

Non credeva nell'amore, lui. O meglio, non credeva che l'amore fosse fatto per uno come lui.

Veloce come un fulmine l'immagine di Blair gli balenò nella testa, per poi andarsene dopo avergli sorriso.

Beh, forse con lei...”

Ma Chuck scacciò via anche quel pensiero, e cercò di ascoltare il monologo di Nate sulla fanciulla del popolino che a quanto pare in due ore era riuscita a fare quello che per Blair Waldorf era stato impossibile compiere in tanti anni: far dimenticare al biondo Serena Van der Woodsen.

Se non fossi ateo a quest'ora avrei già gridato al miracolo.”

Non riuscendo più ad ascoltare le infinite chiacchiere di Nathaniel, Chuck si versò dello Scotch e si mise a riflettere sul rapporto che aveva con l'amico.

Una delle poche persone, forse la sola fino a adesso, perlomeno, a cui teneva veramente.

E' così diverso da me”, pensò.

Ed era vero. Nathaniel Archibald era un bellissimo prince charming, quello che tutte le ragazze sognano e quello che tutte le madri vogliono avere come genero, il ragazzo perfetto.

Perfetto...Tsk!”

Nate non era affatto perfetto. Lui lo sapeva bene perché non lo vedeva con gli occhi ciechi e adoranti delle ragazze, né con quelli pieni di stima e ammirazione dei ragazzi, bensì con occhi disillusi, oggettivi. Manipolatori, a volte.

Non che Nate fosse una cattiva persona, tutt'altro. La sua pecca principale, (oltre alla tremenda parlantina), era quella di fregarsene dei sentimenti altrui:Nate era troppo ingenuo per ferire determinatamente le persone, ma era anche troppo stupido per accorgersi di farlo.

Il miglior esempio del comportamento irresponsabile e decisamente troppo naïf di Nathaniel era Blair. La ragazza lo amava sin dall'asilo, e lui, anche se non aveva mai ricambiato i suoi sentimenti, vi si era messo insieme, dandole la sciocca illusione di poterla amare un giorno, ferendola inevitabilmente poi quando la ragazza aveva capito che ciò non sarebbe mai successo.

Un moto di rabbia gli salì dal cuore.

Ma non seppe spiegarsene il motivo.

O forse non voleva spiegarsene il motivo.

-Beh Chuck, io vado, visto che oggi non hai nemmeno la decenza di fingere di ascoltarmi...-

Il moro lo lasciò andare con un sorriso, e accese la radio per distrarsi un po'.

Lui voleva bene a Nate, comunque, e sperò che finalmente l'amico avesse trovato la persona giusta, e sperò anche, cosa decisamente insolita da lui, che non la ferisse come aveva fatto con Blair.

Blair.

Il ricordo della notte precedente lo lasciò in balia di emozioni contrastanti a causa dell'effetto che quella maledetta ragazza gli faceva.

Se da un lato lo affascinava e gli faceva provare emozioni-sentimenti-sconosciuti, dall'altro avrebbe voluto distruggerla, e con lei quello sciocco, strano, irritante desiderio che gli causava ogni volta che la vedeva.

'Ooh you set my soul alight'

'Ooh you set my soul alight'

La radio passava Supermassive Black Hole.

Il ragazzo continuava a pensare a Blair, e a quella assurda dipendenza che gli creava. Accidenti, perché non lo lasciava andare?

'I thought I was a fool for no one, but ooh baby I'm a fool for you'

'You're the queen of the superficial, how long before you tell the truth?'

Ci si dovevano mettere pure i Muse adesso?


* * *



Due giorni dopo...


Blair stava intrattenendo alcune eleganti signore sulla trentina-facoltose clienti di sua madre-, all'evento organizzato da quest'ultima per promuovere la sua ultima collezione primavera/estate (da presentare al grande pubblico qualche mese più tardi) fra l'élite di Manhattan.

-E così, Blair tu indossi uno dei nuovi capi della collezione? E' veramente molto bello...-disse una di quelle signore ammirando il bel vestito di seta viola chiaro della ragazza.

-Sì, questo abito fa parte della collezione di mia madre...-sussurrò lei distrattamente. Aveva notato che nel salone di casa sua era appena entrato lui.

Chuck Bass.

La ragazza si sorprese nel notare che era bastato pensare il suo nome per far iniziare il suo cuore a battere furiosamente nel petto.

Oddio, non sarà che mi sto inn...”

Dei passi felpati dietro di lei la fecero congedare rapidamente da quelle ladies e fremere interiormente come una tredicenne al suo primo bacio.

Sapeva che era lui, e sapeva l'effetto che le faceva. Però non voleva dargliela vinta e andare un'altra volta a letto con lui.

Aveva paura dell'ascendente che il moretto esercitava su di lei.

-Ma che bel vestitino, Blair-, la salutò lui pronunciando il suo nome con un tale malizia da farla arrossire per l'imbarazzo.

Accidenti, ma deve proprio avere quella voce così sexy? E poi perché mi deve proprio guardare in quel modo così osceno? Mi fa sembrare una puttana!”

-Grazie, Bass-tard. Irritante come al solito.- fu la sua pronta riposta.

In quelle era sempre stata brava.

Come lo era nel mentire e dissimulare i propri pensieri.

Ma se lei era brava a manipolare, mentire e sfruttare gli altri, Chuck in quelle materia era un genio e maestro. Blair sapeva di avere ancora molta strada da fare prima di riuscire ad ingannarlo.

E ciò, se da una parte la faceva imbestialire, dall'altra l'attraeva come se lei fosse una bambina e Chuck la sua caramella.

Mentre rifletteva, il ragazzo si era avvicinato sempre di più, sino a non esserle più distante di una spanna.

Lei si voltò dandogli le spalle e lui si slanciò contro di lei sfiorandole la schiena con il torace. Venne catturata per le braccia e guidata con dolce fermezza verso un angolino in penombra, lontano dal party.

Si ritrovò inchiodata al muro con le braccia di lui ai lati della testa.

Poteva vedere il ghigno seducente impresso sulla fine bocca del ragazzo.

Distolse lo sguardo.

-Guardami.-

Non si mosse.

-Waldorf, guardami.-

Il richiamo della sua voce era forte, ma non voleva arrendersi.

-Guardami, Blair...-

La ragazza volse la testa di scatto, incontrando due occhi di un marrone appena più scuro del suo che la guardavano intensamente.

Maledizione!” Imprecò dentro di sé dopo aver visto comparire un sorriso trionfante sulle rosee labbra del Bass-hole.

-Fai sesso con me...un'altra volta-, le sussurrò all'orecchio maliziosamente mordendole il lobo.

Blair cedette per un attimo ma poi si ricompose subito: lei non si era mai riferita a quello che c'era fra loro con il termine 'sesso', e il fatto che invece lui l'avesse fatto le dava un senso di fastidio e irritazione che non voleva definire.

-Se devi solo sfogare i tuoi bassi istinti, MotherChucker, allora fallo con una troietta qualsiasi. Non vedi quante ce ne sono anche a questa festa, di ochette? Io non mi presto ai tuoi giochetti.- Disse con durezza.

Si sentiva ferita.

Tradita. Illusa.

Aveva iniziato a pensare che fra loro ci fosse qualcosa di più del semplice, squallido 'sesso', specialmente da quando lui le aveva regalato quella magnifica collana.

E invece non c'era niente.

Lei era solo il suo giochetto di quel periodo. E si era persino umiliata nel dirgli cosa pensava, gli aveva fatto capire di non volere solo quello da lui!

Che sciocca!”

Stette un altro po' alla festa non godendosela affatto e poi corse in camera sua non riuscendo più a fingere che non le fosse importato nulla.

Potevano bastare così poche parole per farle capire cosa provava realmente?

In quel caso sì.


* * *


Quando Dorota quella sera andò a controllare che la signorina stesse bene (l'aveva vista due ore prima correre in camera sua quasi in lacrime) la trovò stesa di traverso sul letto. Con il bel vestito viola tutto stropicciato ancora indosso e il trucco colato.

Non la vedeva così da qualche settimana, da quando si era lasciata con il signorino Nate.

Le drappeggiò addosso la coperta stando attenta a non svegliarla, e sperò con tutto il cuore che stavolta non c'entrasse nessun ragazzo.

Ma si sbagliava.




Angolo dell'autrice


Ecco a voi il quarto capitolo! Mi scuso per il ritardo di due giorni, però alcuni paragrafi non mi convincevano molto e c'ho messo un bel po' a risistemarli.

Sorry!

Mi dispiace per la conclusione un po' amara del capitolo, ma d'altronde sperare che fra loro sia sempre tutto love-love è improbabile. Faranno pace, non preoccupatevi!

Piuttosto un piccolo chiarimento: dopo che Chuck l'ha ferita con le sue parole superficiali Blair capisce che non vuole essere solo un giocattolino per lui, capisce di provare di sentimenti verso questo (affascinantissimo) ragazzo però ovviamente ancora non è innamorata. O forse lo è ma ancora non lo ha realizzato. Vi lascio il beneficio del dubbio. (Però preventivate che essendo solo al 4° capitolo è un po' esagerato parlare già di grande amore, specialmente con questi due!)

Passiamo ora alle altre cosine.


TRADUZIONI VARIE

In questo capitolo mi sono divertita con le canzoni eh!

Ecco le traduzioni dei versi che ho usato:


Hot N' Cold (Katy Perry):

Yeah you PMS, like a bitch, I will know” = “Sì tu, PMS (sindrome premestruale), come una puttana, lo saprò...”


Supermassive Black Hole (Muse):

Ooh you set my soul alight” = “Mi accendi l'anima”

Ooh you set my soul alight” = “Mi accendi l'anima”

I thought I was a fool for no one, but ooh baby I'm a fool for you” = “Pensavo di non essere pazzo si nessuno, ma ooh piccola sono pazzo di te”

You're the queen of the superficial, how long before you tell the truth?” = “Sei la regina del superficiale, quanto ci vorrà prima che tu dica la verità?”




LINKS


Vestito viola di Blair: http://www.google.it/imgres?q=abiti+cocktail+viola&hl=it&tbm=isch&tbnid=ucJLDTvPF9vf2M:&imgrefurl=http://abitisposa.myblog.it/archive/2011/04/21/estate-abiti-da-cocktail-viola.

Hot N' Cold: http://www.youtube.com/watch?v=kTHNpusq654&ob=av2n

Supermassive Black Hole: http://www.youtube.com/watch?v=bBb-J0hcBQA&feature=player_detailpage


AUTOPUBBLICITA'


Sempre in questa categoria ho scritto due One-Shot non inerenti a questa long, lo preciso ( e Chuck POV) dai titoli rispettivamente di “Mi dispiace Blair” e “No you Blair never know how you make Chuck Bass feel”

Se siete interessate/i potete cercarle nella mi pagina autrice. Mi scuso per aver messo qui la pubblicità ma vi garantisco che nei prossimi capitoli non ci sarà alcun tipo di spam.


RINGRAZIAMENTI


Mille grazie a tutte le dee (vi lovvo *__*) che hanno messo questa long nelle preferite/seguite e a coloro che hanno recensito, anche se ci tengo a ringraziare anche i lettori silenziosi.

Grazie milleeee: Camy Bass , cuoredpanna (grazie anche per avermi messo fra gli autori preferiti *.*), asya, Beatrix91, Delena_Nian, Fiby CullenBass_ e Chair Addicted.


Al prossimo capitolo!!! (fra qualche giorno parto per le vacanze, e non penso di riuscire a pubblicare il prossimo capitolo prima di partire, per cui non vi stupite se aggiornerò di nuovo fra due settimane!!!!)

Bacioni,


Dark_Iris






  
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