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Autore: Zer0    05/08/2011    1 recensioni
Una città governata dalle più grandi famiglie mafiose e cammoristiche del mondo.
Una città il cui livello di criminalità organizzata ha raggiunto livelli critici, la quale hanno portato a una drastica conseguenza.
La città di cui stiamo parlando è Vacon city, una città che in passato prosperava grazie ai ricchi commerci, adesso invece è ridotta malissimo.
Ogni contatto esterno con i più grandi azionieri legali è stato tranciato di netto, adesso solo merce di contrambando e droga girano per la città.
Essa ormai è in mano all'organizzazione più forte i "Colonna" i quali a loro volta sottostanno ai cinque più grandi mafiosi del mondo, riuniti in un unica sede i "Level-5".
Questa situazione però sta per finire.
Un cellula terroristica chiamata Abyss sta per fare la sua entrata in scena.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una debole pioggia bagna le strade di Vacon city. 
Una pioggia purificatrice, semplice e leggera che sta pulendo via i ricordi che mi entrano in testa. 
Ricordi di una vita passata dietro a un ideale che in qualche modo dovrò pur raccontare. 
Un ideale che è stato liquidato dai media come la cellula terroristica più debole di sempre. 
Non tutti sanno però che quest'ultima "banda terroristica" ha fatto una delle più grandi crociate riuscite di tutta la storia. 
Una crociata che ha liberato le strade dalla feccia della mafia, almeno in parte. 
I Colonna....I level-5....
Iniziamo dal principio.
Vacon city, città alquanto sporca e sudicia. 
Piena di criminali e gente poco raccomandata, ma anche piena di civili indifesi lasciati qui a marcire perche i buoni erano troppo presi dal loro intenso lavoro.
Come al solito i saccheggi da parte di ladruncoli era ormai acqua quotidinia, cosi come le morti dei polizioti che invani cercavano di dare un senso di giustizia in questo buco.
Io li ammiravo, ma nel mio più profondo li detestavo.
Il perche è presto detto, loro con le loro futili divise non riuscivano a mettere in sesto la città, anzi peggioravano la cosa usufruendo del loro potere anche contro chi non centra nulla.
Erano dispotici e stupidi, meritavano la stessa fine dei mafiosi, diversi intenti, stesse conclusioni. 
Gli innocenti dovevano sparire. 
Serviva un robin hood della situazione, ma qui erano troppo codardi per fare qualcosa, tutti avevano paura di mostrare la loro faccia, avevano paura di vedere una pistola alla tempia come ultima visione. 
Codardi e stupidi, pensavano al loro presente piuttosto che al futuro dei figli. 
Io però non volevo continuare a restare nell'ombra a mangiare il cibo pestato dai potenti. 
Volevo vedere se le mie ali erano pronte per potermi sorreggere in volo. 

~~~~

Il giorno iniziava come sempre, un sole timido che entrava nella mia finestra e che lentamente mi accarezzava la testa tentando di svegliarmi. 
O almeno è quello che volevo che accadesse. 
Come ogni mattina mi sveglio con il rumore della porta che sbatte.
"Forza è ora di andare a lavoro."
Una voce rauca e profonda mi fece aprire le palpebre. 
Era mio padre, un uomo alto e muscoloso che portava le magliette a maniche corte anche di inverno, un uomo che seguiva a testa bassa gli ordini del suo capo. 
Un uomo pupazzo ecco cosa era. 
Ce l'aveva a morte con me, perche a differenza sua io avevo le palle di dire le cose come stavano di alzare la testa. 
Si, alzavo la testa per poter ricevere meglio il suo pugno. 
Ciò però non mi interessava perche perquante volte lui mi buttava in terra il mio spirito e il mio ideale non vacillava anzi, aumentava di spessore.
Cosi adesso dovevo andare al cantiere dove lavorava e aiutarlo con il lavoro manuale. 
Era estate e le coperte erano infilate tutte su di un angolo della stanza, mia madre ormai mancava da più di tre anni, un tumore se l'è portata via.
Toccava a mia sorella pulire e fare le faccende di casa, ma lei aveva la testa da un'altra parte. 
Ero preoccupato che potesse immischiarsi in qualche guaio, ero l'incontrario di mio padre che sembrava totalmente fregarsene.
Presi da terra il primo paio di pantaloni che trovai in terra e mi diressi verso il bagno. 
Mi sciacquai il viso con l'acqua gelida che il rubinetto sapeva offrirmi, mi fissai allo specchio, i miei capelli neri corvini e ricci scendevano sulle mie spalle, mentre gli occhi si nascondevano nell'enorme frangia.
Feci una smorfia e mi avviai verso la porta di ingresso. 
Mio padre era ancora dentro casa, ma a me non interessava mi diressi al cantiere anticipando cosi il vecchio.
Le strade erano trafficate come se tutte fosse normale, come se fosse una città normale. 
In realtà quella era una maschera, chissà quanti di questi passanti erano in realtà temibili assassini.
Non si poteva stare attenti. 
Un coltello recide facilmente la gola.
A un certo punto sentì un rumore sordo provenire da un vicolo. 
Pensai subito ad un pestaggio.
Corsi a vedere cosa stava succedendo, girai l'angolo con una velocità inaudita. 
Fù in quell'istante che la mia vita cambio, ciò che pensavo esistesse solo nella parte oscura della città, si avvero davanti a me. 
Quello non era un pestaggio, ma un omicidio.
Un corpo di enorme stazza era riverso in terra pieno di sangue che grondava dalla testa. 
Davanti a lui due uomini, uno aveva in mano una pistola silenziata che emanava del fumo dalla canna, l'altro invece aveva in mano un piccolo cellulare con la quale scatto la foto del corpo esanime.
Io rimasi immobile terrorizzato da quella vista, ma sopratutto inquietato da quelle due figure cosi esili e alte.
Entrambi infatti indossavano una maschera nera con un numero disegnato sopra di essa.
1.
5.
Eccoli i marchi degli assassini.
"Oggi moccioso è il tuo giorno fortunato"
Disse l'uomo con il numero uno sulla maschera.
"Hai assistito alla nascita degli Abyss"
Continuò, mentre dalla sua bocca uscirono dei suoni simili a delle risate. 
Io feci un passo indietro continuando a fissarli, ma all'improssivo un dolore alla tempia mi fece chiudere gli occhi facendomi cadere in un sonno profondo.
  
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