Novembre 1980
-
Avada Kedavra!
L’incantesimo
mortale si frantumò contro l’armadio,
lì dove un attimo prima, del tutto
basita, c’era Marlene. La ragazza, agile e veloce, aveva
fatto in tempo a
schivarlo e, con il mantello vecchio e polveroso che la copriva appena,
si era
messa in posizione di attacco. Il Mangiamorte, davanti alla loro tenuta
non
particolarmente coprente, ghignava divertito.
-
Combattete una guerra da lenzuola, sporchi traditori?-
ululò, il viso coperto
dalla maschera argentata.
Sirius
sfoderò la bacchetta e ringhiò disgustato.
-
Tu devi essere quel porco schifoso di un Black!- urlò
Travers, avvicinandosi
con circospezione.
-
Stupeficium!- abbaiò Marlene, ma il Mangiamorte fece in
tempo a schivare
l’incantesimo.
-
Avada Kedavra!
Marlene
fu veloce anche il quel caso.
-
Uccidi me, stronzo! Uccidi me, lascia lei!- strillò Sirius,
correndo tra l’uomo
vestito di nero e Marlene.
-
Taci, Black!- sbottò Marlene, prendendolo per un gomito e
strattonandolo al
proprio fianco.
-
Due contro uno, Travers. Sei già morto- sibilò
malevolo Sirius, gli occhi
accesi di ardore e coraggio.
-
Stupeficium!- urlò in tutta risposta il Mangiamorte.
-
Protego!
Lo
schermo blu dell’incantesimo si dilatò tra di
loro. Potentissimo, abbracciò
buona parte della stanza. Brillava intensamente, sostenuto dalla forza
della
giovane McKinnon.
-
Questi incantesimi da due soldi non vi serviranno a niente!-
ghignò Travers;
poi, in un unico gesto, si scoprì l’avambraccio
sinistro e premette l’indice
della mano destra sul teschio impresso a fuoco sulla sua pelle.
-
Siete spacciati!- sibilò, prima di urlare ancora la formula
per uno
Schiantesimo.
Marlene
ingigantì il suo scudo.
-
Black, tua cugina Bellatrix non vede l’ora di farti crepare
con le sue mani. Ha
quasi preso quell’idiota di Paciock, l’altra notte,
sai? E tu, McKinnon, sarai
mia! Ho un particolare feeling con le… Donne.
Marlene
dovette perdere un secondo la concentrazione perché il suo
scudo si indebolì e
svanì del tutto. Travers approfittò del momento
di distrazione.
-
Crucio!- urlò al suo indirizzo. E la ragazza, fragile, fu
investita da una
ventata di dolore. Il mantello che a malapena la copriva cadde a terra
e lei
rimase nuda, sospesa a mezz’aria. Si contorceva atrocemente,
vittima di una
sofferenza più grande di lei. Poi, un grido
riempì la stanza e Marlene cadde a
terra, priva di sensi. Travers, da dietro la maschera, fissava con
ostentazione
la sua nudità.
-
Non guardala!- gli intimò Sirius, ristabilendo nel frattempo
uno scudo
altrettanto potente. Travers gli sorrise di striscio, poi si tolse la
maschera
che finì sul pavimento polveroso. Con un colpo secco
arrestò la sua caduta.
-
Taci, porco.
L’ultima
cosa che Sirius sentì fu l’urlo di un altro
“Crucio” scagliato contro il corpo
inerme di Marlene. La forza della maledizione ruppe il suo scudo; in
uno
scintillio quasi mortale Marlene fu colpita nuovamente. Si
svegliò nel cuore
della maledizione, la voce strozzata e lacerante.
-
Fermati!- urlò Sirius, cercando di Schiantare Travers, di
nuovo. Marlene crollò
di nuovo a terra, questa volta sveglia, prima che il Mangiamorte
potesse
contrattaccare.
-
Schifoso assassino… -mormorò la ragazza,
rialzandosi a malapena in piedi. Le
gambe non riuscivano a sostenere il peso del suo corpo,
benché esile.
-
Expelliarmus!
In
un momento Sirius si ritrovò senza bacchetta. E, in un
attimo, accadde qualcosa
di fatale. Sirius si voltò per riprendere la sua arma,
scivolatagli dietro. E
Travers attaccò.
-
Avada Kedavra!
Marlene,
con uno scatto felino, si interpose tra Sirius e la maledizione. Il
lampo di luce
verde la colpì in pieno. Cadde a terra, morta. Nella stanza,
per dieci secondi,
regnò solo silenzio.
***
La
bara sfilò tra il corteo funebre con solennità.
Lily piangeva disperata, per
quanto non avesse mai amato molto Marlene. Remus esibiva graffi pesanti
sul
viso, lì dove le unghie di Felpato erano affondate troppo
profondamente due
notti prima. James osservava con calma piatta tutti i presenti, grandi
maghi e
streghe che sarebbero stati poi ricordati come eroi. Fabian, qualche
metro più
avanti, singhiozzava con foga: tutti si stupirono della sua
disperazione. Ma
lui amava Marlene, così come l’amava Sirius. E
Sirius, mentre i flash di quella
notte gli tornavano in mente, chiuse gli occhi. Silente aveva salvato
la
situazione, aveva salvato tutti, tranne lei. Travers era fuggito, lui
aveva
solo picchiato troppo violentemente la testa. Ricordava distintamente i
rintocchi dell’orologio che batteva le sei del mattino.
Ricordava il buio, i
giorni spesi in un letto freddo e vuoto, cercando di guarire e di
salvarsi. Il
lampo di luce verde, interrotto dal corpo di Marlene che gli faceva
scudo, era
diventato parte dei suoi incubi.
-
Addio Marlene… Marlene…
Il
lamento di Fabian giunse alle sue orecchie e riuscì a
trattenere a stento un
latrato. Marlene, scheletro, pelle bianca e capelli rossi, era chiusa
dentro
quella fottuta bara e non si sarebbe rialzata mai più. E
poco importava che un
giorno sarebbe arrivato il Giudizio Universale, la fine dei tempi, o
qualunque cosa
ci fosse stata dopo. Marlene non c’era più.
-
Marlene McKinnon, valorosa combattente…
La voce
altisonante di Silente riempiva
l’aria. Sirius avrebbe voluto picchiarlo a sangue, smontare
il suo bel viso
composto e pacato. Lui avrebbe potuto salvarla, lo sapeva. Sapeva a
cosa
andavano incontro, sapeva che Marlene non ce l’avrebbe fatta.
Sapeva che
Marlene era solo una ragazzina…
- La ricorderemo
per sempre come una
delle nostre migliori…
Fabian piangeva
ancora. Come se ne
avesse avuto il diritto.
-
Rimarrà qui tra noi…
Fabian
abbracciava la bara, non avendo
potuto abbracciare lei.
- Marlene era
davvero…
Fabian le aveva
detto mille volte “ti
amo”, Sirius nessuna.
- Per tutti noi
che…
Le parole di
Silente continuavano ad
intasare l’aria, facevano germogliare semi di speranza
lì dove il terreno, i
cuori, era ancora fertile. Tutti salutarono per l’ultima
volta Marlene e, solo
quando la terra si chiuse su di lei, a Sirius parve di sentire
risuonare ancora
il suo “cagnaccio” nell’aria. Marlene era
sbiadita come le nuvole di un
tramonto morente.