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Autore: Apricot    05/08/2011    5 recensioni
Si, la sua voce era morbida, calda, familiare ed elegante proprio come il velluto rosso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Le giornate passarono in fretta.
Furono delle giornate meravigliose.
Amo quella sensazione di perfezione. Quella sensazione che hai quando ti senti in pace con te stesso e con il mondo intero. Quella sensazione che provi quando sai che nulla potrebbe rovinarti il tuo stato d'animo. Chissà se Ronnie ha mai provato questa sensazione.

-Ronnie, tu ti sei mai sentita così felice da voler fermare il tempo?-


-Si, forse si.-


-E quando?-


-Ti ricordi quando siamo andati in quel lago? Quando abbiamo scattato le foto sul ponticello di legno... ecco, quello era il momento perfetto. Non si può fermare il tempo. Così mi sono limitata a scattare delle foto per imprigionare il momento. -
 

-Davvero? In effetti le foto del lago sono venute bene.-


-Lo so! È proprio la cosa più bella! Ogni foto che abbiamo fatto è venuta benissimo! Mi succede raramente di venire bene nelle foto!-


-Non è vero! Sei piuttosto fotogenica!-


-Non dire idiozie. Ad ogni modo quello è stato il momento perfetto in cui avrei voluto fermare il tempo. Qual è il tuo?-


-Questo.-


-Questo?-


-Si, questo.-


-Ma perché questo?-


-Perché è tutto come me lo sono sempre immaginato. Io, te, casa mia, il mio divano, la mia tv, i muffin di mia madre appena sfornati...tutto perfetto. Pensa che quando ero in America mi sono immaginato una scena identica a questa. Fa paura se ci penso, intendo il fatto che è come me l'ero immaginato. È tutto identico. È tutto spaventosamente perfetto.-


-La perfezione può essere spaventosa?-


-Si, se è troppo perfetta.-


-Ma è ovvio che la perfezione è perfetta! Sei un idiota!-

Lei rise. Risi anche io. Poi l'abbracciai. Le appoggiai la testa al mio petto, per farle sentire il battito del mio cuore. Sapevo che le piaceva ascoltarlo.

Un lungo bacio sigillò quel momento perfetto dentro una scatola dei ricordi già impolverata e la chiuse nella mansarda di una casa dimenticata.


 
Da allora non ebbi più momenti perfetti.
Ebbi comunque un momento davvero molto brutto, il momento peggiore della mia vita.
 
Lo studio di Londra è sempre molto rumoroso. Non si capisce il perché. C'è sempre gente che grida. Che bisogno c'è di gridare? Io ed i miei amici riusciamo addirittura a capirci con uno sguardo e questi devono gridare. Ognuno poi grida per sovrastare la voce dell'altro. Come se stessero litigando. In realtà non stanno litigando, solo che non si sentono; o meglio non si ascoltano. Sono sicuro che se tutti si parlassero sottovoce o addirittura sussurrassero nell'orecchio sarebbe meglio. A nessuno verrebbe il mal di gola. In più sarebbero tutti costretti ad ascoltarsi l'uno con l'altro perché non è facile capire un sussurro.
Ho provato a spiegare questo concetto a Niall e Liam per tre volte. Ma non l'hanno mai capito. Louis l'aveva capito, però non sta dalla mia parte. Dice che gli piace il rumore. Pensava che fosse confortante sapere che c'è vita. Secondo me la vita la si può percepire anche in silenzio. La si può percepire persino dagli odori. Non capisco davvero questo bisogno di sentire il rumore attorno a se per essere sicuri che la vita sia presente. Ma forse questo è soggettivo.
Però anche Ronnie era dalla sua parte. Anche a lei piaceva il rumore.
Mancavano circa due settimane all'inizio della scuola, e mancavano circa due tracce da finire.
Avevamo deciso di finirle qui perché Zayn stava cominciando a perdere la voce. In realtà dovevamo solo perfezionare qualcosina, i piccoli aggiustamenti dell'ultimo minuto. In più dovevamo aggiungere un assolo di chitarra, non fatto da noi, alla traccia numero 5.
 
Avevamo appena finito di ingozzarci di panini quando Ronnie cadde.
Fu solo allora che mi resi conto che in lei c'era qualcosa che non andava. Qualcosa di diverso dal solito. Era dimagrita ancora, ma non mi ero mai preoccupato di questo. L'avevo sempre vista mangiare in mia presenza. Mangiava di tutto. Non era mai stata fissata con le diete e quant'altro dato che non ne aveva bisogno.
Dopo essersi alzata dalla sedia d'acciaio del dehor si posò una mano sulla fronte e con l'altra si appoggiò al tavolino. Le gambe non la ressero e cadde.
Zayn l'afferrò prima che toccasse il marciapiede. Lei chiuse gli occhi e lasciò che le forze le scomparissero dal corpo. Si abbandonò definitamente sul petto di Zayn.
Esattamente come era successo a me.
 
La portammo sui divanetti dello studio. Quando si svegliò bevve un litro buono d'acqua e mangiò una barretta al cioccolato, l'unica cosa che avevamo trovato nelle macchinette del palazzo.

-Allora che ti prende?-

Le chiese Niall dandole dei leggeri colpetti sulla guancia. Liam le sorrise e l'abbracciò.
 

-che è successo?-


-Che è successo? Sei svenuta tra le braccia di Zayn! - le rispose Louis.

Lei guardò Zayn e lui le sorrise con aria innocente, come se volesse dire 'non è colpa mia, sei tu che sei svenuta. Io ho solo fatto il mio dovere'.


-Ah! Caspita!-


-Caspita? Tu svieni e tutto quello che sai dire è caspita?-


-Parli proprio tu Harry! Ti devo ricordare quello che è successo circa tre settimane fa circa?-


-Quella era una situazione diversa!-


-Si certo. E in cosa era diverso?-


-Beh, io ero stanco e accaldato. Probabilmente sarò svenuto per quello!-


-Harry mi sarà solo calata la pressione! Mi succede ogni tanto, dai stai tranquillo!-


-Hai bisogno di qualcosa?-


-No grazie Lou! Vi ho fatto perdere un bel po' di tempo vero?-


-Ma figurati! Abbiamo perso solo 30 minuti!-


-Adesso mi sento bene. Non voglio farvi perdere altro tempo! Su forza tornate a fare quello che dovete fare!-


-Ma veramente abbiamo finito di fare quello che dovevamo fare. Facciamo così, noi andiamo a controllare se in sala hanno qualcosa da dirci. Appena abbiamo finito ti raggiungiamo. Tu non muoverti di qui.-


-Va bene. Sentite non è che Zayn potrebbe rimare qui? O è indispensabile che venga con voi.-

Lo disse molto seriamente. Con un certo tono di urgenza. Ma perché aveva così bisogno di Zayn e non di me? L'ultimo volta che avevo controllato ero io il suo ragazzo. Poi ripensai a quelle smielosità che mi aveva detto sul suo rapporto con Zayn, allora feci un cenno a Zayn e presi l'ascensore con gli altri ragazzi.

- Oh, a che piano era già?-


-Cazzo Niall, ma non ti ricordi proprio niente! Sai almeno come ti chiami?-


-Si, ma soltanto perché mi hai appena chiamato!-

Prima che le porte si chiudessero diedi un'ultima occhiata alle poltroncine della hall dove lei era ancora sdraiata. Era semplicemente bellissima. Amavo quel suo cappotto grigio e quella sciarpa beige senza fronzoli, le davano un'aria autorevole. Ma sarebbe stata benissimo con qualsiasi vestito addosso.

Quando arrivammo c'erano Nicolas e Meredith che stavano sistemando gli strumenti.

Nicolas e Meredith ci avevano seguito da quando avevamo cominciato in America. Si erano occupati praticamente di tutto. Erano due geni della musica e del marketing. Loro si che sapevano come funzionano questo genere di cose. Senza di loro non avremmo combinato proprio un bel niente.

Ci dissero che avevano praticamente finito tutto. I musicisti sarebbero ritornati solo per un piccolo aggiustamento, ma per il resto era tutto pronto. Noi non saremmo dovuti ritornare lì.

Il lancio del disco però era fissato per gli inizi di ottobre.


-Ragazzi io ho freddo!- dissi.


-Ci credo! Sei a mezze maniche!- mi rispose Nicolas.


-Lo so! Non mi ricordo dove ho messo la felpa!-


-Quella viola intendi?-


-Si!-


-L'hai lasciata sui divanetti!-


-Vado a prenderla prima di diventare un ghiacciolo!-

Lasciai gli altri a parlare di non so cosa. Volevo chiedere a Louis di accompagnarmi ma mi sembrava troppo occupato a fare l'imitazione di non so chi.

Dunque scesi da solo e presi anche i fogli con i testi scritti. Quelli ci servivano.

Non presi l'ascensore perché era occupato, e probabilmente si sarebbe liberato dopo mezzora. Se io fossi stato ancora mezz'ora senza felpa sarei morto. Settembre in Inghilterra è come novembre in un qualsiasi altro posto d'Europa.

Camminando per il corridoio vidi Zayn seduto in gambe crociate proprio di fronte a Ronnie. Stavano parlando ma non riuscivo a capire cosa dicevano. Maledetto rumore.

Entrai nella hall, ma loro non se ne accorsero minimamente, dato che mi davano le spalle.

Feci per andare a prendere la felpa quando sentii Zayn.


-Non è colpa mia, io non ce ne posso fare niente!-


Mi misi dietro la pianta gigante e finta che si trovava alla mia destra. Non era per nascondermi, era solo che volevo sentire quello che dicevano. Se mi fossi presentato lì davanti sicuramente si sarebbero fermati. E poi da quando la curiosità è peccato?

Dissero delle altre cose, ma non le capii perché il cellulare di una signora che mi passò accanto squillò.

Poi ci fu un breve attimo di silenzio. Un attimo che non ci sarebbe dovuto essere. E sentii.


-Lo sai che ti amo, Ronnie.-

Lasciai cadere per terra i fogli dei testi.

Sentirono il rumore e si voltarono.

Mi avvicinai, presi la felpa e mi voltai. Non raggiunsi gli altri. Uscii da solo e corsi via maledendo il silenzio.

Sentivo la voce di Ronnie che gridava il mio nome mentre tutto ciò che avevo costruito stava crollando a pezzi.



 
  
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