~Quello che le donne non dicono
Ma dove fuggi? [Lily
Evans]
I corridoi di Hogwarts passavano
veloci e sfocati mentre correva a perdifiato.
Non sapeva dove andare, né cosa le
stava prendendo… sapeva solo che era troppo.
La consapevolezza di aver perso una sorella da anni, di
essere considerata un mostro da lei solo perché prendendo un misero pezzetto di
legno in mano poteva fare cose che lei e qualsiasi altra persona non avrebbero
nemmeno potuto immaginare, si aggiunse alla consapevolezza di aver perso anche
un amico.
Il viso caro del suo migliore amico, un viso che per anni
era stato il suo conforto e il suo sostegno, era impresso nella sua mente.
Rivedeva gli occhi con cui la guardava mentre gli diceva:<< Sev, non posso accettare la strada che hai deciso di
prendere… avrei accettato di tutto, ma non posso accettare
di essere amica di un ragazzo che ha deciso di seguire i Mangiamorte
>>.
Severus aveva riso: una risata priva
dall’allegria, piuttosto di scherno e di derisione per quello che gli stava
dicendo. I suoi occhi non avevano più quella lieve espressione addolorata, e
nel giro di pochi secondi erano diventati indifferenti e quasi accusatori.
<< In effetti è una strada
inaccettabile per una qualsiasi Grifondoro che si
rispetti >>.
Lily lo aveva guardato ad occhi
sbarrati e aveva sibilato:<< Non serve essere Grifondoro
per rendersi conto che i Mangiamorte sono pazzi e
assassini! Basta avere un minimo di coscienza e di senso della giustizia per
capire che si alimentano di fandonie e che si battono per una causa razzista e
sanguinaria, una causa che non esiste né il cielo né in
terra! >>.
Severus era rimasto zitto a guardarla,
assottigliando leggermente lo sguardo. Gli occhi neri erano ancor più
indecifrabili di prima, e la sua rabbia si poteva
percepire solo guardando il pugno chiuso che si stringeva in una mossa
convulsa.
Lily non aveva abbassato lo sguardo, pur sentendosi
sanguinare il cuore. “ Può fare così male separarsi da un
amico, da un fratello? ” si chiese.
<< E’ la tua ultima parola? >> aveva chiesto Severus, senza un minimo cedimento della voce.
Lily aveva annuito debolmente.
Il ragazzo aveva indietreggiato di un passo, lo sguardo
improvvisamente perso a scrutare il volto di quella che era, ormai, la sua ex
migliore amica. Aveva alzato lentamente la mano e le aveva posato un dito sulla
guancia, asciugando una lacrima che era sfuggita dal suo controllo.
<< Addio Lily >> e, senza aspettare una
risposta, si era voltato e se ne era andato senza voltarsi.
Quando ormai il ragazzo era scomparso dalla sua vista,
Lily si era ritrovata il volto inondato di lacrime silenziose, e un improvviso
senso di abbandono le stava dilaniando il cuore.
Si era piegata su se stessa, aggrappandosi al muro freddo
vicino a lei, e aveva atteso che il respiro tornasse regolare.
Aveva alzato lo sguardo sul vetro della finestra. La
pioggia di novembre batteva furiosa, il vento implacabile scuoteva gli alberi,
facendo piegare anche loro su se stessi.
Guardando la scena da lì, a Lily parve di vedere il
ritratto della sua anima in subbuglio. Poi, in lontananza, vide il campo di Quidditch.
E capì.
E cominciò a correre, a correre,
a correre.
I suoi passi rimbombarono nei corridoi vuoti della scuola,
e le poche persone che incrociavano la sua corsa si dovevano accostare alle
pareti perché lei non si fermava, non rallentava, non si spostava.
Continuò imperterrita a correre, guardando solo il vuoto
di fronte a sé, perché c’era solo una cosa da fare: c’era da fuggire.
Ma dove?
Arrivata all’ingresso, aprì il pesante portone di legno,
si fiondò fuori e ricominciò a correre.
Ma dove?
Il vento le sferzava il viso, e così le gocce di pioggia
che, violente e implacabili, cadevano su di lei e su tutto il triste paesaggio
circostante.
In un batter d’occhio si ritrovò zuppa dalla testa ai
piedi: il mantello fradicio le svolazzava intorno seguendo il volere delle
sferzate di vento, e i vestiti si incollavano sul suo
corpo come una seconda pelle.
Si fermò all’improvviso, riprendendo fiato. Immobile in
mezzo al temporale, guardava il vuoto di fronte a sé.
Le urla ferme in gola, come un
boccone amaro troppo difficile da ingoiare.
Fuggi. Ma dove?
<< Evans >>
Un rombo cupo squarciò il silenzio che era calato.
Dopo un interminabile attimo, Lily si voltò.
James Potter, dietro di lei, si avvicinò lentamente con un
mantello asciutto in mano… era evidente che lo aveva incantato per farlo
rimanere asciutto.
Le tolse il mantello bagnato che aveva addosso e la coprì
con quello che aveva sottobraccio, poi la prese dolcemente per le spalle e
sussurrò:<< Che succede? >>
Lily non rispose: si limitò a tenere la testa bassa,
guardando triste il terreno ormai infangato.
Sentì Potter sospirare, e ripetere:<< Evans, che
succede? Dimmelo per piacere >>
Lily alzò finalmente lo sguardo, e incontrò gli occhi
nocciola del ragazzo che riteneva il più insopportabile del mondo. Non avevano
la stessa aria di superiorità e orgoglio, erano piuttosto… preoccupati. La
scrutava con uno sguardo ansioso, sempre tenendola stretta per le spalle. Ma non era una stretta fastidiosa: era una stretta calda,
protettiva.
Lily per un attimo dimenticò che era il ragazzo che non tollerava
da sette anni, dimenticò le volte che lo aveva Schiantato o che aveva aggiunto
un ingrediente qualsiasi nella sua pozione per fargliela scoppiare. Dimenticò
che per sette anni aveva insultato e preso in giro Severus
solo perché era il suo migliore amico.
Dimenticò tutto e scoppiò a piangere, aggrappandosi a lui
come se fosse la sua unica ancora di salvezza.
James rimase un attimo interdetto da quella
improvvisa vicinanza, ma poi l’abbracciò dolcemente, tenendola
saldamente quando sembrava che le gambe della ragazza stessero per cedere
dall’emozione.
Le accarezzò i capelli rosso fuoco, e la strinse al suo
petto per darle conforto.
Lily non poteva fare a meno di chiedersi per quale motivo
lui fosse lì a sostenerla, senza usare inutili giri di parole ma semplicemente
abbracciandola. Da quanto tempo era che Lily non abbracciava qualcuno?
Da come si sentiva in quel momento, sembrava una vita.
Forse è vero che a non abbracciare qualcuno ti si inaridisce il cuore. Il suo le sembrava così: inaridito,
senza linfa, senza sangue che pompasse.
Con Petunia era ormai troppo che non
c’era un minimo contatto, e lei e Severus si
abbracciavano di rado quando erano piccoli, diminuendo man mano che crescevano.
Ma ormai non aveva più importanza.
Ora che James la circondava con le braccia e che con continuava ad accarezzarle i capelli, si sentì il cuore
più leggero. Non importava chi fosse, o almeno non in quel momento: in quel momento le era vicino come se la conoscesse da sempre.
La vocina fastidiosa di prima
ricominciò a farsi sentire, e disse “ Fuggi! ”.
Lily rimase ad ascoltarla, riflettendo. Poi
rispose “ No. Rimango ”.
E così, la vocina scomparì.
Era inutile fuggire. Il suo posto le era sotto il naso da
un pezzo.
Spazio autrice:
Lo so che mi odiate. Anche io mi
odio, immensamente. Che poi cazzarola, me ne son RIuscita fuori con questo capitolo
un po’ di cacca e oltremodo deprimente?! Lo so, un
comportamento pessimo. Non sapete quanto mi dispiace di non aver scritto per
tutto questo tempo.
Potrei dirvi un sacco di cose, ma posso solo giustificarmi
dicendo che la mia ispirazione aveva fatto letteralmente Puff D:
Quindi, ringrazio TUTTI VOI, tutti perchè nonostante ciò avete continuato a leggere le mie
storie, a metterle tra i preferiti, tra le ricordate e via dicendo. GRAZIE MILLE VERAMENTE!
Cercherò di non deludervi più e di non farvi più aspettare
una vita per rileggere qualcosa di mio, e anche per criticare ovviamente xD
A presto con il prossimo capitolo (che è già in fase di
costruzione C: )
VOSTRA Piccio!!