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Autore: bells swan    06/08/2011    13 recensioni
Dal primo capitolo:
- Gli porgo la mano. “Io sono Bella”.
Sorride. “È bello vedere che almeno una donna su cinque ha un’alta considerazione di se stessa”. Ritorna serio e riabbassa la testa sul libro. “Sì, sei molto carina” si limita a dire.
Alzo gli occhi al cielo. “Bella è il mio nome” specifico.
“Come vuoi” borbotta senza neanche guardarmi.
Mi appoggio alla sedia, osservandomi intorno e cercando altre scuse. Non ne trovo. Passo al sodo. “Ho bisogno del tuo aiuto” mormoro, diventando improvvisamente seria.
Annuisce con gioia, alzando finalmente la testa. “Certo. A circa sei isolati da qui c’è un centro specializzato per malati mentali come te. Se vuoi ti do un passaggio”.
Gli lancio un’occhiataccia. “Non sono pazza”. Scrollo le spalle. “Ho solo bisogno del tuo aiuto”.
Riabbassa la testa. “E di cosa avresti bisogno?” chiede con indifferenza.
“Vuoi essere il mio fidanzato?” domando, gli occhi che brillano. -
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'amor non si comanda... o sì?'
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“Dai, muoviti Edward!”
Dio mio, ma perché gli uomini sono così lenti?
“Certo, la fai facile. Non sei tu che devi portare dietro di te cinque bagagli strapieni” risponde fissandomi torvo.
E perché devono sempre lamentarsi?, mi chiedo, alzando gli occhi al cielo.
“Su, non ci pensare” gli dicco allegra, affiancandolo e prendendogli un bagaglio.
“Potevi anche lasciarmelo, hai preso quello più leggero” brontola.
“Come vuoi” dico ancora sorridendogli e lanciandoglielo contro.
Se gli sguardi potessero uccidere sarei già morta.
“È una donna, Edward. È una donna.” Edward mi sorpassa camminando a testa bassa e sussurrando ripetutamente questa frase.
“Su Charlie, muoviti!” esclama mia madre portandosi vicino a me e prendendomi sotto braccio.
Anche mio padre è carico di bagagli pesanti e scambia uno sguardo pieno di compassione con Edward.
Certo, i maschi sempre a fare la vittima della situazione.
“Si può sapere perché avete portato tutti questi vestiti? Staremo a Miami solo per sette giorni, non per un mese intero!” esclama Charlie, sudato.
Cambio di programma: invece che stare a Miami solo per due giorni mio padre ha cambiato idea e vuole restare altri cinque giorni in più.
Non capita spesso che possa prendersi una vacanza così ne ha approfittato.
Edward, dopo i soliti capricci di un bambino, ha accettato.
Sole, mare, spiaggia e ragazze in bikini, per di più un’intera vacanza di una settimana pagata: che altro pretende?
“Papà, personalmente, non indosserò lo stesso costume in spiaggia per più di un giorno. Per i vestiti, non indosserò la stessa maglietta per più di dodici ore. Quelle valige contengono il minimo indispensabile” ribatto, piccata.
“Signor Swan, mi creda, dice la verità. Quando ha preparato il resto delle valige l’ho convinta a lasciare alcuni abiti a New York altrimenti a quest’ora porteremo due bagagli in più” interviene Edward.
Oh, ma che ne vuole capire lui?
“Tu sei l’unico che mi capisce, allora” sospira mio padre.
Lancio un’occhiata a mia madre. “Mamma, questi due non mi capisco, mi sento incompresa!” piagnucolo.
“Oh, tesoro.” Renèe mi accarezza i capelli, lanciando un’occhiataccia a Edward e Charlie. “Ignorali, loro non possono capire” e mi prende a braccetto per uscire dall’aeroporto.
Il viaggio è stato piacevolissimo, è durato circa tre ore ma mi sono appisolata sopra la spalla di Edward che, poverino, adesso non la può muovere perché gli fa un po’ male.
Peggio per lui, poteva svegliarmi.
“Allora, cosa hai intenzione di fare?” mi chiede Renèe.
“Sono a Miami in estate. Ho intenzione di prendere il sole su tutte le spiagge del posto” dico, pensando subito al mare cristallino, la spiaggia dorata e i possibili bagnini in costume.
Oh, sì: i bagnini in costume sono la mia parte preferita.
“E tu e papà?” chiedo in seguito.
“Per noi questa sarà una seconda luna di miele” risponde con gli occhi che le brillano.
Mamma e papà si amano tantissimo. I loro litigi durano poco e sono convinta che ravvivino il loro rapporto di coppia.
Mi piace l’idea di potermi trovare così in sintonia con l’uomo che amo anche dopo vent’anni di matrimonio.
“Zio!” Una voce cristallina e allegra interrompe i miei pensieri.
La conosco perfettamente. Purtroppo.
“Tanya!” esclama mio padre, che cammina di fronte a me e alla mamma insieme a Edward.
I due si abbracciano mentre noi li raggiungiamo. Mi metto vicino a Edward lanciando uno sguardo d’intesa che lui ricambia. Ha capito che è il momento di iniziare.
“Ciao amore” saluta mia madre abbracciando forte Tanya, la quale ricambia con affetto.
“Ciao Isa” mormora dopo, abbracciando me.
Non appena ci scambiamo, lancia uno sguardo confuso a Edward, fissando poi me con sguardo curioso.
“Lui è… Edward. È il mio ragazzo” spiego io. Avrei dovuto dire ‘fidanzato’ ma mi sembrava una parola troppo impegnativa.
“Piacere di conoscerti Edward. Io sono Tanya” si presenta mia cugina porgendogli affabile la mano.
Edward ricambia la stretta di mano sorridendole educato.
“Dov’è Garrett?” chiedo. Solitamente, lui e Tanya stanno sempre insieme.
Solo per andare al bagno si separano.
Tanya mi sorride. “In macchina, non ha trovato un posto libero quindi dobbiamo sbrigarci” mi risponde.
Prende una valigia dalle mani di mio padre sorridendogli calorosamente e affiancando mia madre, con cui inizia subito a parlare informandosi sugli ultimi avvenimenti della nostra famiglia a New York.
La macchina non era molto lontana e la raggiungiamo subito.
Garrett non può scendere perché tiene la macchina con il motore acceso ma non appena saliamo ci saluta oralmente con il suo splendido sorriso sul volto.


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Dio mio, Tanya ha sempre avuto bei gusti... E per poco non ho la bava alla bocca.
Charlie si siede sul sedile davanti, stando accanto a Garrett mentre dietro saliamo, in ordine: Edward, io, Tanya e Renée.
Stiamo un poco stretti quindi sono costretta ad appiccicarmi a Edward. Come richiamato dai miei pensieri, posa un braccio sulle mie spalle. Non mi disturba, né penso male. Edward è con me a Miami proprio per fingersi il mio fidanzato e gesti del genere dovranno essere all’ordine del giorno per questa settimana. Per quanto riguarda me, poggio il gomito sul suo ginocchio, cosicché io sia di molto appoggiata a lui.
“Allora Bella, cosa mi racconti?” domanda Tanya rivolgendomi un caldo sorriso.
“A parte il mio prematuro fidanzamento?” chiedo di contro io, divertita.
Charlie e Garrett parlano tra loro, mamma sta parlando al cellulare con una sua amica, probabilmente, e io e Tanya parliamo come se non ci vedessimo da tempo.
Edward, da bravo fidanzatino, ha le labbra poggiate contro la mia testa e qualche volta lascia delicati baci. Ascolta tutto in silenzio.
Il viaggio passa tranquillamente.
Non appena arriviamo a casa di zia Victoria, lancio un’occhiata a Edward. Sorride allegro. Bene, sa ciò che deve fare.
“Amore della zia!” esclama Victoria, correndo con le braccia allargate.
“Zia!” esclamo ridendo. Per me, è stata come una seconda mamma e per lei sono come una seconda figlia.
“Tesoro, lasciala respirare” mormora divertito zio James. “Poi, lasciamela spupazzare un po’ anche a me, dai.”
Sorrido maliziosamente. “Come va, vecchietto?” domando, abbracciandolo.
Il suo abbraccio da tenero diventa stritolatore. “Vecchietto a chi?” chiede poi, allontanandomi.
Rido divertita, voltandomi verso Edward.
Fissa sconvolto mia zia Victoria che ha due dita sul suo mento e lo sta esaminando alla luce del sole.
“Zia non è un alieno. È solo carino oltre il normale” dico, alzando gli occhi al cielo.
Mia zia ride. “I ragazzi di oggi sono così diversi da quelli che c’erano ai miei tempi” mormora.
Okay che non è giovane, ma neanche vecchia quindi mi sembra un po’ difficile.
“Ehi, che vuoi dire?” chiede scocciato James.
“Qualcuno mi aiuta?” sbotta infastidito mio padre.
“Oh, porca miseria” sussurra James, correndo immediatamente a soccorrere mio padre e i nostri bagagli.
“Quindi tu sei il fidanzato della mia bambina?” domanda mia zia. Ecco che comincia con le domande imbarazzanti. “Quando vi siete incontrati?” chiede curiosa Victoria.
Sorrido, pronta a raccontarle il mio racconto ma Edward mi interrompe.
“Prima vorrei sedermi. Posso, vero?” domanda.
Gli lancio un’occhiataccia che lui neanche nota.
Ha interrotto l’inizio del mio racconto!
“Ma certo caro. Così mi dite tutto!” esclama entusiasta mia zia, entrando in casa a braccetto con mia madre.
Edward chiude gli occhi, alzando il viso al cielo, un’espressione sofferente sul volto.
Dio, come la fa tragica lui.
 
Edward’s pov
 
“Vuoi, caro?”
Una vecchietta, la nonna di Bella, dopo le presentazioni, si è seduta vicino a me con un pezzo di pane con la nutella e mi ha rotto anche l’anima con questo ‘Vuoi, caro?’.
“No signora, gentilissima, ma non ho fame” ripeto per l’ennesima volta con i nervi a fior di pelle.
“Ma sei così magro!” esclama quasi sull’orlo delle lacrime avvicinandomi il pezzo di pane al naso.
Mi allontano il viso. “È costituzione, signora.”
Fa una smorfia, poi riprende. “Vuoi?”
Stavolta, sull’orlo delle lacrime ci sono io!
“Nonna, abbiamo mangiato poco fa in aereo, per questo Edward non ha fame.” Bella sopraggiunge, salvandomi.
La nonnina alza le mani, posando il pane sul tavolino della cucina.
“Come volete, non insisto.”
Non insiste?
Bella si siede vicino a me. “Ti ha fatto esasperare, vero?” chiede divertita.
“Cosa te lo fa pensare?”
“Hai un occhio più chiuso dell’altro e ti trema.”
Ah. Cerco di rilassarmi.
“Bella, noi pensavamo di andare in spiaggia, vieni con noi?” domanda Tanya.
Bella mi fissa.
“A dire il vero…” Non mi sento tanto in forma, vorrei solo andare a letto.
“Sarà per la prossima volta” risponde Bella senza giri di parola.
Tanya ride. “Non fate gli sporcaccioni!” e se ne va con Garrett.
“Che ti avevo detto?” chiede Bella.
Sospiro. La sua famiglia non conosce il significato della parola ‘intimità’.
 
 
  
   
 
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